22 luglio 2015

Giovedì Pizzata!

Giovedì 30 Luglio ci troviamo alle 2030 da Soldati a San Lorenzo per la pizzata di buon Estate. Chi vuole venire lo dica, entro Lunedí 27, qui o su Facebook, o contatti Lorenzo Zanarini che prenoterá.

20 luglio 2015

Prunetta e birra

Le prime luci del mattino si sono levate già da un pó a Lizzano in Belvedere, quando i ragazzi si ritrovano sotto la Cupola della Chiesa.
Chi é venuto da Bologna avverte una piacevole sensazione di fresco, chi scende da La Cá invece, arriva al ritrovo giá grondante, nonostante i 5 chilometri fatti, siano stati di sola discesa.
Sono le otto e ai 600 metri di Lizzano ci sono 27 gradi, il sole batte forte, ma il verde dei boschi appenninici regala ossigeno prezioso a chi veniva da giorni di afa e umiditá.
La discesa verso Silla è veloce e mentre pedalano in direzione Porretta c'e chi vorrebbe fermarsi per un caffé. La richiesta però rimane inascoltata e una volta arrivati a Ponte della Venturina svoltano a Destra direzione Pracchia.
La strada si restringe, da una parte la Montagna dall'altra il fiume, il Reno. Curve e controcurve salgono piano ma costanti, portando i nostri appassionati ciclisti verso i monti toscani. Attraversano gli ultimi paesi emiliani e i primi toscani e dopo la tanta sospirata pausa caffè, raggiungono la vetta della prima salita, il Passo dell'Oppio, con quell'ultima rampa dura e irregolare a spezzare il dolce ritmo che da Pracchia aveva rilassato e agevolato la pedalata.
La picchiata su San Marcello Pistoiese è rallentata dal traffico di una Domenica calda anche dalla parte del Tirreno e mentre i cartelli continuano a indicare "Abetone", a poche centinaia di metri dall'inizio della storica salita, i cinque svoltano a sinistra seguendo le indicazioni Montecatini, Prunetta.
Salita lunga, quasi undici chilometri, ma non impossibile, praticamente tutta all'ombra, con rampe al 7%, intervallate da tratti in falsopiano, due-tre per cento la pendenza, dove la gamba rinfrescata dalla piacevole temperatura del sottobosco, gira con facilitá.
Per qualcuno gira veloce, in cerca di un riferimento su Strava, che finito il giro troverá, paragonando il proprio tempo, trentatre minuti, con quello del primo, un certo Giovanni Visconti, 24 minuti poco più.
Per altri gira con piú calma, o forse piú lentamente, ma con egual fatica.
In cima, per tutti, prima della discesa con rischio caduta a causa di due dossi "invisibili" non segnalati all'uscita di una curva, una meritata borraccia di splendida acqua fredda alla fontana, nel centro del Paese.
Mentre c'é chi non ha sete e neanche fame, peró un panino al prosciutto lo divorerebbe, ma solo per sfizio, il giro riprende veloce.
Discesa verso il ritorno in Emilia sulla stessa strada dell'andata, con quelle curve a volte leggiadre, a volte ignoranti, spinti dal vento nel relativo fresco che il fiume, regala dal basso. All'improvviso peró al primo strappo, l'Emilia da il bentornato ai ragazzi, l'aria si fa bollente e il vento sparisce come se il suo lavoro fosse finito al confine regionale.
Attraversate Porretta e Silla, la salita verso Gaggio é un forno che rende ogni pedalata un'impresa. I tornanti della vecchia strada che porta in paese, con il Corno sullo sfondo e neanche una nuvola in cielo, sono affrontati quasi con timore, grondanti e con i chilometri passati che ormai mordono le gambe e fanno venire a qualcuno voglia di un gelato, che peró non ha il coraggio di proporre.
Le fatiche non sono finite e in cerca di una sorgente fresca, con la speranza che sia anche gelata, si cominciano a inerpicare su una stradina interna al paese.
Comincia sotto un voltone, con un ciotolato che poi si trasforma in san pietrino per un chilometro circa, puntando dritto verso il cielo terso, quanto bollente.
Qui si vede quello che é un ciclista, le sue sofferenze, i suoi sacrifici, le sue illusioni dentro una fatica che in bicicletta non hai mai fine.
L'acqua alla sorgente é gelata e rigenera i ragazzi che ridiscendono sulla strada Principale e salgono a Querciola, ultima fatica prima di una meritata birra e di un agognato gelato. Povero gelato...

12 luglio 2015

Gita, anche per famiglie, Cicloalcolica per Domenica 19 Luglio

Partenza dalla rotonda Biagi alle 6/630 direzione Lizzano in Belvedere.
Ritrovo ore 730/8 a Lizzano in Belvedere nel parcheggio davanti alla Chiesa.
Scarico bici, si sale in sella e discesa verso Porretta. Poi giro in Toscana. Ponte della Venturina, Pracchia, Campo Tizzoro, Passo dell'Oppio.  Discesa verso San Marcello Pistoiese e dopo un paio di chilometri, a circa uno da La Lima, svolta a sinistra direzione Prunetta. Salita di 12 chilometri pedalabile. Caffé poi discesa verso Le Piastre. Campo Giuliano, Sammomé, immissione sulla Porrettana Pistoiese, Passo del Signorino e picchiata su Porretta. Risaliamo a Gaggio Montano, Querciola, Vidiciatico e ritorno a Lizzano. Chilometri 120 circa.
Caricate le bici in macchina, pranzo alla festa Bavarese e ritorno a Bologna.
Puó andare?

09 luglio 2015

Maratona 2015 noi c'eravamo

Vigilia di Maratona.
C'é chi decide di sgambare e c'é che chi decide di passeggiare.
Sotto al KronPlatz l'aria é pura e il sole batte forte, ai piedi della salita del Furcia i bikers salgono con le divise aperte e l'ombra che si incontra nel cammino é fresca e anche ristoratrice.
C'é tranquillitá tra le Ciase di San Vigilio, quella tranquillità che solo in Montagna si puó assaporare.
Pomeriggio di Vigilia Maratona.
Prima di ritirare i pacchi gara un bel pranzo da sportivi ci sta. Canederli, Tagliatelle alla Selvaggina, tagliere di speck e formaggio, un bel pezzo di strudel e naturalmente weissbier ad annaffiare il tutto. Si prende la seggiovia e si va sul massiccio Santa Croce. Panorama spettacolare e verrebbe voglia di mettere gli scarponi per andare a camminare tra questi boschi e queste rocce che parlano di millenni di storia. Ci limitiamo al classico, giá descritto, pranzo preGranfondo e riscendiamo a Badia.
Ritirati i pacchi gara siamo ufficialmente tra i partecipanti della Maratona delle Dolomiti 2015. L'organizzazione é maniacale quanto estremamente efficente. L'adrenalina sale, la notte sará corta, la voglia di pedalare sará difficile tenerla a bada fino alla mattina.
La sveglia suona alle 430. Nonostante l'adrenalina e la voglia di bicicletta la solita domanda che nasce a quest'ora, nelle Domenica di Granfondo, si ripropone schietta e sincera: "Ma chi ce lo fa fare". Nasce dal nulla e muore nel niente. Perché non vi è risposta.
Vestizione, colazione tra gli intrugli di yougurt di Lorenzo e i panini allo speck di Fabio e Potter, completamento di esigenze fisiologiche e si sale sul furgone direzione La Villa.
Ore 6, siamo in griglia. Gli elicotteri della Rai volano sulle nostre teste, la temperatura é sui 15 gradi, gli antivento si possono riporre in tasca e storicamente, ci rimaranno per tutta la Maratona. Alle 630 in cielo si aggiunge un altro elicottero, appeso ha una specie di cannone che con un fragoroso colpo da il via alla Granfondo. I primi partono veloce, le telecamere sono tutte per loro, anche se i veri protagonisti sono i restanti novemila dietro, che si allenano nel tempo libero e pagano fior di quattrini per partecipare a manifestazione come questa. Tra loro anche un ragazzo tedesco, che é poco davanti a noi. T-Shirt normale e scarpe da ginnastica ai piedi. Ci guardiamo meravigliati e un pochino divertiti, convinti si limiterá al corto di 55 km. Invece a Granfondo finita controlleremo, in scarpe da ginnastica e maglietta ha percorso il lungo in poco meno di otto ore. Dimostrazione del fatto che il ciclismo non é solo tabelle, alimentazione e tecnicismi, ma soprattutto testa e volontá.
Alle 705, dopo trentacinque minuti dai primi, partiamo anche noi in ultima Griglia. Chi parte a tutta chi del suo passo, il giro del Sellaronda passa quasi senza accorgersene. I tornanti del Pordoi sono uno spettacolo difficile da dimenticare. Mentre l'elicottero volteggia sopra le nostre teste, che ti giri verso la cima o verso l'inizio, l'unica cosa che si vede é un lungo serpentone di ciclisti che salgono silenziosi e concentrati.
Sella e Gardena non lasciano il tempo di rifiatare e la discesa verso Colfosco é talmente veloce che una volta a Corvara sembra quasi di non averla mai fatta. Il passaggio a fianco dello striscione d'arrivo, per risalire di nuovo il Campolongo, é una silenziosa e ordinata processione. Talmente silenziosa che quando una signora applaude, un simpatico granfondista gli fa i complimenti ringraziandola per il gesto. In poco meno di un  secondo tutti i numerosi spettatori applaudono, dandoti una carica che ti accompagnerá sul Campolongo e per tutta la discesa verso Livinalongo e il Colle SantaLucia. Questo tratto nell'altimetria é l'unico punto segnato, quasi, come pianura. In realtá é tutta salita, che peró é solo un breve riscaldamento verso il Mostro di giornata, il Passo Giau. 9,9 km al 9% di media. Chi ci metterà un'ora, con il contachilometri fisso sui 9 all'ora, chi in poco meno di un ora e chi in quasi due ore, per tutti, una volta finito, le gambe si sentono libere lanciandoti nella bella e tecnica discesa verso l'ultimo ostacolo di giornata il Passo Valparola. Dieci chilometri di Falzarego che sarebbero anche agevoli, se non fosse che le gambe sono di marmo dopo il Giau e uno verso il Valparola, sul dieci per cento, una rasoiata che peró, finita, ti da la consapevolezza di avercela quasi fatta. Lunghissima discesa verso San Cassiano e La Villa, nella sicurezza delle strade chiuse e aperte soltanto agli iscritti della Maratona e Mur de Giat da fare tutto di un fiato, possibilmente in bici, ma se proprio non ce la si fa anche a piedi. Trecento metri al 20% che dopo 140 km e 4000 metri di dislivello, con il traguardo a tre chilometri, forse, pur di finirla, si possono fare anche sui ceci.
La gente dietro alle transenne che ti Applaude, le Miss che ti mettono la medaglia al collo, indirizzandoti verso il pasta party e l'immediata voglia di rifare il giro, nonostante Le gambe non rispondano piú una volta tagliato il traguardo. Emozioni difficili da immaginare ma che questo evento, organizzato alla perfezione, riesce a trasmettere come nessun altro riesce a fare.

Non sappiamo quando torneremo alla Maratona, ma una cosa é certa, ci torneremo!

Le foto sono giá nella galleria, basta cliccare sul pulsante qui a destra Fotogallery