24 febbraio 2008

alla ricerca della condizione perduta


Domenica 24 febbraio, da Malini alle 9 ci si ritrova come al solito e la situazione è preoccupante; c'è il rientro dei grossi calibri che si affiancano al solito Potter e allora si preannuncia una giornata impegnativa.

Il giro è classicissimo: Bazzano, Guiglia, giu per Castelletto, poi Bersagliera, salita di Zappolino, discesa e poi salita di Monte San Pietro, giu a Ponte Rivabella, Calderino, Mongardino e finalmente a casa.

La giornata è decisamente piacevole, forse addirittura troppo calda per il periodo. Fino ai piedi della salita per Guiglia non ci sono problemi, il ritmo è blando, vento assente.
Qui salutiamo Loris Margelli che non rischia ancora la gamba infortunata e va in cerca della condizione gradualmente.
Appena la strada si alza sotto le ruote il ritmo inizia a crescere e le pulsazioni anche. La salita è affollata, tra cicloturisti della domenica, gruppi e ragazzi in allenamento con tanto di ammiraglia.
Ci si aspetta quindi prima di Guiglia ma, nonostante il ritmo allegro, i ritardi sono contenuti segno che tutti danno il massimo.
Giu per Castelletto e su per Zappolino, dove iniziamo a perdere i pezzi poichè il rientro dopo lunga pausa grida vendetta.
Zappolino è affrontato a ritmo onesto ma senza esagerare, con io e Sandrino a fare da tappo in testa, poi scendiamo dall'altra parte e iniziano i guai: si decide di salire per Monte San Pietro.
Le gambe, almeno le mie, iniziano a bruciare e il ritmo di qualcuno, me compreso, è il minimo indispensabile per evitare di cadere. I due muretti prima dello scollinamento fanno male e mi fanno capire quanto lontana sia la condizione.
Giu per la strada rovinata e umida con prudenza e a Ponte Rivabella altra brutta notizia: si sale per Mongardino.
Personalmente la luce si è spenta e il massimo che posso fare è risparmiare tutto il risparmiabile e salire al minimo. Mentre vado su penso che alla Dieci Colli dopo questa distanza ce ne saranno altrettanti da fare e mi viene male.
Poi giu per Sasso e a casa con immancabile vento contrario alla Fantozzi.
Bisognerà pedalare ancora molto da qui a due mesi.
Alla fine 85 km ai 27 di media, con 850 metri di dislivello.

7 commenti:

Enrico Pasini ha detto...

Ragazzi i bianchi sono tornati c'è veramente da aver paura..........

Anonimo ha detto...

Sono pienamente d'accordo con te caro Poootter.... e questo è solo l'inizio, aspetta che entri in condizione Gengi dopo si che sono c...........................

Anonimo ha detto...

Ragazzi,
oggi davvero dura, ma felicissimo all'arrivo da Paolo, in fondo sono riuscito a fare anche Mongardino dopo una serie di salite che probabilmente un paio di mesi fa nemmeno mi sarei sognato di affrontare. Con Mauro sulla salita di Zappolino mi sono divertito moltissimo, abbiamo fatto tattica, cercando proprio di non far passare nessuno, e lasciare che i ragazzi chiaccherassero dietro di noi. Sulla salita di Guiglia devo ringraziare Mauro a cui sono rimasto a ruota per tutta l'ascesa, concentrandomi sul "non mollare mai", tipico di noi Virtussini!!! ;-))
Il ritorno a San Biagio è stato tutto in apnea, con un treno dei bianchi che ha tirato come se ci fosse qualcuno dietro che ci sparava!! Ad un certo punto cercando di stare il più possibile in scia, ho dato uno sguardo con la coda dell'occhio al contakm, e inorridito ho letto 43KmH!! Roba da matti!!!
In discesa poi mi sono divertito come al solito, in una curva ho frenato un pò troppo e la ruota mi è andata in derapata come quando andavo in moto, sensazioni stupende!!!
Grazie davvero a tutto il gruppo, giornata fantastica.
Salutoni
Sandrino

enrico ha detto...

purtroppo domenica causa influenza non ho potuto fare parte della squadra,ma ho potuto notare che per via della mia assenza al ritorno non avete esitato a fare lo strappo della boazza,mi sa che nonostante gli anni faccio ancora paura!!! Però da quello che avete scritto per adesso ad aver paura sono io e mi sa che da domenica uscirò con il pedale casalecchiese

Anonimo ha detto...

Se quella della "boazza" è la salita che ho fatto pensando ad un certo punto che sarei stato colto da infarto da un momento all'altro, devo dire che hai ragione, il sottoscritto ormai prossimo ai 45 ha sofferto le pene dell'inferno nell'affrontare quel pendio che sembrava un muro dolomitico ai miei occhi!! Ad un certo punto ho pensato che avrei dovuto girare la bici e tornare indietro, poi con la pochissima lucidità rimasta, ho pensato che non avrei ritrovato la strada di casa tanto facilmente e che i ragazzi alla fine della salita si sarebbero chiesti dove fossi finito ed allora ho stretto i denti (e non in senso figurato, te lo assicuro) ed ho continuato a pedalare alla velocita di 6/7kmh sino in cima, dove giunto stremato ho ringraziato tutti i Santi del paradiso per non avermi voluto con loro in quel momento...
Se posso consolarti, puoi continuare ad uscire con noi, se sono riuscito io, che sono l'ultima schiappa salita su una bicicletta, ad arrivare in cima a Mongardino dopo le precedenti ascese, puoi benissimo farlo anche tu...
Salutoni
Sandrino

Mauro ha detto...

"al strap dal buaz", dal latino "boazza", cioè super caccona di mucca, è in realtà la salitella del cocomeraio che da Borgonuovo arriva a San Biagio.
E' cosi definitiva perchè dopo un giro impegnativo tale salita diventa ardua e micidiale per il ciclista fuori forma, la "boazza" appunto.

Enrico Pasini ha detto...

...e il cui sprint è vinto sistematicamente da Pietrafesa....