16 ottobre 2017

L'Infinito Inossidabile Magnani!

Era la vigilia della Sportful, ci eravamo appena alzati da tavola dopo la cena leggera pre-gara. Cento e passa grammi di pasta a testa e altrettanti di prosciutto, perché va bene i carboidrati, ma anche le proteine sono importanti.

Maurizio era uscito in giardino poco dopo di noi e in piedi, accanto alla sua casa di Sossai, guardava la valle verso Belluno e i monti dell’altro versante. Cominciò a indicare cima per cima, a dirci il nome e quando da ragazzo le aveva arrampicate, tutte.

Il sole era ormai nascosto dietro a quelle guglie, gli ultimi raggi di sole filtravano su Sossai ,quando finito il racconto, sicuro Maurizio affermò: “Ho deciso, domani faccio il lungo.”

Ci guardammo, perplessi ma con la faccia di chi sapeva già che ci avrebbe provato.
Non ci sorprese per niente quella dichiarazione, nonostante già dallo scorso anno affermava che si sarebbe limitato solo al corto, se avesse partecipato. Conoscevamo troppo bene gli istinti dell’Inossidabile, quegli stessi che mai lo avrebbero fatto girare per il corto.

Il giorno dopo Maurizio a metà Rolle, dopo centoventi chilometri percorsi, scese umilmente dalla bici, la caricò sul carroscopa e tornò a casa, seduto comodo sui sedili posteriori.

Ci aveva provato e non ci era riuscito. Non era la prima volta e molto probabilmente non sarebbe stata neanche l’ultima.

Ma nonostante questa sconfitta Magnani è rimasto l’Inossidabile, ha raccolto le sue infinite energie e con la sua immutabile andatura dei ventidue chilometri orari ha solcato in lungo e largo le salite romagnole, conquistando per la quarta volta lo scudetto del Circuito Romagnolo.

L’Inossidabile Magnani è il punto di riferimento che ogni ciclista dovrebbe avere.

Il tempo passa, il tempo cambia, cambiano le energie, le motivazioni, i riferimenti.

Ma quando sei ciclista vero come l’Inossidabile c’è una cosa che non cambia mai.
La voglia irrinunciabile dell’impresa.

Grande Inossidabile Magnani, grande Maurizio! 

15 ottobre 2017

Sabato d'Autunno

La nebbia si sveglia con il sole, si alza da terra ma non va lontana, schiacciata dai primi raggi che già scaldano una mattina comunque fresca.

Si ricomincia così a pedalare, dopo due settimane di riposo forzato, con la voglia che solo l'inevitabile calo di condizione riesce a contenere.

Un po' di strada pianeggiante costeggiando la collina senza immergersi nel nebbione della bassa, i primi metri in salita e l’aria che cambia già. Non vi è neanche più l’odore di umidità, e sulla pelle arriva una piacevole sensazione di tepore che ti fa deporre nelle tasche manicotti e antivento, e lì te li farà lasciare.  

Tra vigne che piano piano, nonostante il cocente sole d’estate, cominciano a vestirsi d’autunno, si sale e si scende per i colli modenesi girando intorno a Marano per poi prendere il fondovalle, arrivare alla Casona e attraversare il fiume, lì dove in Estate sembra di essere a Riccione.

Già dopo il ponte si capisce che cosa ci aspetterà, con la strada che sale con pendenze elevate svegliando la fatica delle salite passate. Dopo qualche centinaia di metri scegliamo di seguire la destra, consci del fatto che non sarà facile ma sapendo bene che a sinistra sarebbe molto peggio.

La strada spiana, costeggia il monte, ci gira intorno, scende di nuovo a valle guardando negli occhi la lucentezza del Panaro e poi risale, di fianco ai grandi Sassi di RoccaMalatina, inerpicandosi per il bosco tra spianate in sterrato, muri verticali, ponti in Pavé e borghi dalle case in Sasso.

In cima davanti a noi i Sassi e una stradina sterrata indicata come percorso turistico che ispira una pedalata eroica.

Ma le energie si fanno al lumicino e le poche rimaste le esauriamo tra la salita di MonteOrsello e la pianura che porta a casa.

C’è chi svolta per l’ultima ascesa verso San Martino e chi ormai ha raschiato anche il fondo del barile e chi dopo due settimane di ghiaccio svaccato sul divano poteva fare anche meno.

Ma quando la voglia di pedalare è incontenibile le gambe girano con la testa e i dolori svaniscono come se neanche fossero esistiti.

Perché la bicicletta è più un mezzo di locomozione, è più che uno sport, è più che un passatempo.

La Bicicletta è una medicina.



12 ottobre 2017

e-Pedalata di Domenica 8 ottobre 2017

E-Bike Bologna Casalecchio di Reno
Due ore e quaranta miuti per percorrere 39 chilometri di sentieri e sterrati bolognesi con 1.200 metri di dislivello.
Grande invenzione le e-bike!
malinibici.it a Casalecchio di Reno Vendita e assistenza.

06 ottobre 2017

Coppa Toscana e Giro delle Regioni: Due Brevettati e Classificati!

La voglia di provare a fare un po' di agonismo e un po' di classifica, conoscendo i nostri limiti, incastrando lavoro, famiglia e il tempo per allenarsi in bicicletta.
Così io e Lorenz, l’anno scorso di questi tempi, abbiamo deciso di iscriverci a due brevetti con classifica, la Coppa Toscana e il Giro delle Regioni. Granfondo mai fatte, in una terra in cui spesso splende il sole e che novanta volte su cento, attraversato l’appennino dopo Pian del Voglio, è anche un pochino più calda.

Cinque granfondo per la Coppa Toscana, sette per il Regioni, tre delle quali uguali. Andavano completate per entrare in classifica 4 Granfondo su 5 in Toscana sempre dello stesso tracciato, 5 su 7 nel Regioni sempre dello stesso tracciato.
Diavolo in Versilia a Camaiore, Cecina e La Spezia, quelle uguali, in più per la Coppa Toscana anche la sempre bella Granfondo di Firenze e la nuova scoperta, bellissima, la Granfondo di Arezzo con lo sterrato dell’Alpe di Poti.
Carpaneto Piacentino, Desenzano, Albinea e Piacenza le altre che facevano parte del Giro delle Regioni.

Il livello tecnico che abbiamo trovato, soprattutto in Toscana, è stato veramente elevato e considerando che le prime tre si sono corse tutte in marzo, quando ancora per molti, (noi compresi), le uscite infrasettimanali se le stanno solo sognando, sia io che Lorenz non possiamo che essere più di soddisfatti.

Nella sua Categoria Lorenz chiude quindicesimo, su più di ottanta iscritti, mentre io undicesimo su una cinquantina.

Avevamo scelto il Toscano perché comodo, come trasferte e perché speravamo in tiepide giornali di fine inverno. Le trasferte sono state comode, ma il primo raggio di sole che abbiamo incontrato è stato nell’ultima Granfondo, ad Arezzo, a metà Maggio. Neanche una goccia di pioggia comunque e organizzazioni veramente eccellenti.

Nel Regioni invece nella sua Categoria Lorenz colleziona un buon ottavo posto su una sessantina di iscritti, mentre io mi fermo al decimo posto su una quarantina.

Eravamo curiosi di vedere cosa potevamo fare e l’esperienza è stata sicuramente molto positiva, bella e faticosa, come la bicicletta deve essere. Ma alla fine quello che contava di più era il divertirsi.
E quello non è mancato mai.

Penso che la foto qui sotto sia proprio esplicita di come alla fine ci si possa divertire insieme, ognuno con le proprie capacità e con i propri stili.

Siamo sul muro di via Salviati a Firenze. Mancano pochi metri all’arrivo e Lorenz mi sbuca mezzo sorridente da dietro, mentre sto raschiando le ultime energie dal fondo delle mie gambe.
Avevamo percorso l’ultima salita insieme. Io la conoscevo già lui invece no perché l’anno prima era fermo per il secondo femore rotto. Ad un certo punto, alla fine del primo chilometro vedo che accelera.
Lo avverto che era una salita bastarda che non finiva mai, finiva male e non portava subito ad una discesa.
Lorenz rallenta, si mette alla mia ruota poi perde qualche metro, qualche decina di metri e sull’ultimo strappo non lo vedo più.

In cima inaspettatamente trovo il vecchio Frigieri, cianotico, disidratato, affamato. Anche il cambio di maglia non gli ha giovato alla sua tecnica. Lo chiamo, lui mi guarda e sta zitto, guardo dietro ma Lorenz non arriva, mentre davanti a me un gruppetto se ne va.

Non ci penso due volte, Guido e Lorenz dietro, non succedeva da qualche anno. Parto a tutta e non mi fermo più, non mi volto più indietro fino a questa foto.

Lorenz mi affianca, io trovo la forza di dire:”Eh no.”, e faccio una piccola volata.

Arrivo ridendo sul traguardo, mi prendo del bastardo ma anche Lorenz ride, mentre, se ci fate caso, nella foto si vede una bicicletta alla mia ruota. È di un anziano, molto magro, vestito tutto di verde, che si nasconde per sorprendermi all’ultimo metro, senza però riuscirci.
Taglia il traguardo con una smorfia che non si capisce se è un sorriso o un ictus.

Alla fine era un sorriso, quello che solo la bicicletta ti sa regalare.