15 marzo 2015

Sui Colli Euganei, la prima a destra per Rovolon.

Sandrino ci aspettava all'uscita del casello di Monselice. Era un pò che non si vedeva, quasi un mese, l'ultima volta una Domenica di Febbraio fredda e spiovviginosa, dopo aver saltato quelle di Gennaio calde, quasi primaverili. Non era andato neanche male ed era tornato a caa soddisfatto.
Marco, come da accordi, gira al primo parcheggio che vede, casualmente quello della Chiesa. Nonni che entrano nella casa del Signore ci guardano straniti scaricare le bici, mentre un gruppo di ragazzi in divisa sportiva si rilassa, chiudono la macchina e se ne vanno.
Scarichiamo le bici, scarpe ai piedi e casco in testa, tranne il Bufalo Scomazzon che lo ha dimenticato a casa e si parte. Destinazione Este, anzi no, Galluzzo ci fa svoltare a destra, esattamente dall'altra parte, verso Arquà Petrarca. Ci arriviamo dopo una decina di chilometri scarsi, ma tutti controvento e in paese vi è il primo, di una lunga serie, strappo di giornata. Un chilometro abbondante, di cui 300 metri in San Pietrino. Vento contro, Pavé, siamo venuti a Nord, ma pensavamo fosse Veneto, non Belgio.
I chilometri proseguono sotto le ruote, pianura quasi nulla, tutti mangia e bevi o falsipiani che tagliano i colli o gli girano intorno. Seguiamo per Teolo e lungo la strada ci aggreghiamo ad un gruppo di ciclisti indigeni che ci traina finchè non si fermano, tutti, per la bucatura di uno.
Noi proseguiamo, anche se dopo poche centinaia di metri siamo costretti a fermarci perchè Steve SteVar sente la ruota strana. La stranezza è una puntina da disegno perfettamente conficcata nel copertone che gli provoca fastidio, ma non gli sgonfia la ruota. Cederà solo verso la fine.
Saliamo a Teolo allegri, io, Galluzzo e Scomazzon, mai sotto i venti km/h, tra i tornanti e i campi di olivi e vigne. In cima sembra quasi una granfondo, il susseguirsi di ciclisti è impressionante e ne approfittiamo per chiedere indicazioni riguardanti un cartello che indica il Monte della Madonna. In un comprensibilissimo, stretto, accento padovano, un gentile ragazzo spiega a Tony, (siamo in una bote de fero), che la salita è si impegnativa, ma comunque corta e che se vogliamo accorciarla al primo bivio a destra basta svoltare per Rovalon. Per cui ci inerpichiamo, ma purtroppo, ne io, ne Galluzzo, vediamo questo bivio e scopriamo così, tutti, che la cortezza é più o meno di sei chilometri, che la strada finisce dentro un bel santuario, che le pendenze vanno dagli 8 al 13 per cento, con una media superiore al 10% e che Sandrino nel salire, dopo aver chiesto invano di non proseguire, la Madonna non ce l'ha solo sul monte.
Ma la salita é comunque bellissima e anche il Santuario in cima, con la vista meravigliosa su tutto il Padovano. Discesa dalla stessa strada, che è poi l'unica che c'é e fortunatamente, questa volta, il bivio per Rovalon lo vediamo e da qui poi proseguiamo per Abano, dopo un caffettino e una pasta, alla quale, gravemente e con troppa sufficenza, rinuncierá solo Sandrino. Ad Abano i chilometri percorsi sono 50, con più di 700 metri di dislivello, possiamo cominciare a tornare verso Monselice. Naturalmente non certo per la veloce pianura, ma attraverso altre salite che ci portano negli stessi paesi già attraversati all'andata. Su una di queste Sandrino sparisce e prima Galluzzo e poi tutti, torniamo indietro per sincerarci che vada tutto bene. Lo troviamo fermo, piedi a terra, testa appoggiata sul manubrio, in piena crisi. Dopo averlo rifornito con gel e barrette, decide di tornare indietro per la pianura, mentre noi proseguiamo affrontando ancora un paio di salitelle fino ad Este. Da qui é il vento a farci la salita. Prima Galluzzo, poi Scomazzon ed io, proviamo a sconfiggerlo ma con scarsi risultati e una velocità che, a tutta, non raggiunge i 30 km/h massimo 32. Arriviamo comunque alle macchine dove Sandrino ha giá caricato la bici in macchina. Cotti dal vento,con 91 km nelle gambe e1200 metri di dislivello, carichiamo e andiamo a mangiare in una tipica osteria veneta, l'Old Wilde West. Birra a fiumi, polli arrosto e tagliate, per rifocillarci. Pronti così per tornare a Rovalon, che se non sbaglio è la prima a destra.

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