02 marzo 2008

Pietracolora...ehmm scusate Vedegheto



Ore 9 da Paolo, la temperatura è incredibilmente alta. Avevo previsto verso mezza giornata anche 20 gradi invece li superiamo… già ce ne sono 21. Sono molti i sorpresi da questa ondata di caldo e mentre i più hanno eliminato il giubbotto per la felpa e i pantaloni per i tre quarti, c è chi come Lorenzo è in manicotti e chi come Aureliano è vestito a otto strati, come un rotolone Regina. Andrà forse a pesca a fine giro ?
La scelta verterebbe verso la Val di Zena, ma Paolo preferisce la Porrettana, proponendo Pietracolora, tanto lui dovrà tornare a casa alle 11. Si parte e si prende la direzione di Marzabotto, il vento oggi è più clemente, ma spira sempre forte e non è piacevole andargli contro. Già alla Lama comunque si decide che la meta sarà Vedegheto, poi chi vorrà potrà allungare dove vuole, chi non vorrà andrà a casa. Intanto un gruppo di ragazzi, dai pochi capelli, ci sorpassa e Mircone come un toro li segue. Poco dopo ecco partire Fabio, la domanda allora mi sorge spontanea: prima parte Mircone, che di capelli non ne ha, poi Fabio, che di capelli ne aveva solo una volta, ma seguiranno tutti il richiamo di Cesare Ragazzi?
Ci si ritrova a Pian di Venola e si comincia a salire tutti insieme verso Vedegheto, Enrico Pietrafesa parte però subito in fuga, seguito naturalmente da D’Agostino. Gli altri, in fila indiana, mi seguono mentre scandisco il passo.
Rimaniamo subito in pochi, solo Mimmo regge il mio passo, fino a quando a tutta arrivano Laffi e Lorenzo. Il Pietrafesa è gia stato ripreso, ma D’Agostino, vecchio triathleta, ha fatto perdere le sue tracce. Siamo a Vedegheto e cominciamo ad inseguirlo, anche se Lorenzo molla e Luca decide di fargli compagnia. Partiamo allora Mimmo e io, ma il vento è implacabile, costante, costantemente contro, è come se qualcuno ti prendesse per la testa e ti frenasse. Finalmente, a due chilometri da Cà Bortolani, ecco la sagoma dell’iroman casalecchiese arrancare verso la cima. Raccolgo le poche forze e metto giù un dente, non aumento di molto la velocità dai 18 si passa ai 20 km/h ma Mimmo non ce la fa e si stacca. Prendo D’Agostino, che cerca invano di tenere la ruota e raggiungo la fontana di Cà Bortolami stremato. Di lì a poco ecco arrivare oltre D’Agostino anche Mimmo, Luca, Lorenzo, Loris, Fabio e via via tutti gli altri.
Da qui ci dividiamo, c’è chi scende da Monte Pastore e chi invece sceglie Savigno, per andare a fare Tiola. Scendere da San Prospero per il sottoscritto non è stato facile, il vento laterale disturbava un bel po’, ma alla fine la discesa è finita e tutti insieme giriamo a sinistra verso Tiola. Un bel muretto, tre chilometri scarsi con uno strappo al 14% che ti taglia le gambe. Tutti raggiungiamo la vetta, un po’ frastagliati, e qualcuno anche frastornato. Aureliano all’ombra dei trenta gradi d’oggi è chiuso nel suo giubbotto invernale, mentre Gianluca ha le orecchie che gli fischiano: non c’è nessuno che gli parla dietro, ma tra il vento preso ieri e quello preso oggi, si è stancato un bel po’. Io sono con lui.
Si scende e si va, pianino pianino, verso la Bersagliera. C’era chi era convinto che la salita fosse finita, ma tutti volontariamente, (soprattutto Aureliano che insisteva tanto), siamo andati a fare Zappolino. Di qui giù a Fagnano e poi verso la Bazzanese tirati da uno scatenato Mirco, che sembrava non sentire il vento. Arrivati alla Muffa invece il vento si sente e bene. Per la prima volta ti spinge a favore ed invita ad aumentare l’andatura. E’ “Locomotiva Laffi” che parte e arriva fin dopo Pragatto, costante tra i 45 e 48 km/h. Qui il gruppo si spezza ancora una volta, rimaniamo in tre Mircone, che arriva al Ponte della Via Lunga ai 50 km/h, Laffi e io, che do il cambio a Mircone e porto i ragazzi ai piedi di San Martino ai 54 km/h.
Luca Laffi ed io decidiamo di scalare San Martino fino a San Lorenzo, per chiudere in bellezza, Mirco tira dritto aspettando gli altri, per un comodo ritorno a casa.Alla fine 90 km, fatti non troppo forti ma con abbastanza salita. Adesso bisogna solo allungare il chilometraggio e c’ è sempre la Val di Zena che aspetta…………

8 commenti:

loris marge ha detto...

Vedegheto.... ehmm scusate il Mortirolo. Walter ed io oggi non siamo saliti a Ca' Bortolani, ma abbiamo scalato il Mortirolo alla folle media di 7-8 Km/orari. Fortunatamente in cima tre angeli (Loris,Mimmo e Cella) ci hanno scortato a Zola. Grazie ai tre ma soprattutto al mitico Walter senza lui non avrei finito l'impresa.

Mauro ha detto...

Io invece nel tornare indietro, a Stiore mi son dovuto fermare per un male al piede.
Poi ho fatto un tratto insieme ad Aureliano e all'altro Mauro e poi sono salito per San Martino patendo l'inferno per via del muro di vento e del caldo.
Spero di migliorare un po sennò la vedo grigia quest'anno

enrico ha detto...

Tutti a lamentarsi,mi sa che fate come i gatti che "zigano dal gusto"
io ieri ho sofferto come pochi ma sempre in silenzio, è da qua che si vedono i veri ciclisti!!!

Enrico Pasini ha detto...

Ecco Bravo Enrico, fai vedere come si comportano i veri ciclisti più fatica fanno e più ne vogliono fare, è per questo che ieri abbiamo fatto anche Monte Maggiore :)))))

enrico ha detto...

per Monte Maggiore si era fatto tardi e poi alcuni erano già al gancio anche se facevano finta di niente ma quando abbiamo tirato dritto per la muffa quasi quasi mi facevano l'applauso.

loris marge ha detto...

Ecco bravi Enrichi, voi che siete veri ciclisti soffrite in silenzio, io invece, che non lo sono, piango vedendo tutte le salite che fate e per non riuscire a stare con voi, ma che dico a stare arrivare a minuti da voi. Ma attenzione.. ieri son riuscito a fare un po' di salita.....tremate tremate.

Enrico Pasini ha detto...

Comunque Loris secondo me non sono stati Mimmo Cella e Loris a portarvi giù, ma te e Walter a portare giu loro.Loris Ferri non si ricordava dove abitava, Mimmo era più bianco di un lenzuolo e Cella vedeva Walter come una fotomodella....

Enrico Pasini ha detto...

Monte Maggiore l'aveva proposta Mircone che poi si è rifiutato di fare San martino...VERGOGNA