26 aprile 2010

Le Cime di Romagna ed altre amenità...

Quest'anno sarà ricordato come "l'anno no di Sandrino" ma non vi tedierò a spiegarne il motivo, potrebbero volerci l'equivalente della Divina Commedia e rischierei di far addormentare anche il più volenteroso dei lettori.
Cito solo due cose, un tubo dell'acqua rotto in giardino che ha dilapidato circa 6000 metri cubi d'acqua, l'equivalente di ben 3 piscine olimpioniche e la veranda del campeggio che avevamo mandato a settembre a far modificare col risultato scoperto solo sabato (durante l'apertura del campeggio), che ci hanno restituito ma con un piccolo inconveniente.....non è la nostra!!! Ed ora nessuno sa dov'è finita!!!!

Ma torniamo alle cime di Romagna.
Visto il fallimento del weekend di montaggio roulotte (questo comporterà il saltare il prossimo we la 10 colli, sempre che venerdì prossimo ci consegnino una veranda nuova), propongo a Simonetta uno scambio equo: io rinuncio alla 10 colli il prossimo we per montare la roulotte e tu vieni domani a fare con me le Cime di Romagna. La Simo accetta di buon grado, in fondo deve scaricare la rabbia accumulata il sabato e quindi domenica mattina, sveglia alle 6,30, caricato tutto il materiale, partiamo per Faenza dove si svolgerà la manifestazione.
Arrivati in Piazza del Popolo, mentre ritiro i famosi "tesserini" che dovranno essere timbrati ad ogni controllo, noto una coppia parlare con Simo, vestiti con la divisa Malini, ma che non ho mai visto. Si identificano come il cugino del nostro Paolino, ci salutano e poi partono per il percorso. Io e la Simo invece, da veri cicloturisti ci dirigiamo verso una pasticceria dove consumiamo una buona brioches e un cappuccino. Si parte baldanzosi, e lo spirito della mia ciclista preferita è davvero ottimo. Sulla strada che porta a Brisighella, ad un certo punto ci fanno girare a sinistra e da lì una serie di stradelli di campagna, bellissimi, ci portano davanti ad un cartello che indica la prima salita della giornata, il Monte Carla. Fatto dal lato di Brisighella è senz'altro più agevole di quello opposto, ma rimane comunque un'asperità che alcuni signorotti dal peso un pò eccessivo, decidono di superarlo a piedi. La Simo invece si impegna duramente e non ricordando che la bici ha anche un cambio, sale sulla prima rampa col 50 sino a che non glielo faccio notare e scalando così al 34.
Arriva in cima con mia buona soddisfazione lasciando indietro un terzetto di signori dell'Avis di Milano che si sono portati al seguito persino il pulmino come ammiraglia e "direttore sportivo" che è il primo a congratularsi con Simo per la grinta mostrata sulla salita.
Scendiamo ad una velocità lentissima, la mia compagna di viaggio ha una paura folle della discesa quasi fosse Fuente, ma non importa, il primo colle è superato.
Ora ci troviamo sulla Modiglianese, quella che io ho ribatezzato la "Strada del Kiwi", per via di una coltivazione continua su tutta la valle di questo frutto originario della Cina, anche se poi è stato reso famoso dalla Nuova Zelanda.
Arriviamo a Modigliana e qui decidiamo di provare il percorso medio, di 95km che prevede le ascese di Trebbio e Busca. La Simo è piuttosto dubbiosa, visto anche il risultato dell'estate scorsa, ma la convinco a provarci anche per vendicare la sconfitta patita al primo tentativo invocando come stimolo, la rabbia consumata il giorno prima.
Sale sulle prime rampe, quelle più dure al 17%, dosando ottimamente le forze, sempre seduta sulla sella e facendo attenzione a non andare in affanno. Arriviamo al punto dove lo scorso anno aveva rinunciato e mi comunica che va molto bene, sente le gambe girare e allora proseguiamo. A metà ci fermiamo per bere un sorso d'acqua, piccolo riposino di un paio di minuti e poi ripartiamo per la seconda parte. Arriva in cima e noto nei suoi occhi la felicità per aver sconfitto il monte, e quindi al controllo decido di immortalare il momento. Gli addetti al controllo si complimentano con la Simo per quanto fatto da una neofita. A quel punto, commetto l'errore della giornata, la convinco a proseguire!
Scendiamo dal Trebbio e giunti sulla strada che porta al Busca mi rendo conto che manca ancora più della metà del percorso. Arriviamo al ristoro e stanno già togliendo le vivande dai tavoli. Gentilissimi, riaprono i cartoni con i viveri e saputo il fatto che per Simo è la prima vera Gran Fondo, la adottano come mascotte, rimpinzandola di ogni ben di Dio!!!
Ripartiamo carichi di cibo, con il carro scopa che ci fa da scorta, nemmeno fossimo al Giro d'Italia.
Dopo diversi km arriviamo all'inizio dell'ascesa del Busca e Simo mi comunica che sente dei dolorini alle gambe e che teme di non farcela a fare la salita. Dentro di me comprendo di aver esagerato e quindi fermo il carro scopa, chiedo di poter caricare la mia amata. Gentilissimi, la ragazza e l'autista del pulmino, si prodigano per far salire Simo e la bici mentre il sottoscritto, con la rabbia in corpo per aver commesso tale errore si butta sulla salita schiumando come un indemoniato a tal punto che il pulmino mi supera dopo oltre 2,5km di salita dei 7 complessivi. Masticando rabbia e bevendo uno di quei "sacchettini magici" raggiungo la cima del Busca dove mi aspettano un sacco di persone che stanno chiacchierando con la "Malini" e scopro in quell'occasione, che per l'organizzazione siamo stati identificati come "I Rosa" per via della divisa Malini che indossiamo.
Scendiamo con la Simo, di nuovo in sella, dal Busca e arrivati a Tredozio ci lanciamo verso Modigliana che raggiungiamo abbastanza agevolmente, visto anche il riposino che la mia compagna si è fatta durante il tragitto in pulmino. Da Modigliana ci sentiamo decisamente al sicuro, ed infatti quando ci passa il carro scopa gli comunichiamo che possono andare, noi siamo a posto e li saluteremo all'arrivo.
Arriviamo finalmente al traguardo e con grande stupore, scopriamo che ci stanno aspettando e che parecchie persone dello staff erano in attesa di notizie sull'arrivo dei "Rosa". Veniamo coinvolti da una festa generale e persino la ragazza ed il conducente del carro scopa ci stavano aspettando, in quanto volevano pranzare con noi al pasta party. Finale davvero pieno di sorrisi per la coppia in rosa, e tutte le signore dello staff che hanno "adottato" Simo la salutano all'uscita della mensa.
Contenti, arriviamo all'auto dove la "Rosa" si esibisce in una caduta davvero singolare! Arriva davanti all'auto, sgancia il piede sinistro lo mette a terra, poi decide di mettere il peso a destra dimenticando che quel piede è ancora aggangiato.......bum! cade a terra e mi guarda con occhi stanchissimi!! La soccorro e per fortuna il danno è davvero lievissimo, solo una botta al polso.
Daltronde, dopo 92km percorsi (la Simo) con il Monte Carla ed il Trebbio sulle gambe, che fosse stanca ci stava eccome......Grande Simo!!!
Salutoni
Sandrino

6 commenti:

Massimo Mascagni ha detto...

Almeno ha evitato la discesa del
Busca che era peggio della salita..

Sandrino ha detto...

No, no, la discesa l'ha fatta!!
L'unico pezzo che si è fatta in pulmino è stata la salita, per tutto il resto ha pedalato!!!
Salutoni
Sandrino

Anonimo ha detto...

Grande sandro, complimenti a tutte e due. complimenti alla tua donna Simo per la caparbieta' niente di meno alla tua forza interiore di rimanerle a fianco.
Noi invece l'ennesima cura di fango a riola.
ciao da lucatrial

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti
brava Simo,sei fantastica
Salutoni a tutti alla 10 colli
Morena

Anonimo ha detto...

Grande Simo!!!!! Sei un mito!!

Enrico P.

Paolo ha detto...

Bravi a tutti e due,
e soprattutto a Simo!