20 giugno 2011

Due giorni meravigliosi a Feltre e con lo spirito "Romagnolo" tutti insieme alla Sportful!

Polenta e Capriolo, Filetto di Cervo con funghi, due birre medie edizione Centenario Pedavena. Inizia così il weekend della Sportful alla Birreria di Pedavena, vicino a Feltre. Siamo alla porta delle Alpi, da qui, dopo Il Grappa, i monti pallidi si ergono maestosi in tutta la loro bellezza per centinaia di chilometri tra sentieri, laghi e stradine, boschi pascoli e vallate. Gianluca e io usciamo soddisfatti ma non sazi dalla Birreria, sappiamo, però, che all’Agriturismo Le Sorgive, Diego domani ci riempirà a dovere. Ci svegliamo la mattina e gli unici rumori sono d’uccellini che cantano e delle sorgenti che sgorgano, come sempre hanno fatto da chissà quanto tempo. Una sensazione fantastica, ti senti in pace con il mondo e parte di esso, felice di essere in mezzo alla natura, senza autostrade, ferrovie e clacson a inquinarti le orecchie e l’animo. Dopo un’ottima colazione pane e marmellata della casa, una sgambata in vista dei 220 km del giorno dopo ci sta proprio bene. Chiamatela sgambata, ma 70 km con 1000 metri di dislivello, sono anche qualcosa di più. Un bel giro in Val Canzoi, la strada che sale irregolare con pochi tratti di vera salita, lungo il fiume carico d’acqua limpidissima. Una passerella in legno che gira intorno alla valle, tra gli alberi. Poi fino alla Valle del Mins, detta la piccola California perché tra due canyon con il fiume e il lago nel mezzo. Un posto unico che ti dispiace abbandonare, ma che domani ripercorreremo lungo la Granfondo. Concludiamo il giro con i sei chilometri che da Feltre salgono ad Arson all’Agriturismo. Arriviamo poco prima di Lorenzo e Riaccado e dopo poco anche Luca Bufalo Scomazzon e il suo amico Vincenzo, la cui conoscenza è stata un vero piacere, arrivano giusto in tempo per sederci a tavola. La pasta al ragù di Diego è squisita, accompagnata dal suo vino rosso, va giù che è un piacere. Le bistecche delle sue mucche grandi e tenere, l’insalata del suo orto, la verdura cotta, il suo formaggio e ancora il suo vino, riempiono come io e Gianluca avevamo previsto e sognato. Tra un bicchiere di vino, un caffè e due tre bicchierini di grappa, arrivano le tre. Andiamo a prendere i pacchi gara, qualcuno spende e spande in completi, borselli e guanti, altri ammirano solo, soffermandosi soprattutto sul cambio elettronico della Campagnolo, montato sulle Pinarello in esposizione. Si torna su che è quasi ora di cena, anche Fabio Forno Fornaciari è arrivato, prepariamo le biciclette e le divise per la granfondo, mentre Mirko e Cristian ancora non si vedono. E’ quasi ora di cena quando squilla il telefono, è Cristian: “Siamo a cinque minuti stiamo arrivando, a che ora si mangia?” “ Quando arrivate, altre richieste?” Arrivano e ci sediamo a tavola. Davanti a noi, Risotto ai funghi, spezzatino, insalata, verdura cotta, formaggio, salame, il suo magnifico roso, caffè, grappa, liquore alla prugna e stravecchio. Siamo tutti a tavola insieme con anche tre ragazzi di Milano. Si ride, si scherza, si mangia, si beve. Salta la luce e Cristian pensa arrivi la torta con le candeline. Chi compie gli anni? Neanche Cristian lo sa. Dopo una cena così, due chiacchiere all’area aperta e poi a letto, i nuvoloni scaricheranno nella notte, ma la Domenica sarà bello.

Ore 5:30 neanche una nuvola in cielo, la pasta, la ma
rmellata e il caffèlatte svegliano lo stomaco ancora provato dalla mangiata della sera prima. Ci
prepariamo e ufficializzo la decisione che avevo già in mente da una settimana.
Dopo le 5 prove del circuito romagnolo fatte in compagnia, allegria e divertimento, perché non fare anche la Sporful tutti insieme? Personalmente non m’interessa di migliorare il tempo di
due anni fa e neanche m’interessa provarci, dieci minuti in meno o in più non cambierebbe niente ma una giornata in luoghi monumenti dell’umanità insieme agli amici è qualcosa a cui non si deve rinunciare. Ci organizziamo, allora, per ritrovarci in determi
nati punti. Siamo sparsi in griglie diverse e senza partenza alla francese ritrovarsi sarebbe un’impresa. Cristian e Mirko propendono per il lungo, ma esortano dal non aspettarli, gli facciamo l’imbocca la lupo con una bella foto di “gruppetto”. Arrivo al primo punto di ritrovo, l’inizio de
l Passo Duran. Lorenzo arriva pochi minuti dopo di me, Luca e Vincenzo a
nche e tirano dritti, convinti di essere ripresi in salita. Gianluca non si vede. Io e Lorenzo dopo
averlo aspettato dieci minuti, convinti di averlo davanti, partiamo la scalata. A metà accelero per riprendere Luca e Vincenzo. Luca lo riprendo solo negli ultimi due chilometri mentre Vincenzo è un miraggio e lo ritrovo solo al ristoro. Anche Gianluca lo troviamo al ristoro, ma era dietro. Ha
affrontato bene questi 12, duri, km d’ascesa ed è pronto, come tutti noi, per il Forcella Staulanza. Il Civetta imponente e bellissimo è al tuo fianco per tutti i 12 km di salita. Confronto al Duran, lo Staulanza, ha alcuni tratti intermedi pianeggianti che ti fanno riposare un po’, ma anche che ti fanno perdere il ritmo.Le pendenze non cambiano di molto e in alcuni settori si superano abbondantemente i 10%. Anche qui riesco a riprendere Luca negli ultimi due chilometri, mentre Vincenzo è in cima che s’infila l’antivento. Partiamo insieme per la lunga discesa. Una di quelle discese che rifaresti altre mille volte, tornanti larghi, lunghi rettilinei in cui toccare i 70 km/h è naturale e i freni quasi non si usano. Nonostante non sia un discesista provetto, questa, come la successiva discesa di Passo Rolle, me le sento nelle vene e l’affronto con una naturalezza che Nibali o Savoldelli in confronto sembrano pivelli. Infatti ben presto, il gruppetto di Vincenzo, non riesce a tenere le mie ruote e nonostante nei rettilinei mi vedano, mi raggiungono solo a Caprile quando smetto di pedalare e li aspetto. Raggiungiamo il rifornimento di Mezzano e mentre addento il quarto panino al formaggio e una banana, arrivano anche Luca, Lorenzo e Gianluca. Luca e Vincenzo ripartono subito, come al solito dicono che tanto li riprenderemo in salita, ma io, con Vincenzo ho qualche perplessità. Nonostante il Passo Valles sia lungo venti chilometri, mi sembra che il”ragazzo” vado un bel po’ forte. Inizia la salita a Cencenighe dentro la galleria tutti in fila indiana e subito fuori ci ricompattiamo e scambiamo due chiacchiere. Si sale agili, Gianluca tira anche qualche metro, poi all’inizio del tratto duro, prima di Falcade, si stacca. Lorenzo rimane con me e a Falcade Alto riprendiamo Luca. Arranca ma sembra piuttosto fresco. Non è certo una salita per le sue caratteristiche e infatti, da qui, non lo rivedremo più. Rimango con Lorenzo fino ai primi tornanti, poi allungo, scambio qualche timida, ma simpatica battuta in inglese, con un’olandese e gli auguro “Good Luck” proprio al bivio per il Valles. Sono gli ultimi sette chilometri,
tutti, tranne il tratto dai meno due ai meno uno, al 10-12%. Mi sembra di farli veramente
forte raramente sotto i 10 km/h, ma di Vincenzo neanche l’ombra. Poi ai meno 2 km, vedo la sua maglia di Ciclissimo, accelero e riesco finalmente a fargli una foto. Siamo a un chilometro dalla vetta, sembra fatta, ma durerà un’eternità, con il cicalio del controllo chip che si fa sentire, ma non si vede mai. Finalmente al rifornimento bevo un bel thè caldo, un bicchiere di coca e una crostatina. Arriva Gianluca, autore di una grande rimonta e poi Lorenzo, che per essere la prima volta in questa Granfondo(lui, alla fine dirà prima e ultima), la sta affrontando con grande esperienza. Mai uno scatto, regolare e agile come si deve affrontare una prova del genere. Mi butto in discesa, prima degli altri e ne approffitto per fargli due foto. Finita la discesa inizia subito il Rolle, altri sei chilometri abbastanza agevoli, (almeno rispetto al Valles) che riportano ai 2000
metri. Dal Valles le Pale di San Martino si vedevano da dietro qui ai meno due ti si spalancano davanti, con ancora qualche chiazza di neve a ricordarti, che qui il mare Romagnolo è molto lontano. Come detto da qui inizia la mia discesa, otto chilometri per arrivare a San Martino di Castrozza pieni di tornanti che mi fanno venire un mal di braccia infernale. E poi altri 20, più o meno, per arrivare a Fiera di Primero, veloci, con tante curve e controcurve spettacolari, che esaltano la bicicletta, ma anche le parecchie moto presenti lungo la strada. Sosta all’ultimo ristoro, aspettiamo Luca, ma non si vede e ripartiamo. Altri dieci chilometri di discesa, ma con un vento infernale che non ti permette di superare i 35 km/h. Vincenzo e io ci diamo un paio di cambi, poi per fortuna, iniziano le gallerie, che ci danno un po’ di riposo e ci riparano dalle prime gocce di un temporale che ci bagnerà da metà Croce D’Aune fino alla cima. In Cima arrivo prima io, Gianluca ad un minuto sembra rinato e scendiamo per questi ultimi 15 km tutti praticamente in discesa. Quindici km fradici, perché se il temporale ci aveva bagnato in salita, in discesa nonostante non piova, le poche parti rimaste asciutte non lo sono più. Arriviamo all’ultimo chilometro, aspettiamo Lorenzo e insieme ci avviamo al traguardo. Il traguardo, se la salita non è bastata è dopo uno strappo, al 10% di 300 metri, in Sampietrini. Vorremmo raggiungerlo insieme, ma un ragazzo per fare una volata stile Cancellara, si inserisce tra me e una transenna praticamente spostandomi. Lo lascio andare, ma quando vedo che ai meno 150 metri è piantato come un chiodo in una rotaia, allora scatto e il Cancellara lo faccio io, facendo risvegliare il numeroso pubblico, ancora li, dopo dieci ore e quarantasei minuti. L’impresa è compiuta, Gianluca è soddisfatto ma un po’ deluso, per aver peggiorato di tre quarti d’ora il suo precedente risultato. Mi sfotte, ricordandomi che, se la facevo da solo, arrivavo asciutto. Lorenzo è contento, stanco, ma felice di averla finita probabilmente per la prima e ultima volta. Vincenzo è estasiato, la pensava bella, ma non così tanto, con panorami meravigliosi e anche un’organizzazione perfetta.
Io penso a quello che mi dice Gianluca, sarei potuto arrivare asciutto, in nove ore, invece che quasi undici, prosciugato da ogni energia e anche un po’ stressato, magari per aver inseguito il mio primato e non averlo raggiunto. Invece nonostante la bagnata dell’ultima discesa sono felice, ho passato una giornata fantastica. Ho fatto foto ad ogni angolo delle Dolomiti percorse, quando potevo ho tirato e mi sono confrontato con me stesso, come le altre volte. Abbiamo affrontato la Granfondo più dura d’Europa in compagnia con il sorriso sulle labbra, GIOCANDO. Andare in bici per noi è un gioco, e lo deve essere anche quando GIOCHIAMO tra di noi, come le gare per il ProMal. So che c’è qualche polemica per il percorso che Paolo ha scelto per Giovedì. “Io non vengo perché è troppo duro” “ non è giusto si avvantaggiano i più forti” “non si fa così” e via dicendo. L’unico obbiettivo di Giovedì è quello di stare in gruppo e divertirci, faticare sui pedali e poi ritrovarci intorno ad un tavolo, una pizza e due birre a dire una marea di cagate e ridere come sempre. Ora il percorso si può anche modificare, si può fare Mongardino e non Nughereto, non c’è problema. Ma Nughereto è più duro dello Stelvio del Gavia del Manghen di alcune gite sociali? E’ più duro del Fedaia? E’ più duro delle Orfanelle? Di Cà dell’Oste? Delle Cronoscalate di Via Barleda? Io penso che se c’è voglia di stare in compagnia, come dice Guido, che è l’ultimo arrivato ma che interpreta al meglio il Paolo Pensiero, si riescano a fare anche i primi due chilometri e mezzo di Nughereto, siamo ciclisti mica calciatori abbiamo paura di Nughereto? O ci sono altri problemi?

Ritornando a Feltre Luca non è arrivato molto dopo di noi. Il Bufalo ha pagato un po’ l’accoppiata Valles e Rolle, ma da vero Bufalo, in discesa ormai ci riprendeva. Cristian e Mirko sono stati in sella quasi dodici ore,(questi sono ciclisti veri) e l’hanno finita alla grande. Fabio e Riccardo volevano invece provare il medio dello scorso anno, con il bel tempo. Riccardo dopo questi due giorni montanari, tra i 122 km della Domenica e le mangiate del sabato è ingrassato tre chili.

Ma Maurizio? C’era anche lui a Feltre, è partito ed è stato avvistato con un abile gregario al fianco. Secondo voi lo abbiamo visto? Non abbiamo provato neanche ad andare al pasta party, se era rimasta una penna al ragù, già era molto…

8 commenti:

GUIDO ha detto...

COMPLIMNTI, A TUTTI, ADESSO AVETE UNA BELLA GAMBA E'......
MENTRE LEGGEVO UN PO DI INVIDIA MI E' VENUTA, SCOMMETTO CHE SONO SENZAZIONI UNICHE QUELLE CHE SI PROVANO A PEDALARE IN MEZZO A DELLE MONTAGNE CON SCENARI STUPENDI, UN ARIA PURA E SOPRATUTTO IN COMPAGNIA. NON VEDO L'ORA CHE VENGA L'ANNO PROSSIMO CON DELLE BELLE SPEDIZIONI IN MONTAGNA.
P.S A TUTTI MI RACCOMANDO A GIOVEDI UNA BELLA PEDALATA TUTTI INSIEME, IL PERCORSO NON E' IMPORTANTE E LA COMPAGNIA E IL DIVERTIRSI CHE CONTA.

MAURIZIO ha detto...

GRANDI!GRANDI ANZI IMMENSI.
Posso immaginare la fatica e la soddisfazione, solo a pensarci mi commuovo.
Ero pronto al traguardo con la macchina fotografica per immortalarvi ma e' arrivato prima il mio amico con cui ero in macchina e a malincuore ho dovuto accompagnarlo.
Provo grande invidia per l'impresa che avete compiuto e per lo spirito con cui l'avete fatta ma il racconto del POTTER insiste piu' sul menu'che sulla prova e al vostro confronto perdo anche a tavola.
BRAVIIII.
Per giovedi' sarei venuto volentieri per riprendermi l'ultimo posto ma ho una visita medica e penso che non potro'esserci

Enrico Pasini ha detto...

Grande Maurizio il tuo spirito ciclistico è da prendere da esempio!

Anonimo ha detto...

Complimenti ragazzi,che bel gruppo tutti assieme e forse per la stessa gamba...ciao da Morena

Anonimo ha detto...

a leggere m'e' risalita tutta la voglia..
mi sa che per un po' dovro' mettere il sogno nel cassetto, visto che.. insomma.. ci sono novità in vista
:-)
Andrea

Enrico Pasini ha detto...

Grande Andrea si allarga la famiglia? Bisogna trovarsi x un brindisi se è cosi complimenti ad entrambi!

Anonimo ha detto...

è cosi' è cosi' :-)
andrea

Anonimo ha detto...

e quando ci sarà l'occasione certo che brinderemo!
:-)