11 gennaio 2015

Contro Foen

Se ne stava appiccicato al muro sulla Bazzanese, all'incrocio con via Masini, tremante e angosciante. Se non fosse stato per lui che mi chiamava, non lo avrei visto, intento a pedalaee verso il ritrovo all'Agip. Ho rallentato e l'ho aspettato. Arrivato di fianco a me, strada vuota e nebbia che si tagliava con il coltello, Guido mi ha cominciato ad infamare: "Ma si può uscire a quest'ora con un tempo così e tre gradi?", mi aspettavo questa reazione e la risposta era praticamente pronta, bella secca: "Non eri mica obbligato, io devo essere a casa prima, uscivo prima e l'ho detto, chi vuol fare qualche km in più verrà." Ma la nebbia non gli aveva solo annebbiato la vista, anche il comprendonio, già carente di suo, navigava a vista, poca: "Ma chi vuoi che ci sia,solo tu puoi essere così scoppiato da uscire con questo tempo, tu ed io, che ti seguo pure." Nel discutere arriviamo all'Agip, non faccio neanche in tempo a dire:" Ma che tempo e tempo, qui è così, ma a Mongardino c'è il sole e sarà pure caldo, poi Gianluca arriva e vedrai che arriva anche Steve, vuoi che se ci lasci fare qualche chilometro più di lui?" e Steve arriva e nel giro di pochi secondi anche Gianluca diventa dei nostri. Ma Guido non ce la fa, si è alzato, vestito, ha inforcato la bicicletta, è arrivato fino a Zola, per poi dire:"Ah beh se non sei solo io vado a casa, mi cambio e vado in palestra, con questo tempo non si può uscire." Ribatto che è solo questione di arrivare a Calderino e il meteo sarà completamente diverso, ma Guido ha già salutato e preso la direzione di casa. Io, Steve e Gianluca invece non demordiamo e ai piedi di Mongardino la nostra perseveranza ci premia. La Nebbia sparisce, il sole fa capolino in cielo e a metà salita un vento caldo ci avvolge, come quando apri il forno e il calore ti arriva addosso. Tutto il crinale è così, regalandoci uno spettacolo a valle incredibile, con la nebbia che copre la pianura e si insinua nelle gole delle colline. Consci e tristi, che di quel paesaggio e in quel paesaggio saremo protagonisti a breve anche noi, ci buttiamo in discesa da Nughereto e poi fino a San Biagio, dove il freddo umido penetrante ci aspetta insieme agli altri ragazzi, infreddoliti e pronti a partire. Il termometro segna di nuovo 2 gradi dopo i 10 di Mongardino. Velocemente ci dirigiamo verso Sasso e proprio prima del paese la nebbia si dirada e un forte vento caldissimo ci investe. Si chiama Foen non per niente questo vento e più che asciugare, prosciuga, di fatica, le nostre povere gambe. Sono io a tirare,odio il vento, ma questa volta tiro volentieri, fino quasi all'incrocio con Badolo. Lascio poi spazio agli altri e prima Marco, poi Fabio, ci portano verso Rioveggio. Segno del destino che proprio due pelati tirino contro il Foen, un pò una beffa forse o un modo per tirare fuori vecchi ricordi di capelli passati, o forse una sfida dal sapore di vendetta, solo loro possono dirlo. A ruota non è che si stia benissimo, le folate di vento sono violente ed inaspettate e passare da 30 km/h a 20 km/h è molto facile. Arriviamo tutti insieme, o quasi, all'incrocio per Valle, Gabbiano, dove il termometro segna 13 gradi. Qui in 4 riscendiamo, spinti dal vento verso casa,mentre una parte sale verso Monzuno. Il ritorno é piacevole, il vento spinge, anche se tutto sommato non è sempre a favore, arrivando anche di lato. In poco più di un'ora siamo prima a San Biagio, poi, io, a Zola. Il ritorno nelle valle è violento e cattivo. Da Sasso a San Biagio lo sbalzo è impressionante. Prima i 16 gradi di Sasso, poi i 3 di Casalecchio. 13 gradi in meno, in cinque km. Roba da cella frigorifera.
Roba da Bicicletta,ma non ditelo a Guido...

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