06 ottobre 2009

Che sudata Montovolo!

L’acqua scorre veloce alla fontana de La Cà, fresca come l’aria che spira in questa prima domenica d’Ottobre. Riempio le borracce e mi avvio in discesa verso Silla. Sono le otto, il sole in alcune parti non si è ancora affacciato è l’umidità della notte ti penetra nelle ossa. Comincia la discesa e al primo tornante eccolo svelarsi maestoso all’orizzonte, Montovolo. Ultima fatica della stagione, ma so già che dovrò sputare l’anima per portarmi a casa la maglia di leader anche quest’anno Un solo punto mi distanzia da Mauro e Bosso non è poi così lontano. Basta una piccola crisi e anche lui mi potrebbe sorpassare. Cerco di non pensare troppo che la mia condizione non è certo quella della Dieci Colli e mi godo la discesa. Tutto sommato non fa neanche troppo freddo, undici gradi, ma sono ben coperto, con manicotti, antivento e anche il vecchio foglio di giornale a ripararmi. Mi aspetto che in Porrettana l’atmosfera si riscaldi un po’, ma non è così. A Vergato Andrea mi aspetta, c’incontriamo che sono ancora intirizzito ma per trovare gli altri dobbiamo pedalare ancora un po’ fino a Sibano. Qui inversione e ci uniamo al gruppo. Zanarini e Laffi lo guidano fino all’inizio della salita. Tutti fermi, c’è chi cambia l’acqua, chi si sveste e poi si parte. Giovanni scatta subito come gli avevo suggerito, lo scatto è uno dei suoi. Potente e devastante, soprattutto per lui, infatti al primo muro si pianta come un chiodo nel legno massello. Rimaniamo subito in tre, Cioni, Bosso e Io, più Andrea che ha decisamente un altro passo. Ad inizio anno era un valido punto di riferimento, adesso è da evitare. Provare a stare subito alla sua ruota sarebbe un suicidio. Dietro il vuoto, ogni tanto mi volto per vedere se arrivano Lamberti, Laffi e Lorenzo ma niente. Bosso e Mauro appena la strada s’impenna al 20% provano a forzare, soprattutto Bosso e la cosa mi preoccupa, non rimane mai più di due metri al vento, normalmente. Io cerco di andare regolare e in un paio di punti perdo anche alcuni metri. La salita è lunga, poi magari pensano che sono già cotto e danno l’anima, sfinendosi. Arriviamo sulla statale e mi porto davanti, cercando di tenere il ritmo alto. Al primo strappetto mi accorgo subito che la gamba non è quella che vorrei. Alla Cavallina, però, cerco l’allungo. Bosso tenta di rimanermi a ruota Mauro invece crolla e si stacca. Mi accorgo subito che l’assessore non ha subito il colpo come speravo e anche io sono andato fuori giri. Rallento, lui rientra e mi sorpassa, sta forzando ed era quello che volevo. Al bivio in centro a Campolo mi accorgo che non conosce la salita. Infatti dobbiamo dirgli io e Andrea di girare a sinistra se no proseguirebbe verso Vigo. La freccia che indica la strada c’è, ed è ben visibile, in un bel blu luminoso. Cominciano gli ultimi tre chilometri finali sempre Bosso davanti. Quest’estate l’avevo provata e andavo almeno due chilometri più veloce. Ora invece faccio fatica a tenere il ritmo dell’assessore. Comincio a preoccuparmi, quando ai campi sportivi Bosso mi lascia passare. Mauro è sempre là in fondo, ma non troppo lontano per lasciarmi tranquillo. Cerco di far coraggio a Bosso, gli dico che è quasi tutta così e proseguo del mio passo. Lui rimane li, a quaranta metri neanche, io finisco il tornante, lui lo inizia, mentre Cioni è all’inizio del precedente. Ultimo chilometro la srrada s’impenna, Andrea aumenta il passo ma io neanche lo riesco a vedere. Il penultimo tornante è micidiale, ma ormai è fatta con il cuore in gola, taglio la linea del traguardo e anche per quest’anno il Promal è mio. La vittoria più bella perché la più sofferta. Bosso arriva subito dopo di me, Mauro dopo un minuto, in lacrime dilaniato dal dolore per aver perso il Promal. Cerco di consolarlo, gli metto una mano sulla spalla, ma lui me la sbatte via urlando: “Comunista di merda vai via!!” Capisco che c’è qualcosa che non va, questa salita deve avergli fatto male veramente. Aspettiamo mezz’ora, ma ancora non tutti arrivano.Si hanno notizie di Lambeti lacerato da un raggio rotto ad inizio salita e di Paone perso nei boschi con alcuni cacciatori. Scendiamo quando si sente tuonare. Mi preoccupo non poco devo tornare a La Cà .Ma a Campolo l’allarme passa. Non erano tuoni, era Sandrino che aveva sbagliato strada e imprecava. Montovolo ha lasciato il segno, non solo a chi è riuscito a raggiungerlo.

7 commenti:

Mauro ha detto...

due tornanti, un minuto...parole grosse
comunista che non sei altro
io ero al 50% ma le scritte sull'asfalto mi hanno abbagliato e sono caduto, per questo non ho vinto
poi salendo ho studiato i funghi, ho gonfiato le ruote, sono tornato a vergato a prendere acqua
insomma ti è andata bene, e non ho vinto solo perchè il tipografo aveva scritto sulla maglietta Dario David e non Mauro
cmq bella tappa, mi son divertito, all'ultimo tornante ho pensato "adesso scendo" ma non avrei fatto in tempo a staccare la tacchetta
bravo tu, bravo Massimo e bravi tutti

Anonimo ha detto...

..le foto!!!!
:-)
Andrea

max ha detto...

Confermo che andavo di più che la domenica di Cereglio e ho provato a tirare al massimo. Non conoscendo la salita però nel tratto finale si è annebbiata un pò la luce e gli ultimi 300 metri sono stati da scendere in effetti
:-)
il campione sociale era battibile se assieme a me ci fosse stato qualcuno per una accelerazione finale, non certo mia....
Forse una salita troppo severa per la media del nostro gruppo soprattutto ad ottobre, ma tutto sommato una domenica ancora una volta simpatica.

Potter non ha vissuto però il ritorno con uno scatenato luca che ci ha fatto rientrare in tempo per i tortellini ma con il cuore nel cervello, a completare se ce ne era bisogno una giornata impegnativa...:-)
Io ci ho messo due gg a recuperare....

Alla fine l'impegno ma anche la positività c'è stata per tutti

Sono curioso anch'io delle foto....

Anonimo ha detto...

foto ragazzi

Enrico Pasini ha detto...

Io però mi sono fatto altri 20 km di salita per andare a casa, preferito locomotiva Laffi a sto giro....

Anonimo ha detto...

sei tornato a la ca'?
azz..

Sandrino ha detto...

Tu sei stato fortunato che hai sentito solo i tuoni, ma non hai visto i fulmini e le saette!!!
Salutoni
Sandrino