13 marzo 2011

Abbiamo provato la Dieci Colli

A poco meno di due mesi dalla Granfondo, abbiamo provato la nuova Dieci Colli. Partenza davanti al Futurshow Station e via subito verso Calderino e Monte Pastore. Da Calderino, dopo cinque chilometri, s’inizia a salire, sempre dolcemente, lungo un falsopiano che sarà affrontato a folle velocità dal gruppone, ma in cui bisognerà dosare le energie in modo intelligente, per non bruciarsi presto. La salita vera inizia poco dopo Padova Di Ronca, al chilometro ventuno. I tornanti che portano a Monte Pastore sono dolci, ma costanti al sei per cento. Questo primo tratto finisce alla Croce delle Pradole, dopo sette chilometri, poi, dopo una serie di sali e scendi, si arriva a Tolè e da qui altri due chilometri non troppo impegnativi, portano all’incrocio di Santa Lucia, da cui poi si scende verso Cereglio. É una delle poche occasioni per riposarsi, anche se la discesa è intervallata da un piccolo strappo, che ti costringe ad alzarti nuovamente sui pedali. A Cereglio inizia subito la salita che porta al Passo Sella della Croce, tre chilometri scarsi al cinque per cento circa, seguiti da una veloce discesa nel paese di Rocca di Roffeno. Dal paese si arriva lungo falsipiani, sia in discesa che in salita, prima a Bocca dei Ravari dove c’è il bivio con la corta, poi girando a destra a Castel D’Aiano, dove la strada si inerpica nuovamente verso i novecento metri del Passo Brasa. Un paio di chilometri scarsi di discesa e nuovamente saliscendi fino a Iola, dove inizia la discesa vera e propria verso Gaggio Montano, che si attraversa molto velocemente, fino a raggiungere la statale del Passo delle Radici. Dall’imbocco della statale a due chilometri prima di Lizzano, la strada è molto bella, pianeggiante con qualche strappetto leggero e qualche discesa ristoratrice. Molto panoramica con il Corno alle Scale maestoso in tutta la sua bellezza. All’incrocio di Panigale inizia la salita che porta a Val Piana. Si sale costanti al cinque-sei per cento attraversando Lizzano in Belvedere e Villaggio Europa. Qui noi ne approfittiamo per una sosta dall’amico macellaio Preci Walter, che per ringraziare del saluto, ci taglia un salame intero, ce lo imbusta e ci augura buon viaggio. Siamo all’incirca, a metà percorso e proseguire con mezzo salame affettato nel portaborracce non è facile, ma si poteva rifiutare? Da Villaggio Europa la strada spiana leggermente fino alla Masera dove si volta verso Querciola e successivamente verso Maserno. A Querciola la strada riprende a salire sempre intorno al sei per cento. A Val Piana la Cima Coppi della Granfondo si entra in provincia Modenese e dopo quasi quindici chilometri di salita, si scende verso Maserno. Non è una discesa vera e propria, bisogna sempre pedalare e nello stesso modo da Maserno si arriva a Montese. Da Montese si risale verso il Passo Brasa e di nuovo giù verso Castel D’Aiano e la Bocca dei Ravari, la stessa strada dell’andata, ma in senso contrario. Da Castel D’Aiano a Bocca dei Ravari la strada sembra pianeggiante e invita al rapportone, in realtà tira sempre un pochino e forse sarà meglio farla il più agile possibile. Da Bocca dei Ravari si scende verso Zocca, al bivio per Tolè si scende allo strappo del Conventino, un chilometro che porta in centro al paese, con rampe al quattordici per cento. Si arriva a Cà Bortolani e qui la nostra prova si ferma, un po’ per l’orario, un po’ per la stanchezza, preferiamo scendere direttamente verso Calderino, saltando Savigno e Monte Maggiore. In realtà non cambia molto, Arrivare a Monte Maggiore è quasi tutta discesa, tranne qualche strappetto a Ponzano e Zappolino. Monte Maggiore è fatta al contrario rispetto alla vecchia edizione, è più corta con uno strappo più impegnativo, ma che non dovrebbe creare troppe difficoltà. Dalla cima poi è una lunga discesa verso Casalecchio, lungo Via Gesso. Noi scendendo pensavamo che forse come arrivo non è esaltante, e ci chiedevamo se dopo Monte Maggiore non sarebbe più bello affrontare Mongardino e in cima girare a destra verso Monte Capra con la spettacolare, secondo noi non troppo pericolosa, discesa verso Ceratolo, con arrivo praticamente diretto al Futurshow Station. Non sarebbe male, la Granfondo se affrontata con intelligenza, (bisognerà veramente stare molto attenti a dosare le energie, perché altrimenti potrebbe diventare massacrante), non è durissima e un Mongardino in più con lo strappo di Monte Capra potrebbe essere la ciliegina sulla torta di un percorso molto affascinante.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao mi dispiace avrei voluto continuare,ma avevo le gambe che erano diventate di legno e non riuscivo andare avanti
ciao scusatemi Morena

MAURIZIO ha detto...

Hai descritto perfettamente il percorso, ho sofferto piu' il vento che le salite ad ogni modo devo ringraziare tutti per la pazienza che avete avuto nell'aspettarmi

Anonimo ha detto...

ciao a tutti invece io a casa con 38 di febbre..
:-)
Andrea

Enrico Pasini ha detto...

Ho mandato l'articolo all'organizzazione della Dieci Colli ecco la risposta:

Ciao Enrico, complimenti per l’ottima descrizione del percorso.
Grazie infinite del suggerimento, pensa era stato preso in considerazione, ma poi per paura del traffico e dell’attraversamento della strada Bazzanese a Ceretolo verso il Futurshow
Siamo stati bloccati, ma se andrà tutto bene quest’anno è sicuramente da tenere in seria considerazione.
Ho notato con piacere che il percorso vi è piaciuto e le considerazioni sono buone.
Poi il mitico Malini Paolo attende con il suo camper in piazza a Lizzano tutti i ciclisti ringrazialo ancora per me.
Mi sembra di aver capito che al ritorno da Montese dove si và in centro e si esce da via Righi dopo si svolta a sx verso via Padulle la scorciatoia che porta a castel D’Aiano via piscina e arriva in via dei Piani curvone prima del centro, in pratica non si torna da passo Brasa.
Grazie ancora a presto con stima e amicizia da ciclisti appassionati avanti a tutta verso il 1 maggio 2011.
Un grazie alla squadra per le adesioni alla nuova dieci colli.
Ciao Luciano

Quindi a Montese abbiamo sbagliato non dovevamo tornare sul Passo Brasa ma andare alle Piscine di CastelD'Aiano quelle che Maurizio aveva paura di fare. Effettivamente è un tratto più duri con vari strapetti taglia gamba!

Anonimo ha detto...

confermo, la strada è quella della piscina, ceh fa male male male in almeno due tre punti di 2/300 m
andrea