20 ottobre 2012

Il Terzo Uomo, il Leone delle fiandre, Fiorenzo Magni

Era Nato a Vaiano il 7 Dicembre del 1920, è morto oggi 19/10/2012 sempre a Vaiano. Trapiantato in Lombardia da subito dopo la guerra, praticamente in esilio dalla sua Toscana per fatti accaduti in guerra, veniva considerato il terzo incomodo tra Coppi e Bartali. Dove non vincevano loro, vinceva lui e non vinceva poco, se consideriamo che tra le sue vittorie bisogna contare tre Giri d'Italia e tre Giri delle Fiandre vinti consecutivamente. Da qui il sopranome Leone delle Fiandre, questa impresa poi non è più riuscita a nessuno. Vinse meno dei due campionissimi anche perchè cominciò a correre quasi due anni dopo la la fine della guerra. Dovette attendere la fine del processo che lo vide coinvolto per il massacro di Valibona del 3 Giugno 1944, quando un gruppo nazi-fascista, di cui Magni sembra facesse parte, sterminò un gruppo partigiano rifugiato in un casolare. Magni rischiò la galera se non la pena di morte, la vedova del comandante partigiano accusava Magni di avere ucciso il marito e di vantarsene anche. Magni non aveva molte testimonianze a suo favore ma neanche l'accusa aveva prove che testimoniasse la mano assassina di Magni. Il Processo si concluse il 24 Febbraio del 1947 e i giudici decisero che i suoi crimini rientravano nell'amnistia del Giugno 1946  e che per il massacro non vi erano prove sufficienti per condannarlo. La macchia restò per sempre addosso a Magni nonostante più volte, anche recentemente, lui stesso, familiari e Documenti scritti, hanno testimoniato il lavoro antifascista e di Resistenza di Magni nel dopoguerra. 
Non sta a noi giudicare in quel periodo non era così facile scegliere se guardiamo ad oggi erano tutti partigiani di Fascisti non ne esistevano, ma Magni invece non ha mai negato il suo passato e di questo gli va dato atto.
Il mio pensiero va al Magni ciclista, un'atleta incredibile, che ha saputo trasmettere la sua grinta anche dopo la carriera con la costruzione del Museo del Ghisallo e con diversi incarichi nel mondo delle due ruote. Lui il primo a chiamare uno sponsor fuori dal mondo del ciclismo, la Nivea. Lui vincitore morale del Tour del 1950, quando saldamente in maglia Gialla dovette ritirarsi con tutta la Nazionale per le offese e minacce dei tifosi francesi. Lui autore della tripletta magica dal 49 al 51 al Giro delle Fiandre. L'ultimo nel 51 lo vinse con 5 minuti e 35 di vantaggio sul secondo Bernard Gauthiner. Lui l'unico a riuscire a vincere tre Giri mentre correvano il Campionissimo Coppi e l'Uomo di Ferro Bartali. 
Ma è soprattutto nel Giro del 1956 che per me Magni diventa l'emblema del ciclismo. In questa foto lo vedete mentre scala il Muro delle Orfanelle a San Luca in una cronoscalata. Una camera d'aria tra i denti per resistere al dolore della clavicola rotta, è il simbolo del nostro sport. Sofferenza, Sacrificio, passione, tenacia. Quello era il Giro di Gaul, quello del Bondone con la tempesta di neve, lui lo terminò e queste le sue parole che gli rendono omaggio più di qualsiasi altro pensiero:
"Al Giro del '56 sono caduto nella discesa di Volterra e mi sono fratturato la clavicola. "Non Puoi partire" disse il medico. Ma io ho messo la gommapiuma nel manubrio e ho fatto la crono.Poi ho scavalcato gli Appennini. Ma provando la Cronoscalata di San Luca non riuscivo proprio, allora Faliero Masi mi ha tagliato una camera d'aria, l'ha legata al manubrio e io la tenevo con i denti. Il giorno dopo nella Modena-Rapallo sono caduto e mi sono rotto anche l'omero. Sono svenuto dal dolore. Ero già sulla lettiga. Mi sono buttato giù. Il gruppo mi ha aspettato. E sono arrivato anche in Cima al Bondone."
RIP Leone!

Alcuni tratti dell'articolo li ho presi dal libro, bellissimo, Pedalare, di John Foot edizioni Rizzoli. Qui invece la copertina del libro uscito in questi giorni di Auro Bulbarelli. la presentazione è stata in diretta su Raisport una lunga intervista a Fiorenzo magni che vi consiglio di guardare andando a cercare sul sito della Rai. 

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