24 maggio 2011

Nove Colli 2011: Il percorso corto...

L'avventura 2011 comincia da Marina di Ravenna, dove il sabato mattina mi ritrovo a lavare la bici e a lubrificare tutte le parti meccaniche per avere il mezzo in perfetta efficienza per la gara.
Sento telefonicamente il Potter con cui ci si mette d'accordo per fare un giretto alla fiera che tutti gli anni viene allestita in quel di Cesenatico in occasione della Gran Fondo.
Parto per il paese che ha dato i natali a Marco Pantani e provo a contattare Lorenzo, che essendo in piscina, non risponde. Vorrei sapere a che nome ha prenotato l'albergo, ma Sandrino non si ferma certo davanti a queste quisquilie, come diceva il Principe Antonio De Curtis, in arte Totò!
Arrivato all'albergo trovo una persona simpaticissima e come accade spesso con i romagnoli, riesco a farmi dare istruzioni precise su dove parcheggiare l'auto, visto che i 12.000 partenti con famiglie annesse, hanno già invaso per buona parte, la cittadina romagnola.
Vado alla Fiera, e m'incontro col Potter e famiglia, giriamo lungo le bancarelle, sino allo stand della Colnago, l'unico ad esporre...il nulla!!! C'è solo un cartello in cui avvisano i clienti che la notte prima hanno subito il furto di tutte le bici e quindi invitano per la sera i possessori di qualsiasi modello della casa di Cambiago ad esporla.
Dopo il giretto, ci salutiamo e ci diamo appuntamento in pizzeria alle 19.30.
Ci ritroviamo per quell'ora nel luogo indicato dal Potter, vicino al chiosco di piadine che fu della famiglia Pantani, ed aspettiamo gli altri che arrivano poco dopo le 20, dichiarando di non aver ancora ritirato il pacco gara. Ordiniamo finalmente le pizze mentre Tognetti e Baratta corrono a ritirare i pettorali.
Si mangia tutti insieme, fra battute e progetti di giri futuri che probabilmente rimarranno solo bei sogni.
Si esce dal locale, la famiglia Pasini si congeda da noi sapendo che l'indomani non ci si vedrà, in quanto il campione sociale parte in prima griglia, e tutti noi poveri terrestri in quelle successive.
Si va a letto, non senza qualche scherzo, come una ruota sparita al sottoscritto, che per riaverla deve minacciare i compagni di stanza di farli dormire in corridoio. L'incredibile è che tale accessorio si trova nella stanza di fronte, dove alloggia la Morena con il marito, ironia della sorte, tutti nello stesso albergo.
Nel frattempo è arrivato anche Scomazzon, reduce da un matrimonio stile "reali inglesi".
Si punta la sveglia alle 3,50, perchè alle 4,00 vengono scolati gli spaghetti!!
Al trillo della sveglia, i miei compagni di camera tradiscono il fatto di non aver fatto il militare, infatti sia Tognetti che Baratta, farebbero volentieri "prilla gallone", e tocca quindi al "vecchio" Sandrino saltare in piedi e dare un segnale di vigore a questi "giovani smidollati" (stile sergente Foley in ufficiale e gentiluomo)!!
In pochi minuti siamo pronti a scendere per la colazione, trangugiano qualsiasi cosa, e solo il "vecchio" si concentra sullo spago in bianco ed un pezzetto di "torta margherita". Scomazzon esagera con lo yogurt ed i cereali, ma la pagherà nel corso della gara!!
Eccoci poi pronti e vestiti di tutto punto e al buio del mattino, ore 5,00 ci si ritrova in strada. Solo il "vecchio" veste Malini Rosa, in onore della corsa che in questi giorni impazza sugli schermi.
Andiamo verso le griglie ed in pochi minuti, salutandoci a vicenda ci separiamo, e mi ritrovo da solo in griglia gialla, quella che partirà dopo la rossa, la bianca e la blu.
Siamo dislocati vicino al museo Pantani e quindi ne approfitto per salutare idealmente il mio campione preferito. Sono praticamente a contatto con la prima fila e questo mi sembra un buon inizio. Dopo la benedizione del parroco e l'inno nazionale, che mi mette i brividi, la 41esima Nove Colli prende il via, ma noi siamo ancora al palo. Finalmente ci si muove, ma solo per un centinaio di metri poi altro cancello e nuova sosta. Sembra di essere un cavallo al via di un gran premio, quando aprono elettricamente le sbarre, ci "spariamo" velocissimi sulla strada gia piena di persone che ci applaudono e ci salutano.
Mi ritrovo ad essere nella testa del gruppo della griglia e comprendo solo in quel momento quanta differenza faccia essere davanti e non in mezzo o dietro. Si viaggia regolari, non ci sono rallentamenti ne rincorse spasmodiche a coprire i "buchi" e nonostante il contakm spesso raggiunga i 50/52kmh non accuso fatica ne apprensione.
Cerco di mantenermi a distanza dai primi, ma lascio al massimo una 30ina di concorrenti davanti a me, in modo da poter essere sempre pronto a non farmi sfuggire il "treno giusto".
Così facendo, mi ritrovo davanti la salita di Bertinoro, che affrontiamo nel primo km ad oltre 30 orari. Superiamo già da tempo diversi gruppi della griglia precedente, quella blu, ma proprio sulle prime rampe, noto che la calca diventa importante e allora cerco di passarla nonostante le gambe inizino a trasmettermi i segnali che dovrei rallentare un pò. Ed infatti, nella seconda parte della salita, aspettando il muretto finale, rallento e lascio la testa del gruppo andare alla propria andatura che non è la mia. Cerco comunque di mantenermi davanti, e salgo regolare. Arrivato in cima, mi guardo attorno e prendo la ruota di alcuni concorrenti che vanno ad un buon passo e mi faccio tirare, sfruttando i consigli di Paolo Malini che in passato mi disse: "non chiudere mai un buco e non tirare mai, così risparmi energie"! Ed infatti quella vecchia volpe di Paolino ha davvero ragione, perchè qualcuno "infuocato" che vuole chiudere o tirare per dimostrare di averne tanta lo trovi sempre!!
Arrivo sul Polenta e la gamba gira che è una meraviglia, lo trovo persino strano ma prendo la cosa con felicità.
La discesa del Polenta è sempre uno spasso specie per il "Savoldelli dei poveri", ne supero un numero imprecisato e piombo come un Falco sulla seconda salita, Pieve di rivoschio senza nemmeno rendermene conto. Inizio la seconda ascesa piuttosto baldanzoso e a circa metà incontro un amico con i colori del Parco dei Ciliegi. Lo affianco, scambio due chiacchiere, poi una volta in cima lo saluto perchè facciamo i percorsi diversi e quindi anche l'impegno è differente.
Mi rigetto a velocità super verso Linaro, poi ecco la salita del Ciola, su cui comincio ad accusare un pò di stanchezza. Non pedalo più agile come nelle prime due e la cosa mi preoccupa. Molti mi superano, comprendo che sono in crisi, mi aiuto con qualche "succhino" ed una barretta, ma il risultato non cambia. Riesco ad arrivare in cima, più con la testa che con le gambe e penso al Barbotto che mi aspetta.
Mi lancio alla solita velocità verso Mercato Saraceno, arrivo in una curva e mi accorgo di essere troppo veloce, freno più del dovuto e mi invento una sbandata controllata alla Vale Rossi, con quello dietro che mi affianca e mi dice che si è spaventato a morte per il "numero" che ho fatto!!
Arrivo al famoso ponticello che apre le danze alla salita più famosa della Gran Fondo, il Barbotto.
Ricomincio a salire, cercando di andare regolare, e per i primi chilometri, nonostante venga superato da parecchi ciclisti, riesco a gestire bene la situazione. Poi comincio a sentire la voce dello speaker sulla cima, e comprendo di essere all'ultimo chilometro, dove la salita diventa salita, e le gambe devono cominciare a spingere. Diversi ciclisti davanti a me, scendono dalla bici, alcuni procedono già a piedi, io rimango in sella, guardo avanti e cerco di spingere senza forzare.
Fatico, le gocce di sudore mi fanno bruciare gli occhi, gli occhiali sono sistemati sul casco, e le mani serrano il manubrio cercando di dare il ritmo alla pedalata. La concentrazione è al massimo con la testa che ripete una litania convulsiva, "non mollare, pedala e respira ampio, non mollare, pedala e respira ampio"!!
Questo training autogeno mi consente di arrivare alle transenne ed allora capisco che sono sulla rampa finale, anche perchè le persone che ti applaudono e ti incitano sono sempre di più.
Lo so che non sono normale, ma queste situazioni, mi fanno rendere il 150% in più ed allora gli ultimi 100metri li faccio alzandomi sul sellino, metto giù un dente e comincio a spingere superando in quel piccolo tratto tanti altri sofferenti come me. Arrivo in cima, una signora mi dice: "onore alla maglia rosa che arriva in piedi sulla sella", io la ringrazio con un cenno della mano (perchè non ho nemmeno la forza di rispondere) e proseguo sapendo che non è ancora finita.
Infatti, il brutto del Barbotto non è la rampa finale, ma tutti quei "mangia e bevi" che lo seguono e che ti spaccano le gambe perchè la testa si è già rilassata sotto lo striscione.
Fatico, e fatico ancora cercando di tenere la ruota di un gruppetto che mi sono ritrovato dopo lo striscione, ma dopo qualche sforzo che mi porta a sentire un dolore atroce alle gambe, decido di lasciarli andare, penso di poterli riprendere in discesa.
Finalmente comincia la discesa verso Sogliano e poi Borghi. In questo tratto credo di aver dato il meglio a livello tattico e tecnico, perchè è in questo punto che il contachilometri supera i 70 e quel gruppetto che mi aveva staccato nelle salitelle, viene ripreso. Mi attacco come una zecca a questi ragazzi e non li mollo più, sino a Cesenatico. Ci "succhiamo" i chilometri rimanenti a velocità Giro d'Italia, sempre oltre i 45kmh, ma il buon Sandrino solo in un breve tratto di 400m da il cambio a quello davanti cercando di non abbassare la velocità!
Duro poco, mi scuso, ma prometto che in volata me ne starò in disparte.
Infatti arriviamo all'ultimo ponte, uno da dietro parte come un missile, mai visto tirare prima, si prede una serie impressionante di improperi da quelli che invece hanno sgobbato.
Altri da dietro schizzano via sul vialone come se dovessero vincere il mondiale e di conseguenza giù altri nomacci. Io mi affianco a due di quelli che ci hanno portato all'arrivo e li ringrazio, per quello che hanno fatto, li invito ad arrivare davanti e vedo spuntare un sorriso sulle loro facce, uno dei due mi da la mano e mi gratifica dicendomi che sono "uno che ha onore".
Finisce così la mia avventura 2011, sotto lo striscione con l'emozione che ogni volta mi coglie per un'impresa che ogni volta mi coglie impreparato. Chiamo mia moglie che nel rispondermi mi chiede cosa sia successo con voce preoccupatissima!!
Rispondo meravigliato che sono arrivato e lei di rimando: " sei già arrivato? ma sei andato a bussissimo"!!
Chiedo che ore sono, e mi sorprendo anch'io! Mi sorge un dubbio, e quindi vado a controllare scoprendo una piacevole sorpresa, ho impiegato ben 13 minuti in meno della volta scorsa, migliorando la media di oltre 2kmh avendo corso ai 29.49kmh.
Ma soprattutto sono riuscito a farla in 4h 34m 42s arrivando 1319° assoluto, migliorando di 170 posizioni. Un successone!!
Prendo la medaglia, incontro Guido e Riccardo, ci facciamo i complimenti a vicenda e poi scappo via contento come un bambino.....
Arrivederci a domenica per i 171km della G.F. Città di Lugo
Salutoni dalla Maglia Rosa
Sandrino

8 commenti:

MAURIZIO ha detto...

Dopo POTTER sei il mio idolo non solo per le prestazioni sportive ma anche per gli articoli che scrivete sulle varie manifestazioni incitando tutti e rendendo tutti protagonisti

Anonimo ha detto...

Sono uno dell'MTB La Rupe e vi confesso che, dopo aver letto e/o commentato il nostro blog, vengo subito sul vostro e leggo volentieri ogni vostro post.
Siete tutti molto bravi a scrivere ma devo dire che i racconti di Sandrino sono davvero qualcosa da non perdere. Sarà che mi sembra che Sandrino provi le stesse emozioni che provo anch'io quando mi cimento (raramente) in qualcuna di queste imprese e riesce a trasmettere queste emozioni nel racconto. Leggendo il passaggio dove viene citato "l'onore" del ciclista vero, mi sono commosso.
Complimenti al narratore ma anche al ciclista!
Complimenti anche a tutti voi che avete partecipato.
Roberto.

Lorenzo Tognetti ha detto...

Grande Sandrino ottima gara anche la tua e ottima descrizione, anche se ti sei doppato di brutto con quei pasticconi a forma di fagiolo che hai ingerito prima della gara :) testimone anche Riccardo.

Sandrino ha detto...

Grazie Maurizio,
ad essere sincero siamo idoli l'uno dell'altro perchè quando ti vedo partire da solo per fare 170km penso che al confronto io sia una "mezza sega" e lo dico davvero convinto.
La tua forza mentale è ammirevole, quanto la passione che ci metti nel pedalare in solitudine per tutti quei km.
Lo dico con infinita stima: "SEI UN GRANDISSIMO"!!!
Salutoni
Sandrino

Sandrino ha detto...

Ciao Roberto,
grazie infinite per i complimenti, sei davvero molto gentile.
Sulle emozioni hai ragione, spesso scrivo le mie sensazioni, quello che provo durante tutte quelle ore passate in sella a pedalare in solitudine, perchè nonostante sei spesso circondato da altri concorrenti, il ciclista è un solitario, chiuso nei suoi pensieri, negli sforzi e nelle fatiche che a volte sembrano insormontabili.
Ma all'arrivo, tutti gli sforzi, i sacrifici ed il sudore versato, svaniscono alla vista dello striscione, e lasciano il posto alla gioia, alla felicità per aver vinto ancora una volta la sfida con se stessi, nell'aver compiuto un'impresa da poter raccontare agli amici, ma non per vantarsene, bensì per poter esternare la propria soddisfazione e condividere quel sentimento che ci unisce nell'andare in bicicletta, uno sport durissimo ma fantastico per le emozioni che riesce a regalarti.
Ed anche se sei arrivato ultimo, a pochi minuti dal "fuori tempo massimo" per me sei un eroe, perchè ce l'hai fatta, hai raggiunto il tuo obiettivo e quindi sei vincitore come colui che è arrivato primo.
Salutoni
Sandrino

Sandrino ha detto...

Ciao Lorenzo,
le vitamine a forma di fagiolo son state prodigiose!
Devo scrivere alla Multipower e farmene mandare un camion rimorchio!! ;-)))
Tu però mi devi poi raccontare cosa c'era dentro tutti quei sacchettini che ti sei messo in tasca prima di uscire dalla camera.... :-D
Salutoni
Sandrino

Enrico Pasini ha detto...

Ciao Roberto fa sempre piacere sapere che siamo letti anche da chi non è iscritto con noi, so che non sei il solo, lascia pure quando vuoi, qualche commento, sono sempre molto graditi e danno sempre soddisfazione, anche se elogiare Sandrino... Ma dimmi hai così tanto tempo da riuscire a leggere i suoi racconti in una volta sola? No perchè io ho bisogno almeno di due giorni per completare le letture... :) Comunque complimenti per il blog l'ho visto ora e mi è piaciuto molto. Che programma usi per mettere le foto in proiezione direttamente sul post?

Anonimo ha detto...

Quando i film sono belli, capita che ti dispiace che finiscano anche se sono durati 4 ore...e cosi' e' anche per i racconti di Sandrino....Enrico anche i tuoi non sono male e non sono neanche tanto brevi; solo che il tuo stile e' un po' piu' "asciutto" diciamo....
Contraccambio l'invito a postare anche voi qualche commento sul nostro blog; tra l'altro un bel gruppo e' appena tornato da una escursione all'Elba...
Per i tecnicismi, non sono io che curo la grafica del blog; posto solo qualche volta ma il titolare e' Simona. Se posti un commento chiedi a lei quello che ti serve sapere.
Ciao.
Roberto MTB La Rupe