26 agosto 2014

L'ultimo grande Uomo del vero Ciclismo. CIAO ALFREDO

Stavo andando a piedi verso il traguardo del Giro dell'Emilia. Volevo fotografare l'arrivo, dopo essere stato in vari punti delle Orfanelle nei giri precedenti. Ero ai meno 200 metri, davanti all'ingresso della Basilica, quando vi ho visti arrivare. Tu Alfredo Martini, con a fianco Franco Ballerini. Mi bloccai, ma quando mi passaste di fianco vi salutai con un, "Buonasera Ct", ed entrambi con una naturalezza incredibile e una gentilezza ormai fuori dal normale, ricambiaste il mio saluto,  nonostante il vostro parlare fosse fitto fitto.
Questa la mia immagine, personalissima, che come un fulmine, mi è tornata alla mente, alla notizia della scomparsa di uno degli ultimi, grandi, uomini, del vero ciclismo. Ciao Alfredo.

15 agosto 2014

Domenica 21 Settembre Giro dell'Abetone

Domenica 21 Settembre
Giro dell'Abetone
Circa 210 km

Ritrovo ore 6.50 presso Malini bici 
Partenza alle ore 7.00
Avremo una macchina di supporto, dove mettere:  borracce, abbigliamento e materiale meccanico, inoltre ci potremo alternare alla guide delle stessa, per poter dare la possibilità ai meno allenati di partecipare all'evento.
La velocità sarà adeguata per poter far terminare la prova a tutti!

Dalla partenza al passo dell' Abetone,  sono circa 100 km, l'idea è quella di mangiare qualcosa, seduti, a Sestola (135 km), poiché dopo è "quasi" tutta discesa.
Dopo Sestola rimarranno circa 75 km, saranno i più impegnativi, poiché la stanchezza si farà sentire.
Per chi volesse partecipare, comunicare la propria presenza, in negozio,  entro sabato 13 Settembre.



05 agosto 2014

Forse piove, forse no, ma sicuramente la prendiamo

Il Trebbo, dalle recensioni di Trip Advisor, sembra un buon ristorante, con un'ottimo coniglio nel menù e un'ottima grigliata. Anche se forse, sempre da Trip Advisor, il servizio non è dei migliori, Sandrino quando ci passa davanti ha un sussulto. Lo guarda, rallenta, l'acquolina gli scende dal labbro, ma forse è sudore, si alza sui pedali e lo passa finendo di scalare il Polenta di buon passo, soprattutto per uno che non ha ancora 3000 km ad Agosto.
Spiovvigina da inizio salita, la strada è ancora asciutta, ma basta scendere poco, che giá a Collinnello è un fiume in piena.
Eravamo arrivati a Forlimpopoli di gran carriera, io, Sandrino e Romy, insieme ad altri avventurieri, raccattati per strada, avevamo solcato la pianura ravennate a più dei 40 km/h. Eravamo arrivati a Forlimpopoli con il sole, una nuvola che lo copriva, ma poche preoccupazioni con l'obbiettivo di scalare Rocca delle Caminate e scendere da Predappio, per poi tornare indietro. Basta poco però, in questa finta Estate, per cambiare gli obbiettivi. Così poco sopra Forlimpopoli, a un chilometro da Bertinoro, quando la vista si apre sul Forlivese, la vista di quel fronte nuvoloso, nero come la pece, vasto oltre gli orizzonti, ci aveva consigliato di cambiare strada. Nonostante Romy volesse rischiare di proseguire sull'originaria idea e Sandrino volesse tornare verso il mare, la mia idea aveva trovato la.giusta mediazione. FrattaTerme, Polenta e poi Bertinoro. Bastava veramente poco per evitare la tempesta, 5 minuti, magari anche 50 e l'avremmo evitata.
A Bertinoro già bagnati, ma non ancora zuppi, con il bagliore del sole sul mare di Rimini che andava spegnendosi, ci siamo rifugiati in un bar. Un caffè, la Gazzetta, quattro chiacchere, mentre fuori, tuoni e fulmini, accompagnavano gocce, grandi come monete, sulle strade Romagnole.
Passa mezz'ora la tempesta si placa, il paeseggio è autunnale, il ciotolato viscido e bagnato e le nuvole basse che non fanno vedere il tetto delle case. Le condizioni delle strade consigliano prudenza, ma il freddo pungente ti dice di pedalare per scaldarti. Convinti che il ritorno al mare sará solitario per noi tre, ci dobbiamo ricredere nell'attraversare Forlimpopoli. Ciclisti di ogni etá e ogni genere, escono come funghi dai posti più disparati. Qualcuno dai bar, due da sotto un albero, tre da un portichetto, altri due da un sottopasso e Sandrino giura di averne visto uno uscire da un tombino. Qualcuno di questi si aggrega a noi e partiamo a testa bassa verso Ravenna. Da Forlimpopoli sono trenta chilometri dritti, una rotonda, un cavalcavia, un paio di curve a novanta e un solo stop. Mi metto a tirare, vento in faccia e cuore in gola. Le strade sono allagate come i campi circostanti e i fossi sembrano fiumi. Un raggio di sole esce tra i nuvoloni verso il mare, qualche goccia ancora scende, ma il problema sono quelle che salgono dalla strada. Stare a ruota è impossibile. Un signore di Bologna del gruppo di Salieri mi da il cambio, 53/11-12( sará così fino a casa), nervi tiratissimi e grande andatura. Ci alterniamo in testa io e lui, gli altri cercano di rimanere a ruota, a ventaglio, ma più di tre non è possibile stare. E infatti in tre rimaniamo. Io, il signore di Bologna e Romy. Sandrino si stacca verso metá strada, mantiene comunque una buona andatura sui 35 km/h, ma sopra i 40 soffre, soprattutto perchè a ruota è un supplizio starci. Noi invece non caliamo, tiro un pochino più a lungo io, ma comunque i cambi sono regolari. Arriviamo in progressione a Madonna dell'Albero, alle porte di Ravenna al contrario del solito senza volata. Rimasto davanti all'ultimo chilometro ho dato tutto portato la velocitâ fin dopo i 50 km/h impedendo qualunque scatto. Pacche sulle spalle e sorrisoni per tutti e tre, aspettiamo Sandrino e l'amico del signore e ci avviamo, più agilmente, ma sembre a buon passo, verso il mare. A Marina di Ravenna mentre i pescatori appena arrivati scaricano sacchi immensi di bellissime cozze, la strada è asciutta e tra le nuvole spunta il sole. Arrivati a casa, che fortuna!