29 luglio 2008

Voglio, non voglio crederci-Tour de France 2008

Ha vinto Carlos Sastre, spagnolo, 33 anni, solo quattro vittorie in carriera. Ma una grande carriera da gregario, fortissimo in salita, insostituibile per i suoi capitani. Professionista da 11 anni, è alla CSC dal 2002. Per Ivan Basso era fondamentale il suo apporto in salita, l’atleta varesino ha sempre dichiarato che poteva tranquillamente fare classifica per se e invece si sacrificava per gli altri. Prima di approdare alla CSC l’unica sua squadra è stata la Once del chiacchierato Manolo Sainz e dei vari Olano. Igor Gonzales de Galdeano, Jalabert.Ha sempre tirato per loro, cogliendo tanti piazzamenti ma pochissime vittorie. Fino quest’anno dove qui al Tour ha conquistato la maglia gialla con una bellissima impresa sull’Alpe d’Huez e da li non l’ha più lasciata. E’ scattato al primo chilometro di salita, è andato costante, ma sempre in crescendo, mangiando secondi su secondi ai diretti rivali, che si studiavano ma non si battevano. Ha dato più di due minuti a tutti, conquistandone uno e mezzo sui rivali più pericolosi, poco ma tanto gli è bastato per resistere a cronometro, ed arrivare a Parigi in giallo. Secondo il sempre perdente Cadel Evans. Quest’anno grande favorito ha trovato di nuovo uno spagnolo sulla sua strada, dopo Contador, Sastre. È stato sempre davanti, conquistando anche per un paio di giorni la maglia gialla, ma non è mai stato vero protagonista. Mai uno scatto vero, quasi mai un tentativo d’allungo. Forse la condizione migliore non era ancora arrivata, o forse se ne era già andata. Andava forte già dalla primavera quando vinse in una giornata di neve la tappa più dura della “Coppi e Bartali” a Serramazzoni. Troppo presto per chi ha concentrato tutte le sue aspettative sul Tour de France. Terzo gradino del podio per un sorprendente Bernard Kohl, classe 1982, giovane ma non troppo, una sola vittoria ma di prestigio il campionato Austriaco nel 2006 a soli 24 anni. Una piacevole sorpresa, perché lo si è visto soffrire, lottare, crederci. Emblematica la sua faccia, distrutta dalla fatica, sulla Alpe d’Huez, ma piena anche di soddisfazione per essere rimasto insieme ai migliori. Una faccia sfigurata ma che ha dato la sensazione di “pulizia”. http://www.cyclingnews.com/photos/2008/tour08/index.php?id=/photos/2008/tour08/tour0817/bettiniphoto_0029452_1_full. E’ stato comunque un Tour pieno di protagonisti nel bene e nel male. I fratelli Schleck hanno dato prova della loro classe, entrambi possono ambire al podio e al gradino più alto del Tour.Soprattutto Andy. La crisi sull’Hautacam è stata passeggera, forse inventa per non avere tropi capitani in squadra. Ma le potenzialità mostrate sulle Alpi sono indiscutibili. Decine di chilometri di salita a tirare il gruppo, arrivando al traguardo in piene forze con la voglia di scattare ancora. Incredibile Cristian Valdevelde, prima maglia Rosa del Giro quest’anno, arrivato a Milano forse con anche due ore da Contador, al Tour è arrivato quinto, a tre minuti da Sastre e se non fosse stata per una caduta sulle alpi, forse il podio sarebbe stato alla sua portata.Per noi italiani un vero disastro. Cunego partito per vincere non è mai stato in condizione di lottare neanche per rimanere a ruota dei migliori. Rovinose cadute lo hanno mandato a casa prima di Parigi. Una delusione, la sua forma è vistosamente indietro, le gambe tornite non sono certe quelle di uno scalatore e anche a Pechino, per lui, la vedo molto dura. Abbiamo vinto tre tappe. Era meglio non vincerle. Riccò primo a Super Besse e a Bagnere de Bigorre è stato trovato positivo alla nuova Epo, la CERA. Una sola iniezione te la lascia in circolo un mese. Piepoli, primo ad Hautacam, confessa di aver preso le stesse cose di Riccò, che però smentisce. Una grandissima tristezza. Proprio ora che al Tour Riccardo non era neanche arrogante o strafottente come al giro. Già il Giro, come lo ha corso il Giro? Il doping è un cancro che aleggia in ogni vittoria del ciclismo. Non voglio credere che Sastre abbia vinto perché era della “scuderia Sainz”. Voglio credere che abbia vinto perché i dopati sono stati fuori e lui, che era il primo dei perdenti, ora ha la strada”pulita”. Non voglio credere che la Spagna stia facendo man bassa di torfei in tutti gli sport(calcio, basket tennis, ciclismo), perché è l’unico paese senza un vero programma contro il Doping. Perché è il paese dove è nata e che ha insabbiato l’Operation Puetro. Non voglio credere che i francesi non vincono più perché in Francia doparsi è reato e allora sono tutti troppo “Puliti”. Non voglio credere che gli italiani, come nelle barzellette, siano gli unici che si dopano e gli unici che si fanno beccare. Non voglio crederci, ma che fatica…

3 commenti:

Mauro ha detto...

Io ho paura che sia proprio cosi, come le nuotatrici cinesi degli anni 90 che vincevano tutto con i peli sul petto e accenni di organi genitali maschili.
O come il collo di Ben Johnson, che mi ricordo ancora ai blocchi di partenza di fianco a Carl Lewis.
Anzi non cosi, perchè adesso l'EPO è di terza generazione, basta una siringa al mese e via.
Riccò ha appena confessato al magistrato di essersi davvero dopato e non ha nemmeno chiesto le controanalisi.
Evitiamo di pensare a cose come "che peccato, a 24 anni una carriera stroncata per una leggerezza".
La verità è che senza quella roba i vari Riccò, Piepoli, Landis, Contador fino ad Armstrong e compagnia bella una carriera non l'avrebbero nemmeno iniziata.
L'unica è godersi lo spettacolo cosi com'è, dimenticandoci subito dei nomi e ricordandoci solo del gesto, che di atletico ha ormai ben poco.

Sandrino ha detto...

Ragazzi,
cominciate ad allenarvi seriamente perchè se continua così il prossimo anno facciamo noi una squadra (MALINI TEAM), e partecipiamo al Giro e Tour con qualche velleità di vittoria, visto che fra un pò in giro di professionisti non ce ne saranno più!
A parte le battute, sono anch'io piuttosto deluso da questa situazione, specialmente per i nostri portacolori che si sono comportati da "furbetti" dando adito alle solite critiche straniere del: "i soliti Italiani furbetti!!".
Peccato, ne usciamo sconfitti su tutti i fronti e con le ossa rotte a livello d'immagine.
Invece di farsi fare delle punture che durano un mese, sarebbe meglio mangiassero piadina e prosciutto ed un bel piatto di spaghetti in bianco....
Salutoni
Sandrino

Anonimo ha detto...

ahahah, bernard Kohl immagine di un ciclismo pulito???? ahahahaha ....