La notizia che il tempo non sarebbe stato dei migliori arriva già una settimana fa, Lorenzo canzonando Enrico se la ride sapendo già come sarebbe andata a finire.
Comunque i ranghi e soprattutto la fiducia nel cielo rimangono serrati, la Cassani si farà. L'ottima forma, l'entusiasmo e la disponibilità di Sandrino lo portano a Faenza a recuperare i pacchi gara per tutti, chissà che non succeda come la settimana scorsa, uno sprone incazzato all'arrivo e .... Io lo stimolo dicendogli che all'inizio della salita gli sarebbe saltata la catena e che quindi sapeva cosa fare.
Veniamo però a oggi dove la sveglia suona due volte, ora legale e (amata) solare. Si parte per Faenza, nel tragitto Enrico mi informa che quella pioggerellina ha scoraggiato i più e che forse siamo solo io e lui.
Arrivato in fiera trovo il Potter già pronto, già con qualche "giunonica allucinazione".
Mi vesto e lo ragiungo in griglia, non lo trovo, lo immagino davanti fino a quando mi sento chiamare da sotto il portico. Si stava riparando dalla pioggia, dice che non è convinto ma io non voglio sentire storie, lo tiro in griglia e lo costringo a partire.
Si parte, lo perdo subito.
Nonostante la pioggia dall'alto e dal basso delle ruote di chi precede, l'andatura si fa subito sostenuta, vado del mio passo, infatti mi superano in parecchi.
Prima salita tranquilla, prima discesa non tanto. Freddo, asfalto rovinato con qualche pietra di troppo e rami che il vento dei giorni scorsi ha spinto sull'asfalto. Le pietre erano grandi e si notavano, gli slalom non mi hanno però salvato dai rami che mi hanno fatto forare. Per fortuna ero in un tratto dritto perchè a 50 km/h non sarebbe stato facile gestire la bici con la gomma davanti all'improvviso a terra.
Dopo il cambio gomma riparto più cauto e dopo aver iniziato la seconda salita (il Busca) mi rendo conto (come nel 2007) che non riuscivo a fare selezione. Infatti quelli che son rimasti sono i più convinti quindi motivati quanto me, gli altri sono in macchina sul bordo della strada con dei musi ....
Nella parte finale però cerco di spingere di più facendo tesoro dell'esperienza accumulata con i Malini e riesco a superare un gruppo di 20 persone.
La discesa tecnica mi porta al ristoro di Tredozio che visito con piacere per riscaldarmi le mani con il te caldo.
Si riparte verso il tratto in pianura e inizio a sentire qualche crampo .... Mi gestisco, quindi tanta attenzione a dosare le forze per fare il Carla. Mi aggrego ad un gruppo di 3 persone dietro alle quali è molto difficile stare per l'acqua e fango che alzavano le ruote. Stringo i denti, si sente la sabbia.
La Carla la faccio piano e la discesa forte, fino all'arrivo che mi vede in un lungo volatone di 16 km.
Bella gara, fatta con entusiasmo e convinzione.
Un pensiero che mi veniva spesso in mente e che vorrei condividere con chi leggerà: per chi addita il ciclismo quando si sentono casi di doping, ci vorrebbe una bella doccia sotto la pioggia per un tempo uguale a quello che abbiamo trascorso noi oggi.
All'arrivo scopro che il Potter è ritornato indietro alla prima curva. Peccato, si è svegliato presto per vedere partire gli altri.
Aveva ragione Lorenzo.