10 ottobre 2007

il cinegiornale dell'Eroica 2007


Incredibile, bellissima, epica.
L'eroica 2007 di domenica 7 ottobre si è svolta sotto un sole tiepido dopo la pioggia del giorno precedente.
Circa 2500 i partenti, divisi tra le varie distanze. Il club si è cimentato con il percorso da 75 km di cui 35 di strade bianche.
La partenza è stata data dopo le 9 di mattina dato il grande numero di partecipanti, per evitare gli ingorghi al rifornimento, e sulle tremende rampe di ghiaia del percorso.
Il primo tratto è in discesa, e gli arditi corridori sfidano impavidi con incrollabile tenacia il freddo della mattina che impatta contro i loro gloriosi petti.
Finita la discesa si entra subito nel primo tratto di sterrato, e l'impatto è senz'altro forte. Gli stretti tubolari rimbalzano tra un sasso e l'altro e i puntascarpe danno una sensazione di precarietà a cui si fa fatica ad abituarsi.
Basta però qualche chilometro e si prende confidenza con i gloriosi mezzi a 2 ruote e con il fondo, che diventa sempre più amico fino a quando quasi non ci si fa più caso.
I concorrenti sono agghindati nei modi più vari: personaggi in bici con cerchi di legno e freno a tampone, coppie in tandem, una signora con copricapo a rete e bicicletta per la spesa.
Circa a metà giro ci affianchiamo a due ciclisti del gruppo sportivo SCIC di Parma e della Bianchi, che memori della quarantennale rivalità col G.S. Salvarani, iniziano a schernirci e a sfidarci lungo le vie sterrate. Da quel momento è un continuo e divertentissimo inseguimento fatto di scatti e controscatti per dimostrare quale dei due (ormai estinti) gruppi ciclistici fosse il migliore.
Dopo un paio di rampe al 15%, finalmente si giunge al ristoro, ignari di quanto ci aspetta in seguito...salame, chianti, dolci, ribollita, formaggio per tutti.
Con la pancia piena e l'umore rinfrancato, si riparte certi che ormai l'arrivo sia solo questione di qualche pedalata tranquilla. Niente di più sbagliato. I successivi 2 chilometri vengono annoverati tra i peggiori della storia ciclistica recente. Una rampa sterrata e dissestata con punte al 18%, un calvario a 2 ruote in cui la maggior parte dei concorrenti non può fare altro che scendere dalla fida due ruote e procedere a piedi tra imprecazioni e sconquassanti esplosioni di stomaco che parlano di una digestione della ribollita non certo facile.
Le mani cercano le levette del cambio sul telaio, e dopo diverse difficoltà il rapporto "da salita" si innesta: un agilissimo 42x22 con il quale la scalata non è gesto ciclistico ma più che altro esercizio ginnico di panca per le gambe.
La paura di scendere troppo di velocità e quindi rimanere incastrati con i puntascarpe con inevitabile ruzzolone ci porta a scollinare con la forza della disperazione. Rapido controllo per verificare la funzionalità delle bici e delle gambe e poi via verso l'arrivo. Una ventina di chilometri di falsopiano tra le colline senesi ci portano di nuovo a Gaiole.
75 km percorsi alla media ciclistica di 18km/h; dati i mezzi, il percorso e la ribollita ci sentiamo di aver ottenuto una prestazione decente.

Perchè ogni esperienza lasci un ricordo utile, ecco i punti di cui farò tesoro:
  • mai più lamentarsi della durezza delle salite e dei rapporti troppo lunghi; lo spettro del 42x22 aleggerà su di me
  • la prossima volta prima di lamentarmi del caldo in bici, mi ricorderò della mitica maglietta Salvarani in lana e degli altrettanto confortevoli pantaloncini Dreher senza imbottitura
  • la ribollita non è amica del ciclista

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho fatto anch'io il percorso dei 75 KM (in realtà sembra siano 76,5)e per la prima volta. Duro ma stupendo (anche se con una bici del 1975 e il 42/22 come te sono sceso più volte dalla bici).
La tua descrizione mi piace e mi conforta il tempo che hai impiegato , io sono partito con il primo gruppo alle 8.50 e sono arrivato alle 13.20. Venti minuti fermo al ristoro, alla fine la media , con la sosta , è sui 17.
Molte bici "eroiche" avevano montato rapporti "più umani" (il 26 o il 28), io sto valutando come presentarmi l'anno prossimo, con la bici "autentica" o con la bici modificata. Le discese sono state favolose, con il ghiaino che schizzava da ogni parte. Fortunato a non bucare.
Ho meso in linea qualche foto sul mio sito www.francofrigo.it
Buone pedalate e te e ai tuoi amici.
frigo

Alberto ha detto...

Grande corsa l'eroica. Spettacolare anche vedere certa gente che, causa la poca dimestichezza con quelle bici, cadeva in salita da ferma. O che dire di quelli fermi a bordo strada con i tubolari in mano e pedivelle dilaniate? Comunque, come Mauro, anche io voglio fare sì che questa esperienza possa servire alle generazioni future, per cui aggiungo una nota alle 3 che lui già giustamente ha scritto: non lamentatevi mai dei vostri freni, ma siatene orgogliosi! Domenica all'arrivo non avevo le gambe stanche, ma le dita rattrappite. Sembrava che più tirassi i freni e la bici meno frenasse. Comunque sia abbiamo portato la pelle al traguardo, anche quella del buon Malini colpito da un forte raffreddore (ma questo per fortuna non gli ha impedito di fare l'asino come suo solito).

Ciao, Alberto