31 agosto 2010

Weekend allo Stelvio, il sabato...

E arriva il giorno che aspettavo da tempo...
La mattina è fresca, il cielo non è di quelli che ti aspetti, ma almeno non piove, per il momento!
Colazione con la Simo che mi accudisce come fosse il Direttore sportivo di una squadra professionistica, e poi saliamo in macchina e andiamo a Bormio. Parcheggiamo nel posteggio delle terme, mi preparo e dopo i saluti, parto per la scalata. Ci sono già parecchi ciclisti che stanno salendo verso il primo dei 40 tornanti che ci dividono dal passo. Al 38° tornante, ci sono le transenne e da quel momento la strada è solo dei ciclisti o di tutti quelli che salgono senza mezzi motorizzati, la festa ha inizio. Cerco di non forzare, ma la foga e la voglia di fare bene, mi portano nel primo km ad assumere un'andatura piuttosto baldanzosa che mi impongo di calare, altrimenti il rischio di scoppiare potrebbe esserci. Rallento un attimo e mi metto a pedalare ad un passo a me più congeniale, tenendo gli 11 orari come riferimento. Comincia a piovere, seppur in modo leggero e temo il peggio. Il cielo è piuttosto grigio, ma le previsioni parlano di miglioramento nel corso della giornata. Incrocio le dita e vado avanti. Al quarto km smette, e tiro un respiro di sollievo. Rimane un vento piuttosto impegnativo che come sempre accade, tira esattamente in senso contrario alla direzione in cui sto andando io e tutti gli altri. Continuo a salire regolare, ma noto che la mia andatura è comunque più alta rispetto a tanti altri, infatti supero continuamente persone, mentre saranno solo in sei a superare il sottoscritto al termine dell'ascesa, dandomi quindi una buona indicazione sul mio stato di forma.
Arrivo alla prima serie di tornanti e me li godo ad uno ad uno, come fossero fette di torta!!
Dopo circa 15km, la strada spiana, o per lo meno si entra in una vallata dove la pendenza è decisamente più abbordabile, e dove è situata una costruzione gestita dagli alpini. Mentre transito davanti alla casa, sulla soglia c'è un signore anziano, col tipico cappello con la piuma d'aquila in testa e lo saluto alla mia maniera. Il vecchio risponde sorridendo al saluto, sollevando il cappello e abbassando il capo, citando testuali parole: " al passaggio della maglia rosa mi inchino"!! Lo ringrazio e proseguo nella mia scalata.
Non mi fermo a nessun ristoro, voglio arrivare in cima senza soste.
Arrivo agli ultimi 3km e davanti a me ho una donna che sta salendo sui pedali con un bel ritmo, ed un signore che ogni tanto riesco ad avvicinare, ma poi mi stacca nuovamente. Li prendo come riferimento, e finalmente raggiungo la donna a cui faccio i complimenti per la grinta, quindi riesco a raggiungere e superare l'altro signore che evidentemente, vuoi per la maglia che indosso, vuoi per puro spirito agonistico, mi si mette a ruota e cerca di superarmi nuovamente. Mi rendo conto che manca solo un km e allora spingo maggiormente sui pedali alzando l'andatura e dopo qualche centinaio di metri, non avverto più alle mie spalle il respiro ansimante dell'uomo. Arrivo all'ultimo tornante, a 250 metri dal passo e mi giro per vedere dove si trova lo sfidante. Lo vedo staccato di sotto, deve ancora arrivare al tornante e mi sta guardando con l'aria di chi sta pensando: "mi hai staccato ma non mollo!"
Mi rendo conto in quel momento di avere ancora un'ultima carica di energia e allora lo guardo, gli stampo uno dei miei sorrisoni del tipo "guarda adesso cosa ti combino" mi alzo sui pedali, passo dal 27 al 25 e scatto con tutta la forza che ho dentro, arrivando in cima felice per la prestazione.

Come mi fermo però, mi rendo conto che la temperatura è piuttosto bassa, circa 7 gradi!! Sento un gran freddo, comincio a tremare come una foglia, mi faccio fare la foto e messo il Kway, ridiscendo subito. Nello scendere mi tocca fare una cosa che non avevo fatto durante la salita, e cioè fermarmi a metà del percorso. Devo scaldarmi le mani che si sono congelate sfregandole e soffiando nel tentativo di riportarle in funzione perchè frenare stava diventando arduo, quanto pericoloso. Scatto la foto dei tornanti che mi appresto ad affrontare in discesa e riparto. Finalmente, dopo aver patito molto di più che durante la salita, arrivo a Bormio dove mi attende il mio "Direttore Sportivo" che mi aiuta ad indossare una felpa e a calmare il tremore che non mi abbandona per almeno altri 10 minuti. A parte il grande freddo, il risultato mi soddisfa, percorsi i 20,5km di salita, con circa 1500m di dislivello, in 1h e 49minuti. E viste le condizioni atmosferiche del giorno precedente poteva anche andare peggio.
Anche lo Stelvio e la mitica Cima Coppi sono state messe nell'album dei miei ricordi di neofita ciclista.....evvai!!!
Salutoni
Sandrino

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande Sandrino!! E grande anche Simo!!! e sopratutto coplimenti per il bel articolo scritto.
Enrico P

Anonimo ha detto...

ciao Sandrino
complimenti
Morena