08 maggio 2009

Un secolo di Giro

E’ inutile negarlo le delusioni nel ciclismo, in questi ultimi anni, in questi ultimi giorni, sono molto più considerevoli delle gioie. I corridori continuano a tradire, non fai in tempo ad innamorarti di un atleta, che lo ritrovi sulle prime pagine dei giornali, in prima serata ai telegiornali, (che non parlano mai di ciclismo, se non in caso di doping), con le manette ai polsi o poco ci manca. Eppure siamo qui, anche quest’anno ad aspettare trepidanti ed entusiasti, un altro Giro d’Italia, l’edizione del Centenario. Non sarebbe passato un secolo dal primo Giro, se non ci fossero stati in questi cento anni, milioni di spettatori sulle strade e poi anche in televisione, ad appassionarsi alle imprese d’uomini, che facevano della fatica e del sacrificio il loro lavoro. E’ ancora così, nonostante questi “professionisti”, mercenari, si siano dimenticati della loro passione da bambini, innamorati della bicicletta e abbiamo seguito dottori, manager e aziende farmaceutiche, in un business dove loro stessi sono la moneta sonante. Noi li seguiremo lo stesso, forse con spirito rassegnato, con la consapevolezza che uno di loro, probabilmente uno dei più forti, finita la gara, sarà squalificato perché trovato in fallo. Noi ci saremo, per amore della bici, quella bicicletta che usciti dal lavoro e nei weekend, ci fa volare in un mondo nuovo, libero, pulito, dove il sudore è una lacrima di gioia, un pensiero felice.Si parte da Venezia, con un prologo a squadre affascinante per il contorno che la laguna regalerà. 20,5 km sul Lido, una passerella che invece d’avere, come d’abitudine degli attori, avrà dei ciclisti. Non farò pronostici sui favoriti di questo Giro, ma una parola su chi non vincerà questo Giro la spendo. Non lo vincerà Contador, perché non parteciperà. Lo spagnolo quest’anno si concentra sul Tour, l’unico suo pensiero. Anche il suo nome all’inizio fu coinvolto nell’Operation Puerto poi fu scagionato. Da li è passato, a soli 25 anni, a vincere Giro e Vuelta, dopo aver vinto il Tour. Tre grandi corse a tappe vinte, due di queste senza neanche una vittoria. Una costanza impressionante, l’anno scorso al Giro è rimasto agganciato alle ruote di “fenomeni” come Riccò e Sella, soffrendo e arrancando sulla maggior parte delle salite, ma alla fine ha conquistato la maglia rosa meritatamente. Alla Vuelta ha vinto, ma anche li ha sofferto i continui attacchi dei rivali, mostrando un’umanità a cui non eravamo più abituati. Un minimo di fiducia a così tanta sofferenza e costanza va data, anche se con enorme fatica. Tornando al Giro, da Venezia si va verso le Dolomiti, cosa inusuale ma molto affascinante. Dopo le tappe di Trieste e Valdobbiadene, ( niente prosecco per i ciclisti, tanto per i tifosi, peccato non esserci!), già alla quarta tappa si arriva a San Martino di Castrozza, dopo aver attraversato Feltre, scalato il Croce d’Aune e tre quarti di Rolle. Il giorno dopo si parte con gli ultimi otto chilometri di Rolle e si arriva all’Alpe di Siusi, splendido scenario dopo 25 km d’ascesa. Il giovedì si va in Austria, dopo 248 km, in una tappa che non presenta pianura e il giorno dopo si torna in Italia, a Chiavenna. Si parte ai 700 metri d’altitudine e non si scende mai al di sotto, fino agli ultimi venticinque km in discesa. Il sabato arrivo a Bergamo con il Colle San Carlo a 27 km dall’arrivo. La Domenica show a Milano, con un circuito che esalterà le doti dei velocisti. Lunedì riposo, pronti per l’inizio della seconda settimana che comincia con la riproposizione della Cuneo-Pinerolo vinta da Fausto Coppi, con Moncenisio e Sestiere ma senza la parte francese. Un po’ di pianura, che da Torino porta in provincia di Genova e il giorno dopo la tappa forse decisiva del Giro. La cronometro delle Cinque Terre, da Sestri Levante a Riomaggiore, tra splendidi paesaggi, dove la montagna va in picchiata sul mare.Solo salite e discese, entrambe dure e difficili. Una cronometro di 60 km, che farà fuori molti pretendenti alla maglia rosa. Riposo il giorno dopo con una tappa pianeggiante che dalla Versilia porta a Firenze, per poi, sabato 23 maggio, portare la carovana da Campi Bisenzio a San Luca, dopo aver scalato Passo della Collina, Passo Brasa, Cereglio e Mongardino. Non mancheremo a questa tappa che potrebbe creare un po’ di scompiglio in classifica. La domenica, mentre molti di noi saranno impegnati alla Nove Colli, nelle colline vicine il gruppo si sfiderà fra Forlì e Faenza, in una tappa che sa di fughe da lontano. Si va verso le Marche, vero punto chiave del Giro del Centenario. L’arrivo di Lunedì 25 Maggio, in cima al Monte Petrano, regalerà grandi emozioni con le scalate del Monte delle Cesane, del Nerone del Catria e appunto del Petrano. Non ci sarà margine d’errore, chi andrà fuori giri in questa tappa non potrà più recuperare, nonostante mercoledì ci sarà da scalare il Blockhouse.Tappa corta di 72 km, inedita per la sua cortezza, una scalata lanciata che è tutta da scoprire. A Benevento sarà il turno dei velocisti, se ce ne saranno rimasti, mentre Venerdì 29 l’arrivo in cima al Vesuvio, proprio sul cratere, incoronerà il vincitore del Giro Difficilmente la crono di Roma, di 14,4 km, dopo la tappa di Agnani, potrà cambiare la classifica. Un Giro particolare, disegnato al contrario prima le dolomiti e poi il sud Italia, con le sue salite taglia gambe. Difficile fare pronostici, chi indosserà la maglia a San Martino di Castrozza o all’Alpe di Siusi, potrebbe portarla fino a Roma, come perderla sul Blockhouse, o bruciarsi sul Vesuvio. Le emozioni stanno per cominciare, non rovinatecele!!!

2 commenti:

Enrico Pasini ha detto...

3300 km e passa spiegati, in meno parole dei 150 km della Dieci Colli di Sandrino...

Sandrino ha detto...

L'unica cosa bella dell'articolo è la foto di Marco Pantani... :-P

Dai va là che sei stato bravo!!
Un abbraccio
Sandrino