12 luglio 2011

Maratona delle Dolomiti 2011

Che dire... Sarà stata l'emozione della prima volta, saranno state le condizioni meteo perfette che di più non si poteva, sarà stata la sensazione di essere in una festa di 3 giorni in cui il ciclista è al centro dell'attenzione e non sopportato a malapena come quasi sempre, sarà che era la prima volta che andavo in Val Badia e sono rimasto folgorato dalla bellezza dei posti, insomma è stato un weekend da favola!



Comunque, bando alle ciance, bisogna seguire la falsariga degli articoli di Potter, quindi essenzialmente: cosa abbiamo mangiato?
Arrivando io e mia moglie venerdì sera ci siamo fermati in un ristorantino ad Ortisei, strigoli di primo, filetto di cervo con crauti rossi e un calice di lagrein, tutto buonissimo, ristorante da segnare.
Partendo dalla fornace di Bologna abbiamo poi particolarmente apprezzato di dover dormire con la copertina.
Il sabato mattina ritiro del numero, visita agli stand e soliti acquisti di qualche gadget inutile ma bello. Nello stand del Centro Mapei ti facevano gratis la valutazione della percentuale del grasso corporeo, sorvoliamo sui risultati, in ogni caso il consiglio finale è stato: "se vuoi essere performante devi dimagrire", grazie lo sapevo già!
Dopo abbiamo preso la seggiovia e siamo saliti sul massiccio Santa Croce, breve passeggiatina in quota, pranzo al rifugio e relax al sole (dimenticavo: cajinci, una specie di ravioli con spinaci locali e
kaiserschmarren, mezzo litro di birra weizen). Riposino pomeridiano, poi passeggiata in centro a Corvara per gli acquisti di prammatica, speck e strudel, poi cena in albergo messa a punto della bici e poi a
nanna. Durante tutto il sabato, dall'alba al tramonto traffico ininterrotto di ciclisti in ogni strada e in ogni direzione, incredibile erano sempre le macchine che davano la precedenza ai ciclisti.

Ma veniamo alla domenica: sveglia ore 4.40, colazione e poi in griglia, per essere le 6 di mattina in montagna al buio oltre i 1000 mt non era neanche freddo, tanti ma tanti stranieri.
Al via prima sensazione strana: non c'è stata la solita frenesia delle partenze delle granfondo, nessun esagitato che cercava di passare in ogni buco, ma tutti calmi e col sorriso, sarà stato che pronti via eri subito in salita sul passo campolongo, comunque questo umore generale è durato per tutta la gara, tutti contenti e felici anche se si faceva fatica.
Ovviamente paesaggi da favola ovunque, già sul primo Campolongo alle 6.30 di mattina tanta gente a fare il tifo, sul Pordoi un serpentone ininterrotto di ciclisti e di macchine neanche l'ombra... Per non parlare delle discese, fondo stradale ottimo e traffico chiuso, che libidine!




Che freddo scendendo dal Pordoi, ti fiondi giù da 2240 metri sul versante nord tutto rigorosamente all'ombra e sono le 8 di mattina... Meno male che mi avevano avvertito e ho risolto in parte con un nuovo materiale rivoluzionario che va inserito sotto la maglietta, il Giornal-Tex™, non avevo l'originale (Gazzetta dello Sport) ma ho usato una sottomarca.

Da brividi anche l'attraversamento di Colfosco, ai piedi del passo Gardena: dopo aver fatto "a bombazza" tutta la discesa arriviamo all'inizio del paese e rallento un po, mi aspetto le solite curve secche, pavé e strade strette dei paesini di montagna, invece vedo gli altri che si buttano in posizione ad uovo, allora anch'io! Insomma siamo passati in centro a Colfosco fra le case e due ali di folla che applaudiva ai 75kmh! (era un drittone unico, neanche una curva)



Ma veniamo alla gara in se: Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, ancora Campolongo, Giau e Falzarego, sempre su oppure sempre giù, pianura niente. Prese singolarmente, a parte il Giau, non sono salite impossibili se fatte da sole, ma dai una, dai due, dai tre, arrivi ai piedi del Giau che hai già fatto 5 passi dolomitici e lì hai la mazzata finale.




Infatti sono arrivato a Selva di Cadore tutto sommato bene e senza mai fuori soglia, inizio il Giau e penso "dopo il Valles non mi fanno certo paura 10 km al 10% medio" ed infatti sono arrivato in cima tutto sommato bene per i miei standard, poco più di un ora di scalata, ma lì ho esaurito tutte le forze. Il Giau è traditore, arrivi ai -3 km e vedi già il passo, ti sembra di essere già arrivato, invece gli ultimi 3km non passano mai, l'ultimo km è eterno, gli ultimi 500 mt. sono infiniti. Insomma sull'ultimo passo Falzarego, che dovrebbe essere la mia salita, le gambe proprio non avevano più forza, non andavo più su.
Dalla classifica ho visto che dai piedi del Giau all'arrivo mi hanno superato in 467, considerando tutti quelli che ho ripassato nelle due discese praticamente una mezza granfondo.
Comunque ho finito in 6h 55min, 1662esimo, buono per me.



Considerazione finale: l'anno prossimo farò di tutto per esserci ancora, a costo di comprare il pacchetto pettorale + hotel a prezzo maggiorato. Bella bella bella.
A proposito: a mia moglie, che non è mai andata in bici, è così piaciuta la manifestazione, pur vissuta da spettatrice, che alla fine mi fa: " se inizio ad andare in bici adesso l'anno prossimo la posso fare anch'io?"

PS: Chiedo scusa al Club Malini Bici ma ho corso con la maglia della manifestazione, non me la sono sentita di indossare la divisa sociale nera con tutto quel sole.