24 maggio 2010

Due Giorni in Carnia e sullo Zoncolan

Se volete fare qualcosa di duro, andate a fare Via Volta a Monteveglio. Lo Zoncolan, esula dal concetto di durezza, è qualcosa d’estremo inimmaginabile!
Enrico Pasini 22-5-2010


Che le salite della Carnia non sarebbero state una passeggiata, lo abbiamo già capito in autostrada. Trecento chilometri di pianura, ne una collinetta, ne un ponte, assoluta pianura dall’orizzonte infinito. Ci siamo chiesti dove fosse tutta questa montagna e a dieci chilometri da Udine, all’improvviso, ecco alzarsi davanti agli occhi un muro verticale di duemila metri. Le alpi erano davanti a noi, imponenti e impressionanti.
Che non fossero una passeggiata le salite della Carnia lo abbiamo capito, definitivamente, quando la signora dell’Albergo Diffuso, ci ha portato alla nostra casa a Cludinico, 750 metri l’altitudine, tre chilometri di salita al 9% per arrivarci. Cella non è neanche sceso dalla macchina e si è sentito:”Io domani scendo in Auto!” La casa è grande, di montagna, di quelle di una volta, come del resto tutto il paese, che a tratti sembra fantasma. La puzza di chiuso è significativa, come la temperatura. Fuori venti gradi, dentro cinque!Fortunatamente una grande caldaia, di quelle di una volta, che emana nafta da ogni congiuntura, fa presto a riscaldarla e dopo la cena gustata alla fantastica Trattoria il Blitz dal caratteristico proprietario, i letti sono già caldi. La mattina arriva presto e le idee sono già chiare, lo Zoncolan si fa subito poi, se si è ancora vivi si vedrà come proseguire. Alla fine Cella desiste e ci segue dal paese in bicicletta. Ovaro è due chilometri più su e la salita inizia subito. Già alla chiesa ti rendi conto di come possa essere questa ascesa. Quattordici per cento ed è il tratto più facile! Arrivi a Liariis e la strada spiana, una presa per il c…infatti cento metri, una curva a novanta e si spalanca davanti a te il muro e il cartello significativo “Qui comincia l’inferno”. Poco da dire, Andrea s’invola subito, anche se involarsi è una parola grossa. Alla fine del primo chilometro provo a bere e ci riesco, poi mi rendo conto che il complicato è rimettere la borraccia dentro. Siamo al 22%, una furbata quella di bere in questo punto e mi tocca mettere il piede a terra. Poco male senza sapere come, ma riparto e non mi fermo più, la velocità, impressionante. Otto la massima, cinque e mezzo la minima. La temperatura è gradevole, ogni ciclista o essere umano che incontro ci scherzo e dico una battuta, deliro, ma il tempo passa più velocemente e ai meno due chilometri vedo Andrea scendere. Mica male il ragazzo, l’ha presa di petto la salitella! Mi accompagna fino alla cima. Ormai alle gallerie il gioco è fatto, la temperatura dentro è quella che c’era in casa la sera prima, ma rigenera un po’. Torniamo giù e Lorenzo è già, dentro all’Arena naturale dell’ultimo chilometro, lo fotografo e scendo alla ricerca di Sandrino e Cella. Sono ai meno tre, abbastanza provati, ma non distrutti, saliamo insieme e soddisfatti arriviamo sul piazzale dove la Protezione Civile e gli Alpini già lavorano dalla notte. Poco meno di quindici chilometri fatti e la media tocca, gli otto Km/H! Scendiamo dal versante di Sutrio, anche questo non deve essere male, anche se da metà le pendenze si alleviano e la strada diventa a due corsie. Fatta in discesa è fantastica! Decidiamo di fare il percorso della tappa e per un colpo di fortuna prendiamo le stesse strade. Una fantastica, due macchine in un ora di tragitto, paesini caratteristici e un Orrido con tanto di cascata da fermarci e ammirare. Pochi chilometri e il Passo Duron è sotto le nostre ruote e poteva anche fare lo stesso non farlo. Diciotto per cento la pendenza iniziale che si mantiene al quattordici per i primi due chilometri, poi scende al nove, ma ormai le gambe sono cemento e non puoi accorgertene. In cima la fame attanaglia tutti e un panino nello stomaco ci starebbe molto bene. Peccato, veramente peccatissimo che al Bar dove ci fermiamo il ristoratore ci dice: “Ma no, vi faccio una pasta ai funghi!”. Potevamo rifiutare? Andrea rifiuta e se ne pente amaramente quando vede la bellezza del piatto e la quantità della porzione. C’è paura che possa venire un po’ indigesta sul Sella ValCalda, ma invece è un toccasana, forse i funghi non erano porcini. L’ultimo scoglio ora è solo la salita di casa, tre chilometri al nove per cento. Bene o male tutti la facciamo, sembrava quasi più dura in macchina ma felici e contenti finiamo questo giro bellissimo in Carnia con: 90 Km e 3000 metri di dislivello! Domenica è il giorno della tappa, si sale in bici per i primi chilometri e poi si staziona. Andrea però non è soddisfatto del giorno prima e decide di rifarla tutta, dribblando centinaia, se non migliaia di persone, in cerca del loro posticino. Noi ci fermiamo proprio dove ieri avevo messo il piede a terra. In telecronaca Cassani dirà: “Da qui, per i prossimi sei chilometri, la pendenza media è del 15%”. Noi siamo all’inizio del primo strappo al 22%. Arriviamo alle undici, forse anche prima e fino a cinque minuti dall’arrivo dei primi, è una lunga processione di persone, anziani, bambini, cani, cani-topo, salgono tutti sullo Zoncolan. Se ne vedono di tutti i colori, dal vecchietto, che per farsi incitare, si pedala il muro dieci volte (era D’Agostino o Giovanni?), al Tandem, alla monoruota. Si vedono passare bandiere di tutte le nazioni, anche un Parco dei Ciliegi, che ci dirà essere un parente di Paolo, e una maglia del centenario del Bologna, che mi riconosce come Rialese DOC. Se ne sentono di tutti i colori, ma la più bella è quella di un signore sulla sessantina. Pedala agile, composto sulla bici, bello da vedere,invidiabile, gli abbiamo fatto partire un bel:”Bravo”, e lui altrettanto deciso, ha risposto:”Bravo, Sto Cazzo!!! Beh poi sono arrivati loro, i protagonisti, i professionisti. Anche loro non sfrecciavano certamente, forse ne prendono di meno, forse sono puliti ora, ma in fondo, chi se ne frega, un weekend così va al di là di tutto. Grazie a che mi ha seguito in questa avventura, io mi sono divertito un sacco!!!

12 commenti:

Anonimo ha detto...

bellissimo weekend, le foto pur belle non rendono..
tutto perfetto dall'inizio alla fine

complimenti a tutti per il gesto atletico che è assolutamente degno di nota sia dal punto di vista fisico che mentale

PS: Potter pero' è passo duron non brocon!!
:-)
andrea

Enrico Pasini ha detto...

Cavolo corrego al volo ho la testa già a Feltre anche se poi non si scalerà...

Sandrino ha detto...

Mi associo ai vostri commenti, weekend fantastico dove ci siamo divertiti alla grande e dove si è fatto gruppo. Le risate non sono mancate, e l'aver passato un pò di tempo insieme a persone che conosci poco, credo abbia aiutato nel cementare amicizie. Bene così, speriamo che la prossima spedizione sia più corposa.
Faccio i miei complimenti al Potter per le foto, sono davvero spettacolari, a parte quelle della sciarpa della Fossa che non c'entrava nulla, ma daltronde ormai se non la espone quando gli capita.... ;-D
Salutoni
Sandrino

Lorenzo Tognetti ha detto...

grazie a tutti i partecipanti del bellissimo weekend,lo consiglio vivamente a tutti per il prossimo anno,è stata una esperienza indimenticabile, nonostante la fatica fatta sulle salite interminabili.le foto sono bellissime.

Lorenzo Tognetti ha detto...

spero che si possa orgazizzare in futuro, uscite simili a queste, perchè aiuta a conoscersi e fortificare il gruppo.grazie a tutti ciao alla prossima!!!!!

Anonimo ha detto...

salve,ma chi equello tutto rosa???????????
ciao Morena

Anonimo ha detto...

è l'orso di OVARO ,e sandrino è stato cosi gentile da prestargli la divisa .SCHERZI A PARTE GRAZIE RAGAZZI MI SONO DIVERTITO MOLTO .CELLA

Enrico Pasini ha detto...

Pensavo fosse un pochino più bello l'orso, che tristezza Winnie Pooh si rotola nella tomba!

Ps Io odio Winnie Pooh

IL PROF ha detto...

Dalla bella cronaca traspare l'emozione e la durezza della vostra ascesa allo Zoncolan, ed anche il coinvolgimento emotivo che questo Giro d'Italia riesce a suscitare. Anch'io dopo la "fuga d'Abruzzo" ci sono ricascato, nonostante i dopaggi, nonostante le classifiche rifatte a posteriori, nonostante...
Lo Zoncolan lo scalai (dalla parte "tenera") nel 2000, al mio terzo anno di bicicletta. Mi ricordo una bella fatica, anche perché il giorno prima ero stato sul Grossglockner. Durante la discesa dalla parte che voi avete scalato (a quel tempo, prima che ci passasse il Giro, aveva un fondo devastato) mi fermai tre volte per surriscaldamento dei freni e crampi alle mani!
Saluti a tutti, scappo a vedere la tappa!

Enrico Pasini ha detto...

Esatto Prof, nonostante tutto ci si ricasca, perchè l'atmosfera del Giro e più in generale del Ciclismo va al di fuori di tutti questi scandali o presunti tali. Oggi grandissima tappa, emozionantissima e alla fine ho piacere anche per Basso, perchè comunque è uno dei pochi che si è preso la propria responsabilità, (o almeno in parte, le avrà mai usate quell sacche?). Ma oggi si è visto gran parte di quello spirito del ciclismo, che fa parte di tutti noi. Dalla crisi di Evans, che però non ha mollato, alla grinta di Arroyo(FANTASTICO), un grande per quanto ha tenuto alla maglia rosa. Questo Giro mi sta facendo veramente rivivere momenti che erano almeno 12 anni non vivevo.1998......
Per quanto riguarda lo Zoncolan, beh complimenti a te che lo hai scalato prima che diventasse famoso, chissà quante salite in Italia e in Europa ci sono da esplorare, se ne conosci qualcuna potresti anche descrivercela in qualche articolo. Una potrebbe essere il Monte Cotris o qualcosa del genere, esattamente di fianco allo Zoncolan e che gli organizzatori del Giro stanno già pensando di inserire prima del Mostro. Sei, sette chilometri durissimi, poi un tratto in falsopiano in sterrato, poi altra salita fino a raggiungere i 2000 e passa metri. La volevamo fare, mi pento un pò di non averla fatta nonostante il giro meraviglioso. Beh occasione in più per tornare in Carnia!!!!!

Enrico Pasini ha detto...

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Anonimo ha detto...

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