18 settembre 2011

Quattro Passi con gli amici!


Weekend sulle Dolomiti per alcuni di noi. Anche se oggi non siamo riusciti a pedalare sulle strade chiuse dei Quattro Passi, la bicicletta è stata lo stesso protagonista sia Venerdì, che Sabato. Venerdì mattina neanche il tempo di entrare in Albergo, (Zanarini all’entrata, ingiustamente cacciato come Vù Comprà, non è una battuta è la verità!) e già vestiti pronti per salire dal Pordoi, sul Sella, poi sul Gardena, sul Campolongo e nuovamente sul Gardena. Sabato, dopo una colazione abbondante ma non troppo, di nuovo Pordoi, Falzarego, Gardena e Sella. Protagonisti delle scalate, un Zanarini in spolvero, con sei giorni su sette in bicicletta nell'ultima settimana, (l’en plein gli è mancato solo per il maltempo di oggi), un Fabio Ferri affamato ma mai domo, un Potter mai in crisi ma affaticato, un Aureliano esagerato ma subito recuperato, un Tognetti Viaggiatore, dallo Scaffaiolo di Domenica scorso, al Falzarego di ieri e un Walterino riposato, senza bici, ma protagonista del giro dei Quattro rifugi, Col Rodella, Pordoi, Sass Pordoi e il Re Solei di Alba di Canazei. Insomma chilometri di salita non sono mancati, scenari da favola come solo le Dolomiti possono dare e aneddoti a non finire come sempre.

Un signore Veneto in cima al Sella, venerdì Pomeriggio, 77 anni, in sella alla Prince dedicata a Valverde e firmata Valverde, dipinta come la bandiera spagnola, con il cambio elettronico Stimano, del valore complessivo di 9000 euro. Vedendo la bici di Lorenzo domanda: “ Viner? Che Marca è? Svedese?” “ No artigianale Toscana, Pistoia” La simpatia verso il simpatico nonno Veneto svanì…

14 settembre 2011

Dal Mare allo Scaffaiolo, Emozione Pura!

Partire alle 7:30 dalla spiaggia a Punta Marina, arrivare alle 16:30 al Lago Scaffaiolo a 1800 metri d’altezza. In mezzo 180 km tra pianura, strapetti, strapponi, asfalto e sterrato. Una sensazione incredibile, strana, un misto di soddisfazione e commozione, sapendo che non hai fatto una cosa impossibile, ma hai attraverso, comunque, mezza Emilia Romagna, unendo due punti, così diversi, ma così particolari. Al mattino la tranquillità della spiaggia vuota, la risacca calma del mare. Al pomeriggio la voce del vento e l’acqua muta dello Scaffaiolo, quella pozza misteriosa madre di numerose leggende.
La nostra avventura parte sabato pomeriggio. Lorenzo, io e Maurizio l’Inossidabile Magnani, ci troviamo sul ponte del Reno, (altra acqua che scorre), a Casalecchio. Da qui via in stazione a Bologna, in sella alle biciclette e con gli zaini in spalla, percorrendo quasi esclusivemente la pista ciclabile. Al
binario ci troviamo con l’altro Maurizio e con Luca Carboni (il grande), facciamo conoscenza e saliamo sul treno diretto a Ravenna. Bici nel loro scompartimento in testa al treno, noi sparsi nel primo vagone. La prima volta per me, in bicicletta, in treno e bella esperienza, comoda e pratica. Poco più di un’ora e siamo a Ravenna. Qui ad attenderci un caldo, leggermente umido, che ci appiccica le maglietta alla pelle come una macchina del vuoto chiude una bistecca. Usciamo dalla stazione e di nuovo in sella verso Punta Marina. Neanche mezz’ora di viaggio, quasi tutto in pista ciclabile, e siamo in albergo. Sistemazione delle camere, (il Conte Maurizio l’Inossidabile
rigorosamente in camera singola) e doccia veloce. Dopo poco arrivano anche Paolo e Luca Carboni ( il piccolo), in furgone, carico delle Mountain bike che ci porteranno allo Scaffaiolo. Cena leggera ( dove abbiamo mangiato l’anno scorso nella gita al mare), a base di Spaghetti allo Scoglio, che più che scoglio era una montagna, e grigliata mista di pesce, vino, dolce e Limoncello. Rotoliamo verso l’albergo e proviamo a dormire. Almeno ci proviamo, il caldo afoso è schiacciante, Paolo ogni tanto Russa, io tossisco e Tognetti invece sogna una piscina. La mattina arriva presto, colazione abbondante come non ci si aspettava, e via verso la spiaggia. Sette ciclisti e Paolo in furgone. Il Bagnino, un po’ sorpreso di vederci, ci fa entrare in spiaggia, foto di rito con il sole ancora basso appena sorto e via verso Bologna. Usciamo da Ravenna senza difficoltà, attraversiamo il porto, passiamo dalla stazione e subito fuori il centro storico, eccoci sulla San Vitale. La prima ora la tira sempre io, poi anche gli altri ormai orientati verso Bologna, (è tutta dritta), mi danno una mano. Andatura costante sui 30-32 Km/h e dopo neanche tre ore e mezza siamo a Sasso Marconi. Abbiamo anche il tempo di fermarci a mangiare un panino e nel frattempo Tiberio si aggrega a noi. I primi strappetti della Porrettana sono uno sfogo dopo 100 km di pianura e quando a Marzabotto, di slancio, faccio la salita ai 30 km/h, tutti cercano di starmi dietro. Anche a Sibano alzo l’andatura, ma l’unico che mi segue e Luca Carboni il piccolo. In realtà non volevo certo metterla sull’agonismo, volevo solo avvantaggiarmi per scattare due foto. Nel frattempo l’unico che non si scompone e continua la sua costante marcia è Maurizio l’Inosiddabile.
Sembra in forma, ma il caldo incredibile di questo Settembre lo sta sciogliendo.
A Marano il ristoro organizzato da Luca Carboni, il Piccolo, a casa sua è rigenerante. La Porrettana è una fornace e tra Vergato e Silla il termometro toccherà i 37 gradi. A Silla inizia la salita. Il Corno alle Scale è là davanti a noi, lo Scaffaiolo subito dietro. Sono gli ultimi 30 km di strada, 27 in bici da corsa, 3 in sterrato. Sono tutti in salita, gli ultimi 3 in asfalto al 14%, gli ultimi 3 in sterrato tra i 10% e i 25%. Saliamo verso Gaggio, sparpagliati, io e Lorenzo Tognetti a buon passo, (forse anche troppo buono), Luca Carboni il grande e Maurizio l’altro, agili chiacchierando, Maurizio l’Inossidabile e Luca il piccolo, lentamente, con l’Inossidabile sempre più prosciugato. La strada che sale verso Querciola domina la valle. Castelluccio, Monte Acuto, Lizzano e Vidiciatico sono alla nostra destra, il Cimone davanti. Ammirando il panorama e chiacchierando io e Lorenzo arriviamo a Querciola e aspettiamo gli altri. L’Inossidabile si butta nella fontana dichiarando i suoi obbiettivi. Non sa se riuscirà ad arrivare al Cavone e molto probabilmente non salirà sullo
Scaffaiolo. Si riparte, si scende verso Vidiciatico e si sale, da qui, per gli ultimi 12 km d’asfalto verso il Cavone. Luca il Piccolo, Lorenzo ed io passiamo La Cà agilmente e continuiamo a salire verso Madonna dell’Acero. Lorenzo non conosce la strada e gi consigliamo di rimanere agile insieme a noi. A Rio Rì si entra nel bosco 3 km scarsi ed ecco Madonna dell’Acero. Da qui la strada s’impenna al 14 % per gli ultimi tre chilometri d’asfalto fino al Cavone. Luca il Piccolo ha giocato meglio le sue carte facenco i primi dieci chilometri di salita insieme all’Inossidabile,
prende venti metri che saranno impossibili da recuperare per me e Lorenzo. L’Inossidabile, intanto, a La Cà è salito sul furgone, per lui l’avventura sembra finita ma l’abile Paolo lo convincerà a salire in MTB e venire allo Scaffaiolo. Al Cavone dieci minuti di pausa tecinica per il cambio delle bici, si scende dalla Specialissima e si sale sulle MTB. Le prime pedalate sono un tormento. Dopo 176 km di bici da corsa e asfalto, trovare la pedalata sullo sterrato, con la MTB, è un’agonia. Il caldo afoso della pianura e il fresco
meraviglioso della montagna poi, creano uno scompenso che anche un cammello appena abbeverato sarebbe in disidratazione. Le sorgenti sono stranamente secche, forse la siccità di questa fine estate le ha prosciugate,
resta che dobbiamo arrivare fino all’ultimo km, alle Malghe, per trovare la fontana del pastore. Bevuta generale e quant’è buona l’acqua della montagna, ed eccolo
l’ultimo temutissimo chilometro, cinque tornanti anche al 25 % in una pietraia. Nessuno rimane in sella e si arriva ai meno 300
metri con le bici a mano. Ma questo non toglie la voglia di risalire in bici e sfrecciare dentro il lago, dopo nove ore di pedalata e una voglia pazza di arrivare. Grande soddisfazione, foto di rito e giro d’onore intorno al lago con anche piccolo guado. Poi sosta al rifugio e brindisi prima della discesa verso Cà Gabrielli, dove abbiamo concluso come avevamo iniziato, Mangiando!

05 settembre 2011

L'acqua del mare incontra l'acqua del Lago Scaffaiolo

Domenica 11 si farà! (se il bel tempo non ci abbandona)

Programma:

Entro sabato 10 portare tutte le bici e relativi bagagli in negozio.

Per chi andrà in Furgone a Punta Marina ritrovo presso il negozio alle ore 18.00, per caricare tutto il materiale, partenza alle ore 19.00

Alle ore 17.20 coloro che raggiungeranno Punta Marina in bici + treno, si troveranno sul ponte del Fiume Reno a Casalecchio, insieme andranno in stazione a Bologna, per prendere il treno alle ore 18.06.

Arriveranno a Ravenna alle ore 19.27, di li in bici fino a Punta Marina (20 minuti) cena e pernottamento.

Ore 06.00 sveglia, colazione e infine partenza.

La tabella di marcia prevede di essere a Casalecchio alle ore 11.00 / 11.30 circa. La pedalata continuerà fino al "Cavone" contiamo di arrivarci alle ore 15.30/16.30. Cambio di bici e via per l'ultima ora per raggiungere il lago Scaffaiolo per le ore 17.00 / 17.30 circa, che, se sono poi le 18 va bene lo stesso!

Rientro in bici fino a la Cà, dove si effettuerà la cena.

Rientro a Bologna in serata, (?) nottata, o al più tardi la mattina del lunedì.




04 settembre 2011

Giovedì 8 settembre Alla fira in bicicletta



Giovedì 8 settembre, inizia "La Fira Di Sdaz", e noi ci andiamo in bicicletta.Programma:Ritrovo presso Cicli Malini alle ore 19.15.Partenza alle ore 19.30Il percorso, stada asfaltata e stada sterrata per km 6.5, a parte il ponte sull'autostrada, è tutto completamente in pianura, adatto a tutti, bambini compresi.In circa 20/25 minuti, con tutta tranquillità raggiungiamo Palazzo Rossi, per chi interessato ci feriamo a mangiare presso l'associazione "La Metitrebbia". (prego confermare presenza)Piccola passeggiata curiosando tra i banchetti, poi alle ore 22.00, il ritorno.

31 agosto 2011

Stasera ore 20:30 da Paolo x parlare del Giro dei quattro Passi il 18 Settembre

Stasera
GIOVEDi' 1 SETTEMBRE 2011 ORE 20:30
ci troviamo da Paolo per mangiare qualcosa, da qualche parte e
per parlare del weekend proposto dalla
"Zanarini Eventi"
il 17/18 SETTEMBRE sulle Alpi, quando i Quattro Passi saranno aperti esclusivamente alle Biciclette.
Chi è interessato è pregato di essere presente!
"Zanarini Eventi" è sinonimo di qualità efficienza e professionismo...ehmm pardon, professionalità!!!

23 agosto 2011

L'acqua del mare incontra l'acqua lel lago Scaffaiolo

Allora ci siamo: domenica 11 settembre alle ore 06.30 si partirà da Punta Marina, con la bici da corsa, per poi arrivare al Lago Scaffaiolo in mountain bike.
I chilometri sono meno di 200
Il dislivello è meno di 2000 metri.
Per me, che la farò sul furgone d'appoggio, non mi sembra impossibile.
Raggiungeremo Punta Marina, Sabato 10 in serata, cena e nanna, alla mattina colazione alle ore 06.00, e partenza.
Dettagli e precisazioni, saranno disponibili appena sapremo in quanti siamo.
Al momento certi siamo in 4, e abbiamo già disponibile il furgone.
Tu vuoi mancare?
Conferma di presenza entro il 31 agosto.

18 agosto 2011

Giro dell'Abetone domenica

Domenica 21 ritrovo alla rotonda Biagi alle 6.45 e a Silla alle 7.30 per poi fare il giro dell'Abetone con ritorno a Silla e rientro.
Per chi non va, solito ritrovo alle 8 al negozio.

Per chi vuole, domani sabato 20 ci vediamo in MTB per fare il giro di Monte Mario e Monte Adone. 3 ore in tutto, torniamo a casa prima del caldone. Alle 8 solito posto.

17 agosto 2011

Un pò di MTB anche per me



Camminare è inversamente proporzionale a pedalare. Non fa certo bene, a chi va in bici con una certa costanza, fare trekking o camminare per ore nei boschi in cerca di funghi, che tra l’altro non ci sono. Me ne sono accorto subito, appena ho preso la stradina di casa verso La Cà, che le gambe erano ancora a funghi. Neanche 800 metri per arrivare a La Cà, ed avevo già delle gambe di cemento. Poco male, ho scelto di uscire in MTB stamattina, apposta per pedalare, tanto e il più agile possibile. Dopo la sosta, per riempire le borracce alla fontana in paese, scendo verso Vidiciatico e dal centro comincio a salire verso Monte Pizzo, dalla Budiara. Una volta era sterrata, ora fino all’Agriturismo, è asfaltata, rendendo lo sforzo in MTB, per me abituato alla specialissima, ancora più evidente. La salita tira, va dagli 800 metri di Vidiciatico ai quasi 1200 della Budiara, in poco più di tre chilometri. La pendenza media ve la faccio fare a voi. Da qui inizia il tratto sterrato bellissimo, con poca ghiaia, quasi in terra battuta, che arriva al rifugio di Monte Pizzo. Sono esattamente sopra Lizzano, mi affaccio sotto la terrazza del rifugio, nel campo di decollo dei parapendii. Il paesaggio è mozzafiato. Salgo in sella e scendo pochi metri, prendendo un altro sentiero che va alle Tese e poi ai Prati di Budiara. Da qui provo ad inerpicarmi verso la Sboccata dei Bagnadori, è un percorso segnato MTB, ma dopo aver fatto 500 metri con la bici in spalla, preferisco tornare indietro e scendere a Vidiciatico. Non ho molta voglia di fare tratti a piedi e delle indicazioni per le MTB non mi fido, dopo l’esperienza di questo inverno, quando mi sono fatto mezz’ora di camminata tra sassi e alberi. Scendo a Lizzano dalla pedonale, che è poi la vecchia strada che collega il capoluogo a Vidiciatico e che d’estate chiudono. Una bella discesa che fatta al contrario diventa un muro vero e proprio e che potrebbe essere una bella variante per la Dieci Colli 2012. Da Lizzano vado a Pianaccio, il paese natale di Enzo Biagi dove ora riposa in pace. Oddio non so se in pace visto l’attuale livello del giornalismo italiano. Attraverso il paese e arrivo alla Segavecchia, quattro chilometri scarsi in duecento metri di dislivello mi portano sotto il Corno alle scale. Quando il bosco si apre lo scenario è meraviglioso, la Croce in metallo è lassù a 1954 metri. C’è solo un chilometro tra me e lei, pendenza media 100%. Esiste un sentiero che si arrampica lassù dalla Segavecchia. Finché c’è il bosco ti aiuti con alberi e rami, quando il bosco finisce una cordata ti aiuta a non tornare indietro, molto più velocemente di quanto sei salito. Naturalmente io non salgo dal sentiero, non mi va di fare tratti con la bici in spalla, mi abbevero davanti al rifugio e comincio a salire ai Bagnadori dalla strada forestale tutta sassi e ghiaia. Quattro chilometri e duecento metri, alla pendenza media dell’otto per cento, i primi tre al 12%. Anni fa avevo messo il piede a terra in vari punti, oggi invece complice anche un fondo stradale leggermente migliore, riesco a farla tutta in sella alla media record dei 7,5 km/h. Al rifugio dei Bagnadori in nottata un gruppo di ragazzi ha fatto festa. Ci sono più bottiglie per terra che foglie sugli alberi. Saluto l’unico ragazzo sveglio e mi dirigo verso Madonna dell’Acero. La “Strada dei Signori” è bella, sia in discesa che in salita e non ho problemi ad arrivare al Santuario. Da qui salgo al Cavone lungo quei tre chilometri che con la “corsa” sono durissimi, con la MTB lentissimi e infiniti. Mi supera un ragazzo con la specialissima, provo a stargli dietro per un centinaio di metri, ma il cambio fa le bizze e rinuncio subito ad un massacro annunciato. Riesco ad arrivare alle piste in modo comunque degno. E’ quasi mezzogiorno e la mia idea di fare Capanna Tassoni salta. Mi addentro comunque fino a sotto lo Spigolino lungo le piste. Qui, lungo il sentiero, un simpatico signore tiene in mano, fiero, un bellissimo Porcino. Mi fermo gli faccio i complimenti, mi risponde che è probabilmente l’unico della zona e che lo aveva trovato li a bordo sentiero e provava a cercare qualche fratello. Lo avverto di stare attenti alla forestale, oggi partono delle multe. Mi risponde di non preoccuparmi, lui ha il tesserino. Anche io ho il tesserino, ma oggi è mercoledì, è giornata di riposo, non si può raccogliere. Mi guarda, torna sul sentiero e se ne va. Rido e riprendo a pedalare fino all’incrocio per Passo del Lupo poi torno indietro. Nel punto in cui ho incontrato l’esperto fungaiolo mi fermo. Che voglia di scendere e vedere se i fratelli ci sono davvero, ma mi trattengo risalgo in bici e vado a casa contento. Nelle gambe 50 km, 1700 metri di dislivello, tornerò domami mattina a cercare i fratelli Porcini e a salutare la montagna. Chissà che lei non mi saluti con una bella “bollata”…


05 agosto 2011

grappa & birra

Mercoledì 10 andiamo a fare il monte Grappa, partendo e tornando a Pedavena, dove ci fermeremo a fine giro per quello che è il vero scopo del tutto: la birra e i piatti spettacolosi della birreria storica.
Ritorno a casa per il tardo pomeriggio.
Per chi vuole, ci mettiamo d'accordo domenica.

01 agosto 2011

2 idee al quadrato= Ravenna-Lago Scaffaiolo

Unire due idee di Paolo, come unire due punti geografici e farne un giro.
E’ questo che ho fatto e che proverò Domenica prossima 7 Agosto.
La prima idea pensata dal Boss, qualche tempo fa, era quella di fare un giro in bici da corsa, finirlo alle Polle del Corno alle Scale, cambiare bici, salire in MTB e raggiungere lo Scaffaiolo.
La seconda era quella di partire dal punto altimetrico più basso del Bolognese, tipo Molinella, e arrivare al punto più alto, appunto le Polle del Corno alle Scale. Da qui ho sommato le due idee e il prodotto l’ho elevato alla seconda.
Domenica partirò alle ore 6 da Marina Romea, Ravenna, arriverò alle Polle del Corno alle Scale, Bologna, scenderò dalla bici da corsa, salirò sulla MTB e arriverò allo Scaffaiolo. Unirò due punti geografici d’incredibile importanza storica, oltre che straordinariamente simbolici. Il punto più basso dove l’acqua tocca la terra, cioè il mare, unito al punto più alto dell’Emilia Romagna, dove l’acqua trova riparo e riposo, il Lago Scaffaiolo.
Partirò da Marina Romea, dal Bagno Costa Azzurra, un posto che nel basso medioevo, 5oo DC, non esisteva neanche, non era ancora bonificato. Ravenna era una grande città, era la capitale dell’impero romano d’Oriente e il suo porto uno dei più importanti del mondo.


Arriverò al Lago Scaffaiolo, tuttora di sconosciute origini e attorno al quale sono girate mille leggende.
Boccaccio, in una delle sue novelle meno note, diceva che bastava lanciarci un sasso per far scatenare venti e tempeste. Nei tempi nostri, chi frequenta il Corno alle Scale, sa bene che il vento e le sue tempeste, sono ben presenti, ma all’epoca, salivano da Pisa, universitari, ricercatori e scienziati per cercare di capire, se questa novella era veritiera o no. Quando si capì che non lo era, si pensò, tra i montanari, che il lago fosse collegato direttamente al Tirreno e ne seguisse le mareggiate. In realtà, naturalmente, niente di tutto questo. Lo Scaffaiolo è alimentato da pioggie e dallo scioglimento delle nevi, probabilmente, anche da un ruscello sotterraneo che scende dal Cupolino. Sicuramente, il lago nel Medioevo era tra le vie più frequentate che collegavano l’Emilia alla Toscana, uno dei passaggi diretti dal Mare Adriatico al Mar Tirreno. Attraversando prima la pianura Padana e poi la Maremma. Non è poi così azzardato pensare ad un viandante, un commerciante di tessuti, che venuto da Costantinopoli, voleva recarsi verso il Tirreno, attraversando Bologna, salendo i suoi Monti, fino al Passo dello Strofinatoio, verso il Passo Calanca (ora Passo tre Termini), vendere e ricavare monete allo Scaffaiolo, per proseguire il viaggio verso i porti del Tirreno che conducevano in mondi nuovi e inesplorati.

Domenica proverò con tutta calma questo percorso, ma sarà solo una prova! Per chi vorrà seguirmi, se ci sono altri pazzi, gli appuntamenti sono:

Ore 6 al Bagno Costa Azzurra a Marina Romea, Ore 10 a San Biagio da Paolo e Ore 13 al parcheggio prima della galleria alle Polle(da qui solo in MTB)

AVVISARMI VIA SMS SE SI è PRESENTI SE NO TIRO DRITTO.

Ma come detto questa sarà una prova, cioè, proverò il percorso per voi!

Si perché il vero Giro lo faremo INSIEME:

Domenica 11 settembre

organizzato così:

In base alle presenze affittiamo un furgoncino per caricarci e caricare le bici, prenotiamo una notte al mare per il sabato e la Domenica si fa il giro. I chilometri sono molti, vicini ai 200. i Primi 120 km sono di assoluta pianura. Poi Porrettana fino a Silla e da li venti chilometri agili fino a La Cà, sei un pochino più impegnativi fino a Madonna dell’Acero, tre chilometri al 14% fino al Cavone e 4 in sterrato, con l’ultimo oltre il 20% verso lo Scaffaiolo. Non è una cosa impossibile da fare ma una bella impresa da mettere in bacheca. Certo, non è una cosa da Prof!

A proposito, l’ultima volta è stato avvistato proprio allo Scaffaiolo. Era in bici, una delle sue bici. Stava andando a Viareggio! Meravigliati? Perché?Vorrete fare mica la “Firenze mare” per andare in Versilia, c’è sempre fila!

12 luglio 2011

Maratona delle Dolomiti 2011

Che dire... Sarà stata l'emozione della prima volta, saranno state le condizioni meteo perfette che di più non si poteva, sarà stata la sensazione di essere in una festa di 3 giorni in cui il ciclista è al centro dell'attenzione e non sopportato a malapena come quasi sempre, sarà che era la prima volta che andavo in Val Badia e sono rimasto folgorato dalla bellezza dei posti, insomma è stato un weekend da favola!



Comunque, bando alle ciance, bisogna seguire la falsariga degli articoli di Potter, quindi essenzialmente: cosa abbiamo mangiato?
Arrivando io e mia moglie venerdì sera ci siamo fermati in un ristorantino ad Ortisei, strigoli di primo, filetto di cervo con crauti rossi e un calice di lagrein, tutto buonissimo, ristorante da segnare.
Partendo dalla fornace di Bologna abbiamo poi particolarmente apprezzato di dover dormire con la copertina.
Il sabato mattina ritiro del numero, visita agli stand e soliti acquisti di qualche gadget inutile ma bello. Nello stand del Centro Mapei ti facevano gratis la valutazione della percentuale del grasso corporeo, sorvoliamo sui risultati, in ogni caso il consiglio finale è stato: "se vuoi essere performante devi dimagrire", grazie lo sapevo già!
Dopo abbiamo preso la seggiovia e siamo saliti sul massiccio Santa Croce, breve passeggiatina in quota, pranzo al rifugio e relax al sole (dimenticavo: cajinci, una specie di ravioli con spinaci locali e
kaiserschmarren, mezzo litro di birra weizen). Riposino pomeridiano, poi passeggiata in centro a Corvara per gli acquisti di prammatica, speck e strudel, poi cena in albergo messa a punto della bici e poi a
nanna. Durante tutto il sabato, dall'alba al tramonto traffico ininterrotto di ciclisti in ogni strada e in ogni direzione, incredibile erano sempre le macchine che davano la precedenza ai ciclisti.

Ma veniamo alla domenica: sveglia ore 4.40, colazione e poi in griglia, per essere le 6 di mattina in montagna al buio oltre i 1000 mt non era neanche freddo, tanti ma tanti stranieri.
Al via prima sensazione strana: non c'è stata la solita frenesia delle partenze delle granfondo, nessun esagitato che cercava di passare in ogni buco, ma tutti calmi e col sorriso, sarà stato che pronti via eri subito in salita sul passo campolongo, comunque questo umore generale è durato per tutta la gara, tutti contenti e felici anche se si faceva fatica.
Ovviamente paesaggi da favola ovunque, già sul primo Campolongo alle 6.30 di mattina tanta gente a fare il tifo, sul Pordoi un serpentone ininterrotto di ciclisti e di macchine neanche l'ombra... Per non parlare delle discese, fondo stradale ottimo e traffico chiuso, che libidine!




Che freddo scendendo dal Pordoi, ti fiondi giù da 2240 metri sul versante nord tutto rigorosamente all'ombra e sono le 8 di mattina... Meno male che mi avevano avvertito e ho risolto in parte con un nuovo materiale rivoluzionario che va inserito sotto la maglietta, il Giornal-Tex™, non avevo l'originale (Gazzetta dello Sport) ma ho usato una sottomarca.

Da brividi anche l'attraversamento di Colfosco, ai piedi del passo Gardena: dopo aver fatto "a bombazza" tutta la discesa arriviamo all'inizio del paese e rallento un po, mi aspetto le solite curve secche, pavé e strade strette dei paesini di montagna, invece vedo gli altri che si buttano in posizione ad uovo, allora anch'io! Insomma siamo passati in centro a Colfosco fra le case e due ali di folla che applaudiva ai 75kmh! (era un drittone unico, neanche una curva)



Ma veniamo alla gara in se: Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, ancora Campolongo, Giau e Falzarego, sempre su oppure sempre giù, pianura niente. Prese singolarmente, a parte il Giau, non sono salite impossibili se fatte da sole, ma dai una, dai due, dai tre, arrivi ai piedi del Giau che hai già fatto 5 passi dolomitici e lì hai la mazzata finale.




Infatti sono arrivato a Selva di Cadore tutto sommato bene e senza mai fuori soglia, inizio il Giau e penso "dopo il Valles non mi fanno certo paura 10 km al 10% medio" ed infatti sono arrivato in cima tutto sommato bene per i miei standard, poco più di un ora di scalata, ma lì ho esaurito tutte le forze. Il Giau è traditore, arrivi ai -3 km e vedi già il passo, ti sembra di essere già arrivato, invece gli ultimi 3km non passano mai, l'ultimo km è eterno, gli ultimi 500 mt. sono infiniti. Insomma sull'ultimo passo Falzarego, che dovrebbe essere la mia salita, le gambe proprio non avevano più forza, non andavo più su.
Dalla classifica ho visto che dai piedi del Giau all'arrivo mi hanno superato in 467, considerando tutti quelli che ho ripassato nelle due discese praticamente una mezza granfondo.
Comunque ho finito in 6h 55min, 1662esimo, buono per me.



Considerazione finale: l'anno prossimo farò di tutto per esserci ancora, a costo di comprare il pacchetto pettorale + hotel a prezzo maggiorato. Bella bella bella.
A proposito: a mia moglie, che non è mai andata in bici, è così piaciuta la manifestazione, pur vissuta da spettatrice, che alla fine mi fa: " se inizio ad andare in bici adesso l'anno prossimo la posso fare anch'io?"

PS: Chiedo scusa al Club Malini Bici ma ho corso con la maglia della manifestazione, non me la sono sentita di indossare la divisa sociale nera con tutto quel sole.