Due femori rotti in un anno e mezzo,
l'ultimo due mesi fa esatti.
Oggi 100 minuti a tutta, in palestra, pedalando lungo i tornanti dello Stelvio.
Lorenzo sta tornando!
le uscite, gli eventi, le foto di un gruppo di appassionati di strada e MTB di Casalecchio di Reno
Due femori rotti in un anno e mezzo,
l'ultimo due mesi fa esatti.
Oggi 100 minuti a tutta, in palestra, pedalando lungo i tornanti dello Stelvio.
Lorenzo sta tornando!
A volte non ci sono perchè.
Non bisognerebbe neanche cercarli.
Non c'è un perchè se dopo una settimana di lavoro, ti svegli anche nel weekend all'alba per andare a faticare sui pedali.
Non c'è un perchè se lo fai pur sapendo che al 99% ti bagnerai come un pulcino.
Non c'è il perchè una salita, fatta sotto la pioggia, con il rumore delle gocce che cadono sul casco e dell'acqua che scende a valle lungo i fossi, sia così bella e affascinante.
Non c'è il perchè continueresti a salire, nel silenzio della natura e nella solitudine della fatica.
Non c'è il perchè in quel momento la fatica non la senti.
Non c'è il perchè del soffrire in discesa, con l'acqua che ti penetra nella pelle e il freddo che ti crepa le ossa.
Non c'è il perchè nonostante arrivi in fondo tremante e sfinito, ti avvii verso una nuova fatica.
Non c'e il perchè vai avanti finchè proprio non ce la fai più.
Non c'è il perchè quando sei in casa, finalmente al caldo, verso una bella doccia bollente, un sentimento di sconforto ti prenda lo stomaco e ti dica: "Potevi fare di più."
Non c'è un perchè, chissà perchè!
Continua a non esistere l'inverno. Più ci si avvia verso Marzo, più la preoccupazione per quello che potrà succedere in estate cresce, ma cresce anche la preoccupazione che prima o poi questo inverno si presenterà, in ritardo e incattivito.
Ne approfittiamo allora per pedalare, le granfondo si avvicinano, molti tra 20 giorni saranno a Laigueglia e allora bisogna fare fondo e dislivello.
La mattina era gelata ma alle 1030 il sole scalda già. Siamo in quattro, Guido, Ale Galluzzo e il grande Fabio Fornacciari.
Caffettino da Tony e si parte. I guanti sono già in tasca, non c'è l'inverno ma il vento non manca mai. Saliamo verso la Badia, la sorpassiamo e ci inerpichiamo verso Gavignano. Ale e Fabio non l’avevano mai fatta. A parte il primo chilometro una bella scoperta.
Picchiata su Savigno che attraversiamo nel suo bel centro e poi di nuovo a spingere sui pedali verso Tolè che raggiungiamo da Via Segaticcio, altra nuova scoperta per Ale e Fabio che però non considerano molto invernale. Tolè poi su a Santa Lucia e di nuovo giù a Rocca di Roffeno. Dalla sorgente sgorga un filo d’acqua come fossimo ad Agosto.
Qui i ragazzi mi guardano. Il programma sarebbe Cereglio, Vergato e Grizzana. Siamo in giro da quasi tre ore, abbiamo fatto 50 km e 1200 metri di dislivello. Forse è meglio sciogliere un po'. Bocca dei Ravari, Castel d’Aiano, Passo Brasa, Montese e discesa sul Fondovalle. Non proprio pianura ma si fa frullare un pelino di più la gamba. Nel fondovalle la lunga discesa si fa sentire. La gamba è dura e serve qualche chilometro per farla riprendere. Una coca a Marano è d’obbligo e dopo la Spiaggetta anche Guiglia è obbligatoria. Ma non per Fabio. Ringrazia per il gentile invito e torna verso casa da solo, al vento, stanco ma soddisfatto.
Facciamo Guiglia tranquilla. L’obbiettivo era quello, tranquilla poi è una parola molto soggettiva. Un Juniores in allenamento ci supera al secondo tornante. Guido si volta un paio di volte è indeciso ma poi parte, gli arriva a ruota e lo supera. Ale non indugia e si mette a ruota del giovane dell’Italia Nuova. Io non mollo l’idea iniziale. Tranquilla e senza fuori giri. Poi all’ultimo tornante, al ristorante, appena la strada spiana e si fa dritta metto giù un dente, poi un altro, ed un altro ancora. La velocità si alza, non voglio vederla e cambio la schermata del satellitare. Guardo solo Ale e l’Italia Nuova farsi sempre più grandi. Alla frana il giovane scatta e lascia Ale al suo destino. Gli sono a pochi metri e imito, molto alla lontana, il giovane Juniores. Riprendo Ale pochi metri prima dell’incrocio. Senza fuorigiri. Quasi.
Scendiamo a Castelletto poi alla Bersagliera, Guido insiste per Zappolino, ma non convince, scendiamo veloci verso Monteveglio, poi Crespellano e saliamo per San Martino, accompagnando, stavolta veramente in tranquillità Ale, ribattezzato anche LimonMen!
Con Guido scendiamo verso Ponte Ronca, ma non contenti per il dislivello, che non supera i 2000 metri per poco, saliamo verso Poggio Respighi da Via Raibolini, salita ripida che dopo 130 km lo sembra ancor di più. Chiudiamo con più di 140 km e 2200 metri di dislivello.
Siamo solo a Febbraio, le gambe cominciano a frullare e la voglia di pedalare aumenta. Non farsi prendere e non esagerare è difficile, ogni tanto questa voglia va assecondata, cercando il più possibile di controllarla. La stagione è lunga e questo è solo l’inizio, ma se chi ben comincia è a metà dell’opera, quest’anno l’opera sarà grandissima!