09 marzo 2017

Domenica di vento

L'inverno di un ciclista inizia due mesi prima di quello del calendario. Inizia l'ultima Domenica di Ottobre, quando torna l'ora solare. Un'ora in più di buio, che arriva presto al pomeriggio e non si può più uscire dopo lavoro.

Questo è stato un lungo inverno e deve ancora finire, non ci ha regalato neve e neanche tanta pioggia, una sola Domenica brutta in 5 mesi, ma sicuramente il freddo non l'ha fatto mancare.
Ieri mattina la primavera provava a farsi strada, ma l'aria portata da un forte vento sapeva di neve.

Mongardino alle 8 di mattino non era tranquilla come al solito, con nelle orecchie il sibilio del vento e la strada inumidita dalla pioggia del sabato. Anche dopo, quando l'abbiamo scalato da Sasso, il vento la faceva da padrone, ma a quel punto il sole cominciava a intravedersi tra le nuvole, che sempre minacciose, se ne stavano andando.
E il vento la faceva da padrone anche in discesa. Ma questa volte era gentile, una gentilezza irrequieta che ci mandava giù a spintoni, spingendo le gambe a velocità mai fatte prima. Un vento che faceva saltare anche Strava, con una media di 51 km/h arrivando a Calderino distrutti.

L’unico tratto a favore di vento ce lo sputtaniamo nel modo migliore per divertimento, nel modo peggiore in vista del proseguo del giro.

Recuperiamo l’inattesa fatica mulinando agili su per San Lorenzo, le strade cominciavano ad asciugarsi come capelli al caldo getto del phon e la discesa verso Ponte Ronca l’affrontiamo tranquilla, questa volta senza tirarci il collo come pazzi sfrenati, ammirando la pianura con in fondo, inconfondibili, i Colli Euganei.
Il vento gentile e irrequieto stava facendo pulizia.

Tra San Savino e via Puglie Lorenz, per salire a Oliveto, sceglieva vie Puglie, ricordandosi solo quando ormai era troppo tardi, dell’ultimo strappo taglia-gambe poco prima della bella borgata medioevale.
Il vento continuava a spirare forte ma il sole cominciava a fare capolino seriamente in cielo e quasi a placarlo ci concedeva un po' di riposo nell’attraversare MonteVeglio per salire a MonteBudello.

Bologna ha i portici di San Luca, Bazzano ha MonteBudello. Non vi sono portici ma è raro trovarsi soli mentre si percorre questa salita. Chi camminando, chi correndo, chi chiacchierando, chi ascoltando musica, la salita che arriva alla Chiesa tra Savignano e Bazzano, sopra le vigne della Mancina, è sempre animata.
Noi parlavamo, ma spingevamo anche, fin su al Pazz, poi giù verso Savignano sul Panaro, tra troppe buche sull’asfalto, vigne che chiamavano caldo e rivoli d’acqua che tagliavano la strada.
Aspettavamo Steve mentre pensavamo già alla prossima fatica. 

La prossima fatica arriva in fretta. Pochi chilometri di pianura e si ricominciava a salire. Stavo tirando e comincio la salita ancora tirando.
Guiglia è una salita apparentemente semplice ma proprio questa semplicità la rende assai complicata, ogni scalata è diversa dalla precedente quasi che la salita cambi pendenza in base alla giornata.

Tiravo, quando al primo tornante mi viene in mente che dovevo mangiare. Allungo la mano nella tasca e mi succhio un ciucciotto di maltodestrine. Rallento un filo e Ale mi supera, con lui anche Steve e Lorenz. Mi metto a ruota ma l’andatura è troppo elevata per me. Eppure l’abbiamo fatta molto più forte altre volte, forse però non avevamo sessanta km sulle gambe e già di 1000 metri di dislivello sulle gambe.
Riesco a rimettermi a ruota, Ale è in caccia di due ragazzi che girano affiancati chiacchierando tranquillamente. Andavamo a tutta, li vedevano già dal tornatone di Case Sereni, eppure li abbiamo ripresi poco prima dell’incrocio di Castelletto. Andavamo a tutta, loro invece chiacchieravano.

Saliamo ancora, serviva acqua e la piazza di Guiglia con la fontana e una vista che apriva da Modena fino ai Colli Euganei era la sosta perfetta.
Dovevamo salire ancora, Zocca era ancora lontana.

Salivamo ancora non smettevamo di salire.
Poco dopo Monte Orsello superavamo un ragazzo de La Rupe di Sasso Marconi, proprio nel mentre del sorpasso gli esplodeva la camera d’aria.
Avvisavamo il suo compagno che era pochi metri più avanti che ringraziava gentilmente e ci chiedeva se potevamo avvisare quelli davanti a lui, che ci chiedevano di avvisare quelli davanti ancora, che ci chiedevano di avvisare quello davanti a loro, che ci chiedeva di avvisare quello dopo la curva, che ci chiedeva di avvisare quelli più forti davanti ancora, che ormai eravamo arrivati a Pistoia.
No non è vero, ma dovevamo farla piano insieme a Steve, invece, a forza di avvisare, Rocca Malatina era stata attraversata senza accorgersene e soprattutto senza Steve.

Mentre salivano qualcosa in me si svegliava. Era lo stomaco, che reclamava qualcosa di più di una barretta e qualche maltodestrina. La Tigelleria in centro a Zocca era l’ideale. Me ne avevano parlato benissimo, i ragazzi si fermavano sempre, quando io non c’ero.

La Tigelleria era chiusa. Chiusa per ferie. Ci passiamo davanti con una lacrima agli occhi e lo stomaco ululante. Con fatica e controvoglia il braccio destro si allungava in tasca e la mano, schifata, afferrava un’altra barretta alle mandorla. Lo stomaco, pur inorridito, smise di ululare.
Lama di Zocca, Conventino e Tolè, in successione, battagliando come se a Tolè ci fosse l’arrivo di una tappa alpina del Giro. A Tole non c’era nessuno, tutti già con le gambe sotto al tavolo per il pranzo della Domenica che ha sempre qualcosa in più di un pranzo normale.

Ci aspettava solo discesa, finalmente una lunga riposante discesa. Il giro era quasi finito ma io un’altra salitella volevo metterla. Giusto per arrotondare a 150 km e 2300 di dislivello.

Poggio Respighi, o il Monticino, semplicemente via Predosa, sognando di farla a tutta, catapultato nella realtà invece salivo con il 39×27 agile agile, ammirando le vigne di Pignoletto nascere al sole e desiderando un bicchiere ghiacciato del loro frutto agitarmi il corpo, concludevo il giro così.

Magari se avessi mangiato quella tigella a Zocca avrei fatto a che San Martino…

06 marzo 2017

8 Marzo...strada alle Donne!


Valeria, una donna
 AvventuRosa



Neve.... 
la settimana è cominciata sul White Trail.... ghiaccio, salite, neve ...  intorno a noi un panorama bianco di vette stagliate contro il blu del cielo... bianco, morbido agli occhi ma, duro sotto i quadricipiti che, dal niente quotidiano dell'ufficio si ritrovano a pedalare muovendo i gommoni della mia gialla Chewbecca. 
Cosi... quasi in fila indiana (dico quasi perché a causa del ghiaccio io ero sempre l'impedita per terra!) prima ci dirigiamo verso il cielo e poi giù, accontentandomi del giro breve, in discesa, scivolando, con il dietro della bici che scoda birichino... ridiamo come due bambini che vedono la neve per la prima volta... 
e, dalla bici, è proprio la prima volta. 
Questa settimana giochiamo con le nostre fat. Lo faremo sul percorso  del South Tyrol Trail interrotto questa  estate a causa di una infiammazione al gomito che mi ha portato a cazzeggiare per un paio di giorni in piscina ( butta via!!) per poi proseguire le vacanze seguendo solo la ciclabile... giusto per non affaticare il braccio che non ne voleva più di muoversi.
Il trail lo riprendiamo li, dal punto dove, al riparo della nostra tendina, abbiamo dormito l'ultima sera di South Tyrol Trail, circondati da un nugolo di zanzare incarognite, che per tutta la notte han fatto la guardia, forchetta e coltello alla mano, intorno alla tenda aspettando di saltarci addosso; siamo nel bosco sulla strada per Monticolo. 
Mentre ripenso al giro fatto, faccio fatica a scegliere di raccontare i paesaggi, la zona è meravigliosa, sono montagne indimenticabili, la prima parte di giro, credetemi, non si può raccontare... bisogna viverla, sono montagne che entrano nel cuore con prepotente bellezza.... ed io non credo di avere la capacità di dipingerle con le parole.
Disordinatamente proverò a descrivere alcune parole, legate ai luoghi dove le ho sperimentate....
Cominciamo con ..
EQUILIBRIO: siamo sul fianco delle montagna in direzione Glorenza, qui i rumori del mondo non arrivano. Da quassù il frenetico affaccendarsi umano  diventa agli occhi come un piccolissimo formicaio impazzito, quasi non riesco a credere di provenire da lì.
Sentieri ondeggianti nel bosco: pedalo sulla salita, mollo i freni, sposto il peso per la curva....Azz piede a terra. Ricomincio. Di nuovo salita, cambio il rapporto.... Marco saltella lì davanti sulle radici come se niente fosse, provo ad imitarlo.
 
Cerco il controllo delle emozioni che passeggiano tra la vertigine e la paura, che non mi lascia mai, la curiosità per quel che ho attorno, la pace che, dal verde del bosco, entra dentro i pensieri....
L'equilibrio che cerco fuori, con le mani salde al manubrio di Chewbecca, piano piano si espande dentro e si fa...
SILENZIO: il compagno di "concentrazione".
È quel manto che scende sui pensieri, mentre pedalo, il ritmo cadenzato delle gambe, il mormorio della campagna che mi circonda.
Silenzioso è il ripetersi ordinato a perdita d'occhio delle vigne di Magrè sulla Strada del vino, o l'azzurro riflesso delle montagne nelle acque del lago Caldaro.....


 il saltellare delle foglie sotto la ruota, o lo sguardo curioso di un passero che fa capolino dietro un ramo. Il silenzio è la migliore musica che accompagna il respiro: è il " qui e adesso " di cui ci si nutre durante il viaggio, quando altro non serve oltre a quel che è caricato sulla bici. Ed è il silenzio che alimenta la  ...
FORZA: quella che sono sempre cosi sicura di non avere..... 
si crede a volte che sono solo i  muscoli a produrre forza sui pedali.... ma a volte il silenzio che non ti parla del "chi eri" o del " non ce la faccio" da risultati che non ti aspetti. Solo con umile e silenziosa concentrazione puoi arrivare sulla cima.... cosi lentamente salgo lo zig zag regolarissimo sopra Malles che ci porta incontro alla neve. 



Ed è  vero che ci sono gambe più forti e cuori più allenati, guarda Marco come sgambetta... ma come non essere attirati da tanta....
BELLEZZA: il motivo per cui ti porti in luoghi cosí lontani dalle tue capacità....
Intorno natura e suoni distanti .... davanti agli occhi il furtivo muoversi di uno scoiattolo (?) che di colpo si ferma a guardarmi: entrambi ci chiediamo a che razza appartiene quella bestiolina di fronte. Stupore, dolcezza e perfezione.
CONDIVISIONE: chiacchere con Marco sulla ciclabile in direzione di Merano, dove portiamo un saluto a Nonno Carb, l'autore di questa bellissima traccia. Chi disegna tracce mette se stesso nella sua opera, e così si  può vedere il suo mondo, attraverso i suoi occhi... anche questo è un modo bellissimo per condividere ciò che si ama.
Maurizio è, come queste montagne, silenzioso, preciso, ordinato e forte, ci sorride annunciando la faticaccia per salire a Rifiano.  Scopriamo  così che tutto il male non viene per nuocere.... questa estate sarebbe stato un massacro salire fin lassù con le borse da cicloturismo.... meno male che il braccio ha fatto sciopero!! 
Un occhio alla valle e giù verso Tirolo e Lagundo : condividere una birra alla Forst però è d'obbligo.....
Sulla SOLITUDINE....
non ho mai viaggiato da sola.... son già sola per tutta la settimana, almeno il we vorrei condividerlo, anche se non ho altri compagni di viaggio pazienti come Marco; ma una nota è doveroso farla: quelle rare volte che pedali senza nessuno intorno ti rendi conto che non si è mai soli quando si è soli....viaggi sempre con te stesso. Sembra banale dirlo. E così mi gusto anche quella momentanea solitudine pedalando sui sentieri verso Naturno.... il sole gioca con i profili delle montagne ma è difficile catturarne la bellezza con la macchina fotografica... ci rinuncio. Me lo terrò per me. 
Il lago Resia è completamente ghiacciato all'arrivo, mai visto uno spettacolo del genere! Neve intorno, freddo alle mani. Azz!! Ho perso i miei guanti invernali prima della partenza.... chissà perché pensavo di non averne bisogno. Il sole mi ha ingannata. Facciamo le foto di rito

 mentre mi si sta congelando tutto, la neve che si scioglie schizzando dalla ruota dietro mi ha completamente bagnata la schiena: geeeelooo!!!  

Bellissimo un giro invernale su queste montagne. Sono contenta sia andata così: ora è tempo di scappare verso il treno che ci riporterà dalla nostra cara Cristina, che ci sta aspettando per la cena. Voliamo letteralmente verso Malles.... sono un missile. Sono troppo felice.

Marco.....non sei meno importante, ma oggi è il giorno delle Donne!


01 marzo 2017

In quattro verso il Prestigio. L'inizio di Laigueglia

È partita Domenica la stagione delle Granfondo 2017 e come ormai succede da qualche anno, il battesimo ufficiale avviene a Laigueglia.

Anche quest’anno il club era schierato sulla riviera ligure, pronto a scattare all’apertura delle griglie. Del “Reparto Corse” erano in Quattro, il loro obbiettivo è il Prestigio di Cicloturismo, lo scudetto da cucire sulle maglie. Alessandro Galluzzo, Ramon Stefanelli, Stefano Baccigotti, Fabio Fornacciari. Questi sono gli indomiti quattro che gireranno l’Italia alla ricerca del Tricolore.

Andiamo a vedere come è partita la loro avventura.

Alessandro Galluzzo. 9-:
Va alla ricerca del terzo Prestigio consecutivo, mai in questi anni era partito così forte, ha mantenuto la forma dell’Estate e nell’inverno l’ha addirittura cresciuta. Arriva tra i primi 400, patendo un po' il finale, ma come prima Granfondo, è tanta roba. Il meno dopo il 9 è solo una domanda: ”Si sarà depilato in occasione della prima Granfondo.”

Ramon Stefanelli 8-:
Non è ai livelli di Galluzzo ma non delude. La finisce e sfiora l’entrata tra i primi 1000. A fine Febbraio ha già abbondantemente superato i 2000 km pedalati. La stagione è appena iniziata, ma anche se su Strava fa il modesto e pone l’obbiettivo ai 15 mila chilometri, se continua così potrà sforare i 20 mila. Il meno è meritato proprio per i chilometri pedalati. Da uno che ne ha già fatti più di 2000, in meno di 60 giorni, ci si aspetta di più. Ma stiamo parlando di Ramon, quel meno quindi equivale a 9+.

Fabio Fornacciari 10:
Arriva a 16 minuti da Ramon lasciando tutti a bocca aperta. Lui è la prova vivente che il primo fatica come l’ultimo. I racconti delle sue crisi sulle grandi salite sono epocali. Sullo Stelvio vorrebbero dedicargli un monumento, noi intanto gliene dedichiamo uno simbolico. Il lavoro invernale fatto in palestra comincia a dare i suoi frutti e per il proseguo della stagione la speranza di vederlo ancora più avanti è grande. Intanto come partenza non ci si poteva aspettare di meglio.

Stefano Baccigotti 7/8, ma anche 6-:
Ci riprova con il Prestigio, dopo che tre anni fa ad Aprile era scoppiato con un palloncino troppo gonfio. Il botto si sente ancora ma la preparazione invernale non si è distaccata molto da quella passata. Giri lunghi, Raticosa, Futa, ma niente Zanchetto con la neve. Arriva molto attardato, ma arriva e per l’anziano più giovane del gruppo per il momento va bene così. Forza Stevi, e speriamo bene…

20 febbraio 2017

Sbornia in Chianti

C’è il cielo azzurro ma c’è anche la nebbia che sale dal terreno, bagnato dalla pioggia notturna, quando ci troviamo al parcheggio della Rotonda Biagi a Casalecchio. La temperatura è accettabile, sopra lo zero di qualche grado, ma l’umidità è inaffrontabile. Non è comunque un problema, le bici sono in macchina pronte, come noi, a mettere in moto e partire, destinazione Firenze Impruneta.

Un’oretta di autostrada e un chilometro dopo il casello di Firenze-Impruneta parcheggiamo. Tempo di un caffè e di quattro chiacchere con un compagno d’allenamento del grande Gino Bartali, ci vestiamo, scarichiamo le bici e ci mettiamo in sella.

L’obbiettivo è quello di fare 120 km con un dislivello sui 2000 metri. Guido, che ci ha lasciato e si è accasato al Bike Studio, però è sempre con noi e da conoscitore di questo splendido pezzo d’Italia chiamato Chianti, assicura che sarà un bel giro, come da programma.
È del Bike Studio e infatti è vestito da capo a piedi con divisa Malini. Il suo fuso orario è quello. Quest’anno si è iscritto al Bike Studio, il prossimo ci correrà.

Anche qui nella notte ha piovuto, le strade sono  bagnate ma il sole che filtra tra i rami e disegna le ombre degli alberi sulle strade, scalda.

Si sale subito e sarà una costante di questo giro, la parola Pianura nel dizionario del Chianti non è stata inserita. Partiamo forte, forse troppo, le gambe di tutti sembrano non sentire la fatica e più che un giro tra amici sembra di essere alla Granfondo GalloNero.
Passiamo Greve in Chianti e saliamo verso Panzano. Guido a Ale sembrano avere il motorino, io e Lorenzo preferiamo andar su del nostro passo, che è comunque molto elevato, mentre Ramon paga la partenza veloce. La pagherà tutto il giro.

Si scende e si sale, si sale e si scende, non abbiamo affrontato vere salite ma quando siamo ormai a Castellina in Chianti e non abbiamo ancora 50 km nelle gambe, il dislivello è già superiore ai 500 metri.

Salendo verso Castellina un camion ci supera. Lo sentiamo arrivare in lontananza e cerchiamo di stare il più possibile a destra. Sono le 11 del mattino la strade si sta asciugando, grazie anche a dodici caldi gradi, ma il camion che ci supera la rende bianca di sale. Quasi non ci crediamo, lo spreco è incredibile. Mentre spesso nel bolognese ci si lamenta dell’assenza del sale per terra, in Toscana lo danno con strade asciutte e 11 gradi. Una via di mezzo in questo paese la troveremo mai?

A Castellina facciamo un giro nel paese e torniamo indietro, fino al bivio di Radda che prendiamo per arrivare, tra scatti e controscatti, nello splendido paesino del Chianti.
Lo passiamo, ed è quasi ora di cominciare a tornare verso Greve, quando Guido ci indica una salita bella ma lunga. Non vi sono dubbi, se è bella va fatta, giriamo a destra e cominciamo a salire verso MonteLuco.  

La salita è veramente bella, gli ultimi 5 chilometri sono immersi nel bosco e si inerpicano disegnando innumerevoli tornanti. Raramente scende sotto il 10%. Arriviamo in cima e un attimo di indecisione ci assale. Scendere da dove siamo saliti, o scendere a Montevarchi e poi tornare indietro da lì?  Scendiamo a Montevarchi, poi esploreremo come tornare nel Chianti.

Guido si ricorda di una salita sui 6/7 chilometri dentro un parco naturale. Chiediamo indicazioni su come arrivarci ad un ragazzaccio toscano con l’accento leggermente russo, che è molto preciso e ci permette di arrivare all’inizio di questa asperità. Non prima però di aver riempito borraccia e stomaco in un classico circolo toscano di altri tempi. Ma questa è un’altra storia e forse un giorno la racconterò.

Non si è capito se Guido avesse fatto mai questa salitella che sfiora i 6 km e ha i primi tre con una media del 14%, ma sicuramente noi altri la ricorderemo per sempre.
Soprattutto il sottoscritto, che aveva montato il pacco pignone invernale con il 25 come rapporto più grande e il 39 davanti. Deficiente.

Ad un certo punto, mentre arrancavo con le mie 40 pedalate al minuto, ho cominciato a ragionare che se la pendenza rimaneva quella tutti i sei chilometri, saremmo arrivati a quota 3000, più o meno come lo Stelvio. Proprio in quel momento ho pensato di avere un’allucinazione. Ho visto dei Lama camminare a bordo strada.
I ragazzi mi hanno confermato che a bordo strada i Lama c’erano veramente. Non gli sono stato a dire che a me uno di questi animali ha chiesto: ”Vuoi un passaggio?”. Forse quella domanda è stata veramente un miraggio. Forse.

In cima superiamo di poco i cento chilometri e di poco anche i 2000 metri di dislivello prefissati in partenza. Diamo un occhio a Google Maps per guardare quanto manca ad Impruneta. Ancora 30 km e soprattutto ancora salita.

Il valico del Morellino è più di 700 metri separa le provincie di Arezzo e Firenze e apre la vista sulla città del Giglio e sull’Appennino tosco-emiliano. Dopo aver fatto quel tratto al 14%, quasi non la sentiamo ci buttiamo in discesa che come spesso accade finisce troppo presto.

Si continua a salire verso Cintoia, dolcemente, in mezzo al bosco. La bellezza di queste strade che passano tra casolari in sassi, vigne che riposano e ulivi, quasi non fa sentire la fatica. Poi verso Strada in Chianti vediamo finalmente l’indicazione per Impruneta. 

Immaginiamo una bella discesa scaricante ed invece arriviamo ad Impruneta in salita. Immaginiamo male, come avevamo immaginato male che il paese dopo il casello di Firenze Impruneta, fosse Impruneta. Questa scoperta, condita dall’imprevista salita, ci mette un po' crisi. Fortunatamente un cartello con l’indicazione Tavarnuzze mi ricorda che il nome del bar dove avevamo chiacchierato con il “giovane” compagno d’allenamento di Bartali, era Tavarnuzze.

Questa volta è veramente discesa, sei chilometri non troppo pendenti, abbastanza tecnici ma che ci consentono di rilassarci, arrivare alla macchina e scendere dalla bici.
Caricate le bici e cambiati, per non rendere le automobili delle stalle. leggiamo i dati dei nostri ciclocomputer.
142 km, 2700 metri di dislivello, quasi una Dieci Colli, granfondo che si corre il primo di maggio, fatti il 18 Febbraio.

Nonostante questo le gambe girano bene e non fanno neanche troppo male.
Lo stomaco invece urla. Ha fame.
Ho fame.
Abbiamo fame.

E se non ci fossimo fermati in quel circolo….    

06 febbraio 2017

Storia del Club

Club Cicli Malini...Un Servizio ai Clienti.

La Certezza di trovare un compagno di pedalate, la domenica mattina davanti al negozio.
Orari Ritrovo:
Inverno, Primavera, Autunno:
Ogni domenica, ore 08.30 davanti il negozio.
Estate:
Ogni domenica, ore 08.00 davanti il negozio.

Il Club Cicli Malini, nasce nel 1990 per dare un servizio ai Clienti,  e fin dai primi giorni, anticipa i tempi, organizzando: 
1) Escursioni in mountain bike, sui sentieri dell'appennino Tosco Emiliano, grazie all'esperienza dei primi iscritti, che conoscevano a menadito tutti i tracciati di quelle montagne.

2) La prima gara in mountain bike nella Provincia Bolognese,all'interno del bellissimo parco di Monte Mario, nel comune di Sasso Marconi

3) Gite sociali con bici da corsa sui passi dolomitici, che ben presto furono sostituite con la partecipazione alle prime Gran Fondo, allora i partecipanti erano davvero pochi, e simultaneamente veniva la voglia, oltre che parteciparvi, di organizzarle

4) Nasceva così la Gran Fondo Davide Cassani, e in pochi anni diventò una delle prime gran fondo con oltre mille partecipanti.

5) Contemporaneamente, in collaborazione con il gruppo ATC, organizzava la prima Gran Fondo di mountain bike sugli sterrati Bolognesi.

Queste manifestazioni, sono continuate nel tempo, accompagnate da manifestazioni locali, ma certo non di minor interesse: gare di mountain bike, crono scalate con bici da corsa e mountain bike, escursioni notturne.

L'attività della squadra, sempre attiva, ha avuto momenti esaltanti, grazie all'impegno degli atleti e alla competente assistenza di Cicli Malini, con vittorie di: Campionato Italiano di Gran Fondo


04 febbraio 2017



Sabato 18 Febbraio 2017

presso

l'Agriturismo Il Primo Fiore
 Via Motta, 2, Montebudello BO

Si terrà la cena Sociale del Club 
con le premiazioni delle attività svolte nel 2016


Ritrovo ore 20.15
inizio cena ore 20.30

La cena ha un costo di 28-30 euro circa e sarà composta da:

antipasto di focaccia  e mortadella
tortellini in brodo, lasagne al forno  e sedani  porro spek e gorgonzola
gnocco e tigelle accompagnate da formaggi e salumi, costine con patate
dolci della casa

Si prega di dare conferma entro sabato 11 telefonando in negozio.

30 gennaio 2017

Granita?

Ognuno, come giusto che sia, può fare quello che vuole, ma io veramente non capisco come si faccia a rimanere in casa con una fresca giornata di sole come quella di ieri!

Con la fortuna dell'acqua che diventa granita in borraccia, il vento che ti spinge lungo la valle dell'Idice e l'asfalto che scricchiola sotto le ruote.

Pura poesia.

Poi va beh, ci sono anche gli inconvenienti. Sarei andato volentieri all'alba a fare Mongardino, ma quel leggero dolorino a mani e piedi, con la faccia leggermente indolenzita, me lo hanno impedito.

Che poi non è stato neanche quello a impedirmelo, è stato più che altro quel divertitente formicolio, quasi un sollettico al cuore, che mi ha fatto tornare indietro.

Ma siamo ancora a Gennaio, è normale.
O no?

26 gennaio 2017



Partecipa al Campionato Uisp Gessi e Calanchi 2017
da Tesserato Club Malinibici
Serio e Determinato?
119,00 € di rimborso a prova, le prove sono 10, quindi 1.190,00 di Rimborso!
questa bici potrebbe essere Tua con solo  359,9 €
Vieni a chiedere informazioni.....................ti Stupirai!
Solo fino a sabato 28 gennaio, o esaurimento modelli a disposizione!

#gessiecalanchiuisp #malinibici #clubmalinibici


14 gennaio 2017

Domenica 15 Gennaio 2017



Continuano le condizioni meteo poco adatte a pedalare, poi abbiamo visto che
 I Duri non Mollano 
(Enrico Simone e Stefano) 
 Domenica scorsa, con una temperatura di -5 si sono "Sparati" circa 100 km!

Per Domenica 15 gennaio 2017
Proponiamo una Passeggiata a Badolo Bella e Spettacolare,
ritrovo al Bar di San Biagio alle ore 08.00 automuniti.
Trasferimento a Badolo escursione e rientro a Casalecchio per le ore 11,30/12,00 circa
Se interessati inviare conferma di presenza al 339 3885920 entro le 19,00 di sabato 14/01/2017.
Dopo tale orario le conferme non saranno prese in considerazione.
Ciao e ci vediamo domenica!

12 gennaio 2017

Tesseramento 2017

Tesseramento 2017
Per avere le Tessere 2017 entro fine Gennaio, 
occorre portare documenti entro Sabato 21.
Si ricorda che il ritiro Tessere può avvenire solo nelle giornate di SABATO
Pagamento in contanti, no Bancomat o Carta di credito.

08 gennaio 2017

Cosa vi siete persi!

Chi oggi è stato a casa, o è andato in palestra, proprio non ha capito niente.
Giornata perfetta per andare in bici.
Un nuovo ragazzo si è aggregato a noi.
E lo ha dichiarato papale papale, è venuto con noi solo perchè ha visto che erano presenti i tre migliori del club.
Un onore!
Non si può restare chiusi dietro 4 mura con una giornata così.
Certe sensazioni non si possono perdere.
Come il primo raggio di sole che ci bacia e di conseguenza ci sghiaccia, perchè erano 50 km che eravamo a meno 5.
Cosa vi siete persi...

07 gennaio 2017

Opzione Domenicale.

Per chi non si arrende al gelo, Domani, 8 Gennaio, ci troviamo alle ore 10:30 alla Rotonda Biagi.
Giretto da definire in base alle reali condizioni atmosferiche.

A Primavera è alle porte......

Domenica 8 Gennaio, vieni con noi?

Le temperature di questi giorni, ci fanno aprezzare anche le Paseggiate! 
Per domenica 8 Gennaio, abbiamo messo in programma un giro di circa 16 km,
con partenza da San Biagio di Casalecchio di Reno (ore 08.00) 
o Piazza della Repubblica (Fianco Bar Margherita Casalecchio ) (ore 08.30):
Ciclabile fino allo stadio di Bologna, salita a San Luca dai Portici, discesa dai Bregoli fino alla chiesa di San Martino e rientro a casa per le ore 11.30/12,00.
Per partecipare dare conferma con messaggio al 339 388 5920 entro Sabato 07/01/2017 ore 19,00.