01 aprile 2014

Bella e durissima la Granfondo di Firenze.

Ci siamo iscritti presto per questa Granfondo. A Luglio 2013. In una torrida serata da Tony, durante un aperitivo, abbiamo visto che era stata posticipata di un mese e ci siamo iscritti subito, anche per avere numeri bassi e partire nella prima griglia.
Ci siamo alzati presto questa Domenica, fine Marzo è arrivato e con lui il giorno della Granfondo di Firenze. Con la Granfondo di Firenze è arrivata pure l'ora legale. Questo particolare, quella calda sera di Luglio non l'avevamo considerato. Non è stato un particolare di poco conto. Alzarsi alle 5:30 di Domenica Mattina è giá di per sè duro, se poi in realtá sarebbero le 4:30, è veramente da matti. Più di un pensiero di rinuncia mi ha attraverso la testa, prima di alzarmi dal caldo e soffice lettone, ed è stato un sollievo quando Lorenzo è salito in macchina dandomi il buongiorno:"Ma chi cazzo ce l'ha fatto fare!"
Siamo entrati in griglia con animi differenti. Lorenzo era timoroso, i 140 km di sabato con quelli del Bike Studio erano ancora sulle gambe e non sapeva come queste potessero rispondere ad altrettanto chilometri. Stefano era tranquillo, finito nell'ultima griglia, deciso a fare il corto per non ridursi sfinito come alla Cassani.
Guido era carichissimo, pronto a massacrare le gambe giá dai primi chilometri, come sempre.
Io non ne avevo mezza voglia, ancora assonato sono partito svogliato e vuoto. Durante il trasferimento dalla Partenza al chilometro zero,( unica pecca di questa Granfondo organizzata egregiamente), mi sono fatto sfilare da parecchi assatanati, che pur di recuperare qualche posizione salivano sui marciapiedi, saltavano aiuole, distruggevano specchietti delle auto. Inizia Fiesole, curva a destra si sale, beep del passaggio del cheep e comincio con agilitá la scalata. In molti mi superano con il rapportone e in molti nel tratto più duro rimbalzerano con le gambe cementate. Dopo Fiesole la strada continua a salire, leggera con qualche saliescendi. Mi trovo in un gruppetto di tre a fare una buona andatura, ma sono costretto a lasciarli per fermarmi al ristoro e riempire la prima di cinque Borracce( mai bevuto così tanto). Dopo la discesa un bel tratto di pianura attraversa il Mugello fino all'inizio del Passo del Giogo, dieci km impegnativi ma bellissimi, tornante dopo tornante sali verso il cielo, lasciandoti Barberino alle spalle. Lo comincio bene, ma a metâ le gambe sembrano non voler più mulinare i pedali. Vuote, completamente, proseguo con la poca spinta che mi consentono di andare avanti, mentre penso che potrebbe diventare una lunga Granfondo.
Mentre mi butto in discesa verso Firenzuola, Guido lascia Lorenzo sulla Futa dopo 60 km tirati a tutta.
Lorenzo proseguirá forte fino alla fine e per poco non entrerá tra i primi 100. Da Firenzuola si sale sulla Statale della Futa, da una stradina, che dopo un paio di tornanti si impenna con strappi ripidi e lunghi. Cinque chilometri veramente infernali, le mie gambe non ne vogliono sapere ma riescono a portarmi sulla Statale. Al Passo mancano ancora 6km e qualche strappo molto impegnativo. Comincio a preoccuparmi, la mia andatura è costantemente bassa, dopo l'ennesimo ristoro, a un chilometro dal Passo, un ragazzo mi chiede l'orario e i km fatti. 75 km in 3:20, è giá passato mezzogiorno e mi rendo conto sempre più di essere andato veramente piano. Comincio la discesa e succede qualcosa. Forse il panino alla Nutella al ristoro mi ha risvegliato. Affronto i tornanti della Futa senza toccare i freni, rimonto posizioni su posizioni e anche i tratti in salita a Scarperia me li faccio tutti di slancio e nessuno riesce a starmi dietro. Tra splendide colline e viali di cipressi proseguo solitario finchè non mi giro e vedo un grupetto, con la lingua fuori, che mi insegue. Non gli faccio far fatica mi fermo e gli aspetto. Mi riposo un pochino a ruota poi mi rimetto davanti a tirare. Giriamo attorno al Lago del Bilancino tra scenari splendidi e con le spiaggiette piene di gente, con le braci calde e la carne a cuocere. Io il ragazzo che mi aveva chiesto l'orario e un altro fuori gara, tiriamo tutti i 20 km attorno al lago, mentre gli ultimi dieci, che portano all'ultima salita, li tira come un motorino, solo il "Portoghese" fuori gara. Lo affianco ad inizio scalata e lo ringrazio per l'ottima andatura. Comincio a salire, stacco tutti tranne il ragazzo dell'orario, che anzi stacca me. È veramente grosso, anche parecchio sgraziato sulla bici, sembra un cinghiale e come un cinghiale in salita va fortissimo. Lo tengo comunque nel mirino, ma in cima all'ultimo ristoro mi devo fermare a riempire la quinta borraccia. Meno 15 km riparto a tutta e non mi fermo più, in discesa verso Fiesole, e poi verso Firenze riprendo un sacco di gente, tra cui il "cinghiale". Solo lui e un altro signore mi rimangono a ruota fin sotto via Salviati, strappo di 300 metri al 20% dove è posto l'arrivo. Mi salutano i due "passeggeri" e mi ringraziano. Il signore si staccherá, mentre il cinghiale mi rimane davanti a mezzaruota, zigzagando insieme tra chi è sceso e spinge a piedi e chi non molla, ma barcolla parecchio. Tagliamo il traguardo insieme lui tira dritto, io mi attacco al tanicone dell'acqua del ristoro. Non sono costato niente all'organizzazione per consumo d'acqua...
Ma a parte i litri ingurgitati, è stata proprio una strana giornata in bicicletta, con metà gara, certamente più dura, fatta in 3 ore e 20 e l'altra metá in 1 ora e 50. Strana giornata in bicicletta, strana ma come sempre splendida. 

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