30 agosto 2010

Weekend allo Stelvio, il Venerdì….

Arriviamo in realtà il giovedì, e visto che il percorso “è in strada”, mostro alla Simo la salita del Gavia, quella della Pantani dello scorso anno. Il commento è decisamente lapidario, “voi siete matti a fare delle salite del genere!!”
Arriviamo a Santa Caterina Valfurva, dove alloggeremo per l’intero weekend. Il pomeriggio saliamo sullo Stelvio, per capire le condizioni della strada, e soprattutto per fare un sopralluogo della salita che si andrà ad affrontare il sabato. Salendo sui tornanti dei 20km circa di salita che ci separano dalla Cima Coppi, mi rendo conto che chiedere alla Simo di seguirmi in una impresa così ostica, specie per chi come lei sono mesi che non si allena (tranne un paio di uscite a Marina di Ravenna), sarebbe davvero una gran cattiveria, e allora la convinco a ripiegare sulle terme di Bormio in attesa del mio ritorno.

Il giorno seguente, cioè il venerdì, decidiamo comunque di farci un giretto in bici, visto che la mattinata, nonostante la temperatura piuttosto “freschina” sembra promettere bel tempo. Chiediamo all’albergatore un consiglio su un giretto non particolarmente difficile e ci viene così proposto di raggiungere le Torri di Fraele. Si tratta di due torri situate a quota 1941m ma a noi non viene detto, salvo sentirci riferire che arrivati a Bormio, “dopo un po’” si gira a destra e percorsi due o tre km si arriva alle Torri. Fra andata e ritorno da Santa Caterina (paese che ha dato i natali a Deborah Compagnoni) saranno al massimo una trentina di km!! Decidiamo così di dare ascolto alle indicazioni riferite e partiamo verso Bormio. Da Santa Caterina, sono circa 12km tutti in discesa, tanto è vero che la Simo si sorprende per la media che indica il suo contakm all’arrivo a bormio, quasi i 30 all’ora!! Io penso invece a quando dovremo tornare indietro, facendoli in salita!!!
Dopo un momento di dubbio, riusciamo ad imboccare la strada che indica le Torri di Fraele come meta finale e cominciamo a salire su un pendio per nulla facile. Dico alla Simo di mettere il 29 e di trovare un ritmo di pedalata che non la faccia andare in affanno, evitando così di entrare in crisi. La mia compagna di pedalata mi ascolta e la vedo salire faticando ma senza ansimare, buon segno. Dopo circa 5km di salita piuttosto impegnativa, comincio a nutrire dei dubbi sulle indicazioni dell’albergatore. Ad un certo punto, dietro ad una curva si apre una bella vallata e guardando in cima noto due costruzioni semi diroccate con una salita che li raggiunge fatta perlopiù di tornanti, come si vede dalla foto. Temo il peggio che infatti mi viene confermato da una coppia che sta facendo un picnic poco più avanti. Le Torri sono quelle che vedete, e la salita è quella che vi si para davanti, la loro risposta!! Guardo la Simo e penso sia il caso di evitare lo sforzo ma proprio in quel momento sopraggiunge un signore in mountain bike che ci da una bella notizia: “il pezzo più duro l’avete già fatto, la salita sui tornanti si fa abbastanza bene!!”
Guardo la Simo e vedo nei suoi occhi la voglia di provarci e allora partiamo in direzione delle Torri. In effetti nel salire, ci rendiamo conto che il pendio è si impegnativo, ma era più impressionante la vista. La Simo sale regolare e la vedo pedalare davvero bene sino a quando mi rendo conto che siamo ormai arrivati, e superato l’ultimo tornate l’avviso che la meta è a qualche centinaio di metri. Dietro di noi stanno sopraggiungendo due ciclisti, e la Simo mi chiede a che distanza sono!! Avrai circa un centinaio di metri di vantaggio le rispondo, e a quel punto sento un “click” del suo cambio, mi giro e la vedo pedalare con grande foga e accelerare in modo piuttosto evidente. Uno spettacolo!! Mi affianca e mi dice che non vuole farsi superare, ed infatti arriva alle Torri aumentando il vantaggio sugli “inseguitori”, mostrando un viso sorridente e piuttosto soddisfatto. Il bello però deve ancora venire!!!
Raggiungiamo a poche centinaia di metri dalle Torri un rifugio perché nel frattempo il cielo si è fatto molto scuro. Decido allora di dare a Simo cellulare e soldi per rimanere all’interno del rifugio e riparto per Santa Caterina con l’intento di andare a prendere l’auto per poi ritornare a prendere la ciclista!!
Mi “fiondo” in discesa come il Falco, o come dice il mio amico Cioni, il Savoldelli dei poveri, e arrivato a Bormio comincio la salita per Santa Caterina (si tratta poi del primo pezzo del Gavia). Arrivo ansimante all’Hotel mentre comincia a piovere. Chiamo la Simo che mi chiede se ho preso la pioggia, al rifugio sta diluviando. Prendo l’auto e corro verso il rifugio, arrivo con i panni asciutti per la mia “scalatrice” e finalmente possiamo rilassarci davanti ad un bel piatto di Pizzoccheri seguiti da un secondo di carne alla griglia e polenta fumante. Il ritorno in auto è tutt’altra cosa!! Un “bravissima” alla mia Simo, che nonostante la quasi mancanza di allenamento si è fatta 15km (dovevano essere tre o quattro!!) di salita con quasi 900m di dislivello in 1h 41m alla media di circa 8.91kmh. A domani per il racconto del sabato!!!
Salutoni
Sandrino

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Sandrimo..come mai non sei salito dal prato dello stelvio? per simo era piu' abbordabile
ciao Morena

Sandrino ha detto...

Perchè eravamo alloggiati a Santa Caterina che sta sul versante di Bormio e andare dall'altra parte era impresa ardua visto che chiudevano il passo. Penso che al suo passo la Simo sarebbe arrivata in cima, ma visto il freddo che c'era, avrebbe poi patito terribilmente in discesa, quindi è andata bene così!!
Salutoni
Sandrino