14 luglio 2008

Un'altra Domenica al mare

Ore 5:45 di Domenica mattina, esco in terrazza per fare colazione, un forte odore acre mi entra nel naso, sono le raffinerie della Baiona. Il vento tira dalle montagne e lo porta al mare e sentirlo appena alzato non è stupendo. Ancora vento sarà un’altra dura giornata in bici.
Ore 7:30 sotto casa d’Enrico Pietrafesa a Pinarella, oltre a Tony, c’è anche Morini e un signore romagnolo che si aggregherà con noi. Sta aspettando un altro ragazzo di Bologna. Arrivato Tony lo riconosce, è un tal Monari che da giovane andava molto forte a piedi. Scoprirò che ora, sui 40 anni, va anche forte in bici. Partiamo direzione Savignano sul Rubicone con l’intenzione di andare verso Ponte d’Uso. I primi chilometri sono tutta pianura, percorrendo stradine secondarie sull’argine del Rubiconde. La media è sui 30 31 km/h, Morini andrebbe anche un pelino più piano ma io e Pietrafesa non caliamo. Il vento per adesso non è fortissimo e arriviamo a Svignano senza neanche accorgercene.Qui tra strade di colline e superando tanti gruppetti di ciclisti raggiungiamo il fondovalle che va a Ponte d’Uso.E’ quello che si fa in discesa alla Nove Colli, che porta al Gorolo l’ultima salita. Infatti ci passiamo di fianco, ma tiriamo dritto volentieri, anche se il percorso è molto vallonato e la velocità resta tra i 31 e i 28 km/h con il vento contro. Ora a tirare con me c’ è Tony Paone, inossidabile, seguo la sua andatura. Più tardi, quando Enrico gli farà notare come va bene controvento, dirà che andava con il mio passo. Arriviamo a Ponte d’Uso e decidiamo di andare a scalare Monte Tiffi, una delle salite della Nove Colli. Corta ma terribile, dista da li un paio di chilometri di pianura poi all’improvviso comincia a salire inesorabile, con pendenze che sfiorano il 16%.
La comincio piano, sono tre chilometri soltanto, il tratto centrale forse è il più pendente, con un paio di tornanti che non lasciano respiro. Monari resta a ruota e poco prima dell’ultimo muro mi passa davanti. Resto lì ma sono fuori giri. Ci sono due tornanti che formano un esse cerco di lanciarmi un pochino e poi ecco l’ultimo muro. Un cartello segna il 10% ma secondo me è anche al 12-14%. Dal 26 passo al 23 e comincio a spingere, Monari non tiene il passo e si stacca. Arrivo in cima, dopo questi infiniti 300 metri, che sento il cuore in gola e lo stomaco pure. In pochi minuti arrivano tutti, ci abbeveriamo nella calda fontana e scendiamo sempre dallo stesso versante. Ritorniamo a Ponte d’Uso, giriamo a sinistra e saliamo a Sogliano.Questa è la discesa del Barbotto. Come salita è molto pedalabile ma lo sforzo del Monte Tiffi ha lasciato il segno. Procediamo compatti, tranne il romagnolo, che si avvantaggia di un centinaio di metri. Poi dopo un tornante allungo un pelo, Tony pensa a un mio scatto e in due pedalate riprende il romagnolo. E io volevo farla piano. Riprendo Tony e il romagnolo, li sorpasso, metto giu qualche dente e dai 19km/h passo ai 25km/h. Solo Monari mi resta a ruota e ci rimane anche quando metto il 53 e scatto ai 30 km/h. Aspettiamo gli altri al bivio del Barbotto e continuiamo a salire verso Sogliano. Da qui si comincia a scendere.Fino a Borghi però è tutto un saliscendi. Tra campi di grano e boschi agevoli, salitelle si intervallano a pedalabili discese. Le classiche Boazze. Infatti Pietrafesa, a ogni salitella, parte da dietro e le affronta a tutta. Ma Tony non ci sta e non gli lascia spazio. Resta il fatto che Pietrafesa le vince tutte anche se faticando. Da Borghi in poi è tutta discesa. Questa volta il vento non ha fatto scherzi e non si è girato. L’abbiamo a favore, con il mare sullo sfondo e le vigne di Trebbiano e Sangiovese ai nostri lati scendiamo ai 60 fino a Savignano. Da qui con un po’ di borbottii di Pietrafesa arriviamo a Cesenatico ai 45km/h. Passiamo anche di fianco a casa Pantani. Non entriamo, se ci fosse stato Sandrino ci saremmo fermati a pranzo, ma così non vogliamo disturbare.Mi accompagnano alla macchina a Cervia tutti e quattro, dopo 100 km a quasi i 30 di media. Ci si vedrà Domenica prossima, con l’intenzione di andare a Torriana, il paese dove vive Riccò. Quattro possibili salite per arrivarci, una più cagata dell’altra.

3 commenti:

Sandrino ha detto...

Grandissimi!!
Come sempre un bel resoconto degno del miglior giornalista sportivo.
Si, sull'ultima frase hai ragione, se ci fossi stato io si sarebbe fatta la tappa a casa del Pirata, almeno per salutare papà Paolo!!
Io la settimana scorsa ero in Abruzzo ed ho fatto un bel giro ripetendolo per tre volte, poi metterò un post apposito. Domenica prossima, salvo inghippi di traslochi vari, dovrei essere del gruppo, sperando anche di fare qualche chilometro durante la settimana.
salutoni
Sandrino

fotorode ha detto...

quale gruppo?

Sandrino ha detto...

quello dei "marittimi"!! ;-))