27 dicembre 2013

Con la Mtb, solo nei boschi del Piella e di Monte Cavallo

Il vento si è placato confronto la notte, lo si nota anche dalla strada bagnata, mentre la sera prima era asciutta. In quota, però, deve ancora spirare con tutta la sua potenza, le nuvole corrono veloci, cambiando paesaggio in pochi minuti. Uno squarcio d'azzuro e un raggio di sole, a lato del Belvedere, mi convincono che si può uscire e allora colazione veloce, vestizione e sono giá in sella alla MTB.
Salgo a La Cá e dopo l'immancabile sosta per riempire la borraccia, nella fontana a fianco dell'antica Chiesina, mi involo in discesa verso Vidiciatico. Poco prima dell'inizio della discesa però giá son fermo. Al cartello stradale dell'entrata in paese, alla Madonnina, come noi abbiamo sempre chiamato quel luogo, guardo verso la pianura e tra gli alberi ormai spogli, noto qualcosa di incredibile. Le nuvole ora compatte, hanno creato come una tettoia, che sembra finire sulla pianura. Tra la pianura e la "tettoia" un raggio di sole illumina quella striscia d'orizzonte. A fianco del Monte davanti Pavullo, di cui per mia ignoranza non conosco il nome, le Alpi completamente innevate si vedono nitidamente. Probabilmente è il Baldo, l'Alpe dietro Verona, ma il gioco di luce sembra collocarlo nel Frignano, tra Pavullo e Serramazzoni. Provo a far la foto ma solo con il cellulare non viene e forse è meglio così, nessuna foto avrebbe potuto rendere l'emozione di questa spettacolare visione.
Ora mi involo veramente in discesa, Vidiciatico, Lizzano, Panigale. Da qui inizia la salita, infinita, passando per lo splendido paese di Castelluccio, dal cui Forno esce un odore di pane appena cotto estasiante, dalle Casette del Doccione ex Vivaio Forestale ora ottimo ristorante, poi su fino al Monte Piella, con la sua strada sterrata devastante per gambe e braccia, che finisce alla croce Bianca che domina sopra Porretta.
Ammiro il paesaggio ma qui a quasi 1200 metri l'aria è gelida. Più su forse nevica e la curiositá di sapere se è vero mi rapisce. Torno giù qualche centinaio di metri e svolto a sinistra, verso il Rifugio di Monte Cavallo. Poca discesa e la strada inizia a salire, implacabile, mai sotto il 10%, spesso sopra il 14%. L'acqua caduta abbondante nei giorni scorsi ha sciolto il metro di neve caduto a fine Novembre, pulendo la strada ma creando anche tanti solchi, in più la particolaritá di questa Forestale sta nel modo in cui è stata fatta. Probabilmente con sassi di fiume, ma invece di stenderli sono stati piantati, rendendo la guida non proprio scorrevole, mantenendo la concentrazione sempre altissima, visti i continui salti e saltelli che i sassi provocano. Nonostante la mia poca abitudine alla Mtb riesco a farla tutta in sella, fino a quando la temperatura esterna scende ancora, mentre la mia corporea sale per la fatica, e gli occhiali mi si appannano completamente, non consentendomi di vedere la strada. Sono costretto a mettere piede a terra e a fare gli ultimi metri prima del valico a piedi. Le nuvole qui son basse, non nevica ma ha smesso da poco. La strada è ghiacciata e nella successiva discesa trovo dei tratti tutti bianchi. Sono quasi al rifugio, quando però sono costretto a fermarmi. Un Pino gigante è caduto in mezzo alla carreggiata e oltrepassarlo è impossibile.
Torno indietro e per me stradista non è una passeggiata. I tratti tecnici sono pochi e facili, ma la mia abitudine a tutti quei tremori è nulla. Poco prima dell'inizio dell'asfalto delle Casette mi sento come quei budini delle pubblicitá, che tocchi con il cucchiaio e continuano a tremare per minuti. L'inizio dell'asfalto è l'entrata in Paradiso, scendo da Pennola tra case in sasso e Castagneti, delimitati da staccionate in legno, ben tenuti. Mi rilasso tutta la discesa. A Castelluccio, dal Forno, esce ancora un odore incredibile e se non fosse per la fila di avventori, un meritato panino al Prosciutto non me lo farei mancare. Arrivo a Panigale in scioltezza, da qui invece che risalire per Lizzano svolto a destra e dopo cento metri subito a sinistra, per la sempre dura Via della Pozza, che finisce in pieno centro a Querciola. Giù alla Masera prendo per Vidiciatico e poi ancora giù verso Farnè, per risalire a Cá Corrieri dove trovo la pizza giá pronta, con mia moglie e mio figlo pronti a finirmela.
Gran giro, 51 km e 2000 mt di dislivello, peccato non aver potuto fare l'anello Castelluccio Granaglione da Monte Cavallo, ma è solo rimandato, appena toglieranno il Pino tornerò!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

l'albero lo potevi saltare.....rimbambito.

Enrico Pasini ha detto...

Spiderman secondo te è saltabile solo con la bici in spalla??? E anche in gruppo facevi fatica, rimbambitone!!!!