06 ottobre 2017

Coppa Toscana e Giro delle Regioni: Due Brevettati e Classificati!

La voglia di provare a fare un po' di agonismo e un po' di classifica, conoscendo i nostri limiti, incastrando lavoro, famiglia e il tempo per allenarsi in bicicletta.
Così io e Lorenz, l’anno scorso di questi tempi, abbiamo deciso di iscriverci a due brevetti con classifica, la Coppa Toscana e il Giro delle Regioni. Granfondo mai fatte, in una terra in cui spesso splende il sole e che novanta volte su cento, attraversato l’appennino dopo Pian del Voglio, è anche un pochino più calda.

Cinque granfondo per la Coppa Toscana, sette per il Regioni, tre delle quali uguali. Andavano completate per entrare in classifica 4 Granfondo su 5 in Toscana sempre dello stesso tracciato, 5 su 7 nel Regioni sempre dello stesso tracciato.
Diavolo in Versilia a Camaiore, Cecina e La Spezia, quelle uguali, in più per la Coppa Toscana anche la sempre bella Granfondo di Firenze e la nuova scoperta, bellissima, la Granfondo di Arezzo con lo sterrato dell’Alpe di Poti.
Carpaneto Piacentino, Desenzano, Albinea e Piacenza le altre che facevano parte del Giro delle Regioni.

Il livello tecnico che abbiamo trovato, soprattutto in Toscana, è stato veramente elevato e considerando che le prime tre si sono corse tutte in marzo, quando ancora per molti, (noi compresi), le uscite infrasettimanali se le stanno solo sognando, sia io che Lorenz non possiamo che essere più di soddisfatti.

Nella sua Categoria Lorenz chiude quindicesimo, su più di ottanta iscritti, mentre io undicesimo su una cinquantina.

Avevamo scelto il Toscano perché comodo, come trasferte e perché speravamo in tiepide giornali di fine inverno. Le trasferte sono state comode, ma il primo raggio di sole che abbiamo incontrato è stato nell’ultima Granfondo, ad Arezzo, a metà Maggio. Neanche una goccia di pioggia comunque e organizzazioni veramente eccellenti.

Nel Regioni invece nella sua Categoria Lorenz colleziona un buon ottavo posto su una sessantina di iscritti, mentre io mi fermo al decimo posto su una quarantina.

Eravamo curiosi di vedere cosa potevamo fare e l’esperienza è stata sicuramente molto positiva, bella e faticosa, come la bicicletta deve essere. Ma alla fine quello che contava di più era il divertirsi.
E quello non è mancato mai.

Penso che la foto qui sotto sia proprio esplicita di come alla fine ci si possa divertire insieme, ognuno con le proprie capacità e con i propri stili.

Siamo sul muro di via Salviati a Firenze. Mancano pochi metri all’arrivo e Lorenz mi sbuca mezzo sorridente da dietro, mentre sto raschiando le ultime energie dal fondo delle mie gambe.
Avevamo percorso l’ultima salita insieme. Io la conoscevo già lui invece no perché l’anno prima era fermo per il secondo femore rotto. Ad un certo punto, alla fine del primo chilometro vedo che accelera.
Lo avverto che era una salita bastarda che non finiva mai, finiva male e non portava subito ad una discesa.
Lorenz rallenta, si mette alla mia ruota poi perde qualche metro, qualche decina di metri e sull’ultimo strappo non lo vedo più.

In cima inaspettatamente trovo il vecchio Frigieri, cianotico, disidratato, affamato. Anche il cambio di maglia non gli ha giovato alla sua tecnica. Lo chiamo, lui mi guarda e sta zitto, guardo dietro ma Lorenz non arriva, mentre davanti a me un gruppetto se ne va.

Non ci penso due volte, Guido e Lorenz dietro, non succedeva da qualche anno. Parto a tutta e non mi fermo più, non mi volto più indietro fino a questa foto.

Lorenz mi affianca, io trovo la forza di dire:”Eh no.”, e faccio una piccola volata.

Arrivo ridendo sul traguardo, mi prendo del bastardo ma anche Lorenz ride, mentre, se ci fate caso, nella foto si vede una bicicletta alla mia ruota. È di un anziano, molto magro, vestito tutto di verde, che si nasconde per sorprendermi all’ultimo metro, senza però riuscirci.
Taglia il traguardo con una smorfia che non si capisce se è un sorriso o un ictus.

Alla fine era un sorriso, quello che solo la bicicletta ti sa regalare.

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