07 febbraio 2016

Sabato di Fondo

Continua a non esistere l'inverno. Più ci si avvia verso Marzo, più la preoccupazione per quello che potrà succedere in estate cresce, ma cresce anche la preoccupazione che prima o poi questo inverno si presenterà, in ritardo e incattivito.
Ne approfittiamo allora per pedalare, le granfondo si avvicinano, molti tra 20 giorni saranno a Laigueglia e allora bisogna fare fondo e dislivello.
La mattina era gelata ma alle 1030 il sole scalda già. Siamo in quattro, Guido, Ale Galluzzo e il grande Fabio Fornacciari.
Caffettino da Tony e si parte. I guanti sono già in tasca, non c'è l'inverno ma il vento non manca mai. Saliamo verso la Badia, la sorpassiamo e ci inerpichiamo verso Gavignano. Ale e Fabio non l’avevano mai fatta. A parte il primo chilometro una bella scoperta.
Picchiata su Savigno che attraversiamo nel suo bel centro e poi di nuovo a spingere sui pedali verso Tolè che raggiungiamo da Via Segaticcio, altra nuova scoperta per Ale e Fabio che però non considerano molto invernale. Tolè poi su a Santa Lucia e di nuovo giù a Rocca di Roffeno. Dalla sorgente sgorga un filo d’acqua come fossimo ad Agosto.
Qui i ragazzi mi guardano. Il programma sarebbe Cereglio, Vergato e Grizzana. Siamo in giro da quasi tre ore, abbiamo fatto 50 km e 1200 metri di dislivello. Forse è meglio sciogliere un po'. Bocca dei Ravari, Castel d’Aiano, Passo Brasa, Montese e discesa sul Fondovalle. Non proprio pianura ma si fa frullare un pelino di più la gamba. Nel fondovalle la lunga discesa si fa sentire. La gamba è dura e serve qualche chilometro per farla riprendere. Una coca a Marano è d’obbligo e dopo la Spiaggetta anche Guiglia è obbligatoria. Ma non per Fabio. Ringrazia per il gentile invito e torna verso casa da solo, al vento, stanco ma soddisfatto.
Facciamo Guiglia tranquilla. L’obbiettivo era quello, tranquilla poi è una parola molto soggettiva. Un Juniores in allenamento ci supera al secondo tornante. Guido si volta un paio di volte è indeciso ma poi parte, gli arriva a ruota e lo supera. Ale non indugia e si mette a ruota del giovane dell’Italia Nuova. Io non mollo l’idea iniziale. Tranquilla e senza fuori giri. Poi all’ultimo tornante, al ristorante, appena la strada spiana e si fa dritta metto giù un dente, poi un altro, ed un altro ancora. La velocità si alza, non voglio vederla e cambio la schermata del satellitare. Guardo solo Ale e l’Italia Nuova farsi sempre più grandi. Alla frana il giovane scatta e lascia Ale al suo destino. Gli sono a pochi metri e imito, molto alla lontana, il giovane Juniores. Riprendo Ale pochi metri prima dell’incrocio. Senza fuorigiri. Quasi.
Scendiamo a Castelletto poi alla Bersagliera, Guido insiste per Zappolino, ma non convince, scendiamo veloci verso Monteveglio, poi Crespellano e saliamo per San Martino, accompagnando, stavolta veramente in tranquillità Ale, ribattezzato anche LimonMen!
Con Guido scendiamo verso Ponte Ronca, ma non contenti per il dislivello, che non supera i 2000 metri per poco, saliamo verso Poggio Respighi da Via Raibolini, salita ripida che dopo 130 km lo sembra ancor di più. Chiudiamo con più di 140 km e 2200 metri di dislivello.
Siamo solo a Febbraio, le gambe cominciano a frullare e la voglia di pedalare aumenta. Non farsi prendere e non esagerare è difficile, ogni tanto questa voglia va assecondata, cercando il più possibile di controllarla. La stagione è lunga e questo è solo l’inizio, ma se chi ben comincia è a metà dell’opera, quest’anno l’opera sarà grandissima!

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