31 maggio 2009

Dai 37 ai 15


Non di velocità ma di temperatura...oggi siamo partiti direzione Lugo io, Christian Leoni, Pietrafesa, Margelli e Bosso.
E' appena piovuto a Casalecchio ma abbiamo fiducia, anche perchè sprecare la levataccia delle 5.30 è un peccato.
Arrivati a Lugo inizia a spiovigginare, poi smette, poi ricomincia...cosa si fa?
Bosso non ha dubbi e torna a casa, mentre noi decidiamo di partire. Svegliarsi all'alba per fare un giro in autostrada ci pare ingiusto.
Insomma si va, quale percorso scegliere verrà deciso dal tempo piu che da noi.
Piove poi smette, poi piove...salita, discesa, curve e il primo ristoro! Sono le 9 o poco piu ma una piada con il prosciutto è quello che ci vuole.
Si riparte, si costeggia il circuito di Imola, gli scatti si susseguono perchè il morale è alto nonostante tutto, o forse per combattere il freddo.
Arriviamo in cima a un salitone e il termometro fa 14 gradi...a ripensare a Cesenatico una settimana prima sembra incredibile.
I ciclisti sono pochi ma non pochissimi, e in fondo alla salita optiamo per gli 85km.
Al ritorno organizziamo un trenone che viaggia tra i 35 e i 40 km/h, e per la prima volta si fa gara a stare davanti perchè dietro tra schizzi e pioggia proprio non si vede niente.
Arrivati! Il tempo di una piada con la porchetta e trebbiano e si riparte.
Alla fine la media è dei 27.5, nemmeno male date le condizioni. Forse la soddisfazione è maggiore del gusto, ma alla fine la giornata è stata bella lo stesso.

27 maggio 2009

Domenica a Lugo

Ricordo a tutti che domenica si va a Lugo per la GF omonima. Chi vuole venire lo dica a me o lasci i dati in negozio.

26 maggio 2009

Mangio il salame con Moser

Siamo al giro d'Italia, e precisamente la tappa con arrivo a Bologna S. Luca, il Prof, durante uno dei suoi piccoli allenamenti, si è trovato a Monte Pastore durante il passaggio dei Proffesionisti, ma diversamente da qualsiasi tifoso, che li osserva passare con ammirazione, lui li ferma, anzi lo ferma! Proff! Moser non corre più! Ed era davanti perchè precedeva il giro, non era in fuga!

La Nove Colli "vista" dai 130km




Inizio questo post facendo i complimenti al Potter per la prestazione nel lungo, arrivare 39° di categoria mi sembra davvero tanto, e quindi grandissimo Enrico!!!
Dopo quanto descritto dal Potter sul risveglio, con cui concordo, passiamo all'arrivo in griglia dove il sottoscritto dichiara di aver freddo, e viene subissato dagli improperi di chi, gia a quell'ora sente il caldo!!
Noi della Malini siamo quasi tutti vicini, il Tommy, Christian, Mauro, Angelo e Andrea. Gli altri che faranno il lungo o il medio sono sparsi in giro, oltre al Potter e Gherardi che hanno un pettorale basso, e quindi partono davanti.
Aspettando la partenza ci godiamo il sorgere del sole, che è sempre un momento splendido della giornata, un segno della vita che riprende il suo corso per qualcosa di nuovo che deve crescere.
Faccio amicizia con un gruppetto di Lussemburghesi, mi dicono che sono scesi in Italia in ottanta e che alla partenza sono in venti circa, poi nei giorni a venire si godranno il sole della riviera. Sono tutti piuttosto tosti fisicamente, ed infatti sino all'arrivo a Bertinoro, ai piedi della prima salita, sfrutterò la loro scia ad oltre 40kmh...
Arriva il momento della partenza, sono preoccupato per due motivi, il primo è di fare attenzione a non cadere, il secondo di capire se le gambe mi supporteranno per lo sforzo che sto per provare. Il venerdì precedente avevo provato a fare qualche salita ed avevo sofferto parecchio, e quindi ero piuttosto titubante. Dopo una ventina di km, ad una media altissima, mi rendo conto che la mia "macchina" funziona alla grande, le gambe girano in modo perfetto ed il fiato è regolare, penso che sia un buon segno. Mentre pedalo ad oltre 40khm orari raggiungo un tipo che dietro la sella espone una bandierina dell'Australia, lo affianco e gli chiedo se davvero viene da così lontano, e lui risponde di si, così mentre lo supero gli faccio i complimenti e gli auguro buona fortuna, ovviamente tutto in "perfect English"!!!
Arriviamo a Bertinoro in un amen e comincia la prima salita, sento ancora i ragazzi dietro di me e ne sono contento, poi si cerca di salire facendo lo slalom fra coloro che hanno un passo più lento, ma per fortuna quest'anno non ci si deve fermare, e questo è già un gran passo avanti.
Arrivo in cima al Polenta e noto che sia i Lussemburghesi che gli amici della Malini non ci sono più, forse attardati dal traffico di migliaia di ciclisti che pedalano come noi. Una cosa però mi convince che oggi è la giornata giusta, il fatto che sono tanti quelli che supero, e davvero pochi quelli che invece mi sopravanzano.
Dal Polenta mi fiondo alla mia solita velocità verso Fratta ed anche in questo caso il sottoscritto si diverte a superare gente sicuramente molto più prudente di un pazzo vestito di bianco con qualche scritta azzurra sulla divisa!! Ma ho bene in testa il mio obiettivo, finirla entro le cinque ore!! Inizio sin da subito a mangiare qualcosa, e credo che questo sarà il segreto di una grande giornata.
Lasciata alle spalle Fratta, arriviamo a Meldola dove la strada comincia a salire pian piano sino ad affrontare la salita vera e propria per arrivare a Pieve di Rivoschio. E' proprio all'inizio della discesa successiva che vedo davanti a me una sagoma con i colori della Pinarello Pink, e riconosco la ciclista, è la Morena, che alcuni di voi hanno visto durante un'uscita. La raggiungo, la saluto, la invito a rimanere nella mia scia, ma dopo qualche km, girandomi non c'è più e allora proseguo nella mia avventura arrivando a Linaro, ai piedi del Ciola. Mi fermo a fare rifornimento d'acqua, bevo sempre con continuità sorseggiando i sali tenendo a mente l'insegnamento di Cioni che lo scorso anno sul Fedaia mi diede, grazie ancora Mauro. E proprio mentre sono a metà del Ciola che sento dietro di me la voce dell'Ingegnere più veloce che conosco, che mi avverte di pedalare forte perchè ormai mi ha raggiunto. Decido di dargli retta e solo dopo aver scollinato il buon Mauro mi affianca, il viso è pallido, il ritmo è buono, ma la donazione di sangue fatta il sabato mattina non è stato sicuramente il miglior approccio alla gara. Nella discesa successiva, mi lancio come sempre a tutta ed il "Savoldelli dei poveri", come mi ha chiamato proprio Mauro, prende un vantaggio che servirà sulla scalata più dura del percorso medio, quel Barbotto che inizia una volta arrivati a Mercato Saraceno. Comincio a salire e sento ancora le gambe andare davvero bene, la condizione psicologica mi aiuta e la testa dice di spingere forte. Così durante la salita mi impegno in un forcing a denti stretti ed il risultato lo vedo davanti a me superando tanta gente. Ad un certo punto sento lo speaker sulla cima che incita coloro che stanno terminando l'ascesa e la forza invece di diminuire come spesso mi accade, aumenta sempre più e allora mi alzo sui pedali e vado su, sempre col mio solito ghigno sotto sforzo. Arrivato in cima sono la faccia della felicità, svalico e mi rendo conto che la giornata è proprio di quelle da scrivere nell'album dei ricordi buoni, perchè le gambe sono ancora lì che girano alla grande. Butto giù l'ultima confezione di zuccheri e mi fiondo verso Sogliano, incontrando diversi saliscendi che mi ricordano i "mangiaebevi" che precedono Monte Donato alla Dieci Colli.
Mi sento davvero bene e la cosa che mi fa crescere ancora psicologicamente è il fatto che affrontando gli strappetti, non li subisco passivamente, ma mi alzo sempre sui pedali e li aggredisco superandoli di forza. Arrivo a Borghi e comincio a cercare qualcuno che possa essermi d'aiuto nella pianura che arriverà di li a poco. Sono conscio di non essere un passista da 40kmh e quindi debbo sfruttare le doti di altri. Individuo due ragazzi di Pistoia ed un altro signore che viaggiano bene davanti a me. Li raggiungo sfruttando la maggior "pazzia" nelle discese che rimangono e quindi mi accodo. Cominciamo ad andare sulla pianura e ci organizziamo a tirare tutti. Raggiungiamo diversi gruppetti lungo la statale e qualcuno ci viene a dare una mano sino al cartello dei 10km. Sto tirando io ai 35 e dopo un bel tratto mi sposto a sinistra per far passare chi mi dovrebbe dare il cambio, ma non vedendo nessuno sopravanzare mi volto e vedo quello dietro che con la mano mi fa segno che "non ne ha più", ma il peggio è che anche quello dopo di lui fa la stessa cosa!! Decido di rimettermi davanti e sostanzialmente tiro sempre ai 36/37 per tutti i restanti km. Passiamo tanti piccoli gruppetti ma nessuno ci supera e soprattutto nessuno mi da il cambio. Bevo e cerco di respirare correttamente, cerco una posizione aerodinamica e soprattutto cerco di convincermi con la testa che ce la posso fare ad arrivare al traguardo mantenendo la media. Arrivo all'ultimo cavalcavia e mi alzo sui pedali, percorrendolo ai 30 all'ora!! C'è già qualcuno che applaude e ti incita ai bordi della strada. Queste cose mi fanno crescere l'adrenalina e la testa comincia ad andare a mille. Sento che è fatta quando vedo l'ultima curva a sinistra che immette nel lungo vialone che porta al traguardo. La gente di Romagna è davvero spettacolare, sento le grida di incoraggiamento e gli applausi che premiano la fatica di noi ciclisti. Mancano ancora 400 metri ed uno dei ragazzi che mi avevano detto di non averne più mi affianca e mi dice una cosa che mi lascia senza parole ma che apprezzo tantissimo: "visto che hai tirato tu per 10km abbiamo deciso che nessuno del gruppo ti deve superare in volata, è giusto che arrivi al traguardo per primo!!" Lo ringrazio con le lacrime agli occhi, un gesto davvero d'altri tempi!!
Arrivo, mi fermo e sono davvero tanti quelli che stavano dietro, a dire il vero rimango persino stupito di quanta gente mi sono tirato dietro!! Diversi mi vengono a dare "un cinque" e mi dicono bravo, e fra questi una ragazza che ho sentito dietro di me in alcuni momenti e che mi aveva detto in alcuni punti di non aumentare l'andatura altrimenti non ce l'avrebbe fatta.
La sensazione di quest'anno è davvero bellissima, non forte come quella dello scorso, ma diversa, forse più consapevole, e quindi con maggiore soddisfazione. Prendo la medaglia, telefono a casa per avvisare che anche questa volta le ossa sono salve, e mi metto ad aspettare i ragazzi. Incontrerò diverse persone che conosco, vedrò arrivare i Lussemburghesi, un amico con cui ero a cena il mercoledì precedente alla gara, un mio cliente ed un ragazzo che non vedevo da oltre vent'anni. Poi arriva il Tommy con il labbro superiore che sembra quello di Valeria Marini. L'ha punto una vespa nell'ultima discesa e quindi si reca al pronto soccorso. Vedo anche tanta gente che ha escoriazioni di vario genere, frutto di cadute, un signore anziano che colto da malore dopo l'arrivo viene portato via in ambulanza, ed una ragazza che piange dai crampi dopo essere scesa dalla bici.
Finalmente andiamo al pasta party, dove il Tommy "vince per distacco" nell'ingurgitare pasta e piadina!! Nell'uscire al parcheggio delle bici scambio due parole con due Belgi, che mi confessano essere rimasti entusiasti della manifestazione, sempre ovviamente in "perfect English"!!
Lascio l'arrivo con lo spirito leggero, ed ho la sensazione di aver fatto una buona prestazione anche se non ho visto il tempo.
La conferma l'ho avuta ieri sera leggendo i dati che vedono migliorato il tempo rispetto allo scorso anno di 36 minuti e 5 secondi, e consueguentemente la classifica che mi vede 1467° assoluto (su 5676 arrivati), contro il 2897° della passata edizione.
La prossima in programma è quella del "sogno", la Gran Fondo dell'Aprica, dove ci saranno da scalare il Gavia, il Mortirolo ed il Santa Cristina. Ho già i brividi solo a pensarci, ma se non ci saranno altri inconvenienti tipo cadute, penso che anche grazie al mio personal Trainer, arriverò a quella data in forma per portare le mie "gambine" al traguardo, vestendo in quell'occasione, la maglia del mio campione preferito, quella della Carrera (obbligatorio farlo) di Marco Pantani....

Salutoni
Sandrino
ps: per leggere il racconto breve fare riferimento a quello scritto da Mr. Sintesi qui sopra!! ;-))

Se...alla Nove Colli 2009

Se alle quattro di Domenica mattina ti suona la sveglia, alle 430 mangi un piatto di spaghetti olio e parmigiano e alle cinque sei in griglia ad aspettare le sei e dieci per la partenza, sei un matto innamorato della bicicletta!
Se l’anno prima avevi fatto ottanta chilometri sotto un nubifragio e quest’anno ti sei fatto centotrenta chilometri con trentacinque gradi e il sol leone a ruggirti in faccia, hai un gran coraggio.
Quando corri i primi quaranta chilometri alla media dei quaranta e arrivi in cima al Barbotto, con la media dei trenta, non vuol dire che sei andato piano, anzi!
Se al rifornimento del bivio tra lungo e corto riempi due borracce d’acqua freschissime e bevi quattro bicchieri di Coca Cola, vuol dire che avevi sete. Se dopo otto chilometri, in cima al monte Tiffi, ti è rimasto solo un goccio d’acqua e all’inizio del Perticara hai già finito tutto, avevi moltissima sete. Se vedi ciclisti stremati che scattano al primo angolo d’ombra, per gustarsi il lieve fresco del sottobosco, vuol dire che è un caldo boia.
Quando non vedi nessuno sorpassarti ma sei solo tu che sorpassi, la gamba sta girando bene.
Se sul passo delle Siepi scatti, prendi un gruppetto, poi un altro, poi un altro ancora, la gamba sta girando molto bene.
Se parti a tutta all’inizio del Gorolo e non smetti più fino a Savignano, alla fine dell’ultima discesa, vuol dire che ti sei gestito alla grande. Se poi in pianura tenti trenate ai quaranta, senza collaborazione dai tuoi compagni di viaggio, un po’ di rabbia sale. Quando poi, ai due ponti all’ingresso di Cesenatico, ti sorpassano pronti per la volata, un po’ preso in giro ti senti. Ma se mentre tagli il traguardo, un ragazzo si avvicina, ti ringrazia e ti fa i complimenti perché non aveva mai visto nessuno tirare così, pensi che forse non conosce Luca Laffi, ma che sicuramente ti sei divertito come un matto, disputando una grande NOVE COLLI.
Classifiche "Malini" 200 km:
355 Pasini Enrico 7:10:17 28,59
727 Gherardi Claudio 7:40:19 26,72
1459 Vecchi Andrea 8:26.26 24,29
1850 Cioni Mauro 8:55:37 22,96
2281 Dondi Massimo 9:30:06 21,58
2678 Fornaciari Fabio 10:12:54 20,07
2709 Leoni Cristian 10:17:06 19,93
2758 Messeri Gianluca 10.22:58 19,74
Classifiche "Malini" 130 km:
1467 Stagni Alessandro 4:47:31 27,55
2196 Cherella Angelo 5:06:42 25,82
3058 Tommasi Massimo 5:28:48 24,09
4512 Magnani Maurizio 6:20:34 20,81

21 maggio 2009

31 maggio: GF Città di Lugo

Il 31 c'è in programma questa GF.
Si potrebbe fare il percorso da 112 km (con dislivello non impossibile).
Modalità come per le Cime di Romagna, chi vuole venire lasci nome, numero di tessera e 7 euro in negozio entro mercoledi 27, poi io vado a fare le iscrizioni.
Av salut

18 maggio 2009

Le cime di Romagna, GranFondo vera!

Ore 7: 30 di Domenica mattina, puntuali arriviamo a Faenza, dopo un breve giro per trovare il parcheggio scarichiamo le bici, aspettiamo la solita, lunghissima pausa evacuazione di Tommasi, oggi in coppia con Cioni( Sandrino, scoppiato di gelosia, rimarrà in silenzio tutto il giro) e alle 7.55 siamo in Piazza del Popolo. Timbriamo il foglio di via alle 7: 56 e partiamo. Fantastico, nessuna griglia, nessuna attesa, nessuna partenza ai 50 km/h.Tranquillità assoluta, in un lento riscaldamento, che dopo pochi chilometri ci porta ai 33 km/h verso Brisighella, per la meravigliosa stradina di Sarna, immersa nelle vigne di Albana e Sangiovese. Siamo un bel gruppetto, oltre al sottoscritto presenti Sandrino, Mauro Cioni, Enrico Pietrafesa con Aureliano, Massimo Tommasi, Cella, Aldo, Cristian Leoni, Luca Scomazzon, Luca Laffi e Loris Margelli. Già sulla prima salita il sudore sgorga, il Monte Carla non è durissimo dal versante di Brisighella, ma in alcuni punti la strada strappa, costringendo ad alzarti sui pedali. Già a questo punto incontriamo un “Malini” che però non riconosciamo. La statale verso Modigliana è molto bella, larga, tra peschi, albicocchi e kiwi. La seconda salita, il Monte Chioda è lungo quasi sette chilometri, con tratti di falsopiano, ma anche con tratti dalla pendenza considerevole. In cima un ricco rifornimento ci aspetta, insieme a centinaia d’altri ciclisti, intenti a addentare panini alla marmellata, alla mortadella, grana e ravioli deliziosi. Un the caldo è l’ideale e si riparte più pesanti dell’inizio della salita. In fondo alla discesa siamo un po’ sparpagliati, ci ricongiungiamo all’inizio della terza salita, il monte Busca. L’asfalto nuovo fa scorrere le ruote come una palla da bowling sulla sua pista. I boschi e i campi verdi, insieme ai fossi colmi d’acqua, rendono quest’ascesa favolosa. In cima, al timbro controllo, arriviamo a gruppetti insieme al “Malini” sconosciuto. Indossa la tuta nuova, quella traforata, è in sella ad una Pinarello, ma non capiamo chi sia. La discesa è molto bella, arriviamo subito a Tredozio, splendido paesino dove c’è un altro meraviglioso ristoro. Ripartiti da qui pesiamo più che all’inizio della Granfondo. Solo 35 km di discesa ci aspettano per il ritorno a Faenza. Laffi per i primi 10 km è molto bravo, ma poi non resiste e parte ai 50 km/h. Dopo poco noto ancora il Malini sconosciuto, assomiglia a qualcuno del gruppo, mi ricorda qualcuno, ma proprio non riesco a capire chi sia, Anche Pietrafesa mi chiede chi sia e Aureliano è disperato, è sicuro di averlo già visto, ma non ricorda chi sia. Arriviamo a Faenza, dopo aver aspettato Cioni che aveva mollato la ruota di Laffi per proseguire in agilità. All’arrivo consegniamo il foglio di via e ci mettiamo in fila per il pasta party, con tanto di pacco gara finale e lucchetto per chiudere le bici, che alla fine riconsegneremo. Pasta party fantastico, con ottima minestra e delizioso affettato. Ma poco prima di sederci a tavola, mentre legavamo la bici, ecco che il “Malini” sconosciuto si toglie il casco.E’ Tony Paone. Cavolo con la divisa nuova proprio non l’avevamo riconosciuto!!!http://picasaweb.google.it/EnricoPasini81/CimeDiRomagna?feat=directlink

14 maggio 2009

Gran Fondo le Cime di Romagna

Sono stati iscritti i seguenti loschi figuri:
Margelli, Collina, Tommasi, Celeste, Pietrafesa, Pasini, Stagni, Nassetti, Scomazzon, Leoni, Cioni, Maldini.
Appuntamento domenica 17 alle 6.30 alla rotonda Biagi, di fronte alle poste.
Chi non avesse portato i 7 euro in negozio li può portare a me direttamente domenica.

10 maggio 2009

Due Passi Matildica, fatica vera!!!

Pur di essere più leggeri si fa di tutto! E’ così che parte la nostra Due Passi Matildica, nei bagni del palasport di via Guasco a Reggio Emilia. Massimo e Sandrino decidono di liberarsi di qualche chilo di troppo e passano dieci minuti in bagno, mentre Aldo e io li aspettiamo fuori, con le biciclette. Dopo una colazione compresa nel pacco gara, (caffè orrendo, crostata che si mangia più che volentieri) l’arrivo in griglia è immediato. Siamo dietro praticamente in fondo, la partenza è un susseguirsi di treni, sorpassi, accelerazioni. In mezzo anche qualche caduta che non ci coinvolge, ma che fa sempre impressione. All’inizio della prima salita siamo già divisi, Massimo e Aldo se la sono presi comoda Sandrino ancora incerto se affrontare il lungo o il medio tentenna nella pancia del gruppone mentre io cerco di recuperare più posizioni possibili, senza andare in acido lattico. Dopo sette chilometri arriviamo a Baiso, la discesa è bella, larga e permette velocità elevate. Superate diverse borgate arriviamo a Debbia, dove parte la seconda salita, il Passo del Falò. Quasi otto chilometri, pendenza media dell’otto per cento. Il Finale è durissimo, con strappi anche al quindici per cento, ma lo scenario è meraviglioso. A destra le colline reggiane, a sinistra il Cimone e altre montagne innevate, che portano un po’ d’aria fresca in una domenica finalmente calda. La discesa è molto brutta, come le prossime a venire e tiro i freni, dopo alcuni sali e scendi si arriva all’inizio della cronoscalata del castello dei Carpiteti, tre chilometri e mezzo, abbastanza impegnativi ma con pendenze mai superiori al dieci per cento. I gruppi si fanno sempre meno numerosi e la fatica comincia ad affiorare in tutti i granfondisti. Siamo a metà e guardando la media, inferiore ai 27km/h, capisco che questa granFondo non è così semplice come l’aspettavo. Raggiunta Felina, sempre immersi nel verde delle colline, tra discese sconnesse e strappi improvvisi, si arriva all’inizio della salita che porta a Trinità, quattro chilometri e mezzo, agevoli ma costanti. Neanche il tempo di rifiatare e finita la discesa inizia l’ultima ascesa verso Canossa. I primi due chilometri tirano, ma poi la strada diventa un lungo falsopiano con anche tratti in discesa, fino all’ultimo chilometro, abbastanza impegnativo. Questa è l’ultima salita, ma la fatica non è finita. Rimasto solo con un ragazzo, che dice di star male e non tira un metro, mi avvio in discesa verso la bassa. Qualche chilometro di discesa e poi uno strappetto, in un lungo susseguirsi che rendono la pianura quasi irraggiungibile. A Quattro Caselle solo la pianura padana si presenta davanti ai nostri occhi. La velocità è costante 36/37 km/h, ma i chilometri per raggiungere il traguardo sono ancora tanti, quasi 35. Finalmente, dalle retrovie, un bel gruppo ci raggiunge e in fila indiana, con punte che toccano anche i 46 km/h, ci dirigiamo verso Reggio Emilia. Il tratto è infinito, la stanchezza tanta e la rabbia pure. Infatti il ragazzo che era con me, dopo aver pianto per i suoi malanni, ora è in testa al gruppo che tira come un forsennato. Lascio stare, la giustizia divina farà il suo corso, facendogli perdere il satellitare legato sul manubrio e mi concentro a finire la gara. Arrivo al traguardo stanco morto. Massimo ed Aldo sono lì ad aspettarmi con una bella Coca ghiacciata. I primi minuti sono duri, lo stomaco è rivoltato e la testa non connessa, ma subito passa e la Coca può essere bevuta in tutta la sua freschezza. Sandrino arriva dopo una mezz’oretta, soddisfatto. Alla fine è riuscito a fare il lungo e secondo lui non è neanche così duro. Secondo me invece è una granfondo molto dura, con salite lunghe che ti fanno soffrire dal primo all’ultimo chilometro. Molto bella, con la sola pecca dei ristori poco serviti. Solo frutta, sali e qualche pezzo di forma. Ma per i ristori veri, tutti pronti, perché domenica si va a Faenza alle Cime di Romagna.
Classiche Lungo:
179 Pasini Enrico 13 4:57:41 30,67
299 Stagni Alessandro 42 5:28:54 27,71

Classica Cronoscalata Castello Carpineti:
112 Pasini Enrico 0:10:27 15,50
317 Stagni Alessandro 0:12:37 12,85
Classifica Medio:
684 Tommasi Massimo 4:11:11 28,66
687 Maldini Aldo 4:12:19 28,54

08 maggio 2009

Un secolo di Giro

E’ inutile negarlo le delusioni nel ciclismo, in questi ultimi anni, in questi ultimi giorni, sono molto più considerevoli delle gioie. I corridori continuano a tradire, non fai in tempo ad innamorarti di un atleta, che lo ritrovi sulle prime pagine dei giornali, in prima serata ai telegiornali, (che non parlano mai di ciclismo, se non in caso di doping), con le manette ai polsi o poco ci manca. Eppure siamo qui, anche quest’anno ad aspettare trepidanti ed entusiasti, un altro Giro d’Italia, l’edizione del Centenario. Non sarebbe passato un secolo dal primo Giro, se non ci fossero stati in questi cento anni, milioni di spettatori sulle strade e poi anche in televisione, ad appassionarsi alle imprese d’uomini, che facevano della fatica e del sacrificio il loro lavoro. E’ ancora così, nonostante questi “professionisti”, mercenari, si siano dimenticati della loro passione da bambini, innamorati della bicicletta e abbiamo seguito dottori, manager e aziende farmaceutiche, in un business dove loro stessi sono la moneta sonante. Noi li seguiremo lo stesso, forse con spirito rassegnato, con la consapevolezza che uno di loro, probabilmente uno dei più forti, finita la gara, sarà squalificato perché trovato in fallo. Noi ci saremo, per amore della bici, quella bicicletta che usciti dal lavoro e nei weekend, ci fa volare in un mondo nuovo, libero, pulito, dove il sudore è una lacrima di gioia, un pensiero felice.Si parte da Venezia, con un prologo a squadre affascinante per il contorno che la laguna regalerà. 20,5 km sul Lido, una passerella che invece d’avere, come d’abitudine degli attori, avrà dei ciclisti. Non farò pronostici sui favoriti di questo Giro, ma una parola su chi non vincerà questo Giro la spendo. Non lo vincerà Contador, perché non parteciperà. Lo spagnolo quest’anno si concentra sul Tour, l’unico suo pensiero. Anche il suo nome all’inizio fu coinvolto nell’Operation Puerto poi fu scagionato. Da li è passato, a soli 25 anni, a vincere Giro e Vuelta, dopo aver vinto il Tour. Tre grandi corse a tappe vinte, due di queste senza neanche una vittoria. Una costanza impressionante, l’anno scorso al Giro è rimasto agganciato alle ruote di “fenomeni” come Riccò e Sella, soffrendo e arrancando sulla maggior parte delle salite, ma alla fine ha conquistato la maglia rosa meritatamente. Alla Vuelta ha vinto, ma anche li ha sofferto i continui attacchi dei rivali, mostrando un’umanità a cui non eravamo più abituati. Un minimo di fiducia a così tanta sofferenza e costanza va data, anche se con enorme fatica. Tornando al Giro, da Venezia si va verso le Dolomiti, cosa inusuale ma molto affascinante. Dopo le tappe di Trieste e Valdobbiadene, ( niente prosecco per i ciclisti, tanto per i tifosi, peccato non esserci!), già alla quarta tappa si arriva a San Martino di Castrozza, dopo aver attraversato Feltre, scalato il Croce d’Aune e tre quarti di Rolle. Il giorno dopo si parte con gli ultimi otto chilometri di Rolle e si arriva all’Alpe di Siusi, splendido scenario dopo 25 km d’ascesa. Il giovedì si va in Austria, dopo 248 km, in una tappa che non presenta pianura e il giorno dopo si torna in Italia, a Chiavenna. Si parte ai 700 metri d’altitudine e non si scende mai al di sotto, fino agli ultimi venticinque km in discesa. Il sabato arrivo a Bergamo con il Colle San Carlo a 27 km dall’arrivo. La Domenica show a Milano, con un circuito che esalterà le doti dei velocisti. Lunedì riposo, pronti per l’inizio della seconda settimana che comincia con la riproposizione della Cuneo-Pinerolo vinta da Fausto Coppi, con Moncenisio e Sestiere ma senza la parte francese. Un po’ di pianura, che da Torino porta in provincia di Genova e il giorno dopo la tappa forse decisiva del Giro. La cronometro delle Cinque Terre, da Sestri Levante a Riomaggiore, tra splendidi paesaggi, dove la montagna va in picchiata sul mare.Solo salite e discese, entrambe dure e difficili. Una cronometro di 60 km, che farà fuori molti pretendenti alla maglia rosa. Riposo il giorno dopo con una tappa pianeggiante che dalla Versilia porta a Firenze, per poi, sabato 23 maggio, portare la carovana da Campi Bisenzio a San Luca, dopo aver scalato Passo della Collina, Passo Brasa, Cereglio e Mongardino. Non mancheremo a questa tappa che potrebbe creare un po’ di scompiglio in classifica. La domenica, mentre molti di noi saranno impegnati alla Nove Colli, nelle colline vicine il gruppo si sfiderà fra Forlì e Faenza, in una tappa che sa di fughe da lontano. Si va verso le Marche, vero punto chiave del Giro del Centenario. L’arrivo di Lunedì 25 Maggio, in cima al Monte Petrano, regalerà grandi emozioni con le scalate del Monte delle Cesane, del Nerone del Catria e appunto del Petrano. Non ci sarà margine d’errore, chi andrà fuori giri in questa tappa non potrà più recuperare, nonostante mercoledì ci sarà da scalare il Blockhouse.Tappa corta di 72 km, inedita per la sua cortezza, una scalata lanciata che è tutta da scoprire. A Benevento sarà il turno dei velocisti, se ce ne saranno rimasti, mentre Venerdì 29 l’arrivo in cima al Vesuvio, proprio sul cratere, incoronerà il vincitore del Giro Difficilmente la crono di Roma, di 14,4 km, dopo la tappa di Agnani, potrà cambiare la classifica. Un Giro particolare, disegnato al contrario prima le dolomiti e poi il sud Italia, con le sue salite taglia gambe. Difficile fare pronostici, chi indosserà la maglia a San Martino di Castrozza o all’Alpe di Siusi, potrebbe portarla fino a Roma, come perderla sul Blockhouse, o bruciarsi sul Vesuvio. Le emozioni stanno per cominciare, non rovinatecele!!!

07 maggio 2009

Attenzione CONCORSONE! Gioca col Giro d'Italia

E' indetto un concorso a premi sul Giro d'Italia 2009.
Ecco le regole:
  • devi portare in negozio (Malini Cicli, via della Resistenza 13, Casalecchio di Reno) un foglio con il tuo pronostico sui primi 3 del Giro 2009, sul vincitore della classifica scalatori e su chi vincerà il maggior numero di tappe
  • per partecipare al concorso devi versare 20 euro in negozio insieme al tuo pronostico; questi 20 euro ti verranno interamente rimborsati alla cena che seguirà la cronometro a coppie, valida per il Promal 2009, della sera dell'11 giugno
  • i primi 20 che porteranno la quota di 20 euro e il pronostico in negozio riceveranno una tuta sportiva in omaggio!
  • tra tutti i partecipanti, colui che azzeccherà il pronostico completamente o comunque ci si avvicinerà di più riceverà un premio a sorpresa la sera dell'11 giugno; a parità di pronostico azzeccato vincerà chi l'ha presentato per primo
  • la data ultima per presentare il pronostico è sabato 16 maggio 2009
Non hai niente da perdere! Vai in negozio, fai il tuo pronostico e partecipa alla gara (se vuoi) e alla cena del club dell'11 giugno per sapere se hai vinto!

04 maggio 2009

AGGIORNAMENTO: 17 maggio - Gran Fondo Cime di Romagna

Ho telefonato, per iscriversi servono:
numero di tessera, nome e cognome, data di nascita.

Se lasciate questi dati a Paolo in negozio e i 7 euro per l'iscrizione entro martedi 12 maggio, poi vado io a farla mercoledi o giovedi prossimo.

Dopo quella data ognuno si deve organizzare da solo per iscriversi.


In calendario per il 17 abbiamo messo questa GF. Costa 7 euro a testa e si parte alla francese, dalle 6 alle 8 a Faenza.
I percorsi sono da 45, 97 e 146 km.
Chi è interessato? Ci si può iscrivere online oppure in un negozio a Castenaso.
Se lasciate i nomi qui sotto o in negozio, poi facciamo un'iscrizione cumulativa.

03 maggio 2009

Una Dieci Colli in sofferenza….

Prologo 1: Due settimane prima cado seriamente in bici da corsa per la prima volta nella mia vita e a parte qualche abrasione di poco conto, il responso più preoccupante è il distacco dell’articolazione della spalla destra che necessita di un tutore, con relativo dolore piuttosto forte in alcuni movimenti. Commento: ismito!!
Prologo 2: Arriva la grande vigilia, decido di dormire a casa dei miei a Zola, preparo tutte le cose che servono per il giorno dopo e quando, finalmente decido di andare a letto alle 23.30, dopo aver appena spento la luce ho una spettrale visione sotto forma di CHIP!! L’ho dimenticato a San Giorgio!! Mi alzo, prendo l’auto e corro a prenderlo….commento: ismito senza recupero!!
Il ritrovo: arrivo come sempre in largo anticipo dopo che la sveglia ha suonato alle 5.40. Mangiati come da programma i 200gr di spaghetti in bianco, esco dall’auto alla rotonda Biagi e comincio a prepararmi mentre di li a poco arriva il Tommy con la mitica signora, che per tutta la giornata gli farà da personale ristoro con panini e altre vivande di vario genere. Per me, Idolo assoluto!! Alla spicciolata arrivano anche gli altri ed il commento unanime è una vecchia canzone di Nada … ma che freddo fa!!
Il tragitto verso i giardini: Ci si ritrova anche con Bosso, Maldini e Cioni, oltre ai gia presenti Pasini, Tommasi e Leoni. Si parte in direzione dei giardini e le strade sono ancora vuote, la città è sonnecchiante e qualche raggio di sole illumina i portici di via Saragozza, regalando al nostro sguardo un colpo d’occhio di vecchia e bellissima memoria su come sia ancora affascinante la nostra Bologna.Commento:l’amore per la tua città!!
La griglia: Arrivati ai giardini ci si mette in griglia e fra il battere ripetuto dei denti per il freddo, le battute scherzose per ingannare il tempo, il Tommy espleta funzioni fisiologiche ogni cinque minuti creando ulteriore ilarità fra i presenti.Commento: paghiamo una visita urologica al ragazzo!!
La partenza: Finalmente alle 8.30 si parte, ed una fiumana di ciclisti indemoniati si riversa sui viali a velocità folle. Ad un certo punto per seguire qualche maglia amica, mi ritrovo ad osservare incredulo la velocità sul contachilometri….oltre 50 km/h. Si arriva finalmente in Val di Zena ed il gruppone si è già frammentato, segno che i battistrada stanno già facendo selezione. Cerco di stare a ruota di qualche ciclista che ha il mio passo, ma le due settimane di fermo a causa del dolore alla spalla mi fanno capire che non sarà una giornata facile, ne tantomeno divertente.Commento: se andavi al mare era meglio!!
I ragazzi della Malini: Il Potter, Cioni, Bosso ed anche altri li perdo praticamente subito dopo la partenza, forse li rivedrò all’arrivo. Durante la salita di Badolo raggiungo Mirkone e lo sprono a salire in mia compagnia, poi durante la discesa mi ritrovo anche le maglie biancoazzurre di Paone e del Gengi. Siamo sulla fondovalle, si viaggia ad andatura sostenuta, ad un certo punto mi passa un ragazzo e mi si mette davanti a tirare a 47/48Kmh. Vuole chiudere il vuoto con un gruppo che sta a circa 400mt, ma dopo qualche km, decide di mollare, e si mette a sinistra per farmi passare e dargli il cambio. A quel punto sento qualche voce dietro che mi dice di tirare, e allora ci provo, comincio a pedalare di buona lena e vedo la distanza ridursi velocemente, guardo di sfuggita lo strumento ed incredibilmente segna 51kmh…raggiungiamo il gruppone e qualcuno da dietro mi lancia elogi e ringraziamenti….rispondo dicendo che a quel punto potrei anche ritirarmi!!!Commento: ci ho pensato seriamente!!
I dieci Colli: li ho vissuti tutti con grande sofferenza, e con un po’ di timore per la paura che la spalla non mi permettesse di superarli tutti. In più, da qualche giorno ho il classico “mammone”, che non mi aiuta certo a respirare correttamente. Ma la voglia di provarci e quel maledetto orgoglio che a volte mi ha fatto fare in passato qualche scelleratezza, mi tiene attaccato al manubrio e seduto sulla sella dicendomi “non mollare”!!
Zula passa senza troppa difficoltà, è il primo, è corto, e tutto sommato con una pendenza che non fa male. Badolo si fa sentire, ma la giornata sembra migliorare ed allora il pensiero si fa leggero ed anche le gambe tutto sommato vanno su, senza particolari dolori. Mongardino dal lato Sasso Marconi non lo avevo mai affrontato prima, pensavo fosse peggio, in fondo mi sono anche divertito, e poi subito dopo lo scollina mento ho trovato una delle sorprese più belle della giornata di cui parlerò in dettaglio più avanti. Montemaggiore mi ha dato un gran gusto, difficile da affrontare ma conoscendolo l’ho dosato come un vecchio saggio, ed in cima, sono arrivato col sorriso sulle labbra perché ne conoscevo ogni curva, ogni strappo, e quindi me lo sono gustato come un bel piatto di tortellini della mamma. Zappolino è fra quelli che mi ha fatto sorridere, pendenza lieve, ben conosciuta anche questa, salire è stato facile. Tiola non la conoscevo, ma tutto sommato non mi ha impressionato più di tanto, presa con la giusta calma, arrivato in cima ho pensato semplicemente:”anche questa è andata”. Cà Bortolani invece mi ha lasciato il segno, ho fatto davvero fatica, anche perché sembrava non finire mai. Sono arrivato in cima stanco, provato e forse più di testa che di gambe. Infatti, scendendo verso Calderino, ho provato a verificare se le scorie della caduta potevano aver lasciato qualcosa nella mia testa. Morale: giù per le discesone di Monte Pastore ho fatto il vuoto dietro di me ed il motivo sta nel fatto che ho toccato la massima di tutta la mia Dieci Colli: 79.1kmh!!! Udite, udite, quel matto di Sandrino, il Savoldelli dei poveri è ancora lui!! Il secondo Mongardino è stato in parte mitigato dalla presenza di uno dei miei mentori, che voglio ringraziare pubblicamente per il supporto morale ed anche fisico visto che mi ha ceduto una delle sue prodigiose barrette al cocco che ingurgitate prima di Monte Donato hanno provocato l’effetto di cui parlerò. Grazie Lorenzo Zanarini, sei stato davvero un grandissimo a salire con me. Le Ganzole erano davvero il colle più duro a livello psicologico, e qui ho dovuto tirare fuori tutti gli attributi per affrontare le due maledette curve del tratto alberato. Fatte quelle ho cominciato a pensare che per farmi fermare mi avrebbero dovuto sparare col cannone!! Infine Monte Donato, anche se prima ci sono stati una serie di saliscendi che hanno fatto bestemmiare più di un concorrente, ma non il sottoscritto che sapeva già della loro esistenza e quindi si era ben preparato ad affrontarle per tempo. Buttata giù la barretta al cocco di Lorenzo subito dopo le Ganzole, e bevuto un po’ di sali ad ogni strappetto, ho calcolato alla perfezione il momento in cui ho ingerito l’ultimo sacchetto di zuccheri liquidi e quando ho visto il muro in mattoni dell’ultimo maledetto strappo di Monte Donato ero pronto e ben armato per affrontarlo. Ho visto davanti a me un paio di ciclisti che mettevano i piedi a terra, un paio di macchine piantarsi per non riuscire a superarli, mentre io mi sono alzato sui pedali e dentro la mia testa è scattata la sfida che aspettavo da un anno. Quello scorso lo avevo fatto salendo a zig-zag, mentre quest’anno con tanti km in più nelle gambe ce l’ho fatta tenendo una direzione rettilinea e buttando sui pedali tutta la cattiveria nervosa che avevo dentro. Quando ho sentito il beep del controllo, ho pensato che era fatta e la discesa verso i giardini è stata affrontata con la solita pazzia, alla Savoldelli. Commento: non mollare mai, brutto testone!!
L’arrivo: E’ stato bellissimo come sempre, tagliare il traguardo. Poi nelle condizioni menomate di questa edizione l’emozione che mi ha colto è stata fortissima. Al traguardo ho visto Gianluca, Andrea e Mario Pomidori, mentre ero ancora sotto l’effetto della commozione. Non so quali siano i motivi, ma quando arrivo in fondo a queste prove, mi sale fortissima un’emozione che non riesco a controllare.
Le due sorprese più belle della giornata: Il sorriso ed il bacio della mia Simonetta che mi ha accolto in campeggio una volta arrivato a Marina, ma quella più emozionante è stata senza dubbio, dopo aver svalicato per la prima volta Mongardino, essermi trovato lungo la prima discesa mio padre che mi aspettava per applaudirmi. Non era mai venuto a vedermi in passato, nemmeno quando giocavo a tennis (tranne in una finale), e trovarmelo lì, mentre applaudiva tutti coloro che passavano, è stato davvero un momento fortissimo. Dopo, mi ha seguito sino a Calderino, mentre pedalavo in gruppo, ed alla sera ha confessato di essersi divertito tantissimo. Grazie Papà, sei stato anche tu un grande in questa bellissima giornata.
Finale: Ho scritto un romanzo perché il Potter mi ha dato l’assenso dopo aver saputo che con la spalla dolorante avrei potuto anche non arrivare in fondo. Il poter scrivere questo post chilometrico è il premio della mia testardaggine nel finire la mia prima 10 Colli.
Un salutone a Tutti da Sandrino

01 maggio 2009

cinque e dieci colli 2009

Ciao agli atleti della cinque e dieci colli di oggi, complimenti a tutti....
Personalmente mi sono cimentato nella dieci evidentemente senza avere il fondo dato che oltre ad andare in bici sono andato pure a piedi sia nella prima discesa di mongardino sia al ritorno (c'era Lorenzo ad assistere e mi aveva consigliato di prendere la strada di casa), per far passare i crampi che mi hanno preso per quasi tutto il percorso. Diversi ciclisti lungo il finale avevano questo problema e questo mi consola. Però alla fine è andata stringendo un pò i denti.
ps. peccato per Mauro visto il tempo che non mi ha raggiunto....
Bella giornata tanta gente

ho visto l'ordine di arrivo che riporto, in fondo dei due percorsi due dei nostri che evidentemente sono partiti ma non arrivati ma non ne sono sicuro....

Massimo Bosso

CINQUE COLLI


Posizione Pettorale Cognome Nome PosCat Tempo Reale Media
180 4241 VECCHI ANDREA 59 03:09:40 03:07:04 31,43
253 4243 CHERELLA ANGELO 86 03:17:07 03:14:31 30,23
385 3563 D'ELIA ROCCO 60 03:31:46 03:29:49 28,02
411 4249 PIETRAFESA ENRICO 64 03:33:00 03:30:12 27,97
sub-judice CELESTE LORENZO 03:40:00
475 4242 MALDINI ALDO 15 03:41:47 03:38:58 26,85
546 4248 MERLINI LUCIANO 10 03:50:02 03:47:12 25,88
635 4385 DUSSI GIANLUCA 110 04:01:47 03:58:31 24,65
671 4310 LUCIDI DOMENICO 119 04:06:36 04:03:41 24,13
711 4246 VANDELLI DANIELE 30 04:12:38 04:09:54 23,53
834 4247 MELLONI UGO 24 04:37:25 04:34:41 21,41

A6
24
4.37.25
TREBBI CLAUDIO

DIECI COLLI
Posizione Pettorale Cognome Nome PosCat Tempo Reale Media
223 1957 PASINI ENRICO 36 05:11:12 05:08:46 30,70
434 1723 GHERARDI CLAUDIO 171 05:28:40 05:25:46 29,10
531 1958 BOSSO MASSIMO 92 05:37:49 05:35:23 28,27
566 1963 CIONI MAURO 128 05:39:47 05:37:17 28,11
799 2216 SCOMAZZON LUCA 326 05:56:13 05:53:16 26,83
844 1960 CONTI LUCA 164 06:00:56 05:57:43 26,50
1022 1966 LAMBERTI GIANLUCA 412 06:17:00 06:14:15 25,33
1023 1968 DONDI MASSIMO 413 06:17:00 06:14:15 25,33
1250 1965 STAGNI ALESSANDRO 491 06:41:42 06:39:07 23,75
1336 1967 TOMMASI MASSIMO 526 06:52:39 06:50:04 23,12
1388 1962 LEONI CHRISTIAN 264 07:04:16 07:01:45 22,48
1467 1961 FORNACCIARI FABIO 565 07:27:04 07:23:31 21,37
1538 962 MAGNANI MAURIZIO 82 08:06:13 08:03:47 19,60


POMIDORI GIANMARIO
A3
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