11 agosto 2017

Appennino Bagnato

Nuvoloni bianchi e altri più grigi correvano alti nel cielo sopra Lizzano ,mentre i ragazzi scaricavano le bici dalle auto appena arrivati da Casalecchio. Le previsioni non erano preoccupanti anche se qualche meteo pessimista lo si poteva trovare.

Salendo verso Pracchia a buon ritmo nuvoloni più neri ci circondavano ed il cielo azzurro cominciava a restringersi. L’afa però la faceva da Padrona, nonostante il sole scaldasse solo a sprazzi, il calore che saliva dall’asfalto lasciava senza fiato e bagnava di sudore le nostre divise.
Eravamo in cinque e per la prima volta nella storia del Club Malini avevamo tutti le stesse divise.

A San Marcello Pistoiese riempivamo le borracce. Neanche quaranta chilometri ma la borraccia era già vuota. Guardavamo i monti verso Prunetta, nostra prima destinazione e qualche dubbio sul fatto che forse potevamo prendere l’antipioggia, ci assale. L’unico che per scrupolo o forse per età che l’aveva preso è Steve, che poco dopo aver imboccato l’incrocio per Montecatini, Piteglio e Prunetta, lo indossava grazie alla sosta obbligata da gocce grandi come chicchi di grandine che allagavano tutto.

Pochi minuti fermi e passato il temporale ripartivamo. Ramon ispirato dalla salita e dalla partenza di un settore di Strava partiva con furore, tirando dritto all’incrocio per Piteglio che gli avevo segnalato all’inizio della salita.

Lo chiamiamo, lo aspettiamo e scendiamo verso il pittoresco paese Toscano. Qualche chilometro di discesa avvertivano che poi si sarebbe saliti parecchio. Solo noi per strada salendo verso Casa Monte , parlando e accelerando solo gli ultimi chilometri con Tognetti e finalmente Ramon scatenati.

Tutti insieme salivamo a Macchia Antonini splendido bosco dove incontravamo di nuovo essere umani  dopo svariati chilometri di assoluta solitudine. Prunetta è trafficata nonostante il cielo plumbeo, dopo una sosta veloce per acqua e selfone di gruppo ripartivamo in discesa , costeggiando il Reno appena nato e fermandoci a Le Piastre dove le nostre strade si sarebbero separate.

Lorenz, Gianluca e Ramon scendevamo a Pistoia per risalire poi dal Signorino mentre io e Steve scendevamo verso Pracchia cominciando a tornare indietro. Il cielo dalla parte dell’Orsigna era nero come pece ma su di noi scendevano solo poche gocce e il fastidio più grande che davano era quello di bagnare la strada.

Nonostante la strada bagnata scendevamo veloce verso Ponte della Venturina da dove si vedevano fulmini potenti scaricarsi verso Silla. Il tempo di arrivarci e fortunatamente il temporale era già andato verso la città, mentre dalla strada scendevamo fiumi di acqua schiumosa.

Salendo verso Gaggio il cielo si era aperto e un blu azzurro intenso dominava sopra le nostre teste. Il sole scaldava l’asfalto rendendo la salita una sauna che con grande fortuna di spegneva a Gabba, quando tre minuti di acquazzone mi bagnavano, per la prima volta in questo 2017, mentre ero intento a spingere quasi a tutta per evitare il temporale che montava dal Corno.

Ma il temporale scendeva e evitava la mia strada. A Querciola mi giravo verso Silla e la paura mi assalì. Si vedeva solo nero, nero e fulmini che squarciavano il nero.

Pensavo ai ragazzi a cosa stavano incontrando a salire dalla Porrettana e pensavo a me, che quel giro lo avevo proposto, e che per impegni familiari non avevo potuto completare.

I ragazzi avrebbero preso un battello d’acqua e la salita da Pistoia al Signorino se la sarebbero ricordati per un po'. Io tranquillizzato dal fatto che tutti stavano bene, cominciavo già ad immaginare il giro di Sabato.

La Porrettana da Pistoia, asciutta. Speriamo…

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