03 maggio 2009

Una Dieci Colli in sofferenza….

Prologo 1: Due settimane prima cado seriamente in bici da corsa per la prima volta nella mia vita e a parte qualche abrasione di poco conto, il responso più preoccupante è il distacco dell’articolazione della spalla destra che necessita di un tutore, con relativo dolore piuttosto forte in alcuni movimenti. Commento: ismito!!
Prologo 2: Arriva la grande vigilia, decido di dormire a casa dei miei a Zola, preparo tutte le cose che servono per il giorno dopo e quando, finalmente decido di andare a letto alle 23.30, dopo aver appena spento la luce ho una spettrale visione sotto forma di CHIP!! L’ho dimenticato a San Giorgio!! Mi alzo, prendo l’auto e corro a prenderlo….commento: ismito senza recupero!!
Il ritrovo: arrivo come sempre in largo anticipo dopo che la sveglia ha suonato alle 5.40. Mangiati come da programma i 200gr di spaghetti in bianco, esco dall’auto alla rotonda Biagi e comincio a prepararmi mentre di li a poco arriva il Tommy con la mitica signora, che per tutta la giornata gli farà da personale ristoro con panini e altre vivande di vario genere. Per me, Idolo assoluto!! Alla spicciolata arrivano anche gli altri ed il commento unanime è una vecchia canzone di Nada … ma che freddo fa!!
Il tragitto verso i giardini: Ci si ritrova anche con Bosso, Maldini e Cioni, oltre ai gia presenti Pasini, Tommasi e Leoni. Si parte in direzione dei giardini e le strade sono ancora vuote, la città è sonnecchiante e qualche raggio di sole illumina i portici di via Saragozza, regalando al nostro sguardo un colpo d’occhio di vecchia e bellissima memoria su come sia ancora affascinante la nostra Bologna.Commento:l’amore per la tua città!!
La griglia: Arrivati ai giardini ci si mette in griglia e fra il battere ripetuto dei denti per il freddo, le battute scherzose per ingannare il tempo, il Tommy espleta funzioni fisiologiche ogni cinque minuti creando ulteriore ilarità fra i presenti.Commento: paghiamo una visita urologica al ragazzo!!
La partenza: Finalmente alle 8.30 si parte, ed una fiumana di ciclisti indemoniati si riversa sui viali a velocità folle. Ad un certo punto per seguire qualche maglia amica, mi ritrovo ad osservare incredulo la velocità sul contachilometri….oltre 50 km/h. Si arriva finalmente in Val di Zena ed il gruppone si è già frammentato, segno che i battistrada stanno già facendo selezione. Cerco di stare a ruota di qualche ciclista che ha il mio passo, ma le due settimane di fermo a causa del dolore alla spalla mi fanno capire che non sarà una giornata facile, ne tantomeno divertente.Commento: se andavi al mare era meglio!!
I ragazzi della Malini: Il Potter, Cioni, Bosso ed anche altri li perdo praticamente subito dopo la partenza, forse li rivedrò all’arrivo. Durante la salita di Badolo raggiungo Mirkone e lo sprono a salire in mia compagnia, poi durante la discesa mi ritrovo anche le maglie biancoazzurre di Paone e del Gengi. Siamo sulla fondovalle, si viaggia ad andatura sostenuta, ad un certo punto mi passa un ragazzo e mi si mette davanti a tirare a 47/48Kmh. Vuole chiudere il vuoto con un gruppo che sta a circa 400mt, ma dopo qualche km, decide di mollare, e si mette a sinistra per farmi passare e dargli il cambio. A quel punto sento qualche voce dietro che mi dice di tirare, e allora ci provo, comincio a pedalare di buona lena e vedo la distanza ridursi velocemente, guardo di sfuggita lo strumento ed incredibilmente segna 51kmh…raggiungiamo il gruppone e qualcuno da dietro mi lancia elogi e ringraziamenti….rispondo dicendo che a quel punto potrei anche ritirarmi!!!Commento: ci ho pensato seriamente!!
I dieci Colli: li ho vissuti tutti con grande sofferenza, e con un po’ di timore per la paura che la spalla non mi permettesse di superarli tutti. In più, da qualche giorno ho il classico “mammone”, che non mi aiuta certo a respirare correttamente. Ma la voglia di provarci e quel maledetto orgoglio che a volte mi ha fatto fare in passato qualche scelleratezza, mi tiene attaccato al manubrio e seduto sulla sella dicendomi “non mollare”!!
Zula passa senza troppa difficoltà, è il primo, è corto, e tutto sommato con una pendenza che non fa male. Badolo si fa sentire, ma la giornata sembra migliorare ed allora il pensiero si fa leggero ed anche le gambe tutto sommato vanno su, senza particolari dolori. Mongardino dal lato Sasso Marconi non lo avevo mai affrontato prima, pensavo fosse peggio, in fondo mi sono anche divertito, e poi subito dopo lo scollina mento ho trovato una delle sorprese più belle della giornata di cui parlerò in dettaglio più avanti. Montemaggiore mi ha dato un gran gusto, difficile da affrontare ma conoscendolo l’ho dosato come un vecchio saggio, ed in cima, sono arrivato col sorriso sulle labbra perché ne conoscevo ogni curva, ogni strappo, e quindi me lo sono gustato come un bel piatto di tortellini della mamma. Zappolino è fra quelli che mi ha fatto sorridere, pendenza lieve, ben conosciuta anche questa, salire è stato facile. Tiola non la conoscevo, ma tutto sommato non mi ha impressionato più di tanto, presa con la giusta calma, arrivato in cima ho pensato semplicemente:”anche questa è andata”. Cà Bortolani invece mi ha lasciato il segno, ho fatto davvero fatica, anche perché sembrava non finire mai. Sono arrivato in cima stanco, provato e forse più di testa che di gambe. Infatti, scendendo verso Calderino, ho provato a verificare se le scorie della caduta potevano aver lasciato qualcosa nella mia testa. Morale: giù per le discesone di Monte Pastore ho fatto il vuoto dietro di me ed il motivo sta nel fatto che ho toccato la massima di tutta la mia Dieci Colli: 79.1kmh!!! Udite, udite, quel matto di Sandrino, il Savoldelli dei poveri è ancora lui!! Il secondo Mongardino è stato in parte mitigato dalla presenza di uno dei miei mentori, che voglio ringraziare pubblicamente per il supporto morale ed anche fisico visto che mi ha ceduto una delle sue prodigiose barrette al cocco che ingurgitate prima di Monte Donato hanno provocato l’effetto di cui parlerò. Grazie Lorenzo Zanarini, sei stato davvero un grandissimo a salire con me. Le Ganzole erano davvero il colle più duro a livello psicologico, e qui ho dovuto tirare fuori tutti gli attributi per affrontare le due maledette curve del tratto alberato. Fatte quelle ho cominciato a pensare che per farmi fermare mi avrebbero dovuto sparare col cannone!! Infine Monte Donato, anche se prima ci sono stati una serie di saliscendi che hanno fatto bestemmiare più di un concorrente, ma non il sottoscritto che sapeva già della loro esistenza e quindi si era ben preparato ad affrontarle per tempo. Buttata giù la barretta al cocco di Lorenzo subito dopo le Ganzole, e bevuto un po’ di sali ad ogni strappetto, ho calcolato alla perfezione il momento in cui ho ingerito l’ultimo sacchetto di zuccheri liquidi e quando ho visto il muro in mattoni dell’ultimo maledetto strappo di Monte Donato ero pronto e ben armato per affrontarlo. Ho visto davanti a me un paio di ciclisti che mettevano i piedi a terra, un paio di macchine piantarsi per non riuscire a superarli, mentre io mi sono alzato sui pedali e dentro la mia testa è scattata la sfida che aspettavo da un anno. Quello scorso lo avevo fatto salendo a zig-zag, mentre quest’anno con tanti km in più nelle gambe ce l’ho fatta tenendo una direzione rettilinea e buttando sui pedali tutta la cattiveria nervosa che avevo dentro. Quando ho sentito il beep del controllo, ho pensato che era fatta e la discesa verso i giardini è stata affrontata con la solita pazzia, alla Savoldelli. Commento: non mollare mai, brutto testone!!
L’arrivo: E’ stato bellissimo come sempre, tagliare il traguardo. Poi nelle condizioni menomate di questa edizione l’emozione che mi ha colto è stata fortissima. Al traguardo ho visto Gianluca, Andrea e Mario Pomidori, mentre ero ancora sotto l’effetto della commozione. Non so quali siano i motivi, ma quando arrivo in fondo a queste prove, mi sale fortissima un’emozione che non riesco a controllare.
Le due sorprese più belle della giornata: Il sorriso ed il bacio della mia Simonetta che mi ha accolto in campeggio una volta arrivato a Marina, ma quella più emozionante è stata senza dubbio, dopo aver svalicato per la prima volta Mongardino, essermi trovato lungo la prima discesa mio padre che mi aspettava per applaudirmi. Non era mai venuto a vedermi in passato, nemmeno quando giocavo a tennis (tranne in una finale), e trovarmelo lì, mentre applaudiva tutti coloro che passavano, è stato davvero un momento fortissimo. Dopo, mi ha seguito sino a Calderino, mentre pedalavo in gruppo, ed alla sera ha confessato di essersi divertito tantissimo. Grazie Papà, sei stato anche tu un grande in questa bellissima giornata.
Finale: Ho scritto un romanzo perché il Potter mi ha dato l’assenso dopo aver saputo che con la spalla dolorante avrei potuto anche non arrivare in fondo. Il poter scrivere questo post chilometrico è il premio della mia testardaggine nel finire la mia prima 10 Colli.
Un salutone a Tutti da Sandrino

9 commenti:

Enrico Pasini ha detto...

Premio meritato ma adesso punizioni in arrivo...come c...si fa a non aver mai fatto Mongardino da Sasso, tutte le volte che vi dico di venirla a fare a fine giro...mah... poi prendi la barretta dopata da Lorenzo...mah???????Voto 4,5!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Il prossimo fine settimana dovrei riuscire a leggerlo.Ciao Aureliano

Sandrino ha detto...

Consiglio: prima di sedersi a leggere, consumare un buon caffè forte!! aiuta a tenersi svegli!!! :-))
salutoni
Sandrino

Igi ha detto...

Bel racconto, anche se lungo.
Bravo Sandrino !

Anche io l'ho fatta per la prima volta tutta intera, ma non ero iscritto, siamo partiti alle 7:30 dai giardini con un gruppetto di colleghi di squadra.

fotorode ha detto...

2 punti a chi lo legge in una botta.
Sandrino ammiro il tuo entusiastico coraggio in discesa.
Ti consiglio però di ascoltare anche in questo caso i consigli del Potter che come avrai notato la differenza ci tiene a farla in salita.
Pensa che la buona riuscita di una discesa dipende da diversi fattori, tolti i tuoi riflessi e le condizioni della bici, ci sono poi le condizioni dell'asfalto, purtroppo poco controllabile da te come i primi due aspetti.

Non voglio tirartela, ti voglio in gruppo. Non so se hai notato nel percorso della 10 colli nei saliscendi che precedono Paderno, alla fine della discesa, in curva c'era l'asfalto con della sabbia. Beh lì ne ho visti un bel pò andare a terra o dritto.

Mi raccomando.

Sandrino ha detto...

Grazie Luigi,
il racconto è lungo perchè non ho il dono della sintesi ed amo citare i particolari. Poi so che c'è qualcuno che quando deve leggere i miei racconti, si siede comodamente al computer, sorgeggia una buona tazza di thè con limone, intinge due biscottini e consuma lo scritto come fosse una novella!! :-D
Pensa che c'è anche chi mi ha detto di scrivere più spesso.... ;-))
salutoni
Sandrino

Sandrino ha detto...

Ciao Ivan dei Poveri,
i due punti te li faccio dare io dall'ospedale appena ti becco!! ;-))
Grazie per il tuo pensiero Rocco, in effetti a volte esagero, e in qualche occasione me ne sono reso conto io stesso. Purtroppo in alcune situazioni non riesco a trattenermi, è più forte di me.
A dire il vero, nel caso della 10 colli, ho esagerato veramente nell'unica discesa che conosco come le mie tasche avendola fatta decine di volte in auto, in moto, ed ora in bici!!
Grazie comunque Ivan Rocco!! ;-))
Salutoni
Sandrino

Enrico Pasini ha detto...

Chi è quel deficente che ti dice di scrivere più spesso???

Sandrino ha detto...

abboccato!!! hai abboccato!!!
;-))
Sapevo che ci saresti caduto!!!
Salutoni
Sandrino