26-12-2015
Giorni nostri tristemente conosciuti. Nell'inverno più caldo del millenio, dove il ghiaccio sulle macchine non si è ancora visto e neanche la neve sulle Alpi, con cinque gradi in pianura e quindici in montagna, Lorenzo Gianluca e Guido trovano l'unica lastra di ghiaccio di tutto il continente e ci cadono sopra. Guido non si farà niente. Lorenzo invece non si rialza e all'ospedale scoprira il triste e beffardo verdetto. Altro femore rotto.
Gianluca si rialza a fatica, ma torna a casa in bici. Passa le feste con un gran male alla gamba, torna a lavorare una settimana, poi con il perdurare del male, decide di andare all'ospedale.
Testa del femore rotta, operato subito e se va bene saranno tre mesi di stop forzato.
"Che la lezione vi serva!"
"Volete fare la fine di Gianluca e Lorenzo?"
"Imparate da queste cose"
Ma siamo sicuri che siano frasi e domande giuste? Siamo sicuri che, se pur in battuta, o anche in modo serio, siano cose da dire?
Sono andato a rivedere le foto di questi ormai 9 anni di attività ciclistica e mi sono reso conto che forse è meglio rinfrescare la memoria un pò a tutti, o per chi non c'era, di far conoscere la storia di un normalissimo gruppo di cicloscoppiati.
12-03-2006
C'erano quindici gradi e un bel sole a San Biagio quel giorno. L'inverno non si era visto quell'anno e la gamba frullava appena le tacchette si agganciavano ai pedali.
In fila indiana lungo la Val di Zena, a tirare Laffi, sembrava Pacman, si mangiava gli altri gruppi che rinfoltivano il nostro già numeroso plotoncino. Lungo le arcigne pendenze dopo Quinzano il cielo si faceva nuvolo ed un'aria gelata raffreddava le fatiche.
A Loiano c'era il mercato, lo passammo girando anche le bancarelle e nell'attraversarlo non capivano cosa cadesse dal cielo, accorgendoci però che le mani, senza guanti, non potevano più starci.
Pochi chilometri di discesa e la neve cominciò a scendere copiosa, prima stracci, poi ghiaccio, dopo Livergnano la strada cominciò a farsi bianca e c'era chi era solo in manicotti ed antivento. Dopo Pianoro la neve si trasformò in pioggia, peggiorando la situazione, bagnandoci di acqua gelata, che si solidificò da Casalecchio in poi, quando ricominciò a nevicare.
Tutti salvi sotto la doccia, ma non prima di rimanere avvolti minuti interminabili in caldi asciugamani.
06-1-2007 Badolo
Una delle salite che affrontiamo più spesso, è stato sempre così e fu così anche il giorno della Befana 2007. Eravamo solo io e Rocco, poca neve ai lati ma un freddo impressionante, gelato ed umido. Stalattiti si formavano a lato strada come se fossimo nel Nord Europa.
E nel Dicembre 2010 fu uguale, anche se affrontata al contrario. Partiti dal negozio, Val di Zena Botteghino Pian di Macina e Badolo. L'ultimo tornante era una lastra di ghiaccio. Ma si riuscì a passare indenni scendere e tornare a casa, gelati e felici.
24-01-2009
Piovve nella notte, strade bagnate al mattino ma il cielo non rovesciava più. Un pò di pianura per cominciare, poi qualche strappetto a Monteveglio per scaldarsi un pochino. I Colli erano bianchi segno che in nottata, la pioggia della pianura, più in alto era neve. Non molto più in alto, perchè a metà della Tagliolina le ruote slittavano nell'aprirsi i varchi tra il paciugo nevoso creato nella fredda nottata.
http://malinibici.blogspot.it/2009/01/giornata-bagnata-giornata-sfortunata-ma.html
13-03-2010
Un inverno infinito e la stessa voglia di pedalare, infinita.
Un sabato che chi c'era a pedalare si ricorderà per sempre. I due bacini tra due muri di neve ed aprirsi un varco alla fontana di Baigno per riempire la borraccia. La Diga del Brasimone sembrava fatta di neve, spettacolo unico che neanche la discesa tra rivoli d'acqua ghiacciata, brusche frenate per evitarli e rilanci costanti ha potuto rovinare.
Insomma quasi. Tutti salvi a fine giornata, tranne la mia amata Coolpix.
http://malinibici.blogspot.it/2010/03/succede-che.html
23-12-2013
Poco prima di Natale si esce per far spazio, Tognetti in viaggio verso Parigi, siamo solo in tre, due dei quali brutti soggetti. La neve ha ricoperto tutto, non si possono fare nè salite, nè discese. Si prende il fondovalle bagnato, spesso ghiacciato e si arriva a Ponte della Docciola. Messaggio a Lorenzo per fargli credere di andare a Montese, ma poi si torna indietro.
16-02-2014
Non è freddo, non c'è neve ma c'è una nebbia che si taglia con il coltello e ti penetra nelle ossa. Le strade sono viscide come se avesse piovuto per giorni e giorni.
Si sale fino a San Dalmazio, si prende il Malcantone e si scende da Coscogno.
In discesa la visibilità è di 10 metri ad essere ottimisti. Il gruppo si spezza, per le auto siamo invisibili, una Panda esce da un cortile, per fortuna si va piano e si ha il tempo di frenare.
15-02-2015
Brento è una salita estiva. Siamo a Febbraio e vogliamo goderci l'unica neve dell'inverno.
Steve in settimana si è fatto gli ultimi km dello Zanchetto con i piedi e le ruote sulla neve. Averla solo ai lati della strada quasi lo infastidisce.
In Mtb sono diverse le volte che abbiamo osato, due volte resteranno storiche.
20-12-2009
Dopo una settimana a meno quindici, neve e ghiaccio, finalmente una Domenica "calda".
Ci sono otto gradi, sottozero, Marescalchi è un'autostrada bianca per la bicicletta.
Il gelo punge le guance, ma senza umidità il freddo non fa poi così male.
Si scende verso Tignano, tra lastroni di ghiaccio, strade innevate e un'improvvisa nuvola a metà di via Barleda, che ci ghiaccia e rende bianche barbe e capelli. Unica soluzione per riprendersi e non entrare in assideramento è pedalare.
Oppure spingere la bicicletta con la neve alle ginocchia lungo il precorso vita.
http://malinibici.blogspot.it/2009/12/meno-8c-immersi-nella-neve.html
12-02-2012
Nevica e nevica ancora. Passo a prendere Tony a casa sua. Per strada nessun spazzaneve, ci siamo solo noi. Arriviamo al Meloncello e cominciamo a salire. Tony non è convinto. Ma spinge, eccome se spinge. Non mette mai il piede per terra, supera le Orfanelle e arriva in cima che vorrebbe rifare il giro. Ma c'è da tornare indietro, con la neve si pedala il doppio, ritornare a Zola sarà come fare una granfondo.
Quanto abbiamo rischiato in questi anni, ma quanto ci siamo divertiti.
Siamo però anche caduti. La cosa che deve far ragionare e che ogni volta in momenti impensabili.
13-02-2011
Siamo nel tratto in pianura che precede la discesa che va da Guiglia a Castello di Serravalle.
Velocita blanda, neanche i trenta orari, al confine di Provincia Modena Bologna, all'improvviso, Mirkone si ritrova per terra. Senza casco cade di faccia e non si rialza, risponde a fatica e quando si tira su, gli comincia a sanguinare il naso.
Vuole rimontare in bici, ma lo fermiamo, arriva l'ambulanza e lo porta via. Trauma cranico ed emoralgia interna. Se la caverà bene ma che spavento. Federico, che era dietro Mirkone e cade con lui, si grattugia una coscia. Disinfetta velocemente e passerà mesi infernali, con un'infezione che gli farà rischiare grosso.
17-02-2013
Poco dopo il Ponte di Casteldebole andando verso Rigosa, Loris Margelli si ritrova per terra. Sembra cosa da poco, invece è costretto a fermarsi a casa. All'ospedale troveranno una vertebra malandata. Un mese fermo, ma praticamente sarà l'inizio della fine della carriera ciclistica.
08-02-2015
È mezzogiorno, io, Marco e Tony siamo usciti in Mtb con alcuni di Ferretti.
Dopo un bel giro decidiamo però che ci starebbe bene anche Pradalbino.
Imbocchiamo i campi da Golf e i ragazzi, alla discesa finale, si buttano a bumbazza.
Prudente ed imbranato li seguo da distante. Arrivo sull'asfalto, faccio una curva e vedo due distesi, sono Tony ed un altro signore.
Si rialzano, stanno bene.
La traiettoria perfetta ha fatto in modo che non riuscissero a vedere un lastrone di ghiaccio traditore.
Gli altri invece, prendendola larga, naturalmente non sbagliandola, ma restando volutamente in sicurezza, hanno evitato il contatto con la strada. Si rimettono in sesto e si decide che per oggi è tempo di una bella doccia.
La strada va rispettata, sempre.
In strada non ci sono momenti tranquilli, bisogna sempre rimanere concentrati e pensare che la sfortuna, quando meno te lo aspetti è pronta a colpire. Su un dritto, come in curva, se te la trovi davanti evitarla può diventare impossibile.
Bisogna accettare questo, altrimenti meglio andare al bar a giocare a briscola.
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