12 agosto 2016

Abetone classico in Compagnia

Suona la sveglia, mi alzo e ancora in mutande esco per vedere se il sole è già sorto.
I nove gradi e una brezza che sa di sottozero mi prendono e mi bloccano mentre il sole spunta da dietro il serretto a salvarmi da una possibile congelata. Scappo in casa e vado a vestirmi.
La discesa verso Silla in maniche corte è sofferenza pura, arrivo al bar dove i ragazzi, in felpa, sono già a prendere un caldo caffè. Scaricano le bici dal furgone, nel frattempo arriva anche Renato e partiamo.

Saliamo verso Molino del Pallone e Pracchia senza spingerci troppo ma mantenendo un buon ritmo per cercare di sentire un poco di caldo. Ramon e Renato provano ad alllungare, mentre Steve e Simone preferiscono tenersi e io gli faccio compagnia.
Al Passo dell'Oppio finalmente si comincia a sentire il sole scaldare, soprattutto le gambe. Il giorno prima le sette ore nel bosco si sono fatte sentire e soprattutto non sono ancora state recuperate.

Si arriva a La Lima e si comincia a scalare l'Abetone. 16 km con il naso all'insù, che sono al pari di una salita alpina. Io, Ramon e Renato saliamo insieme, Ramon ha qualcosa in più e negli ultimi chilometri lo lasciamo andare, anche se non lo molliano di vista e proviamo pure a riprenderlo, tentativo che si conclude con un nulla di fatto.

La bella discesa verso Pievepelago è rovinata dal vento e un pò di traffico, ma scorre comunque veloce sotto le ruote. Passiamo Riolunato a tutta trainati da un magistrale Baccigotti e cominciamo a salire verso MonteCreto.
Tra i boschi e i torrenti del Cimone arriviamo, ognuno del proprio passo, nella viva Montecreto e continuamo a salire fino a Sestola.
Salita semplice dal paesaggio splendido, ma lunga che ti logora ad ogni pedalata che compi.
Il tempo di un caffè a Sestola e veloci verso Fanano e verso la salita che ci porterà verso la montagna di Bologna.

Attraversiamo il Ponte sul Dardagna e siamo di nuovo nel bolognese, ma soprattutto iniziamo a salire.
La Masera è una salita pedalabile ma calda, tra campi di grano e boschi di quercia e di castagno, con alla destra i monti della Riva e a sinistra il Belvedere. Sarebbe tutta da spingere, Renato e Ramon lo fanno, io ho il limitatore inserito e rimango limitato.

Renato ci saluta al valico mentre noi scendiamo verso Farnè, sosta alla fontana e si comincia a salire verso LaCà.
L'obbiettivo è salire al Cavone, ma allo strappo delle Borrelle comincio a porre qualche dubbio, appoggiato da Simone e alla fine Steve e soprattutto Ramon si convincono a fermarsi a LaCà.

Per me il Giro è finito, per loro invece rimangono 18 km verso Silla. Ma lo stomaco chiama e una sosta alla Dispensa è quello che gli serve.
Tigelle, affettati e formaggi, birra a volontà e un bel caffè.
Il giro è recuperato.
Una dormitina e si può ricominciare!

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