24 giugno 2014

Storie dal SellaRonda

Marco è la prima volta che esce con noi. Incontra Guido nella Hall dell'albergo il sabato mattina prima di partire. Chiede se facciamo un giro tranquillo, ha ripreso la bici da poco e non vorrebbe esagerare. Guido lo tranquillizza, Marco ha incontrato la persona sbagliata per chiedere informazioni.
Sandrino e Tommaso hanno 1900 km in due da Gennaio. Sandrino l'anno scorso a quest'ora era a letto con l'anca appena ricucita e ricostruita in ceramica e Titanio. Tommaso dopo lo Stelvio del 2011 torna con noi e forse torna anche a prendere in mano una bicicletta.
Il Giro da fare è da un anno che l'ho in testa, il Costalunga da Bolzano è il mio pensiero fisso, da quando l'anno scorso l'ho percorso in auto. Per raggiungerlo da Canazei scaliamo subito il Sella. Fino all'incrocio tutti insieme, Pietrafesa ci lascia per fare il Pordoi, naturalmente a tutta dopo che era stato con noi, mordendo i freni, per non staccarci. Noi saliamo ognuno con la sua gamba e la sua anca. Mentre Marco è costretto a fermarsi sull'erba per un incredibile salto di catena che lo fa tremare di dover tornare giù a piedi, Sandrino, Tommaso e gli altri raggiungono il Passo che quasi non sentono la catena tanto vanno forte. Stefano riesce a fermarsi anche a fare una foto, una sola però due son troppe.
Scendiamo verso Selva, incrociamo nella discesa la Bmc che agilmente e chiaccherando, sale verso il Passo. Attraversiamo Selva, i Bikers della Hero sono partiti da poco pedalando verso la grande impresa.
Discesa velocissima verso Ortisei con punte anche superiori ai 70 orari. E ancora velocissimi verso la statale del Brennero. Siamo veramente veloci talmente tanto che una volta presa la ciclabile che porta a Bolzano qualche dubbio aleggia nel gruppo. Possibile che si stia scendendo da 35km? Ma a risalire quando ci si pensa?
Ci si pensa alle porte di Bolzano uscendo dalla ciclabile e prendendo la galleria verso il Lago di Carezza. Inizia qui il Passo Costalunga, 27 km di salita, dal caldo, dal rumore e dalla puzza della galleria, verso i 1700 metri del Passo. Passando per boschi, pascoli e paesini senza mai incontrare una fontana, con un caldo afoso che ti scioglie e le borracce vuote. Un bar che salva me e il Bufalo e un indigeno che salva Steve e Sandrino offrendogli acqua locale. Lorenzo e Guido sono dei Cammelli, hanno bevuto a colazione, fino a cena non se parla.
La Bmc intanto ci raggiunge, che giro abbiano fatto non l'ho ancora capito, so che mi hanno fischiato, mi sono voltato, con la coda dell'occhio ho visto che mi sorpassavano e quando ho riguardato avanti erano giá spariti dietro una curva, pendenza 14% ai 22km/h, segnalati da un indicatore di velocitá poco più lá. Depresso continuo a salire. Il giro merita veramente. La salita è stupenda, prima parte tosta, poi diventa pedalabile ultimi 10 veramente impegnativi fino a Carezza non molla mai.
Quando arrivo Lorenzo e Guido sono giá senza maglia a prendere il sole, l'hanno tirata tutta a tutta, senza fermarsi a bere. Piano piano arrivano anche gli altri. Nessuno aveva mai fatto una salita così lunga. Il Bufalo è spolto, Steve è raggiante, Tommaso meno ma soddisfatto, Sandrino è una maschera di fatica. Arriva nel parcheggio e riesce appena a mettere i piedi a terra e si stende sul manubrio. 5 minuti a faccia in giù a pensare chissá cosa, a pensare che bisogna essere dei matti a fare un giro così tranquillo e agile. Lo pensa anche Marco che barcolla verso il cartello del Passo e quasi non crede di vedermi a fare la foto, quasi non crede di aver terminato la fatica. Nessuno ci crede, ci crediamo solo dopo le tagliatelle ai funghi e ai panini allo Speck del rifugio, rigenerandoci con due Weisse Medie che permettono a Guido e Lorenzo di andarsi a scalare anche il Gardeccia, mentre traino i ragazzi verso Canazei con le tagliatelle pronte a rivedere la luce e le gambe giá con il pensiero al Sellaronda Bike Day del giorno dopo.

DOMENICA SELLARONDABIKEDAY
Anna è pronta sale sulla bici dopo la foto di gruppo e parte. La pedivella gira a vuoto, attimi di paura, paura di non partire, poi cambia la ruota e insieme a Guido, Susi e Robby parte per una grande impresa. Le uscite con il grande Bruno Battistini l'hanno caricata più di quanto possa aver fatto il suo moroso in tre anni di ciclismo. Guido l'accompagna, sa che sará una lunga giornata ma per amore fará il giro dei 4 Passi una volta e mezzo, 92 km in totale mentre il giro è di 62. Per amore e per testardaggine, perchè Anna in cima al Pordoi è giá contenta e tornerebbe anche in albergo, ma Guido no, la sprona, ha voluto la bicicletta e adesso deve pedalare. L'amore è cieco ma in salita la fatica apre gli occhi e Guido ad inizio Campolongo scappa, arriva in cima, torna giù, recupera Anna e gli altri e li porta in cima e poi a Corvara. A Corvara si fermano, la resa è vicina poi arriva lo speacker, li intervista, li carica la molla e i ragazzi ripartono. Guido comincia a capire che forse, averli spronati sul Pordoi, è stato un lieve errore, lo capisce bene dopo due km di Costalunga, quando comincia a spingere Anna e la spinge fino al Passo. Le leggende sui Pascoli alpini cominciano giá a crearsi. Un pastore di Selva afferma di aver visto Guido spingere Anna con una mano, la Susi con l'altra e Roberto con una gamba, pedalando tutto il Gardena solo con una. La tensione è a mille i nomi volano, il povero Guido, povero un cavolo, se li prende tutti. Sono le 16 le strade sono riaperte, manca solo il Sella ma la stanchezza è troppa, passa il Carroscopa pronto a recuperarli ma nonostante tutto loro proseguono, scalano non si sa come il Sella e alle 18 arrivano in Albergo, distrutti, con tre ore e mezza di macchina in vista per tornare a Bologna. Ma Anna è contenta ed è prontissima a ripetere, magari giá a Settembre, il SellaRonda

TUTTE LE FOTO IN ORDINE SPARSO DI QUESTA DUE GIORNI LE TROVATE QUI.

https://www.flickr.com/gp/paso81/8BerTA

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