21 settembre 2015

Ubriacante Gallo Nero

Il Chianti non perdona, se ne abusi non vai piú avanti. Ti prende la testa, da leggera diventa pesante e disorientata, lo stomaco si contorce e le gambe non ti reggono più, le senti vuote incapaci di muoversi.
Non sto parlando del vino, sto parlando del Territorio del Gallo Nero, il Chianti, splendida zona nel cuore della Toscana.
Continui su e giù, salite dalla pendenza impercettibile ma costanti, intervallate da picchiate che portano all'inizio di veri e propri muri, la cui pendenza non solo si vede ma soprattutto si sente. Attorno solo boschi, vitigni e Ulivi, poderi maestosi, muretti a secco che delimitano i confini delle varie proprietá con casolari antichi a dominarle.
In questo scenario siamo andati a pedalare per l'ultima Granfondo dell'anno, ed é stata una gran bella pedalata.
Pochi partecipanti, sotto il migliaio, Guido, Lorenzo e Galluzzo si ritrovano giá nelle prime file durante la discesa che porta al chilometro zero, tanto che con Scomazzon ci chiediamo se vogliano andare in fuga.
Una decina di chilometri tranquilli quasi tutti a scendere e poi all'improvviso una leggere svolta e si comincia a salire. Si passa, molto gradualmente, dai 50 orari ai 30, verrebbe da mollare ma con il gruppone allungato é difficile mettersi a fare il proprio passo. Bastano pochi chilometri peró che tutto viene naturale, io mi stacco dalla coppia magra Tognetti-Frigieri e Scomazzon si stacca da me. La salita finisce in cinque chilometri, forse meno e ci si ributta in discesa. Il mio gruppo va a riprenderne un'altro e nelle prime posizione vedo Ale Galluzzo. Ogni strappetto gli guadagno metri, mi sembra quasi di essere un giocatore di rugby, che aspetta il varco giusto per riuscire ad andare alla meta. Ci riesco alla fine della discesa quando una curva a novanta porta in un drittone di trecento metri che sale verso il cielo, improvviso e cattivo. Raggiungo Alessandro, lo incito e lui si mette a ruota. Io davanti in salita, lui davanti in discesa, tanto che a un certo punto gli esterno il mio fastidio nel dover far fatica per cercare di stargli a ruota. Lui mi dice di non preoccuparmi, che era giá cotto e che si fermava al medio per non rovinarsi la giornata. Cerco di dargli morale provo a parlargli senza accorgermi che non è piú a ruota e si é giá staccato. Mi auguro che faccia il lungo e proseguo, spingendo sui pedali attraverso un falsopiano regolarissimo tutto a salire, che si conclude all'entrata di Radda in Chianti, arrivo e partenza della Granfondo, non prima di una salitella di un paio di chilometri. Qui l'incrocio e si svolta per il lungo. Dopo una ripida e tecnica discesa si arriva alla salita più dura di giornata, i quasi 8 chilometri del Morellino. Otto chilometri che cominciano con un paio mai sotto al 14%, con punte anche al 18. Mentre con rabbia spingo sui pedali mi chiedo, gentilmente, chi cazzo me lo fare di alzarmi alle 430 di mattina per farmi due ore di macchina e 5 ore di fatica bestiale.
Non vi é mai risposta a questa mia domanda, ma i miei interrogativi crescono al ristoro in cima alla salita. Mentre mangio un panino al salame mi viene offerto un bicchiere di Chianti che tristemente rifiuto. Si può rinunciare a tanto per un paio di chilometri in più di media a fino giro? Mah non lo so e riparto. La media che al bivio era superiore ai 30 orari, ora é quasi ai 28, segno che la salita del Morellino era cosa seria.
La discesa è lieve nei primi chilometri, poi diventa ripida in quelli successivi, ci si avvicina a Greve in Chianti e si ricomincia a salire. Salita lieve tutta in mezzo bosco, si sale di potenza e si superano i 100 chilometri. Si arriva a Greve in discesa e da qui é tutto un salire verso Ponzano invasa dai turisti per la festa paesana. La salita non é dura, ma la fatica si comincia a fare sentire. Radda si avvicina come si avvicina la riserva d'energia. Mi gestisco e lascio andare una coppia di tedeschi inseguiti da un ragazzo toscano che per tenere i 22 all'ora ha la lingua che striscia l'asfalto. Li riprenderó verso Radda.
Lorenzo e Guido intanto stanno per giungere al traguardo, Lorenzo tira l'ultima salita dall'inizio, tratto giá fatto all'andata prima del bivio per il medio. Guido sta a ruota e dietro di lui altri due toscanacci.
Manca meno di un chilometro, la strada sale all'improvviso, Lorenzo si sposta e guarda Guido, che scatta senza pietá. Lorenzo abbassa la testa e prova a seguirlo, gli si attaccano a ruota i due toscani, che a 50 metri dal traguardo lo passano arrivando dietro Guido, il quale ringrazia per il gioco di squadra, mentre Lorenzo deve ancora capire, "quale gioco di squadra?"
Io arrivo dopo poco meno mezz'ora, disfatto ma soddisfatto e con l'interrogativo di capire perché, che siano 200 o 130, dai due magretti prendo sempre tre minutini.
Al traguardo insieme a Lorenzo mi aspetta anche il Bufalo Scomazzon, che saggiamente ha fatto il medio. Guido e Ramon sono giá sotto la doccia, non insieme, almeno penso, nel caso sicuramente Guido sarebbe ruota, pronto a scattare al momento giusto.
E Galluzzo?
Alessandro ha fatto il medio.
Neanche Baccigotti é scoppiato cosí! Ottobre è alle porte, ma Novembre é lontano.
Speriamo in bene!

20 settembre 2015

17 settembre 2015

Ti va una Pizza?

Ti va una Pizza?
Giovedì 24 settembre, ci troviamo alle ore 20,00 presso la Pizzeria il Moro, a fianco del negozio per mangiare una pizza in compagnia.
Sarà l'occasione di presentare il programma " Autunno Inverno 2015/2016", che definirà i prossimi appuntamenti.
A fine ottobre terminerà il campionato Sociale Corsa, valuteremo la classifica al 19 settembre, e vedremo se vi sarà possibilità, per qualcuno, di rientrare sul gruppetto di testa.
Vi ricordo che il 4 ottobre andiamo al mare in bici, per chi interessato confermare entro sabato 19 ottobre con saldo.
Dopo tale data non sarà possibile aggregarsi.
Infine si terrà la premiazione del Primo Campionato Bolognese di Eat-Bike, una bella esperienza di notturne in mountain bike, che ci ha divertito tantissimo.
Confermare la propria presenza entro mercoledì 23 settembre.

04 settembre 2015

Al Mare in Bici!

Domenica 4 Ottobre
Al mare in Bici!
Ritrovo ore 08.00 Presso Malini Bici
Partenza immediata per Punta Marina
Tragitto: Casalecchio, Bologna, Medicina, Massa Lombarda, Lugo, Ravenna, Punta Marina.
Km totali circa 95
Pranzo presso Ristorante Cristallo alle ore 12.00

Menù
Antipasto freddo sec. pescato
Risotto alla pescatora
Garganelli bianchi di mare
Grigliata mista
Frittura mista
Sorbetto
Caffè
Digestivi
€ 35
Per i gruppi composti da 15 o più persone le bevande
sono incluse nel prezzo
Piazza Saffi 13 Punta Marina Terme(RA)
Per il rientro a Bologna, se non si hanno accompagnatori,
si può utilizzare il treno regionale, che carica le bici, con partenza a Ravenna alle ore 15.33 o 17.33 e in 81 minuti si raggiunge la stazione centrale a Bologna.
Per motivi organizzativi,  la prenotazione con saldo,  presso Malini Bici, si deve effettuare entro Sabato 19 settembre.











Mercoledì 9 settembre

Ciao
Mercoledì 9 settembre, ultima prova del Campionato Bolognese di Eat-Bike
Ritrovo ore 18.30 presso Bar Colonia a Marzabotto in via Matteotti dopo il sottopasso della ferrovia.
Iscrizione e peso del ciclista e della bici.
Partenza ore 19.30 circa.
Rientro ore 22,00.
L’escursione percorrerà la ciclabile di Marzabotto, salirà sulle prime colline di Monte Sole, poi rientro al Bar, dove ad attenderci ci saranno Buonissime Piadine.
Chi ne mangerà di più?
Lo sapremo dopo la mangiata, infatti ripeseremo i ciclisti con le proprie bici………………….
Ricordatevi le luci, e magari anche una maglia maniche lunghe.
Con questa ultima prova, si concluderà  il Campionato con le premiazioni dei primi tre classificati.
Tu non puoi mancare!
Ci puoi trovare su:
 Facebook  Club Malinibici,   Bici Malini,  Campionato Bolognese di Eat-Bike.
Su malinibici.it  nella sezione video  puoi trovare tutti i video delle nostre escursioni.
Club Malini Bici



30 agosto 2015

Cambiamenti miracolosi

Era quello che mai avrebbe fatto un lungo.
Era quello che fare più di 100 chilometri, é da pazzi.
Era quello che piuttosto che fare una Sportful lunga, sego la bicicletta.
Era quello che gli ultimi 5 km del Manghen voleva scendere dalla bici e aspettare l'elicottero.
Era quello che non si puó uscire se piove.
Era quello che alla Nove Colli non voleva partire.
Era quello che la Nove Colli la finì, tutta sotto il temporale.
Era l'anticiclismo.
Lo rimane.
É quello che quest'anno ha conquistato il Prestigio di Cicloturismo.
Nella vita si puó cambiare, ora speriamo non rovini un altro Sport.
Bravo Guido!

25 agosto 2015

Classifica Sociale

Ecco la Classifica Sociale aggiornata a fine Luglio.
Dopo le ferie di Agosto, il 6 settembre la "gara" ricomincia!

08 agosto 2015

Zappata Francesco alla Gran Fondo del Montegrappa

Sicuramente, viste le sue dimensioni, una piacevole sorpresa e' vedere Zappa sul podio di una Gran Fondo per scalatori, come quella del Monte Grappa!
Complimenti per il Terzo posto di categoria!
Grande Francesco Zappata!

07 agosto 2015

Abetone al contrario, da fare!

Il sole non era ancora sorto quando il caffè sgorgava dalla macchinetta, lo yogurt con i cereali e i panini con la marmellata non ne volevano sapere molto di andare giú verso lo stomaco, ma con un pó di buona volontá ci sono riusciti.
L'alba tra il Belvedere e il Serretto poco prima di cambiarmi, con quella leggera brezza fresca che porta il sole a svegliarsi e che cerco di tenermi stretta, almeno con il ricordo, diretto verso una giornata bollente sui pedali.
L'Abetone da La Cá lo conosco a memoria dal versante Toscano, mai l'ho affrontato da quello Modenese. L'idea e la paura è che il giro sia più duro rispetto al Toscano e alle 7 parto per scoprirlo.
Borracce riempite con la fresca acqua de La Cá e discesa veloce e fresca verso Fanano. Da qui dieci chilometri di salita che invogliano a spingere, ma é presto e piú che salire di gambe é meglio salire di testa. Sono da poco scoccate le otto quando arrivo a Sestola, quasi nessuno in giro e la discesa verso Monte Creto arriva subito. Monte Creto é molto piú popolata e l'odore che esce dai bar e dal forno mette parecchio in difficoltá, con un notevole sforzo riesco a fermarmi solo per riempire la borraccia e a ripartire immediatamente.
La discesa finisce presto, imbocco la Statale dell'Abetone e del Brennero verso Pievepelago cominciando a salire. Fatta al contrario dava l'idea di essere salita vera, in realtá pur salendo sempre leggermente, l'ascesa fino a Pievepelago, passando da Riolunato, é molto agevole e veloce.
É piú discesa a scendere, che salita a salire.
Attraverso il bel borgo modenese e comincio a salire verso il Passo toscano. Undici chilometri che all'inizio mi fanno un pó soffrire poi la gamba si scioglie affrontando meglio le improvvise e quasi impercettibili, ma cattive, impennate che portano in cima al paese, dove un signore di nome Fausto Coppi, si scoprì al mondo!
Il fresco dei quasi 1400 metri dell'Abetone é giá un bellissimo e nostalgico ricordo a La Lima dove, dopo la lunga ma veloce discesa, cominco a salire verso il Passo dell'Oppio.
Quasi 9 chilometri tutti al sole che sembrano infiniti, con l'unico sollievo di qualche goccia d'acqua che mi cade addosso dal cestello di un elicottero, occupato a riempire alla Diga per spegnere un incendio verso il fondo della valle.
Dall'Oppio a Ponte Petri neanche una pedalata o quasi, ma da qui a Porretta la strada é lunga e il vento è contro. La discesa é frenata e praticamente devo sempre pedalare, una fatica che neanche al contrario ho mai fatto.
É piú salita a salire, che discesa a scendere.
Porretta é un forno, mai peró quanto salire da Silla a Gaggio Montano. A Silla, trangugio un gel, ma a Gaggio è giá assorbito e le forze cominciano a scappare.
A Gabba, dopo otto chilometri di salita, ne trangugio un altro, mentre a Querciola mi rinfresco e riempo il litro e mezzo d'acqua finito da Porretta.
Basterá per arrivare a casa dopo più di 130 km e 2700 metri di dislivello.
Un giro che pensavo piú duro, che in realtá finisce con un dislivello inferiore rispetto al contrario che supera i 3000 metri. Questo giro peró scala salite piú lunghe e dure, come Sestola e l'Oppio, la differenza la fa la salita Regina, l'Abetone.
Qui vi é la differenza.
La Lima é piú basso di Pievepelago e per questo arrivare al Passo é piú lunga, 16 km contro gli 11. Come difficoltá non vi è molta differenza anche se da la Lima le pendenze sono piú costanti riuscendo quindi a tenere un'andatura più regolare.
Un giro sempre e comunque bellissimo che ora si dovrá fare in compagnia.

22 luglio 2015

Giovedì Pizzata!

Giovedì 30 Luglio ci troviamo alle 2030 da Soldati a San Lorenzo per la pizzata di buon Estate. Chi vuole venire lo dica, entro Lunedí 27, qui o su Facebook, o contatti Lorenzo Zanarini che prenoterá.

20 luglio 2015

Prunetta e birra

Le prime luci del mattino si sono levate già da un pó a Lizzano in Belvedere, quando i ragazzi si ritrovano sotto la Cupola della Chiesa.
Chi é venuto da Bologna avverte una piacevole sensazione di fresco, chi scende da La Cá invece, arriva al ritrovo giá grondante, nonostante i 5 chilometri fatti, siano stati di sola discesa.
Sono le otto e ai 600 metri di Lizzano ci sono 27 gradi, il sole batte forte, ma il verde dei boschi appenninici regala ossigeno prezioso a chi veniva da giorni di afa e umiditá.
La discesa verso Silla è veloce e mentre pedalano in direzione Porretta c'e chi vorrebbe fermarsi per un caffé. La richiesta però rimane inascoltata e una volta arrivati a Ponte della Venturina svoltano a Destra direzione Pracchia.
La strada si restringe, da una parte la Montagna dall'altra il fiume, il Reno. Curve e controcurve salgono piano ma costanti, portando i nostri appassionati ciclisti verso i monti toscani. Attraversano gli ultimi paesi emiliani e i primi toscani e dopo la tanta sospirata pausa caffè, raggiungono la vetta della prima salita, il Passo dell'Oppio, con quell'ultima rampa dura e irregolare a spezzare il dolce ritmo che da Pracchia aveva rilassato e agevolato la pedalata.
La picchiata su San Marcello Pistoiese è rallentata dal traffico di una Domenica calda anche dalla parte del Tirreno e mentre i cartelli continuano a indicare "Abetone", a poche centinaia di metri dall'inizio della storica salita, i cinque svoltano a sinistra seguendo le indicazioni Montecatini, Prunetta.
Salita lunga, quasi undici chilometri, ma non impossibile, praticamente tutta all'ombra, con rampe al 7%, intervallate da tratti in falsopiano, due-tre per cento la pendenza, dove la gamba rinfrescata dalla piacevole temperatura del sottobosco, gira con facilitá.
Per qualcuno gira veloce, in cerca di un riferimento su Strava, che finito il giro troverá, paragonando il proprio tempo, trentatre minuti, con quello del primo, un certo Giovanni Visconti, 24 minuti poco più.
Per altri gira con piú calma, o forse piú lentamente, ma con egual fatica.
In cima, per tutti, prima della discesa con rischio caduta a causa di due dossi "invisibili" non segnalati all'uscita di una curva, una meritata borraccia di splendida acqua fredda alla fontana, nel centro del Paese.
Mentre c'é chi non ha sete e neanche fame, peró un panino al prosciutto lo divorerebbe, ma solo per sfizio, il giro riprende veloce.
Discesa verso il ritorno in Emilia sulla stessa strada dell'andata, con quelle curve a volte leggiadre, a volte ignoranti, spinti dal vento nel relativo fresco che il fiume, regala dal basso. All'improvviso peró al primo strappo, l'Emilia da il bentornato ai ragazzi, l'aria si fa bollente e il vento sparisce come se il suo lavoro fosse finito al confine regionale.
Attraversate Porretta e Silla, la salita verso Gaggio é un forno che rende ogni pedalata un'impresa. I tornanti della vecchia strada che porta in paese, con il Corno sullo sfondo e neanche una nuvola in cielo, sono affrontati quasi con timore, grondanti e con i chilometri passati che ormai mordono le gambe e fanno venire a qualcuno voglia di un gelato, che peró non ha il coraggio di proporre.
Le fatiche non sono finite e in cerca di una sorgente fresca, con la speranza che sia anche gelata, si cominciano a inerpicare su una stradina interna al paese.
Comincia sotto un voltone, con un ciotolato che poi si trasforma in san pietrino per un chilometro circa, puntando dritto verso il cielo terso, quanto bollente.
Qui si vede quello che é un ciclista, le sue sofferenze, i suoi sacrifici, le sue illusioni dentro una fatica che in bicicletta non hai mai fine.
L'acqua alla sorgente é gelata e rigenera i ragazzi che ridiscendono sulla strada Principale e salgono a Querciola, ultima fatica prima di una meritata birra e di un agognato gelato. Povero gelato...

12 luglio 2015

Gita, anche per famiglie, Cicloalcolica per Domenica 19 Luglio

Partenza dalla rotonda Biagi alle 6/630 direzione Lizzano in Belvedere.
Ritrovo ore 730/8 a Lizzano in Belvedere nel parcheggio davanti alla Chiesa.
Scarico bici, si sale in sella e discesa verso Porretta. Poi giro in Toscana. Ponte della Venturina, Pracchia, Campo Tizzoro, Passo dell'Oppio.  Discesa verso San Marcello Pistoiese e dopo un paio di chilometri, a circa uno da La Lima, svolta a sinistra direzione Prunetta. Salita di 12 chilometri pedalabile. Caffé poi discesa verso Le Piastre. Campo Giuliano, Sammomé, immissione sulla Porrettana Pistoiese, Passo del Signorino e picchiata su Porretta. Risaliamo a Gaggio Montano, Querciola, Vidiciatico e ritorno a Lizzano. Chilometri 120 circa.
Caricate le bici in macchina, pranzo alla festa Bavarese e ritorno a Bologna.
Puó andare?

09 luglio 2015

Maratona 2015 noi c'eravamo

Vigilia di Maratona.
C'é chi decide di sgambare e c'é che chi decide di passeggiare.
Sotto al KronPlatz l'aria é pura e il sole batte forte, ai piedi della salita del Furcia i bikers salgono con le divise aperte e l'ombra che si incontra nel cammino é fresca e anche ristoratrice.
C'é tranquillitá tra le Ciase di San Vigilio, quella tranquillità che solo in Montagna si puó assaporare.
Pomeriggio di Vigilia Maratona.
Prima di ritirare i pacchi gara un bel pranzo da sportivi ci sta. Canederli, Tagliatelle alla Selvaggina, tagliere di speck e formaggio, un bel pezzo di strudel e naturalmente weissbier ad annaffiare il tutto. Si prende la seggiovia e si va sul massiccio Santa Croce. Panorama spettacolare e verrebbe voglia di mettere gli scarponi per andare a camminare tra questi boschi e queste rocce che parlano di millenni di storia. Ci limitiamo al classico, giá descritto, pranzo preGranfondo e riscendiamo a Badia.
Ritirati i pacchi gara siamo ufficialmente tra i partecipanti della Maratona delle Dolomiti 2015. L'organizzazione é maniacale quanto estremamente efficente. L'adrenalina sale, la notte sará corta, la voglia di pedalare sará difficile tenerla a bada fino alla mattina.
La sveglia suona alle 430. Nonostante l'adrenalina e la voglia di bicicletta la solita domanda che nasce a quest'ora, nelle Domenica di Granfondo, si ripropone schietta e sincera: "Ma chi ce lo fa fare". Nasce dal nulla e muore nel niente. Perché non vi è risposta.
Vestizione, colazione tra gli intrugli di yougurt di Lorenzo e i panini allo speck di Fabio e Potter, completamento di esigenze fisiologiche e si sale sul furgone direzione La Villa.
Ore 6, siamo in griglia. Gli elicotteri della Rai volano sulle nostre teste, la temperatura é sui 15 gradi, gli antivento si possono riporre in tasca e storicamente, ci rimaranno per tutta la Maratona. Alle 630 in cielo si aggiunge un altro elicottero, appeso ha una specie di cannone che con un fragoroso colpo da il via alla Granfondo. I primi partono veloce, le telecamere sono tutte per loro, anche se i veri protagonisti sono i restanti novemila dietro, che si allenano nel tempo libero e pagano fior di quattrini per partecipare a manifestazione come questa. Tra loro anche un ragazzo tedesco, che é poco davanti a noi. T-Shirt normale e scarpe da ginnastica ai piedi. Ci guardiamo meravigliati e un pochino divertiti, convinti si limiterá al corto di 55 km. Invece a Granfondo finita controlleremo, in scarpe da ginnastica e maglietta ha percorso il lungo in poco meno di otto ore. Dimostrazione del fatto che il ciclismo non é solo tabelle, alimentazione e tecnicismi, ma soprattutto testa e volontá.
Alle 705, dopo trentacinque minuti dai primi, partiamo anche noi in ultima Griglia. Chi parte a tutta chi del suo passo, il giro del Sellaronda passa quasi senza accorgersene. I tornanti del Pordoi sono uno spettacolo difficile da dimenticare. Mentre l'elicottero volteggia sopra le nostre teste, che ti giri verso la cima o verso l'inizio, l'unica cosa che si vede é un lungo serpentone di ciclisti che salgono silenziosi e concentrati.
Sella e Gardena non lasciano il tempo di rifiatare e la discesa verso Colfosco é talmente veloce che una volta a Corvara sembra quasi di non averla mai fatta. Il passaggio a fianco dello striscione d'arrivo, per risalire di nuovo il Campolongo, é una silenziosa e ordinata processione. Talmente silenziosa che quando una signora applaude, un simpatico granfondista gli fa i complimenti ringraziandola per il gesto. In poco meno di un  secondo tutti i numerosi spettatori applaudono, dandoti una carica che ti accompagnerá sul Campolongo e per tutta la discesa verso Livinalongo e il Colle SantaLucia. Questo tratto nell'altimetria é l'unico punto segnato, quasi, come pianura. In realtá é tutta salita, che peró é solo un breve riscaldamento verso il Mostro di giornata, il Passo Giau. 9,9 km al 9% di media. Chi ci metterà un'ora, con il contachilometri fisso sui 9 all'ora, chi in poco meno di un ora e chi in quasi due ore, per tutti, una volta finito, le gambe si sentono libere lanciandoti nella bella e tecnica discesa verso l'ultimo ostacolo di giornata il Passo Valparola. Dieci chilometri di Falzarego che sarebbero anche agevoli, se non fosse che le gambe sono di marmo dopo il Giau e uno verso il Valparola, sul dieci per cento, una rasoiata che peró, finita, ti da la consapevolezza di avercela quasi fatta. Lunghissima discesa verso San Cassiano e La Villa, nella sicurezza delle strade chiuse e aperte soltanto agli iscritti della Maratona e Mur de Giat da fare tutto di un fiato, possibilmente in bici, ma se proprio non ce la si fa anche a piedi. Trecento metri al 20% che dopo 140 km e 4000 metri di dislivello, con il traguardo a tre chilometri, forse, pur di finirla, si possono fare anche sui ceci.
La gente dietro alle transenne che ti Applaude, le Miss che ti mettono la medaglia al collo, indirizzandoti verso il pasta party e l'immediata voglia di rifare il giro, nonostante Le gambe non rispondano piú una volta tagliato il traguardo. Emozioni difficili da immaginare ma che questo evento, organizzato alla perfezione, riesce a trasmettere come nessun altro riesce a fare.

Non sappiamo quando torneremo alla Maratona, ma una cosa é certa, ci torneremo!

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