12 giugno 2016

E con la Cooperatori ad Albinea, il Brevetto e conquistato!

Per una volta si parte davanti, anzi davantissimo.

Pronti via, curva subito a sinistra, mi alzo sui pedali, metto il 53, curva leggera a destra e spunta un cartello. Inizio prima salita 6,6 km. Ok, mi siedo, tolgo il 53 e comincio a far frullare le gambe. Da dietro cominciano a sorpassarmi, cerco di non dargli peso, voglio tenere un ritmo non troppo impiccato. A forza di farmi superare però comincio ad innervosirmi. Ma soprattutto comincio a sudare, sgocciolo sulla strada e non capisco perché, è sì umido, ma ci sono 15 gradi, sto tirando i remi in barca e non sono certo a tutta.
Galluzzo mi raggiunge quasi in cima e in discesa la musica non cambia. Non vado avanti, ho il limitatore inserito a velocità troppo basse per il livello odierno. Ale mi aspetta, ma alla terza volta lo invito ad andare. Mi dispiace perda i gruppi che io non riesco a tenere, poi mi dispiacerebbe, più avanti, riprendermi e staccarlo. Meglio lasciarlo andare. 

I Colli reggiani sono splendidi, non c'è il sole, sembrano le 18 di sera di una giornata di Novembre tanto è nuvolo, ma tra campi di grano, viti di Lambrusco e casolari in sasso, nonostante la mia partenza no, mi godo un panorama splendido. Panorama splendido e in salita. A Bologna i Reggiani li chiamiamo teste quadre, ma forse anche a noi a vivere in un posto, dove incredibilmente si sale tanto e si scende poco, qualcosa di quadro potrebbe venirci.

Metà della seconda salita, sento lo stomaco borbottare e improvvisamente lo sento parlare, volgarmente potrebbe definirsi rutto, in realtà mi dice "vai". Mangio un ciucciotto fragola e banana e scatto, riprendo il gruppetto che avevo davanti e lo stacco. In pochi han sentito il parlare del mio stomaco, perché intanto tuona, i rumori si sono uniti e in discesa infatti ha iniziato a piovere.

Sul fondovalle invece inizia a diluviare, al bivio un gruppetto di 15 mi riprende e mi saluta. Io giro per il lungo loro per il medio. Rimane con me solo un ragazzo, mi sta a fianco qualche minuto, parliamo un attimo e si mette a ruota.
La strada bagnata, allagata, riflette l'azzurro che in lontananza si comincia a vedere, intanto sulle nostre teste, continua a piovere.

Svolta a destra, si attraversa il ponte e si comincia a salire verso la Pietra di Bismantova. Salita di 5 chilometri, pendenza media del 7%, massima del 12. Salita vera e bellissima, una serie di tornanti poi la vista si apre sulla Pietra. Maestosa in mezzo all’Appennino vorrei fargli una foto, sono indeciso, metto una mano sul cellulare quando vedo, qualche tornante più su, un gruppetto. Ripongo l’idea della foto nel cervello, la resetto e mi rimetto a spingere.

Finalmente non piove più, finalmente le gambe girano che è un piacere. Il gruppetto lo riesco a riprendere dopo un bel po', insieme a tanti altri granfondisti che accusano la partenza in salita, la pioggia, il vento e il freddo.

Meno 20 km, continua la mia rimonta quando in cima ad un dosso vedo Guido, fermo. Ha bucato due volte, se non arriva l’assistenza dovrà conquistare il brevetto dell’Appennino nell’ultima Granfondo, la Scott di Piacenza. Penso che se avessi avuto la camera d’aria avrei potuto lanciargliela. Lo penso in discesa, appena l’ho visto la prima cosa che ho pensato è stata: “A sto giro arrivo prima io!”

Gli ultimi quindici chilometri sono con il cuore in gola, un signore fa l’elastico, si stacca in salita e mi riprende in discesa. Ai meno 5 lo riprendo, ma lui ha finito tutto quello che aveva in corpo. Abbiamo un gruppetto davanti, voglio riprenderlo. Mi riesce a dare un cambio, anche molto proficuo, poi tiro io. Quaranta, quarantacinque all’ora, ma il gruppetto non si avvicina, fino agli ultimi 500 metri quando  il percorso entra nella pista ciclabile. Una vera pista ciclabile, bellissima, non un marciapiede con verniciata sopra la figura del ciclista. Riprendo il gruppetto sullo strappo finale e il signore mi affianca e mi fa i complimenti, tagliamo il traguardo insieme e a bici ferme ci stringiamo la mano.
Sono sempre le conclusioni migliori.

Galluzzo e Simone sono alla macchina già cambiati, alla fine han fatto il medio e la figura di dover riprendere Ale e staccarlo me la sono risparmiata.

Steve arriva dopo dieci minuti e poco prima arriva anche Guido. Il Brevetto è conquistato. Per Steve è sicura la terza posizione, Guido invece rischia di aver perso il podio, ma a Piacenza potrà ribaltare tutto.
Doccia, Pasta Party con Tortellini, Birra e Prosciutto e si torna a casa.

Una domanda a metà strada mi sorge spontanea. Ramon causa ascesso non è potuto venire, ma il pacco chi gli e l’ha preso?
In 5 mi rispondono: “Io no.” Io neanche.

Un pacco gara di tutto rispetto. Tortelli, Lambrusco, Bandana, due borracce, Parmigiano Reggiano e barrette varie che per lui sono rimaste ad Albinea.
Che pacco abbiamo tirato a Ramon!

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