31 maggio 2016

Quasi neanche una goccia

Era da dire e l’avevamo detto, prima o poi questa cosa del “neanche una goccia” l’avremmo pagata. E così è stato.

Sette e trenta sotto l’Agip di Zola, scendono già delle gocce anche se nel cielo qualche sprazzo di azzurro si vede ancora. C’è indecisione generale, ma la elimino subito. Si parte comunque, Porrettana finché si può poi al massimo si torna indietro. Difficilmente si riuscirà ad andare a Pistoia, ma alla sera lo avevo preannunciato ai ragazzi, dopo aver visto le ultime due tappe del Giro d’Italia, sarei uscito anche con la neve.
In negozio recuperiamo Ramon e Filippo, mentre a Sasso ci aspetta Simone. La Porrettana scorre veloce sotto le ruote, anche troppo, Baccigotti è una locomotiva e un paio di volte lo richiamo all’ordine. Tony rimane a ruota, ma il ricordo dell’Abetone, alcuni anni fa, rimane indelebile.

Non piove e non sgocciola. Siamo circondati da nuvoloni neri e minacciosi, ma davanti a noi l’azzurro domina le altitudini Appenniniche. Dove proseguire è la domanda che ci facciamo tutti. 

Fabio propone Vedegheto, ma tiriamo dritto.
Mosca vorrebbe salire Cereglio, proseguiamo ancora, lasciando sul suo sguardo, un sentimento di terrore.
Ci fermiamo a Riola, pipì veloce e occhiata alle previsioni. Davanti a noi, verso la Toscana, la situazione sembra più che accettabile, dietro le montagne però, si vedono alcune nubi che non promettono asciutto e caldo. A destra, verso il Modenese, il nero è quasi impressionante, mentre a sinistra verso i due Bacini splende un sole incredibile. Dubbi zero. Si va Suviana.

Tutti tranne uno. Mosca torna a casa, la paura della pioggia è troppo forte. Già è tiratissimo, se si bagna e si restringe di più dopo in salita chi lo tiene? Poi mangia poco, soprattutto ferro, effettivamente rischia di arrugginire. Mentre saliamo sotto un sole spettacolare e un tepore estivo, lo prendiamo non poco in giro. Pagheremo anche questa!

Il Lago di Suviana è leggermente increspato riflettendo i raggi del sole sui monti. Il blu del Lago, l’azzurro sopra di noi, il verde dei monti e quel nero di nuvoloni sempre più cattivi. Pedaliamo nel limbo, dovunque è nero, tranne sopra di noi. Durerà?

Lo  Zanchetto da Suviana è la salita dei Bolognesi insieme alla Raticosa, ma come paesaggio non ha eguali. Si parte dalla fine della diga, si sale sempre o quasi, due vecchie frane disegnano riposo ma non è certo realtà. Si sale fino al Passo ognuno del suo(passo), c’e chi forza ed esplode, chi vuole sentire il botto, chi si risparmia per il ritorno. Ma questa salita, come dice Baccigotti, (che l’ha fatta con la neve in terra prendendosi nomi su nomi), è sempre bella.
Il sole se né andato, l’azzurro del cielo anche, ci fermiamo a Castiglione in una Piazza bella, accogliente e vivace, a prender l’acqua. Non potevano immaginare che quella fermata alla fontana ce ne facesse prendere così tanta…

Scendiamo veloci mentre la luce si fa sempre più rarefatta. Sono le 1030, sembrano le 17 del mese di Ottobre. Le bellissime curve verso Lagaro fatte veloci, con strada asciutta, sono un sogno, perché Tony indugia un pochino a mettere l’antivento, consigliato da me a Maniche corte, preso da lui a maniche lunghe.

Mentre mi giro a cercare la sua sagoma apparire, (invano) da una curva, guardo Castiglione allontanarsi. Guarderei Castiglione allontanarsi.
Perché Castiglione non si vede più, avvolta dal temporale e della tempesta. Indico dove eravamo pochi minuti prima e cerco il rientro di Tony, che non rientra. Continuo a guardare la strada davanti a me e ogni tanto mi volto dietro per vedere se Tony rientra.

Finalmente lo intravedo. La speranza di salvarci dal nubifragio risorge.

Mi volto e guardo l’orizzonte. Mi fermo.

Lascio passare Tony e mi metto l’antipioggia.

Fine delle speranze. Siamo a Creda, non piove, non fa temporale, semplicemente doccia. Il rischio di cadere è affievolito dal fatto che se succede non sarà una caduta, ma un tuffo. Guido tira il gruppo, mai sotto i 40 km/h, Filippo e Simone senza giubbotti, Filippo è quasi in orgasmo, gode proprio bagnato.

Arriviamo a Sasso e propone Mongardino. Dopo 45 minuti di nubifragio solo un deficiente lo seguirebbe.
Io sono il primo, il secondo è Baccigotti, il terzo, faticando, Ramon.
Deficienti per deficienti tanto vale fare San Lorenzo. Steve non vuole esagerare, ha una certa età , dopo la deficienza c’è la demenza, non vuol rischiare.
Dopo San Lorenzo, Ramon, propone Oliveto e Zappolino. Non piove più, sembra ci sia il sole, ma potrebbe essere un miraggio. Va bene essere deficienti ma basta poi via Raibolini fino a Poggio Respighi, senza sfidare ulteriormente la sorte.

Pistoia rimane in Toscana, Candeglia la spianeremo un’altra volta, ma che giro, un’innaffiata così a Maggio può solo aver fatto bene!

Forse..

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