23 febbraio 2018

Inno alla Bicicletta! Scott Foil 2.0

Era un sabato inoltrato di Febbraio nel 2012, aveva nevicato su tutta Italia, l’unica zona libera era sui Colli Euganei. Ti presi da Paolo in settimana e non ti feci neanche scendere dalla macchina se non arrivati a Monselice, poco meno di 10 gradi, un’umidita tagliente e le strade bagnate.

Eravamo in tre più Rafael che scese dal trevigiano per fare un giretto con noi.

Fu un bel giro, una novantina di chilometri sui Colli Euganei tra nebbia, pioggerellina e rivoli d’acqua che tagliavano la strada.

Ultima salita, scolliniamo e la discesa comincia con un’ampia curva a destra. Stavo ancora spingendo, forse troppo, sfioro il freno e tu cominci ad intraversarti. Ti sento andar via ma ti tengo, sei mia, al primo giro non possiamo subito litigare, e ti riporto da me, con me. Rimaniamo in piedi, bastava poco per cadere sul gelido asfalto padovano, ma insieme ce l’abbiamo fatta.

E così è stato per i successivi sei anni.

Perché, e non mi era mai successo, sei stata l’unica che mai mi ha tradito, l’unica che mai mi ha fatto assaggiare quel ruvido grattugiare della pelle sull’asfalto, l’unica che ho cavalcato senza mai farmi disarcionare.

Cadere in bicicletta è fisiologico, capita a tutti prima o poi, come capita a tutti i bambini di sbucciarsi le ginocchia, l’importante e rialzarsi subito.

Eppure tu no, tu sei stata speciale, ti ho portato in giro per l’Italia e l’Europa, hai solcato stradoni dritti come la San Vitale o gli Stradelli Guelfi e budelli di montagna come il duro Mortirolo o la dolce Sassetta toscana. Ti sei buttata lungo discese veloci, come quelle del Rolle o tecniche e complicate come lo Stelvio Svizzero.

Mi hai sentito esultare sul traguardo della Liegi o dell’Oatzaler e mi hai sentito soffrire sui pedali sotto la pioggia gelida del Manghen. Mi hai accompagnato in volata per rimanere sotto le 8 ore alla Maratona, e mi hai  sopportato nei miei giri pazzi tra mare e montagna, asfalto, strade distrutte, caldo asfisiante e freddo polare.

Domenica è stato l’ultimo giro, ancora strade bagnate, neve ai lati che sciolta trasformava la strada in fiumi. Ma come sempre non hai fatto una piega. Poco prima di Natale in Rotonda Biagi ti avevo forzato un pò, chiudendo troppo la corda e tu innervosita ti eri avvicinata a Lorenz con il posteriore. Ma anche quella volta ti ho riportato da me e con Lorenz incredulo siamo andati a casa.

Domenica ti ho trattato con i guanti nessun rischio, solo il penultimo tornate di Monte Pastore preso sovrappensiero senza guardare quella Golf che arrivava dalla bassa. Sono riuscito a destarmi in tempo, ho chiesto scusa alla Golf ma poi ho subito chiesto scusa a te.
Non potevamo rovinare tutto l’ultimo giro e per premiarti ti ho portato su per lo sterrato di Marescalchi. Quante volte passavamo davanti a via Rosa e quanto volte eri tentata dal farmi girare lungo le vigne di Tizzano.

Come a dirmi: “Ma la Mtb Scott la porti, perché me no?”.
Meritavi questo premio e te la sei goduta tutta quella salita senza spostare un sassolino dal terreno, senza sprofondare nel fango delle curve poco ghiaiate.       

Ora è tempo di lasciare spazio alle nuove leve, Paolo vi ha fatto conoscere, tu l’hai sicuramente messa a suo agio e lei da giovane e rampante bicicletta ti avrà sicuramente preso come riferimento, esaltandosi nelle sue giovani e moderne geometrie.

Eguagliarti sarà pressoché impossibile, ma si chiama come te e sono sicuro che riuscirò anche con lei ad avere lo splendido rapporto che abbiamo avuto noi due.

Tu non ti fermi, non ti puoi fermare, non è nelle tue caratteristiche, svalichi l’Appennino e vai a pedalare in quella terra unica che spesso abbiamo pedalato insieme. Come me passerai ad una giovane appassionata a cui potrai insegnare tutto quello che abbiamo imparato insieme.

Non cambiare mai, grazie di tutto, buona lunga vita!



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