31 maggio 2016

Quasi neanche una goccia

Era da dire e l’avevamo detto, prima o poi questa cosa del “neanche una goccia” l’avremmo pagata. E così è stato.

Sette e trenta sotto l’Agip di Zola, scendono già delle gocce anche se nel cielo qualche sprazzo di azzurro si vede ancora. C’è indecisione generale, ma la elimino subito. Si parte comunque, Porrettana finché si può poi al massimo si torna indietro. Difficilmente si riuscirà ad andare a Pistoia, ma alla sera lo avevo preannunciato ai ragazzi, dopo aver visto le ultime due tappe del Giro d’Italia, sarei uscito anche con la neve.
In negozio recuperiamo Ramon e Filippo, mentre a Sasso ci aspetta Simone. La Porrettana scorre veloce sotto le ruote, anche troppo, Baccigotti è una locomotiva e un paio di volte lo richiamo all’ordine. Tony rimane a ruota, ma il ricordo dell’Abetone, alcuni anni fa, rimane indelebile.

Non piove e non sgocciola. Siamo circondati da nuvoloni neri e minacciosi, ma davanti a noi l’azzurro domina le altitudini Appenniniche. Dove proseguire è la domanda che ci facciamo tutti. 

Fabio propone Vedegheto, ma tiriamo dritto.
Mosca vorrebbe salire Cereglio, proseguiamo ancora, lasciando sul suo sguardo, un sentimento di terrore.
Ci fermiamo a Riola, pipì veloce e occhiata alle previsioni. Davanti a noi, verso la Toscana, la situazione sembra più che accettabile, dietro le montagne però, si vedono alcune nubi che non promettono asciutto e caldo. A destra, verso il Modenese, il nero è quasi impressionante, mentre a sinistra verso i due Bacini splende un sole incredibile. Dubbi zero. Si va Suviana.

Tutti tranne uno. Mosca torna a casa, la paura della pioggia è troppo forte. Già è tiratissimo, se si bagna e si restringe di più dopo in salita chi lo tiene? Poi mangia poco, soprattutto ferro, effettivamente rischia di arrugginire. Mentre saliamo sotto un sole spettacolare e un tepore estivo, lo prendiamo non poco in giro. Pagheremo anche questa!

Il Lago di Suviana è leggermente increspato riflettendo i raggi del sole sui monti. Il blu del Lago, l’azzurro sopra di noi, il verde dei monti e quel nero di nuvoloni sempre più cattivi. Pedaliamo nel limbo, dovunque è nero, tranne sopra di noi. Durerà?

Lo  Zanchetto da Suviana è la salita dei Bolognesi insieme alla Raticosa, ma come paesaggio non ha eguali. Si parte dalla fine della diga, si sale sempre o quasi, due vecchie frane disegnano riposo ma non è certo realtà. Si sale fino al Passo ognuno del suo(passo), c’e chi forza ed esplode, chi vuole sentire il botto, chi si risparmia per il ritorno. Ma questa salita, come dice Baccigotti, (che l’ha fatta con la neve in terra prendendosi nomi su nomi), è sempre bella.
Il sole se né andato, l’azzurro del cielo anche, ci fermiamo a Castiglione in una Piazza bella, accogliente e vivace, a prender l’acqua. Non potevano immaginare che quella fermata alla fontana ce ne facesse prendere così tanta…

Scendiamo veloci mentre la luce si fa sempre più rarefatta. Sono le 1030, sembrano le 17 del mese di Ottobre. Le bellissime curve verso Lagaro fatte veloci, con strada asciutta, sono un sogno, perché Tony indugia un pochino a mettere l’antivento, consigliato da me a Maniche corte, preso da lui a maniche lunghe.

Mentre mi giro a cercare la sua sagoma apparire, (invano) da una curva, guardo Castiglione allontanarsi. Guarderei Castiglione allontanarsi.
Perché Castiglione non si vede più, avvolta dal temporale e della tempesta. Indico dove eravamo pochi minuti prima e cerco il rientro di Tony, che non rientra. Continuo a guardare la strada davanti a me e ogni tanto mi volto dietro per vedere se Tony rientra.

Finalmente lo intravedo. La speranza di salvarci dal nubifragio risorge.

Mi volto e guardo l’orizzonte. Mi fermo.

Lascio passare Tony e mi metto l’antipioggia.

Fine delle speranze. Siamo a Creda, non piove, non fa temporale, semplicemente doccia. Il rischio di cadere è affievolito dal fatto che se succede non sarà una caduta, ma un tuffo. Guido tira il gruppo, mai sotto i 40 km/h, Filippo e Simone senza giubbotti, Filippo è quasi in orgasmo, gode proprio bagnato.

Arriviamo a Sasso e propone Mongardino. Dopo 45 minuti di nubifragio solo un deficiente lo seguirebbe.
Io sono il primo, il secondo è Baccigotti, il terzo, faticando, Ramon.
Deficienti per deficienti tanto vale fare San Lorenzo. Steve non vuole esagerare, ha una certa età , dopo la deficienza c’è la demenza, non vuol rischiare.
Dopo San Lorenzo, Ramon, propone Oliveto e Zappolino. Non piove più, sembra ci sia il sole, ma potrebbe essere un miraggio. Va bene essere deficienti ma basta poi via Raibolini fino a Poggio Respighi, senza sfidare ulteriormente la sorte.

Pistoia rimane in Toscana, Candeglia la spianeremo un’altra volta, ma che giro, un’innaffiata così a Maggio può solo aver fatto bene!

Forse..

23 maggio 2016

Bruscoli 2017

Bruscoli, mancava in calendario da qualche anno, mancava proprio, nelle gambe e nello stomaco.
E Bruscoli è sempre Bruscoli.
Val di Zena con calma, tra un gruppetto e l'altro di Granfondisti del Bitone.
Quinzano giocando, tra scatti, scattini e scattoni, per giungere caldi alla salita regina di giornata, il Passo della Raticosa.
Tredici  chilometri che Galluzzo comincia ai venti all'ora, che Mosca vorrebbe aumentare e che io riporto ai venti prima di chiedere il cambio e spegnere la luce.
Guido accellera e anche per Mosca si fa dura, mentre per Ale si fa proprio buio.
Dietro Enrico Pietrafesa spera di spezzare prima o poi una pedivella come gli successe sul Fedaia, ma stavolta il pedale regge e per lui arrivano le streghe.
La Futa è calda e profumata, non vi è borgo dove non esca, da qualche cortile, un odore meraviglioso di grigliata.
Il ristorante Appennino di Bruscoli diventa un miraggio, soprattutto per Ramon che in settimana di giri ne aveva fatti pochi.
Uno da 230, uno da 180, uno da 150, uno da 100 e uno Sabato pomeriggio giusto per tenere calda la gamba. Arriva stremato a Bruscoli si siede, mangia l'impossibile e torna giù in bicicletta. Non prima di andare a fare Gabbiano e Monzuno però!  
D'altra parte siamo del gruppo di Paolo Malini, se non siam strani, non ci prende!

11 maggio 2016

Programma di Maggio.

Domenica 22 Maggio.
Torna la storica gita a Bruscoli con la mangiata presso l'ottimo Ristorante L'Appennino, che ci allieterà il palato con i suoi ottimi menù!
2 Percorsi.
Piccola variazione nel lungo:
San Biagio, Casalecchio, Bologna, San Lazzaro, Val di Zena, Quinzano, San Benedetto del Quercieto, Passo della Raticosa, Passo della Futa, Bruscoli. Circa 80 km.
Giro corto:
San Biagio, Sasso Marconi, Rioveggio, Pian del Voglio, Bruscoli. Circa 50 km.
Partenza davanti al negozio alle ore 08.30.
Rientro con gli accompagnatori.
Confermare la propria presenza entro sabato 14 maggio, i posti al ristorante sono limitati! In caso di pioggia rimane il pranzo.

Domenica 29 Maggio.
Giro lungo verso la Toscana.
Ritrovo ore 7:30 in negozio, bicimuniti!
Sasso Marconi, Porretta, Passo del Signorino, Pistoia, breve sosta per un caffè in centro e poi si riprende a pedalare. Candelia, Aquerino, Treppio, Badi, Suviana, Brasimone. Caffè sulla Diga e discesa verso Castiglione dei Pepoli, Rioveggio, Sasso Marconi, Casalecchio.
Chilometri previsti 200/220.
Per chi vuole accorciare le possibilità sono molteplici e possibili almeno fino al Signorino.

Ti aspettiamo!

08 maggio 2016

Una mattina di vera primavera

Una mattina di vera primavera, Mongardino all'inizio, quando ancora il sole lo doveva baciare, per arrivare a San Biagio.
Un bel gruppo in negozio con anche qualche vecchio, sempre in splendida forma.
La Bazzanese fatta regolare, senza spingere, siamo in tanti, qualche numero che ci fa odiare dagli automobilisti, ma tutto sommato, nessun problema.
Villabianca da Marano, corta e veloce, bella da spingere, poi giù veloci e subito su, verso Ospitaletto, per il Crossodromo.
Salita lunga che non molla mai, ci sfaldiamo, con Mosca, Gallizzo e Zanarini che fanno un'altro passo.
Io e Laffi che li seguiamo a poche decine di metri, con Ramon che ci riprende, ma quando sa che mancano ancora tre chilometri, torna indietro!
In cima c'è chi torna verso Casalecchio, mentre gli altri salgono ancora, San Dalmazio, Coscogno e poi discesa veloce verso La Casona.
Ci si invola per il Fondovalle con il vento contro, la Spiaggietta sempre a tutta e di nuovo Bazzanese fino a MonteBudello, che farla piano sarebbe cosa buona e giusta, ma naturalmente si spinge anche quella.
Si torna in Bazzanese e al bivio di San Martino ci si separa, ancora una salitella e si arrotonda a 140 km .
Tanti chilometri, belli spinti e divertenti, conditi da ottima compagnia.

02 maggio 2016

Le Valli di Comacchio in bicicletta

Portateci i vostri bambini!
Partiti da Comacchio, su pista ciclabile siamo arrivati a Porto Garibaldi, dove abbiamo mangiato Benissimo al Ristorante Europa. Con la pancia piena, siamo rientrati a Comacchio passando nelle valli, un "Paradiso" per gli amanti delle natura, purtroppo o per fortuna sconosciuto a troppe persone, abbiamo incontrato tante specie di volatili, tra cui i Fenicotteri Rosa. Se avete tempo e voglia portateci i vostri figli, consigliato il giro e il Ristorante. 
Clicca qui per il video!

L'avventura di Valeria e Marco



Mi piace la bici, per me pedalare significa muovermi lentamente per visitare il mondo quando sono in vacanza... Sono una cicloturista.
Stavolta... Mi sono iscritta ad un trail... In realtà non so spiegare bene il perchè... Ci provo, dai.
Marco il mio compagno, è un po che ne fa di trail.. Ed ogni volta che torna con quelle foto di posti bellissimi ed occhi fieri e sognanti.... Mmmhh
Qualche pezzo ne avevo fatto insieme a lui, sfruttando le parti di tracce meno impegnative o i giri più brevi. La cosa fantastica di questo modo di visitare i luoghi, è che le tracce le disegnano bikers del posto, conoscono bene i percorsi più belli, e li mettono insieme per condividerli con altri.... e già solo questo, è veramente interessante. La condivisione.
Infatti una delle cose che mi piace di più del gironzolare in bicicletta, è la possibilità di condividere spazi, panorami, profumi e fatiche con amici. Purtroppo, avendo un passo molto poco allenato e fiato corto, mi ritrovo sempre a condividere queste sensazioni con il Marco , che ha pazienza da vendere ...
Insomma, ad un certo punto ho cominciato a vedere nei trail un modo nuovo e interessante per visitare posti nuovi e per conoscere altre persone che come noi, amano stare nella natura, sulla sella della propria bicicletta....
Ed è così, che ringalluzzita da qualche bel giretto provato in precedenza
poggio gli occhi sull'Italy divide" : partenza da Roma e arrivo a Torbole sul lago di Garda, passando per la Toscana e l'Emilia .... Fantastico! 850 km nella natura partendo da una città pazzesca e arrivando su un lago.... decidiamo di spendere insieme quella settimana e provare (provare...io...perché Marco non v'era dubbio ci riuscisse) a fare tutta quella distanza e quel dislivello ( 16000 +) in otto/nove giorni.
Già alla partenza dovevo capire che sarebbe stata dura! Raggiungiamo Roma grazie al passaggio di alcuni nostri nuovi amici campioni bolognesi di ultramaratone... Gulp.... Un pò mi sfiora il pensiero che forse per me sarà un massacro...
Ma va bene... Al massimo arrivo a Bologna... Insomma, in vacanza solitamente quei 500 km a settimana di strada con dislivello vario di solito lo faccio...
Roma di sera sembra meno incasinata di quel che alla mattina troveremo alla partenza! Mangiamo tutti insieme in un localino all'aperto, tra i presenti, alcuni, li abbiamo conosciuti di persona durante le nostre incursioni parziali in trail precedenti, altri solo grazie a fb e alla pagina di Italian Mtb Gravel alla quale ci siamo iscritti, per conoscere tutte le attività italiane intorno a questo movimento...
Presenti alla cena, oltre a bravissimi bikers italiani plurimedagliati, due mostri sacri di questa specialità sportiva: Jay Petervary e Rebecca Rusch. È certezza... Sono proprio nel posto sbagliato!!! Sorrido, mentre Marco impazzisce a rimontare la catena che si è spezzata, appena rimontate le ruote, supportato da un incredibile angelo di nome Andros ciclista in single speed appassionato di meccanica che s'incaponisce a risolvere il problema pur non avendo a mano l'attrezzatura... Ma si sa è così, spesso in bici ci capita di trovare gente che si prodiga per aiutarti... infine lui stesso, ci conduce, sfrecciando tra i semafori rossi della capitale, al nostro nido notturno, il negozio di Top Bike , dove si noleggiano bici per tour in Roma.
Sfoderiamo la nostra attrezzatura notturna e cominciamo a sognare in mezzo ad un tappeto di bikers in sacco a pelo accucciati vicino alle proprie biciclette.
Il mattino è un caos di volti, sorrisi, chiacchere e foto, poi la partenza, il lungo cordone di bikers comincia a muoversi nel traffico, ruote grandi e piccole, giacchette colorate e occhiali da sole... Monumenti e turisti... Tanti turisti... Troppi. Si rompe il cordone e la testa del serpentone scappa via dietro all'organizzatore, che non prevedendo l'arrivo di ben 90 fuoriditesta, aveva programmato una traccia inapplicabile ad un corteo cosi lungo partente dal Colosseo... Loro si dirigono direttamente fuori Città... Per noi comincia l'avventura... Rimanere vivi nel traffico di Roma seguendo la traccia originale che ci porterà via di li...
Il primo pezzo di ciclabile ci porta in direzione della via Francigena, il mare dall'alto , e fortunatamente una bella giornata di sole... Ogni tanto due gocce, ti vesti ti svesti... E vai avanti..
Bello pedalare su un percorso dove ogni tanto trovi qualcuno che và dove andrai anche tu... Chi si ferma a fare due foto, chi purtroppo a cambiare una camera d'aria perché ha bucato.... Chiacchieriamo con i nostri provvisori compagni di viaggio i ragazzi del team bolognese, raccontandoci le nostre vite o condividendo i silenzi, poi ogni tanto ognuno per il suo passo i campioni vanno via... Il tempo regge bene ed io pure.... I saliscendi ci portano fino a Vetralla dove ceniamo in trattoria... In fondo siamo in vacanza!
Inaspettatamente le mie gambe si rilassano, e dopo cena ci guardiamo in faccia decidendo di procedere fino a che si può... Complice il bel tempo, la serata diventa tiepida e con le nostre lucine cominciamo a pedalare al buio, con l'intenzione di colmare il nostro ritardo rispetto ai più veloci con qualche oretta di "straordinario". Ho tutto quel che mi occorre con me, Marco, la mia bici "Yoda", il mio navigatore "R2D2" il mio sacco a pelo... La sensazione di libertà è grande. Comincio a sentirmi un avventuriera...
Viterbo e la movida notturna, poi le Vie Cave e noi due soli, tra le pareti di tufo solo un gatto che si nasconde dietro un filo d'erba... Le gambe girano e, ridendo e fotografando, arriviamo alla antica via di pietra che porta a Montefiascone... E... Improvvisamente... le mie gambe smettono di girare... La salita si fa ripida, scivolosa e umida, non riesco nemmeno ad agganciare la bici con le scarpe che son piene di fango... Solo tre km mi dice Marco... Alzo la testa e vedo nebbia. La riabbasso e comincio a spingere Yoda, cercando di ricordare a me stessa che sto facendo quello che ero venuta a fare... Un trail. Ma i km sulle gambe sono tanti (più di 130) il buio, e il freddo... È mezzanotte, dobbiamo trovare anche un riparo per i nostri sacchi a pelo.
L'arrivo a Montefiascone è fatato, anche se non sono in grado di apprezzarlo... il paese è bellissimo, avvolto nella nebbia, sembra incantato... Provo a buttarmi nel primo buco che vedo, poiché son così stanca che stare in verticale sui miei piedi, mi è divenuto insopportabile... Marco è più lucido di me... No, lì non va bene... Pedaliamo verso il centro, alla ricerca di un chiostro o un portico un po' riparato.... Poi, intuizione! Sulla scalinata della piazzetta storica in centro al paese un dehor di un ristorante con due bei tendoni, aperti sui tavoli, diventa il nostro rifugio... Sistemiamo materassini e sacchi a pelo, leghiamo le bici e, miracolo(!) troviamo pure una presa elettrica per ricaricare i nostri interfono!
Appena in tempo... comincia a piovere alla grande! Ma da dentro il sacco a pelo ce ne freghiamo... Siamo all'asciutto!!
Dormitone incredibile. Nel senso che non avrei mai pensato di riuscire ad addormentarmi ... Ricarichiamo le nostre bici e cerchiamo un bar. Cappuccino senza brioche perché è ancora presto. Sono le sei e mezza. Vabbè siam pieni di barrette ed integratori, non moriremo di fame certo oggi. Mi sento bene, anche se non mi sembra di aver recuperato tutto... Sul lago di Bolsena, in pasticceria, rincontriamo un pò della combriccola che ci aveva preceduto, siamo in contatto continuo tra di noi, tramite una chat che qualcuno aveva creato in precedenza... Bellissimo! La compagnia è allegra e la colazione buona... Vado di cannolo siciliano... Mi servirà. Comincia a piovere sulle nostre bici, ma il morale è alto e il panorama stupendo. Riprendiamo la pedalata lasciando la strada asfaltata e ritornando sui sentieri... Sotto la pioggia il verde risplende di tonalità umide quasi autunnali... È bello pedalare in compagnia...
Poi piano piano, ognuno segue il suo cuore, quindi si allungano le distanze tra i cuori allenati e quelli meno prestanti... Non c'è bisogno di salutarsi, siamo in traccia... Siamo comunque insieme. Marco si ferma ad aiutare per una gomma bucata.... Il vento sulla collina è forte, in tre procediamo ma gli altri due li perdo, sono veloci... Procedo in solitaria per un pò. Poi prima della nuova collina mi fermo ad aspettare Marco davanti ad un bar.
È ora di pranzo ed il cannolo è già un lontano ricordo...
Dovrò arrangiarmi con gli integratori, perché il bar era chiuso (brutta cosa infrangere le aspettative!!) e sulla salita durissima per Radicofani, il mio corpo mi chiede addirittura di dormire... Mi sdraio sull'erba sotto una tenue pioggerellina.... Marco vicino a me approfitta anche lui per un sonnellino. Nel silenzio dell'acqua che cade sulle piante intorno, sento il mondo che entra dentro di me... Io che do al mondo il mio respiro... È difficile da spiegare il miracolo della vita. Ma ascoltarlo tramite il respiro affannato dopo una salita, diventa poesia pura... Sono di nuovo felice. Andiamo a Radicofani.
Radicofani è durissima da qualsiasi parte la prendi, in bicicletta... Anche Cristian, che viaggia insieme a Gian, è la seconda volta che ci viene in bici.... "La prossima volta in macchina!!" Ridiamo. Ma sappiamo bene tutti e quattro che non sarà cosi.
Cerchiamo un ristorante ancora aperto (sono le due) e pasta e birra e crostini... Risate e pezzi di vita che ci scambiamo.
Poi ognuno dietro alla traccia con il suo ritmo...
La prossima meta dovrebbe essere Montalcino... Dalla chat arrivano notizie disastrose: mal tempo e fango stanno facendo impazzire chi si è avventurato nel bosco. Marco lo conosce bene il Fango attaccato alle ruote... Ascoltiamo il consiglio e sotto un cielo nero che promette tutta l'acqua del mondo, deviamo su asfalto, verso Buonconvento. E se il cielo promette poi mantiene...
Non si può descrivere il puzzo che vien fuori dai calzini fradici... Non ci credi che sei tu...
A cena ascolti i racconti di chi ha affrontato il fango; qualcuno è entusiasta, qualcuno è stanco.
Quelli che sono entusiasti hanno ancora giorni a disposizione, quelli stanchi purtroppo devono fare i conti con le ferie che finiscono.... tornare a casa. Io invece crollo. Saluti a tutti: questa sera ho appuntamento con un materasso.
Ed è di nuovo giorno: non vedo l'ora di partire. Rimettere i vestiti del giorno prima è un orrore... Ma è un fastidio di un attimo e poi te ne freghi. Fuori il tempo volge al bello. Mi chiedo come farò a portare a termine tanta strada.... Ma sono risoluta a farlo.
Sole e vento; andiamo verso Siena.... Messaggi confusi sul da farsi, Eroica si... Eroica no. Disappunto di Marco che ci teneva a farla... Ma pare che un fiume tracimato, non permetta il passaggio su un ponte (scopriamo poi che non era proprio cosi....) e allora, via Cassia fino a Siena dove entriamo da una bella ciclabile piena di turisti con bastoncini e zaini. Saluti sorrisi... Mi prende un attimo di tristezza, pensando a chi (a me tanto caro) purtroppo in questi giorni non è felice come me. Rientriamo finalmente in traccia e saliscendi saliscendi, ci si incontra con un bel gruppo a Castellina in Chianti. Per me sono tutti mostri sacri dei trail, sono intimidita e non spiccico parola...mi piace guardarli mentre giocano tra loro a fare i duri.
Da lì la traccia ci butta in un single track, che affronto con inaspettata disinvoltura... È piuttosto impegnativo ma a parte alcuni pezzi, riesco quasi a stupire Marco. Mi sento un fenomeno anche se il meglio dovrà ancora venire... Poi colline e stradine secondarie fino ad Impruneta. Si voleva arrivare a Firenze ma il buio ci coglie prima, e alla fine ci troviamo in pizzeria davanti ad una birra e due nuovi compagni di viaggio....
Firenze finalmente arriva al mattino dopo. Arrivarci quando la gente comincia a dirigersi al lavoro è peggio che dirigersi all'inferno. Auto e moto, moto e auto.... Smog! E subito rimpiangi i boschi e le salite piene solo del canto degli uccellini. Nemmeno la bellissima Santa Maria del Fiore può competere con i colori dei prati di maggio. Abbiamo davanti due belle salite Montesenario e san Piero a Sieve, prima della Via degli dei. Marco non sa bene come gestirmi. Ci fermiamo a San Piero o tentiamo di arrivare alla Futa prima di sera? Chiama chi è già salito,si informa sulle loro tempistiche, fa due calcoli e stima un tempo... In quattro ore ce la faremo a fare l'ascesa? Te la senti Valeria?
La risposta viene dopo il single track di Montesenario: qui do il meglio di me... Scendo dalla sella solo quando anche Marco esita. Sono un VERO fenomeno! E faccio cose che voi umani non avete mai visto fare... da me. Così, carica come una molla, acconsento a salire sulla Via.
Certo che me la sento... Sono un fenomeno... Il cielo non è azzurro, e il vento comincia il suo canto... Vuole piovere?
La via degli dei l'ho fatta... Fino alla Futa. Con Yoda a seguito, ecco: la prossima volta vado al mare... Non potevo immaginare una fatica simile, non ero preparata. È stata la testa a cedere e il corpo l'ha seguita? ... O è stato il corpo a svuotarsi e la testa a morirgli dietro?
E mentre il povero Marco mi guardava avvilito promettendomi la fine... Io spingevo in alto Yoda per quei pochi centimetri che perdevo poi, scivolando indietro nel fango....intorno a noi il vento minacciava... E il buio stava arrivando... Quante chiacchere dentro la testa... "Vai avanti e non fare storie... Hai voluto venire a fare il trail... Devi uscire di qui prima del buio, mia cara... "
Nella stessa giornata sentirsi una dea e poi una schiappa... Quanto influiscono a volte le situazioni esterne sulla condizione interna ... 

Comunque mi sono addormentata poi sulle patate e la salsiccia... Per fortuna le tagliatelle le ho sbafate... Se passate da Jolanda alla Futa con la vostra bici, vi assicuro che vale la pena di testare la sua cucina. E loro sono adorabili.
Non avendo ancora combattuto contro il vento, dovevamo pensare che sarebbe arrivato... Il giorno dopo, interdetto il proseguo per la via sterrata, scendiamo per Monghidoro controvento... In realtà non si capiva bene da dove arrivava il vento... Da destra, da sinistra, da davanti, e arrivando da davanti, ci ha addirittura fermati. Letteralmente!
Rientriamo in traccia alle Ganzole e da Parco Talon saliamo verso san Luca.
Poi Bologna e la pianura.... Prima di partire un caffè con Macs Cimato: è sicuramente grazie a lui che scorrazzo su sterrati e single track: è il mio grande maestro ed io e Marco gli vogliamo bene.
E via, per campi e stradine secondarie sotto il sole. Io e il Marco silenziosi ognuno sui suoi pedali. Sugli argini verso San Prospero i sassi che vibrano sotto la ruota mi spaccano la schiena... 142 km oggi.. Per me è gia un record... Ma domani sarà un gran giorno.
Giovedì mattina si parte presto: sempre sugli argini andiamo verso Mantova... Bello arrivare sul lago, il giorno è assolato e un gelato ci sta... Un pò di messaggi con le mie compagne di lavoro che da lì a poca distanza ( castellucchio dove lavoro è a 10 km da Mantova) lavorano sui nostri vestitini... "Indovinate dove sono?" Tutta questa fatica per tornare fino qui? " chiede una mia collega .... "Ahaha... sapessi"... E poi via verso la bellissima Goito.
Chi è abituato alla montagna si annoia a pedalare nella pianura... Non ci sono strappi, la fatica diventa mantenersi regolari... Si può provare a far girare le gambe come fossero due pistoni... In scia dietro Marco o affiancati verso l'orizzonte dove comincia a vedersi la cima Bianca del Baldo. Solo in due son saliti lì: Jay Petervary, il grande, ed un cecoslovacco, che pare abbia addirittura pernottato in cima, sotto la neve accanto ad un fuoco... È gia leggenda.
Nessun altro di noi salirà li. Pericolo slavine: si arriva a Torbole dalla strada.
Sulla strada e precisamente sulla scalinata verso il castello di Valeggio sul Mincio ci ricongiungiamo con i due centauri Cristian e Gian. Sono stanchi anche loro... Vogliono arrivare.
Li lasciamo andare e ci fermiamo a Peschiera ad aspettare Erwin, Francesca, Marina con i quali abbiamo fatto un pezzo da Bolsena in poi... Tentiamo il tappone fino a Torbole insieme a loro.
In fila dandosi i turni per tirare il gruppo ( io non mi sono proposta perché sono il fanalino di coda, non riuscirei mai a tirarli) ci dirigiamo verso il tramonto. Non più una parola da parte di nessuno... Si corre. Marco davanti ha paura che mi spengo... A volte mi succede. E questa volta di strada ne ho tanta nelle gambe.... Ma tengo botta!!

Dalle parole di Francesca:
"....subito dopo le gallerie prima di Torbole, Erwin ha preso la testa della nostra carovana... Non si è accorto che ci hanno superato due stradisti... Ha visto le luci dietro a lui e ha pensato che fossimo ancora noi... Siccome si sentiva tallonato ha aumentato la velocità... 27... 30... 35... È le luci sempre dietro. "Cavolo avranno voglia di arrivare..." È stato il pensiero del nostro. E giù a spingere sui pedali dopo 210 km... 37... 40... Poi, sente dietro una voce che non riconosce... Rallenta un poco e vede sfilare davanti i due mangia bitume... ( non si offendano gli stradisti!!! Ma era buffo il termine) Con il cuore il gola... Le gambe finite... È una serie di vaffa... Strozzati in gola...
Ovviamente noi dietro che ci guardavamo stupiti... Pensando che il cartello Torbole avesse avuto un effetto allucinogeno dopante..."
Ancora rido pensando alla scenetta!!!
Davanti all'arrivo i bikers giunti nei giorni precedenti ci aspettavano: pacche sulle spalle abbracci, battute, risate e birre!
191 km oggi per me e Marco, 210 per gli altri tre!!
Foto, abbracci...
Ed è gia finita... Ma sembra un mese fa, che salivo sulla macchina con Andrea, Piero, Leo e Marco. Quanta strada. Quante emozioni. Quanti ricordi.
Italy divide 2016 edizione 0: io c'ero!!





Bruscoli 2016


Domenica 22 maggio 2016 
Si rinnova annualmente, dopo oltre 10 anni, la pedalata a bruscoli, con la mangiata presso l'ottimo Ristorante L'Appennino, che ci allieterà il palato con i suoi ottimi menù!

2 Percorsi:

San Biagio, Casalecchio, Bologna, San Lazzaro, Idice, Monterenzio, Passo della Futa, Bruscoli. Circa 80 km.

San Biagio, Sasso Marconi, Rioveggio, Pian del Voglio, Bruscoli. Circa 50 km.
Partenza davanti al negozio alle ore 08.30.

Rientro con gli accompagnatori.

Confermare la propria presenza entro sabato 14 maggio, i posti al ristorante sono limitati! In caso di pioggia rimane il pranzo.

24 aprile 2016

13 Colli verso il Mare

Un giro pensato due anni fa, quando un tratto l’avevo già percorso. Da Zola fino a Brisighella per i colli, poi 60 chilometri di pianura fino a Marina Romea. 180 km in totale.
L’idea di proseguire ancora per i colli fino a Bertinoro e poi dritti fino al mare. Un calcolo, ad occhio, che i chilometri avrebbero potuto superare i 200 km, arrivare sui 230, ma non di più. Ed invece…

Dopo due anni a pensarlo era arrivato il momento di provarlo e così una mattina di Aprile, grigia e dalle previsioni  infauste salgo in bici direzione Marina Romea. Direzione Marina Romea non proprio, perché in realtà la direzione iniziale è tutt’altra. Si sale verso l’Appennino, per i colli di Bologna, verso l’entroterra romagnolo. Invito qualche amico ad accompagnarmi per qualche colle, ma nessuno accetta.

L’indecisione su come vestirmi è grande, alla fine indosso il Gabba Castelli e relativi manicotti antipioggia. Serviranno solo negli ultimi 20 chilometri, ma tutto sommato, nonostante qualche salita dura e soleggiata, non ho mai sofferto troppo caldo e nelle discesa, sempre fredde e ventose, la scelta si è rivelata azzeccata, anche solo per la comodità di non doversi fermarsi a mettere l’antivento.

Alle sette di mattina l’aria è frizzante a Zola Predosa, il cielo è velato ma filtra qualche raggio di sole, mentre i primi nuvoloni si mostrano in lontananza. L’odore dei campi tagliati, bagnati dalla rugiada del mattino sarebbe quasi romantico, se non mi facesse prudere il naso in maniera ossessiva.

Il primo colle, Mongardino, scorre sotto le ruote con calma, le viti di Pignoletto prendono il primo sole della giornata e salire così presto al mattino per i suoi tornanti, è sempre meraviglioso.
Attraverso Sasso Marconi, i bar cominciano ad affollarsi e l’odore di paste invade l’aria. Verso

Badolo, secondo colle di giornata, sei chilometri agili, vi è un po' di traffico, sono i primi arrampicatori pronti ad andare ad occupare la roccia più famosa del Bolognese.

Scendo veloce verso Pianoro e dal centro risalgo subito verso Botteghino di Zocca, un chilometro d’ascesa poco impegnativa ma dalla cui cima si può ammirare la bellezza dell’Appennino tosco-romagnolo. I primi gruppi di ciclisti cominciano ad affollare i colli, riconosco qualche amico, che bello tirato si allena in vista della Dieci Colli.

La quarta salita è Monte delle Formiche, da Zena non è impegnativa come da Monterenzio, ma si fa comunque dare del lei, 4/5 chilometri con tratti al dodici per cento. È la prima salita dura di giornata che però è solo l’antipasto della successiva, la quinta, Villa di Cassano. Sei chilometri, con i due centrali al quindici per certo costanti e i successivi tre in falsopiano mai a scendere.

Dopo la discesa arrivare a Sassoleone è quasi una passeggiata, salita dolce prima in falsopiano poi con pendenze che non superano il 3%. Sosta alla fontana e via verso Fontanelice, discesa di un chilometro poi la strada risale. Due chilometri che sembrano facili ma sono al 7% e non mollano un attimo, meritando di entrare a far parte dei colli scalati in questo pazzo giro, la settima per precisione.

Finita la discesa si arriva a Fontanelice e si sale subito, verso il centro del paese. Si attraversa la statale e inizia l’ottava scalata di giornata, il Prugno. Questo è il vero confine tra Emilia e Romagna, anche se nell’imolese si sentono già Romagnoli e non certo Bolognesi, o forse orgogliosamente si sentono solamente e puramente, Imolesi. Sette chilometri di salita costante al 5%, tra vigneti e boschi. In cima, a sinistra l’Emilia, davanti la Romagna, tanto vento e qualche nuvola bassa.

Discesa agile, e in centro a Casola Valsenio svolta a sinistra e via verso la nona salita, l’Albano. Insieme al Prugno è la strada della Lavanda. Le viti intanto cominciano a farsi verdi, Sangiovese, Trebbiano e Albana si preparano a prendere il sole estivo. Salita non dura, ma che non ha riposo, si scende veloci verso Zattaglia e in fondo al rovinato falsopiano a destra si ricomincia a salire.

Decimo colle di giornata, direzione Brisighella, in cima il Monticino, primi chilometri impegnativi, con pendenze anche al 10%, poi falsopiano che invita a spingere, ma che sapientemente non spingo. A Brisighella i chilometri percorsi sono già 130, da qui in poi il percorso sarà quasi sconosciuto. Sulla carta mi aspettano altre 5 salite, ma capisco già, che forse, l’obbiettivo è esagerato. Riempio la borraccia nella bella fontana di Brisighella e risalgo subito verso l’undicesima salita di giornata, il Casale.

L’ho già pedalato ma la memoria mi gioca brutti scherzi e proprio non la ricordo. Salita vera, impegnativa, taglia in due la collina portando la strada a Modigliana. E dal centro di Modigliana una delle salite storiche della Romagna, il Monte Trebbio. Cinque chilometri al sette per cento, il primo mai sotto il dieci per cento e nelle gambe i chilometri si cominciano a fare sentire.

In fondo alla discesa i chilometri percorsi sono 160. Comincio a dubitare di finire tutto il giro pensato. Guardo Google Maps per vedere quanto mi manca a Predappio svalicando la collina. Mi dice 13 chilometri e decido di seguire le sue indicazioni. Forse avrò letto male io, o forse nelle indicazioni c’era qualche strada sterrata non richiesta, resta il fatto che arrivo a Predappio dopo più 20 chilometri, scalandone 8 di salita, il Baccanelli, che Strava dice essere al 4%, ma solo perché a metà vi sono due brevi discese che spezzano il ritmo. Per il resto strappi al 15% che non mi aspettavano e che mi fan venire la nausea di altra salita.

A Predappio mi fermo al bar, dove con gli amici in Estate ci fermiamo sempre per un caffè prima del ritorno. Mi faccio due mini panini, una pepsi e riparto direzione Forlì. Probabilmente, se in centro avessi svoltato a destra, salendo a Rocca delle Caminate, avrei saltato qualche chilometro ma come detto, con la salita, per la giornata, avevo finito.

Mi aspettano 80 km di pianura che fortunatamente fino a Forlimpopoli, quasi tutti a scendere, ho trovato con il vento a favore, facendomi ritrovare anche una buona gamba, pronta a spingere bei rapportoni.

Ma appena attraversata la via Emilia, come sempre, il vento gira, non lo trovo contro ma laterale e più dei 35 orari non li riesco a fare, a tratti non riesco a superare i 30.
È una strada che conosco a memoria, mai come in questo momento mi mancano i miei amici delle tirate estive, Romy, Leo e pure Sandrino. Ma che abbia 80 km nelle gambe, o 230 come in quel momento, a Madonna dell’Albero una mini volata la faccio lo stesso. Dai 30 ai 32 allora, penso la migliore mai fatta in vita mia.

Da qui la strada si fa bagnata, attraverso Ravenna sotto una leggera pioggia, tra pozzanghere che indicano la fortuna che ho avuto in queste 11 ore di bici infinite, solitarie e stupende.
La foto sulla foce del Lamone, dopo averlo attraversato 120 chilometri prima, è d’obbligo ed è quasi una vittoria a braccia alzate.

13 salite affrontate, 250 chilometri percorsi con 4000 metri di dislivello, tutti da solo, con il Sole di Villa Cassano a scaldare, le nuvole del Prugno, il vento del Trebbio e la pioggia di Ravenna a farmi compagnia.

Fino alla prossima volta, quando le salite diventeranno 14, perché Rocca delle Caminate, la si può aggiungere!      





20 aprile 2016

Brevetto dell'Appennino, si avvicinano i Prosciutti.

Con la terza prova consecutiva del Brevetto dell’Appennino, la Granfondo di Firenze, si comincia a sognare in  grande, con la possibile entrata di due nostri atleti sul podio nelle loro categorie.

Due prove ancora da effettuare, la Cooperatori a metà Giugno e la Scott di Piacenza ad inizio Settembre, ma al grande Steve Baccigotti ne basta una sola per salire matematicamente sul podio.

Grandissimo recupero per Guido Frigieri che sale dalla quinta posizione fino alla seconda, davanti a lui solo l’irraggiungibile Zanetti. Per il buon Guido tenersi il secondo gradino e più che alla sua portata, saprà riuscire a non farsi prendere dalla foga? 

Salgo anche io dal 10° al 9°, il podio è inarrivabile, ma riuscire ad entrare nella Top Ten potrebbe essere già un ottimo risultato.

Altri protagonisti del Club hanno solcato le strade Toscane questa Domenica.
Il grande Fabio Fornacciari, che più percorre chilometri, più diventa l’erede naturale dell’inossidabile Magnani.
Galluzzo che parte dalla prima griglia e riesce a non farsi recuperare dal sottoscritto.
Bufalo Scomazzon, parte dalle retrovie e con la sua potenza riesce a recuperare posizioni su posizioni, sorpassando Steve e Ramon, che nella veloce prova Fiorentina, diventata veloce per delle modifiche dovute alla giornata referendaria nazionale, passeggia senza dannarsi più di tanto l’anima.

Una bella Granfondo, nonostante il taglio delle salite più dure del Giogo e della Futa, che ha attraversato i dolci pendii del Mugello per poi salire fino all’acqua Panna, con otto chilometri di salita costante, ma mai durissima. Per poi ributtarsi verso Firenze, arrampicandosi su pendenze impegnative alle porte della città del Giglio, e finendo sulla durissima Via Salviati.

E dopo la gara sul Lungo Arno, tra una birra e una sbriciolona, c’era chi lanciava nuove mode.

Malini’s Style!

17 aprile 2016

Da oltre 25 anni Club MaliniBici
Eccoli qua........i più agonisti oggi alla Gran Fondo di Firenze, tra loro anche Ermanno che lasciata la MTB in garage, si cimenta sulle strade di casa......e udite udite.......nel dopo gara,invita BaccigottiPasiniStefanelliGalluzzo insomma tutti gli iscritti al club che oggi sono a Firenze, a Cena per una bella Fiorentina da lui offerta! Basta che lo aspettiate all'arrivo!
Mentre davanti al negozio, come solito da oltre 25 anni, BossoPietrafesa, Tognetti (ritornato in bici e promette scintille), e tutti gli altri tra cui le nuove entrate Rocca e Mosca, faranno una bella pedalata in compagnia sulle strade bolognesi.
La domenica mattina partire davanti al negozio, ormai è diventata una tradizione, molto spesso si aggregano anche altri ciclisti, non iscritti al club, e la cosa fa molto piacere, "non uscire da solo", aggregati al nostro gruppo!




11 aprile 2016

Granfondo di Carpaneto Piacentino e Classica Brevetto dell'Appennino

Tra filari di Gutturnio, Castelli Medievali, salite infinite, strappi tagliagambe, discese e strade distrutte, la bella Granfondo della Coppa Piacentina è scivolata via senza non poca fatica.
120 km 2400 metri di dislivello, praticamente tutti nei primi 100, una salita, la prima, di 20 km, pendenze dolci ma infinita, poi tante salitelle tra i 5 e un chilometro, con pendenze micidiali, dal 15 al 23%.
Proprio sul muro al 23%, chi scrive lo ha preso di gran carriera, ma cotto come un copertone non si era accorto di avere ancora il 53. È dovuto quindi tornare indietro per mettere il 39. Sarà stato il caldo.
Grande prestazione di Guido che sfiora l'entrata nei primi 100 arrivando 104°.
Sofferenti io e Baccigotti.
Io soffro i chili di troppo e le strade distrutte. In 10 anni di Granfondo mai avevo incontrato, per tutto il percorso strade ridotte come quelle Piacentine. Confermo comunque il piazzamento de La Spezia, arrivando sempre a cavallo dei 350° posto.
Baccigotti arranca dall'inizio ma come sempre porta a casa la pellaccia.
Nonostante le strade comunque bella manifestazione, molto ben organizzata, incroci presidiati, pericoli segnalati anche per terra e traffico quasi zero.

Ma le sorprese arrivano nelle Classifiche di categoria del Brevetto dell'Appennino.   
Nonostante la splendida prestazione Guido perde una posizione e da quarto finisce in quinta posizione.
Io guadagno quattro posizioni finendo al decimo posto, mentre Stefano consolida la terza posizione e se finirà almeno due lunghi nelle ultime tre Granfondo rimanenti, salirà di diritto sul podio.

A quel punto se portiamo a casa il Prosciutto con Steve, Guido può darsi ad altri sport, tipo il Bridge!

06 aprile 2016

Domenica 10 Aprile

Ciao 
se ti va di fare due pedalate con noi, sia con la Mountain Bike che con una E-Bike, domenica 10 aprile, ci troviamo a Sasso Marconi, presso il parcheggio su Viale Kennedy numero 3, (a sinistra prima della rotonda uscita sasso direzione Porretta), alle ore 08.30.
Partenza immediata per un’escursione sulle famose colline di Sasso Marconi, rientro al parcheggio per le ore 12,00.

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05 aprile 2016

Granfondo di La Spezia e quella Paranza...

Un piccolo spicchio di Luna a destra di San Luca è ancora alto nel cielo che comincia a prepararsi all’arrivo del giorno. Sono le sei di mattina della prima Domenica d’Aprile, tre biciclette e tre ciclisti su una Zafira attraversano la pianura Padana avvolta da un leggero strato di nebbia che bagna di rugiada il mattino e i campi circostanti. La Spezia è di là dall’Appennino, più si sale più la nebbia si dirada, mentre il primo raggio di sole spunta sulla Cisa innevata e si butta in mare.

La Spezia alle 8 di mattina è già sveglia, sul lungomare il traffico è intenso e nonostante manchino ancora due ore alla via qualche ciclista è già a pedalare verso le griglie di partenza. Il termometro segna 16 gradi e l’aria che respiriamo scesi dall’auto sa di salsedine ed entra con tutto lo iodo che contiene, dentro ai nostri polmoni. L’umidità e la cappa della Pianura sono già un lontano ricordo e dopo aver ritirato il pettorale e montato le biciclette, una foto in riva al mare, come sfondo il Golfo dei Poeti, non può mancare. Controlliamo e stabiliamo il nostro personale tempo massimo, le ore 15, orario di chiusura del ristorante al cartoccio I Pescatori. Una Paranza come Pasta Party non sarebbe da atleti, ma fa poi lo stesso.

La partenza è subito veloce, pochi metri di pianura e poi si comincia a salire per le stradine della città ligure e al terzo chilometro inizia la prima salita. Valico della Foce, tornanti dolci che tagliano la collina con l’Arsenale e le Navi militari sullo sfondo a rendere ancora più adrenalinica la partenza. Si suda e in molti sono a tutta per recuperare posizioni preziose e sprecare energie importanti.

Discesa breve e veloce, una serie di Sali e scendi che sono più salite non segnalate, che strappetti veri e propri, portano alla seconda salita di giornata, il Passo Termine dal versante di Pignone. Salita dolce all’inizio, con la pendenza che si incrementa, ma senza mai strappare, avvicinandosi verso la vetta che apre la vista sul Mar Ligure. A Soviore la picchiata verso Levanto è tanto spettacolare, quanto tecnica, chi non ha la discesa tra le sue corde tira i freni, chi ne è uno specialista si sfoga nelle curve e controcurve della strada delle Cinque Terre.

Si attraversa Levanto e si ricomincia a salire qualche chilometro, pendenze abbordabili che ogni tanto, come un dispetto, pizzicano le gambe, senza però mai tagliarle. In cima si torna verso Levanto, strada stretta, dissestata, in picchiata verso la bellissima cittadina in cui si ritorna, dall’altra parte della baia per ricominciare a salire verso la Cima Coppi e la cronoscalata di giornata.

Il passo di Guaitarola lungo 10 km lascia Levanto alle spalle e si arrampica lungo i terrazzamenti spezzini in riva al mare. Un mare che è una tavola piatta, calmo, il cui colore si fonde con quello del cielo nascondendo l’orizzonte. Pedaliamo in un dipinto, bisognerebbe fermarsi a scattare una foto ma l’agonismo ha la meglio e si scatta solo sui pedali, anche se fugacemente, cellulare alla mano, una foto la si prova a fare. In cima al passo si è poco dopo metà gara, 50 chilometri circa e il dislivello segna 1500 metri.

La Lunga discesa prima in falsopiano e poi più ripida, rilassa le gambe ma non la concentrazione che rimane alta tra le curve liguri. Si attraversa tutto l’entroterra spezzino, Borghetto Vara, Padivarma, Beverino fino all’ultima salita verso Visseggi, un paio di chilometri che terminano con un bello strappo sopra la città. Ci si butta in discesa, in quello che sarà l’ultimo sforzo, come Panorama il Golfo dei Poeti sullo sfondo, ma l’attenzione rimane alla strada, alle sue curve e alle sue condizioni disastrate, che rendono ancora più dura questa bella granfondo. La picchiata sulla Città e l’arrivo sul lungo mare rendono l’impresa ancora più bella.

Guardiamo il mare, ci cambiamo e andiamo a mangiare. Ai Pescatori la fila è infinita, al Pasta Party quasi.
Guido vuole la pasta, rifiuta il pesce dei pescatori e rifiuta anche il pesto e la porchetta del Party. Solo un filo d’olio sulle penne.

Lo seguiamo, mangiamo Pesto e Porchetta, usciamo e guardiamo i Pescatori che stanno chiudendo.

È ora di tornare verso le Due Torri, non senza ammirare ancora una volta quel mare che ci ha tenuto compagnia per metà pedalata e respirarne la sua salutare aria.

Una giornata quasi perfetta, è mancata solo una cosa, la Paranza!