22 giugno 2009

Granfondo Internazionale Sportful, la più bella e più dura d'Europa

Due scodelle di minestrone di verdura appena raccolta dall’orto, costolone al vino bianco, fagioli e cipolla, insalata, crostata ancora calda sfornata al momento, due bottiglie di vino rosso, corposo ma che si manda giù con piacere, caffè e due bicchieri di grappa fatta in casa, che butta giù anche i sassi. Questa è la cena ideale che abbiamo consumato il sabato sera, prima della Gran Fondo Sportful. Fuori piove, le nuvole basse rendono il paesaggio spettrale e sembra di essere a novembre. Vien voglia di tenere la grappa e fare una bella partita a scala quaranta, piuttosto che andare a letto per il giusto riposo prima della battaglia. Le cinque della mattina arrivano subito, fuori a smesso di piovere, ma le nuvole coprono il cielo, lasciando temere il peggio. La pasta, il caffè, pane e marmellata, sono pronte già in tavola, e vanno giù con piacere, nonostante fuori sia ancora buio. La temperatura esterna è da brividi, dieci gradi. I progetti di vestirci in traforato lasciano il posto alla classica divisa, con intimo antivento, copriscarpe, manicotti e giacca antivento. Cristian preferisce quello dalle maniche lunghe, Gianluca e io ci fidiamo delle previsioni, il sole uscirà dalle nuvole e scalderà le dolomiti bellunesi. In griglia la temperatura non è molto superiore, io e Gianluca siamo in quella gialla, mentre Cristian e Aldo dietro in quella nera. Cristian è ancora insicuro se affrontare il lungo o il corto, ma Aldo sarà abile ammaliatore e alla fine insieme affronteranno il corto. La partenza tra le vie di Feltre è spedita, ma appena la strada, dopo pochi chilometri, comincia a salire in un susseguirsi di strappetti, sono in pochi che si tirano il collo. Il fresco ha comunque già fatto spazio ad un tiepido calore, nonostante ancora il termometro non salga sopra i 15 gradi. Nella splendida Valle del Mis, tra le dodici gallerie scavate nella roccia, lo scenario è fantastico e sono in molti che preferiscono prendersela comoda per ammirare il paesaggio, il tempo per recuperare ci sarà sicuramente. Il Forcella Franche arriva dopo quaranta chilometri. Cinque chilometri e mezzo al 7% di media regolare tra i boschi con vedute sulle cime innevate. In molti parlano si scherza e si fanno le tattiche, siamo ancora all’inizio e il duro deve ancora venire. Arriva appena finita la discesa, ad Agordo inizia il Passo Duran, dodici chilometri all’8%. Il tratto tra i meno otto chilometri e i meno due al gpm sono infernali, tutti al dieci per cento, con tratti al 16%. Le forze ancora fresche però, rendono l’ascesa meno dura e lo spirito è ancora alto. Un gruppo di toscani si sta raccontando le barzellette, uno propone di raccontarne una per salita, ad eccezione del Valles, li dovranno essere tre. Mi volto rido e gli dico:”Questa si che è una bella barzelletta.”. Ridono anche loro e ricomincio con il mio passo. Regolare senza forzarlo impiego 58 minuti per scalare il passo. Mi fermo al ristoro in cima, è veramente freddo. Mangio due panini, uno al formaggio e uno al prosciutto un po’ di Pepsi e riparto nella difficile discesa che porta all’inizio del Forcella Staulanza. Salita relativamente facile, lunga dodici chilometri, che costeggia il massiccio del Civetta, dal panorama mozzafiato. In meno di un’ora sono in cima, alla media dei quattordici km/h. Discesa velocissima e molto semplice, disturbata un po’ dal forte vento. A Caprile altro ristoro, poi direzione Cencenighe, dove in un gruppetto di dieci ciclisti inizio il Valles. La Granfondo internazionale Sportful inizia qui.Svolta a destra, si entra in galleria, al buio la strada sembra non salire e in due si mettono a tirare ai 20 km/h. Appena fuori si accorgono che il passo è troppo spedito e mi fanno passare. Rallento, mi metto davanti, ma dopo un paio di chilometri mi accorgo che dietro non c’è più nessuno. Non esagero, la salita non molla un attimo fino in centro a Falcade, qui una piccola discesa, poi riprende leggera fino all’incrocio con il Valles. Ultimi sette chilometri di salita, tutti tra l’otto e il tredici per cento. La mia andatura è costante, viaggio sempre tra i dieci e gli undici km/h. Sorpasso vari gruppetti e il silenzio è assordante. Nessuno parla e anche il respiro è talmente concentrato che si fa fatica a sentire. Ai meno due chilometri dalla vetta la strada spiana, spingo sui pedali, ma ai meno uno riprende impietosa fino al GPM. Neanche il tempo di rifiatare dopo dieci minuti di discesa comincia subito il Rolle, sei chilometri e mezzo agili, che ti riportano ai 200 metri d’altezza. L’anno scorso qui nevicava, oggi un tiepido sole porta il termometro a tredici gradi. Discesa pazza verso Ponte Oltra, attraversando San Martino di Castrozza e Fiera di Primero. Nella valle del Vanoi il vento è come il solito impietoso e dopo aver ripreso un gruppetto, in tre ci mettiamo a tirare. Il Croce d’Aune arriva dopo 38 chilometri. Le gambe sono imballate, il vento ha consumato parecchio e non sentirlo più ti fa godere la salita. I primi chilometri sono agevoli, senza pendenze esagerate. Dopo Sorriva un pochino di discesa, in parecchi forse la prendono troppo forte. Infatti ai meno quattro dal gpm. la strada si impenna. Dopo duecento chilometri, affrontare le rampe al dodici per cento e oltre, che attraversano Salzen e Aune è un’impresa. Se poi riesci a staccare tutti e finire il Croce d’Aune in quarantadue minuti ti puoi ritenere soddisfatto. Io lo sono molto. Purtroppo, le ormai nove ore di sella, si fanno sentire e gli ultimi chilometri di discesa sono un inferno. Non prendo una curva giusta che sia una. Dopo essermi fatto riprendere, mi faccio anche staccare agli ultimi due chilometri. Rimango li a cinquanta metri dal gruppetto che avevo staccato sul Croce d’Aune e non c’è verso di riprenderli. L’ultimo tratto in pavè che porta in Piazza Maggiore è durissimo ma talmente bello che riesco a fare anche la volata. Chiudo in nove ore, raggiungo mia moglie e mio figlio. Oggi era il nostro sesto anniversario di matrimonio. Regalo più bello non potevano farmelo, portarmi nella meravigliosa Feltre a correre la più bella Granfondo D’Europa.

9 commenti:

Mauro ha detto...

ma com'era il tempo alla fine? accettabile? quando noi siamo scesi da Serramazzoni ieri ci siamo congelati, pensavamo a voi coi brividi

Anonimo ha detto...

ciao enrico! ma quest'anno non ti fai mancare nulla eh!! complimenti davvero, io sono in pessima forma, ieri alla raticosa ormai mi congelo e il pomeriggio l'ho passato a letto coi brividi..
..sara' l'eta'!!
se riesco faccio un salto giovedi in via marzatore a far lo spettatore che fa anche rima (difficile, andar bene esco alle 118 dal lavoro..)

Anonimo ha detto...

118 deve essere un lapsus, ieri ne avevo veramente bisogno
mi son anche scordato di firmare, sono andrea
ciao :-)

Enrico Pasini ha detto...

Grazie Andrea e domenica Aprima Gavia e mortirolo.
Mauro vuoi gli articoli a spezzoni poi vuoi sapere come è andata prima della fine?Sei il solito comunista!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

ciao ragazzi..c'ero anch'io(Morena)..si molto bella e faticosa..e la giornata e' stata meravigliosa
ciaoooooooo

Mauro ha detto...

Tanto su rete4 hanno già fatto il servizio completo, pare abbia vinto un nano pelato anche li, nonostante qualche puntina comunista disseminata sul percorso

Anonimo ha detto...

Grande Enry adesso che l'ho letta tutta non mi resta che farti i complimenti.
Enrico P

fotorode ha detto...

Complimenti e auguri!

Sandrino ha detto...

Complimentoni a Te per il coraggio e la forza nell'affrontare un percorso tanto duro, ma soprattutto alla tua Signora che ti atteso tutto quel tempo all'arrivo in un giorno così importante per la vostra vita insieme. bravi entrambi, i miei complimenti.
Salutoni
Sandrino