28 maggio 2010

Classifica cronometro Monteveglio-Fagnano

Classifica cronometro Monteveglio-Fagnano
se il servizio di cronometraggio ufficiale è stato rigoroso e il percorso era davvero di 5600 metri, Gianluca ha vinto alla media di 39.3 km/h!!!


1Gianluca Lamberti8'33"
2
Luca Scomazzon8'42"
3Enrico Pasini8'54"
4Lorenzo Tognetti9'14"

Massimo Bossos.t.
5Mauro Cioni9'17"
6Baratta9'18"
7Enrico Pietrafesa9'24"
8Lorenzo Celeste9'41"
9Massimo Dondi9'44"
10Loris Margelli10'10"
11Alberto Longhi10'17"
12Daniele Scandellari11'05"

25 maggio 2010

Cronometro di Giovedì 27

Allora ci siamo, c'è la crono, proprio come al Giro!

La partenza è al Ponte Rosso di Monteveglio

Ritrovo alle ore 19.40 a Stiore (metà percorso, inoltre c'è parcheggio)

Ore 20 partenza primo concorrente.

La distanza è di 5 chilometri e 600 metri, e l'arrivo è fissato poco prima del centro di Fagnano

Il percorso é quasi pianeggiante, ma molto tecnico, infatti un paio di curve faranno rallentare la velocità, e ci vorranno gambe forti per rilanciare la bici, ne vedremo delle belle.

Io personalmente non la farò, poichè non è bello dare "Paga" ai propri clienti.

Dopo la crono, chi vuole si potrà fermare a Cena.

Mentre segnavo il percorso, precisamente l'arrivo, un'abitante del luogo, mi ha chiesto cosa stavo facendo "segno l'arrivo di una garetta tra amici", mi guarda, scossa la testa e mi dice: "Dù maron, vu etar ziclesta, si sampar im mez al ball"

Quindi attenti, certamente avremo qualcuno che fa il tifo!!!!!

Sperando di avere al via anche la Simo, saluto tutti, a giovedì.

In settimana

Ricordo che giovedi 27 maggio alle 19.30 ci vediamo a Monteveglio per la crono valida per il Promal 2010.
Ricordo anche che anche chi non avesse partecipato alla prova di Bruscoli non è svantaggiato poichè a fine stagione bisognerà comunque scartare un punteggio tra quelli delle 6 prove del campionato.
Domenica 30 maggio invece andiamo a Lugo per la 12° Gran Fondo ''Città di Lugo''.
Chi viene lo dica a me, con un commento qui o per mail o telefonandomi o via sms. Vado a fare le iscrizioni venerdi mattina, e i 7 euro me li portate direttamente domenica al ritrovo.

24 maggio 2010

Due Giorni in Carnia e sullo Zoncolan

Se volete fare qualcosa di duro, andate a fare Via Volta a Monteveglio. Lo Zoncolan, esula dal concetto di durezza, è qualcosa d’estremo inimmaginabile!
Enrico Pasini 22-5-2010


Che le salite della Carnia non sarebbero state una passeggiata, lo abbiamo già capito in autostrada. Trecento chilometri di pianura, ne una collinetta, ne un ponte, assoluta pianura dall’orizzonte infinito. Ci siamo chiesti dove fosse tutta questa montagna e a dieci chilometri da Udine, all’improvviso, ecco alzarsi davanti agli occhi un muro verticale di duemila metri. Le alpi erano davanti a noi, imponenti e impressionanti.
Che non fossero una passeggiata le salite della Carnia lo abbiamo capito, definitivamente, quando la signora dell’Albergo Diffuso, ci ha portato alla nostra casa a Cludinico, 750 metri l’altitudine, tre chilometri di salita al 9% per arrivarci. Cella non è neanche sceso dalla macchina e si è sentito:”Io domani scendo in Auto!” La casa è grande, di montagna, di quelle di una volta, come del resto tutto il paese, che a tratti sembra fantasma. La puzza di chiuso è significativa, come la temperatura. Fuori venti gradi, dentro cinque!Fortunatamente una grande caldaia, di quelle di una volta, che emana nafta da ogni congiuntura, fa presto a riscaldarla e dopo la cena gustata alla fantastica Trattoria il Blitz dal caratteristico proprietario, i letti sono già caldi. La mattina arriva presto e le idee sono già chiare, lo Zoncolan si fa subito poi, se si è ancora vivi si vedrà come proseguire. Alla fine Cella desiste e ci segue dal paese in bicicletta. Ovaro è due chilometri più su e la salita inizia subito. Già alla chiesa ti rendi conto di come possa essere questa ascesa. Quattordici per cento ed è il tratto più facile! Arrivi a Liariis e la strada spiana, una presa per il c…infatti cento metri, una curva a novanta e si spalanca davanti a te il muro e il cartello significativo “Qui comincia l’inferno”. Poco da dire, Andrea s’invola subito, anche se involarsi è una parola grossa. Alla fine del primo chilometro provo a bere e ci riesco, poi mi rendo conto che il complicato è rimettere la borraccia dentro. Siamo al 22%, una furbata quella di bere in questo punto e mi tocca mettere il piede a terra. Poco male senza sapere come, ma riparto e non mi fermo più, la velocità, impressionante. Otto la massima, cinque e mezzo la minima. La temperatura è gradevole, ogni ciclista o essere umano che incontro ci scherzo e dico una battuta, deliro, ma il tempo passa più velocemente e ai meno due chilometri vedo Andrea scendere. Mica male il ragazzo, l’ha presa di petto la salitella! Mi accompagna fino alla cima. Ormai alle gallerie il gioco è fatto, la temperatura dentro è quella che c’era in casa la sera prima, ma rigenera un po’. Torniamo giù e Lorenzo è già, dentro all’Arena naturale dell’ultimo chilometro, lo fotografo e scendo alla ricerca di Sandrino e Cella. Sono ai meno tre, abbastanza provati, ma non distrutti, saliamo insieme e soddisfatti arriviamo sul piazzale dove la Protezione Civile e gli Alpini già lavorano dalla notte. Poco meno di quindici chilometri fatti e la media tocca, gli otto Km/H! Scendiamo dal versante di Sutrio, anche questo non deve essere male, anche se da metà le pendenze si alleviano e la strada diventa a due corsie. Fatta in discesa è fantastica! Decidiamo di fare il percorso della tappa e per un colpo di fortuna prendiamo le stesse strade. Una fantastica, due macchine in un ora di tragitto, paesini caratteristici e un Orrido con tanto di cascata da fermarci e ammirare. Pochi chilometri e il Passo Duron è sotto le nostre ruote e poteva anche fare lo stesso non farlo. Diciotto per cento la pendenza iniziale che si mantiene al quattordici per i primi due chilometri, poi scende al nove, ma ormai le gambe sono cemento e non puoi accorgertene. In cima la fame attanaglia tutti e un panino nello stomaco ci starebbe molto bene. Peccato, veramente peccatissimo che al Bar dove ci fermiamo il ristoratore ci dice: “Ma no, vi faccio una pasta ai funghi!”. Potevamo rifiutare? Andrea rifiuta e se ne pente amaramente quando vede la bellezza del piatto e la quantità della porzione. C’è paura che possa venire un po’ indigesta sul Sella ValCalda, ma invece è un toccasana, forse i funghi non erano porcini. L’ultimo scoglio ora è solo la salita di casa, tre chilometri al nove per cento. Bene o male tutti la facciamo, sembrava quasi più dura in macchina ma felici e contenti finiamo questo giro bellissimo in Carnia con: 90 Km e 3000 metri di dislivello! Domenica è il giorno della tappa, si sale in bici per i primi chilometri e poi si staziona. Andrea però non è soddisfatto del giorno prima e decide di rifarla tutta, dribblando centinaia, se non migliaia di persone, in cerca del loro posticino. Noi ci fermiamo proprio dove ieri avevo messo il piede a terra. In telecronaca Cassani dirà: “Da qui, per i prossimi sei chilometri, la pendenza media è del 15%”. Noi siamo all’inizio del primo strappo al 22%. Arriviamo alle undici, forse anche prima e fino a cinque minuti dall’arrivo dei primi, è una lunga processione di persone, anziani, bambini, cani, cani-topo, salgono tutti sullo Zoncolan. Se ne vedono di tutti i colori, dal vecchietto, che per farsi incitare, si pedala il muro dieci volte (era D’Agostino o Giovanni?), al Tandem, alla monoruota. Si vedono passare bandiere di tutte le nazioni, anche un Parco dei Ciliegi, che ci dirà essere un parente di Paolo, e una maglia del centenario del Bologna, che mi riconosce come Rialese DOC. Se ne sentono di tutti i colori, ma la più bella è quella di un signore sulla sessantina. Pedala agile, composto sulla bici, bello da vedere,invidiabile, gli abbiamo fatto partire un bel:”Bravo”, e lui altrettanto deciso, ha risposto:”Bravo, Sto Cazzo!!! Beh poi sono arrivati loro, i protagonisti, i professionisti. Anche loro non sfrecciavano certamente, forse ne prendono di meno, forse sono puliti ora, ma in fondo, chi se ne frega, un weekend così va al di là di tutto. Grazie a che mi ha seguito in questa avventura, io mi sono divertito un sacco!!!

17 maggio 2010

I prossimi appuntamenti, tra cui due grandi eventi nel mezzo della Settimana!!!

Ecco gli appuntamenti che ci aspettano nelle prossime settimane:
Domenica 23 Maggio, per chi non viene sullo Zoncolan,(c'è ancora posto!!!) e per chi non va alla Nove Colli, (In bocca al lupo ai partecipanti!!!), ritrovo ore 8:30 da Paolo per consueto giro domenicale
Giovedì 27 Maggio cronometro Monteveglio-Fagnano.Valida per il ProMal. Parteza dal Ponte Rosso, arrivo davanti all'osteria di Fagnano. Ritrovo ore 19:30/20 al Ponte Rosso. Per chi vuole dopo, stiamo fuori a mangiare, posto ancora da decidere. Se qualcuno ha proposte sono ben accette!!!

Domenica 30 Maggio si torna Lugo per la Granfondo Citta di Lugo del Circuito Romagnolo. Prova valida per il Campionato Sociale. Dai vari pareri sentiti sembra più bella e meglio organizzata rispetto a quella di Massalombarda.
Per le iscrizioni vediamo la prossima settimana http://www.pedalebianconero.it/Citta%20di%20Lugo/Citta%20di%20Lugo.htm

Mercoledì 2 Giugno Giro di San Pellegrino in Alpe! Per chi vuole fare un pò di chilometri e prepararsi per la Sportful ritrovo ore 6:30 alla Rotonda Biagi automuniti. Lasciamo la macchina a Silla e partenza in bici verso Ponte della Venturina, Passo dell'Oppio, La Lima, Castelnuovo Garfagnana, San Pellegrino in Alpe, Passo delle Radici, Pievepelago, Monte Creto, Sestola, Fanano, La Masera, Farnè, La Cà, Querciola, Gaggio e Silla, Chilometri totali all'incirca 190.

Per chi non se la sente di fare così tanta strada, ritrovo ore 7:15 alla rotonda Biagi automuniti direzione la Lima, Qui ritrovo con quelli del lungo quindi, Castelnuovo Garfagnana, San Pellegrino in Alpe, Passo delle Radici, Pievepalago, Fiumalbo, Abetone e di nuovo alla Lima, 110 chilometri circa.
Gli orari possono ssere susciettibili di variazioni, continuate a seguire il blog mi raccomando!!!
Per quanto riguarda la Granfondo Città di Lugo,(30 Maggio) l'ho scelta io, in totale autonomia, perchè i consigli che mi sono giunti, sono tutti molto positivi. Tra questi anche quelli del Gran Visir del Circuito Romagnolo, Massimo Mascagni, possiamo non fidarci di lui? Comunque, se parlandone, preferite andare a Massalombarda il 6 Giugno per la Ercole Baldini, siamo sempre in tempo.



13 maggio 2010

Castelfranco Emilia Night & Day

400 km di Castelfranco Emilia (8 e 9 maggio 2010)

Un saluto a tutti i Maliniani Doc

Difficilmente mi cimento nel racconto dei vari giri fatti insieme al Prof e lascio anche in questo caso che sia il poeta dei Randonnè a raccontarvi la "gita".

Questo è il racconto della 400km fatta fra sabato 8 e Domenica 9 Maggio


“Ma dove siete finiti?”
E' una telefonata di cortesia: in realtà Marco se la immaginava la ragione del nostro ritardo. Lui, che ci è andato per i fatti suoi, è già allineato alla partenza della Randonnée di 400 chilometri che sta per prendere il via da Castelfranco. Io e Ivano, che abbiamo deciso di aspettare Lillo in ampio ritardo, siamo ancora in auto ad Anzola, seguiti dallo sgangherato pick-up di questo fenomeno paranormale delle due ruote grasse che da qualche anno, dopo avermi conosciuto, si cimenta anche in qualche Rando. Ovviamente Marco decide di condividere la nostra sorte e così saremo noi quattro gli unici a partire da soli, un quarto d'ora dopo che tutti gli altri sessanta partecipanti si sono già defilati a testa bassa, sfruttando le robuste scie dei più assatanati che ormai partecipano a queste manifestazioni come se fossero delle lunghissime Granfondo.

“Questi sono i veri randonneurs!”
Così ci accoglie Lorenzo, l'organizzatore della manifestazione, al primo controllo di Budrio dove, ormai passate le nove di sera, stanno smontando il tavolino e impacchettando le loro cose. Siamo tranquillamente gli ultimi, che cosa ce ne può fregare? Lillo ci spiega candidamente che il suo ritardo è dovuto al fatto che, dopo aver preparato tutto, si era messo a guardare un episodio di Poirot gustandone a tal punto la trama da dimenticarsi completamente dell'orologio!
Che cosa vuoi dire di fronte a tanto candore? Resteremo da soli per un pezzo, ma almeno abbiamo evitato il mezzo nubifragio scatenatosi appena mezz'ora fa, che ha lasciato lucido l'asfalto, vaste pozze ai suoi bordi ed ancora probabilmente imperversa ad Oriente, dove il cielo è denso di vaporose nubi grigio nere. Ripartendo da Budrio accendiamo le luci e ovviamente Lillo scopre di averle dimenticate a casa (e lui le vende...).
“Però ho portato un sacco di pile di ricambio!”
Una notte trascorsa in bicicletta è un delicato viaggio nel mistero: anche (o forse soprattutto) se lo si compie attorno a casa, seguendo un itinerario notissimo, attraversando luoghi già percorsi centinaia di volte. Ebbene, di notte è un'altra cosa...
Le dolci ondulazioni della Val di Zena, la pedalabilissima salita di Quinzano, l'ascesa un po' più dura a Monghidoro da Campeggio sembrano un territorio sconosciuto: al contempo, in ogni curva della strada, in ogni profilo dei monti, finiamo per distinguere qualche elemento sedimentatosi di giorno nella nostra memoria. Avvertiamo così, nella notte che si alterna alla luce del sole, una sorta di doppia possibilità che è concessa agli umani, a patto di volerla cogliere...
Al controllo di Monghidoro scopriamo di non essere più gli ultimissimi: un gruppetto è appena ripartito, ci dicono. E poi, fermo dietro al furgone che è servito ai volontari per trasferirsi lì con tutti i viveri che generosamente ci hanno offerto, c'è anche un ciclista di cospicua stazza e dall'aria stravolta che si aggrega a noi. Ma non durerà molto, lo perdiamo infatti lungo le perfide rampette che da Castel dell'Alpi risalgono a Madonna dei Fornelli. Il cielo è perfettamente sereno, le stelle luminosissime corteggiano una snella falce di luna che poco per volta si mostra all'orizzonte. Però fa davvero freddo per essere in maggio, e senza tutti gli strati di vestizione che ci siamo portati dietro la discesa scorrevolissima che conduce a Rioveggio diventerebbe una tragedia. A Sasso scappa a tutti da pisciare, e il distributore dell'Agip ci sembra il posto più adatto. E' da poco passata l'una di notte e mi trovo esattamente a cinquecento metri da casa, dopo aver fatto centocinquanta chilometri in bicicletta: uno normale a questo punto andrebbe a letto soddisfatto, invece il nostro divertimento consisterà nel farne altri duecentocinquanta. Decisi come somari, proseguiamo per Casalecchio, Calderino e San Lorenzo in Collina, dove è situato il terzo controllo. Nell'ultima parte della salita, pur risparmiando le forze per quel che verrà, raggiungo e supero agevolmente alcuni partecipanti ormai completamente alla frutta. Mi sa che si ritireranno al prossimo controllo, che per loro fortuna coincide con il punto di partenza.
E' ancora buio quando rientriamo a Castelfranco, dove si chiude l'anello che costituisce la prima metà del nostro percorso. Il centro sportivo dal quale siamo partiti è pieno di randonneurs che si concedono una meritata pausa ed un ristoro: chi volesse dormire un paio d'ore potrebbe permetterselo tranquillamente, gli organizzatori hanno anche sistemato qualche materassone in fondo alla palestra. Ma noi, più che sonno, abbiamo fame, ed il menù a disposizione (panini, insalata di riso, frutta, dolci) risolve benissimo il problema.
Albeggia a San Cesario, e questo è l'orario critico del randonneur. Si tratta normalmente di resistere un paio d'ore sbadigliando e stiracchiandosi sul manubrio, poi al primo sentore di paste appena sfornate ci si ferma ad ingozzarne un paio, alternandole ad una doppia dose di caffè. Così di solito ci si scrolla di dosso l'abbiocco, ed anche questa volta accade, in un bar di Baggiovara: uno dei tanti posti ove non avrei mai messo piede se non si trovasse sul road-book di questa Rando. Uno dei tanti luoghi del tutto anonimi di questa pianura modenese che si allunga stancamente verso il Po. Per fortuna, arrivano a ridarci entusiasmo le gobbe ondulate della Pedemontana tra Scandiano e Viano: e qui, finalmente, si torna a salire. Percorrendo una decina di chilometri a pendenza abbastanza dolce e costante, che ricorda la Vergato-Cereglio, arriviamo al controllo di Baiso, 543 metri sul livello del mare, nell'Appennino reggiano. Altra mangiatina e poi giù, nel fondovalle della Secchia dove resteremo solo per pochi chilometri. A Lugo ricomincia una salita che, fino al paese di Prignano, mi sembra la più dura affrontata in questo giro: ma forse, dopo trecento chilometri, il metro di giudizio comincia a perdere di oggettività. Serramazzoni sembra ormai vicina, la si vede proprio sopra di noi, ed i suoi 800 metri di quota sono il punto più alto di questa seconda parte del giro. Ma il percorso prevede ancora un ultimo cambio di crinale, scendendo a San Dalmazio e poi risalendo a Pavullo.
A Renno è collocato l'ultimo controllo e qui possiamo dire che il più è fatto: anche se mancano ancora una settantina di chilometri, ora si segue in discesa il corso dello Scoltenna e del Panaro. E una volta tanto, il vento ci accarezza il sedere sospingendoci verso Castelfranco.

The End


Come Flowers aggiungo che Lillo mi ha fatto "spataccare" per quasi tutto il tragitto , soprattutto , quando in fase di "cottura finale" ed al mio traino per gli ultimi 80km. nel momento in cui si andava a sorpassare i randonnè ritardatari gli andava a spiegare che era ultimo perchè aveva visto Poirot alla televisione e si scusava , ma non poteva indugiare altrimenti perdeva la scia ,oppure consigliava a chi correva a piedi al lato della strada di non comprare mai una bicicletta od eventualmente di bruciarla .......immaginate le facce!!!

P.S. il racconto l'ho pubblicato io perchè il Prof come tutti i poeti tendono a litigare con la tecnologia e le avversità di Explorer.

Un Saluto a Tutti

da Toni Paone

Antonio mi ha detto di un raduno che c'è domenica mattina a Castel Maggiore, non so bene di cosa si tratti ma passano anche da Zola.
La proposta è di trovarsi alle ore 8 di domenica mattina alla rotonda della Viro - Zola Motel per aggregarsi a loro credo.
Cosa ne dite? Qualcuno ha notizie piu dettagliate?

12 maggio 2010

Campionato ProMal 2010

Cronometro Sociale
Giovedì 27 maggio
Monteveglio Fagnano
Bene ci siamo,
recuperiamo la prima cronometro, che, a causa di questo lungo inverno, non siamo ancora riusciti a fare.
Il ritrovo sarà a Monteveglio alle ore 19.30 /20.00 (seguiranno indicazioni più precise), da dove avverrà la partenza.
L'arrivo, come da programma, sarà posizionato a Fagnano.
Preparatevi!
Per le prossime prove di Campionato Sociale, cercheremo di organizzarci per fare queste "escursioni" tutti in gruppo, onde evitare inutili e spiacevoli discussioni.
Se non sapete come mantenere un passo da compagnia, potete sempre chiedere a chi ha più esperienza di voi, fatevi consigliare dal "Maestro" Mascagni o dall' "Inossidabile" Magnani, gli unici che hanno capito come si affronta una gran fondo senza classifica.
Se invece proprio non riuscite a trattenere i "Cavalli" ricordatevi che il "Prof" e "Fiorin Fiorello" sono sempre disponibili ad affrontare un 500 / 600 km in vostra compagnia.
Buone Pedalatae

10 maggio 2010

Bellissima Domenica al Giro di Romagna

Ogni volta sembra la prima, rimaniamo colpiti per la straordinaria organizzazione e per la meravigliosa partecipazione. Ma ormai, queste Granfondo romagnole, sono una certezza e il pensiero, il prossimo anno, di farle tutte, è sempre più presente nella mia testa e penso non solo nella mia. Abbiamo passato un’altra bellissima domenica sui pedali in Romagna, indifferentemente che si sia fatto il percorso corto, come cella e Aldo e con un po’ di vergognosa indecisione Aureliano e Mauro Cioni e o il medio che ha toccato il Mugello con il bellissimo Passo Carnevale e la tecnica discesa verso Marrani. Neanche il vento è riuscito a rovinarci la festa, nel lunghissimo falsopiano del Fondovalle del Senio e neanche una caduta nel gruppone tirato da me e Scomazzon, di un distratto ciclista che ha urtato un’auto in sorpasso. Automobilista poi aggredito, ingiustamente, dal focoso e mediterraneo Paone, da ieri ribattezzato Tony Laffone. Una festa oltre che della pedalata, anche della taffiata, fermi a tutti in ristoro, con in mano, Piadine, Panini, crostate, Thè e Cola. Tanto che per la prossima che faremo, è stato istituito un concorso. La “Prova Bilancia” chi riuscirà a perdere meno chili, o addirittura guadagnarne, alla fine della Granfondo vincerà un premio. Ristori quindi fantastici, che non si vedono in nessun’altra granfondo in Italia. Oltre per il mangiare, anche i posti dove erano allestiti. Meraviglioso l’ultimo, nel giardino di un casolare ristrutturato, con il laghetto dall’acqua color smeraldo. Qui mangiata generale e via verso Lugo, trainati da me e Scomazzon, autore di una fantastica trenata alla vista dei meno cinque dall’arrivo. Dai 40 km/h costanti, che tenevamo da Faenza, è passato ai 46 km/h. Peccato che i meno cinque non fossero i nostri, ma quelli di un’altra gara, infatti dopo poco, ecco il nostro cartello meno dieci km! Ridotta subito la velocità, Scomazzon però ai meno cinque veri, si è ripetuto, ridicolizzando uno sventurato che provava ad andare in fuga dopo essere stato cinquanta chilometri in mezzo al gruppo. Fantastica giornata e questo è solo uno degli aneddoti divertenti vissuti, gli altri vale la pena di viverli.

07 maggio 2010

Giro della Romagna - Lugo

Ciao, ultimamente sono un po assente...
domenica c'è la GF a Lugo (http://www.ucfbaracca.it/giroromagna_volantino2010.html)
Io domani (venerdi) potrei andare a fare i tesserini a Castenaso, mi servono i nominativi e i numeri di tessera UISP. Ricordo che vale 5 punti per il Campionato Sociale.
Non so se avete preso altri accordi, ma in caso io sono disponibile, per i soldi (7 euro a testa) vediamo poi
Ho iscritto questi:Pasini Enrico, Magnani Maurizio, Celeste Lorenzo, Bosso Massimo, Tognetti Lorenzo, Maldini Aldo, Collina Aureliano, Pietrafesa Enrico, Margellli Loris, Paone Antonio, Cioni Mauro, Scomazzon Luca

Credo di avere una tessera in piu ancora da compilare, in caso.
Io spero di esserci, ma comunque vi porterò le tessere al ritrovo. Dov'è? 6.30 alle poste?

Chi vince Il Giro e soprattutto, CHI VIENE SULLO ZONCOLAN?

Si riparte, altro Giro, altro regalo. Ci siamo, domani parte il Giro d’Italia e parte da Amsterdam. Mi lascia sempre un po’ perplesso quando la corsa rosa parte dall’estero. Il mercato porta soldi e gli olandesi aprono volentieri il portafoglio per veder sfilare tre giorni la maglia rosa. Mi lascia ancor più perplesso quando le condizioni climatiche Italiane sono uguali a quelle Olandesi ma questo è un altro discorso. Che Giro sarà? Secondo me impronosticabile. Non vi è un vero leader, un vero favorito ci sono tanti nomi papabili, ma tutti con grande incognite. Il percorso non è esaltante almeno per le prime due settimane. Si parte, come detto, dall’Olanda, salite zero, tanto vento e probabilmente pioggia a volontà. Una partenza più nervosa,che stancante che non consente distrazioni. Si arriva in Italia martedì con il giorno di riposo e poi subito una cronometro che porta a Cuneo. Non lunghissima e neanche decisiva, ma che potrebbe esaltare chi ci guadagna e deprimere chi ci perde. Poi due tappe per velocisti a Novi Ligure e Marina di Carrara, anche se forse la seconda potrebbe portare a qualche colpo di mano. Dopodiché si va a Montalcino, niente Brunello per loro, ma tante strade bianche che saranno un’incognita per chi non ha mai corso un’Eroica o una Roubaix. La prima vera salita arriva quindi solo all’ottava tappa, con l’arrivo al Terminillo, la montagna dei laziali tante volte protagonista del Giro. Non un’ascesa durissima, ma attenzione che qui il Giro qualcuno potrebbe perderlo. Si scende verso Sud con due tappe tranquille e piatte a Cava dei Tirreni e Bitonto, per poi salire subito all’Aquila con una tappa Appenninica, che taglierà sicuramente le gambe ai velocisti. Ma chi saranno quest’anno i re dello sprint al Giro. I più forti sicuramente, Petacchi, Freire (ancora in forse), Greipel, Hondo, Farrar, Mc Ewen, Forster e Fothen. Più qualche incognita come l’eterno Loddo, l’agile Gasparotto, il giovanissimo Modolo. Penso che comunque la vera battaglia, a suon di gomitate e spallate, sarà tra Petacchi e Farrar. Loro se la giocheranno sicuramente a Porto Recanati, nella dodicesima tappa e forse anche il giorno dopo, a Cesenatico potrebbero sprintare. Il Barbotto rimane a quaranta chilometri dall’arrivo avranno tutto il tempo per riprendere i fuggitivi. Si netra nel vivo con la quattordicesima tappa C’è il Monte Grappa da scalare e riscendere per arrivare poi ad Asolo. Chi è indietro in classifica deve tentare la fuga per recuperare, salvando però le gambe, perché il giorno dopo c’è lo Zoncolan.
Noi ci saremo sullo Zoncolan e a proposito di questo apro una grossa parentesi.
Per il momento siamo in cinque a salire sul Monte Friulano la casa che ho prenotato può ospitare sino a 14 persone (10 ufficiali) chi vuole seguirci? Enrico, Aureliano, Loris Margelli, ma anche gli altri, venite? Fino all’ultimo potete aggregarvi, ma se dite qualcosa prima ci organizziamo meglio. Il Prezzo è di 27 euro a notte, chi riesce sale con me il venerdì pomeriggio, chi non riescie ci troviamo sabato su.

Il Giorno dopo riposo, poi cronoscalata di Plan de Corones, con il suo sterrato e la sua pendenza massima al 25%, una bazzecola per noi che facciamo Via Volta a Monteveglio. Non si abbandonano le Alpi, ma per la diciassettesima tappa una sola salita, il Passo delle Palade, lontano dall’arrivo di Peio Terme, ma abbastanza impegnativo, soprattutto all’inizio. Si continua verso Ovest, con una tappa pianeggiante arrivando a Brescia. Qui i velocisti, che saranno riusciti a superare le Dolomiti, si scontreranno sul loro terreno. Dovranno approfittarne, perché il giorno dopo sarà tempo di nuovo per gli scalatori e gli uomini di classifica. Arrivo all’Aprica, con il Mortirolo da Mazzo e discesa di Monno. Una volta a Edolo niente classica Statale dell’Aprica, ma si sale da Colteno Golgi, quella salita che qualcuno di noi ha fatto in macchina l’anno scorso per arrivare all’albergo in paese. Un Muro duro, con pendenze importanti, che porta ai meno sette dall’arrivo. Qui il ricongiungimento con la statale e ancora salita fino all’Aprica. Se qualcuno non conosce questo tratto, potrebbe cadere in una brutta sorpresa, non va assolutamente sottovalutato.
Si arriva così alla penultima tappa durissima e probabilmente decisiva, più della cronometro finale di Verona. Cinque salite in successione, Forcola di Livigno, Passo Eira, Passo di Foscagno, Passo Gavia da Bormio, e Passo Tonale con l’arrivo. Il Gavia, forse non è duro come salire da Ponte di Legno, ma sono sempre più di 20 km di salita regolare, poi la discesa, ripida e strettissima non li farà certo riposare. Non c’è che dire un’ultima settimana che vale la pena seguire dal primo all’ultimo chilometro, ma che nelle altre due, probabilmente, regalerà parecchia noia, a meno che qualcuno non decida di far saltare il banco prima. Ma chi?Chi può vincere questo Giro allora? Avrei detto Pelizzotti ma lui non lo farà, fermato per valori anomali del Passaporto Biologico. Inutile starne a parlare. Come al solito, prima di un Grande appuntamento, salta fuori lo scoop. Innegabile è, che però, i valori sono anomali veramente e anche se potevano fermarlo prima, comunque andava fermato. Non saprei chi possa vincerlo, i favori sono per Cadel Evans, ma secondo me era già troppo in forma alle classiche del Nord, riuscirà ad arrivare alla terza settimana? Vinokourov potrebbe fare il colpo, ma certe salite dure come Zonocolan e Plan de Corones, potrebbero essere indigeste. Basso, se fosse quello prima della squalifica,( non aggiungo altro) lo vincerebbe senza fare fatica, ma sembra, per il momento, un altro corridore. Garzelli potrebbe essere la sorpresa, ma l’età lo condanna. Scarponi vincerà qualche tappa, ma non reggerà tre settimane in classifica. Bruseghin non è quello di due anni fa, ma attenzioni Marzio è una locomotiva a Diesel. Sastre, ecco l’uomo che può vincerlo, non tra i massimi favoriti, ma scalatore vero, se si nasconderà nelle prime due settimane, l’ultima potrebbe fare sfracelli .Pozzovivo sono sicuro che se lotterà per la classifica potrà entrare nei dieci, ma niente di più. Nibali dovrebbe essere solo un gregario, ma chissa che non lo sia come lo è stato alla Milano- San Remo. Per Simoni invece la chiusura di una grande carriera e chissà che non si regali una tappa. E Cunego? Le prime settimane sono all’insegna di tappe stile classiche, la terza premierà la condizione e la regolarità. Lui dice che è al Giro per vincere qualche tappa, si nasconde, ma secondo me lui sa che se non lo vince quest’anno, non lo vince più. Buon Giro a tutti!!!

04 maggio 2010

Randonnée della Romagna

Domenica 2 maggio, ore 21.45
Sulla corsia di emergenza dello stradone che collega Cotignola a Lugo, i fanali delle auto provenienti in senso contrario illuminano la pioggia che da otto ore non ha quasi mai concesso tregua. Sono le ultime pedalate per fortuna, poi io e Marco potremo dire d'aver concluso la prima Rando della stagione, nonostante questo tempo da cani...
Questa mattina all'alba siamo partiti in una quarantina da Lugo, con molta calma sapendo che il traghettino di Sant'Alberto inizia il suo servizio soltanto alle sette del mattino. La prima luce mostra un cielo striato, una visione ben più positiva di quella promessa dai vari meteo tutti concordi nell'annunciare acqua fitta per tutta la mattinata. Pure il vento, che increspa di onde aguzze la laguna di Comacchio, ci è per ora favorevole. Gli unici dislivelli sono le lievi gobbe dei ponti che scavalcano i canali, ed entriamo così a vele spiegate al primo controllo dopo cinquanta chilometri di pianura, ai Tre Ponti di Comacchio.
Ma gli altri ottanta chilometri di pianura che ci separano dal secondo controllo, alla Rocca di Dozza, sono tutti da guadagnare in una sistematica lotta contro il vento che ora abbiamo sempre diritto sul grugno o al massimo al traverso. Ed ecco finalmente profilarsi le morbide forme delle colline imolesi, ecco l'inizio della dolce ascesa che porta alla cittadina dalle pareti tutte affrescate di murales; ecco però anche le prime gocce di pioggia sull'acciottolato di porfido che discendiamo cautamente per ritornare sulla via Emilia.
La vera Randonnée della Romagna inizia qui, ai centotrenta chilometri che abbiamo già fatto in piano ne dovremo aggiungere altri centonovanta ben più impegnativi. Il percorso che gli organizzatori hanno studiato, in questo tratto ci ripaga della noia precedente: ad Imola intersechiamo il tracciato dell'autodromo grazie a stradine che risalgono le prime colline, prima dolcemente e poi con bruschi e ripetuti saliscendi, fino ad approdare nella valle del Senio a Borgo Rivola. Pioviggina, in modo del tutto sopportabile per ora, ma quel che preoccupa è l'addensarsi di nubi spesse e oscure verso l'alto crinale appenninico. Poco dopo Palazzuolo sul Senio, ecco un controllo a sorpresa con gradito ristoro volante: sembra incredibile, ma pure in queste manifestazioni ci può essere qualcuno che fa il furbo ed accorcia il percorso: che soddisfazione avrà poi a raccontare di averle terminate, mentendo a se stesso?
Ormai la pioggerella si è trasformata in una precipitazione continua e decisamente fredda: mi dispiace per i compagni d'avventura che non erano mai stati al Passo della Sambuca e con questo tempo da cani non potranno certo gustarselo. Tra la Sambuca e la Colla di Casaglia c'è di mezzo una ripida discesa e poi una brusca risalita, giusto per aggiungere dislivello dopo tutta la pianura. Al secondo valico aggiungo alla mia vestizione tutto quello che mi sono portato nello zaino e basta appena, con la pioggia che ormai si è trasformata in diluvio. In queste condizioni, dopo otto chilometri di discesa, è difficile non battere i denti dal freddo!
A Crespino del Lamone, il Bar che funge da terzo controllo sembra un porto di mare nel quale approdano e ristagnano diversi ciclisti sbandati. Ci rincuoriamo a vicenda, facendoci forza per proseguire un itinerario che in una situazione climaticamente più favorevole sarebbe gradevolissimo. Invece oggi non sembra il massimo della vita una volta arrivati a Marradi, anziché proseguire in gradevole discesa per Brisighella, risalire il Passo dell'Eremo (anche questo con un malefico doppio valico!) per poi discendere a San Benedetto in Alpe. In altre giornate qui si farebbe la voglia di immergersi sotto le cascate dell' Acquacheta, oggi invece la doccia è garantita sul sellino della bicicletta.
A Bocconi io e Marco divoriamo in un sol boccone quel che riusciamo a reperire in un barettino gestito da un'anziana signora, cercando di ritrovare energia in vista dell'ultima ascesa che ci attende, quella del Monte Busca. La digestione non è certo facilitata da un soggetto autoctono che brontola contro ciclisti e motociclisti, spalleggiato dalla vecchietta. A sentir loro, qui è una continua ecatombe: i motociclisti assatanati che valicano il Muraglione fanno strage di innocenti bambini, gli automobilisti locali che devono spostarsi per necessità si ritrovano tra i coglioni stuoli di ciclisti maleducati ("non parlo di voi, si intende") e ogni tanto ne schiacciano qualcuno, così poi l'assicurazione rincara, accidenti a loro!
E' davvero una liberazione salutarli e ripartire, con la pioggia che finalmente ci concede una pausa e con un doppio arcobaleno in cielo. Ma già sulle prime rampe del Monte Busca (che sarebbero dolcissime se non avessimo già pedalato per duecentosessanta chilometri), il miracolo si esaurisce, ed il cielo si richiude nel suo umido pianto. Almeno ci sarà foraggio in abbondanza quest'anno, penso osservando l'intenso verde dei prati. Al valico, all'interno del ristorante che funge da quarto controllo, c'è un tepore gradevolissimo ed un invitante odorino di commestibili buoni. Ma non è questo il nostro destino, dal compimento del nostro viaggio ci separano ancora una cinquantina di chilometri bagnati dalla pioggia e da illuminare, tra breve, con i nostri miseri led...
Proprio nel momento in cui ci ripresentiamo a Lugo al punto di partenza, che adesso è quello d'arrivo, un campanile che nell'oscurità non riusciamo a localizzare batte dieci colpi uno dietro all'altro. Che dite, ce lo siamo guadagnati questo piatto di maccheroni col ragù, questo bicchiere di sangiovese e questa salsiccia abbrustolita con la piada?

03 maggio 2010

La mia "Sette Colli"...

Arrivo abbastanza presto in griglia (per le mie abitudini) e scopro con stupore che per qualche strano motivo mi hanno dato una griglia più avanti della solita, così entro ma non ho modo di salutare nessuno. Pronti via e partenza a tuono giù per via Mazzini, chiudo anche qualche buco personalmente, poi mi metto calmo a ruota e arrivo alla fine della val di Zena ai piedi della prima salita ai 38.7 km/h di media! I primi 3 colli vanno via bene, cerco di risparmiare qualcosa in salita ma di tenere il gruppo in cui sono, che va forte...
Dopo la discesa del primo Mongardino in via Olivetta verso Calderino prendo una buca e CRAAAC!!! un gran rumore, la sella cede e me la trovo posizionata a 45 gradi... ma porc.... Pensavo di essere dimagrito a sufficienza, ma evidentemente non abbastanza! Capisco subito che la mia granfondo finisce lì, comunque provo a sistemarla tirando a mano, così la sella si smolla del tutto e vado avanti con la sella "basculante". Per strada non trovo nessuno che me la possa sistemare, chiedo ad una moto assistenza ma nessun meccanico disponibile, nel frattempo mi raggiunge Potter, facciamo un po di strada assieme e tiro anche il suo gruppetto fino a Zappolino tanto ormai è inutile che mi risparmi. Scendendo da Tiola mi rendo conto che senza un appoggio saldo anche la discesa è pericolosa, e ormai la schiena mi fa male per la posizione innaturale, quindi in cima a Cà Bortolami mi faccio prestare un telefono, chiamo la moglie e fine della Diecicolli. In ogni caso mi sa che ero partito un pò troppo forte. Un bravo agli altri che la hanno terminata. Comunque alla Selle Italia ho forato, ieri questa, speriamo che per quest'anno sia finita!!!
Ciao

PS. Mi ricordo che salendo a Bruscoli qualcuno disse ,"bella la nuova bici ma sicuramente non reggerà il tuo peso..." Potter, attento che le forature sono sempre in agguato...:))

01 maggio 2010

Dieci e Cinque Colli

Questi i risultati....io come al solito veloce alla partenza e crampi a Quinzano nella Cinque Colli che mi hanno fatto compagnia a tratti fino all'arrivo...


Dieci Colli
287
PASINI ENRICO
05:22:05

625
LAMBERTI GIANLUCA
05:46:44

784
TOGNETTI LORENZO
06:01:08

920
CONTI LUCA
06:16:18

931
DONDI MASSIMO
06:17:24

1059
DEGLI ESPOSTI MIRKO
06:32:32

1060
LEONI CHRISTIAN
06:32:32

1067
FRANCESCHI ROBERTO
06:33:48

1252
BARATTA RICCARDO
07:01:14

1270
FORNACCIARI FABIO
07:05:54

1364
MAGNANI MAURIZIO
07:38


Cinque Colli
242
BOSSO MASSIMO
03:19:05


437
Mantovani Luca
03:41:32

535
SELLERI STEFANO
03:58:14

536
MALDINI ALDO
03:58:30

609
DUSSI GIANLUCA
04:11:32

681
MESSERI GIAN LUCA
04:35:01

721
LUCIDI DOMENICO
04:57