09 maggio 2011

Wouter Weylandt muore al Giro d'Italia

Come si può morire di sport, come si può morire in una corsa in bicicletta?
Dovrebbe essere una festa, dovrebbe essere una gioia, ed invece succedono queste cose e allora chi vince, chi arriva a mani alzate al traguardo ha poco senso, se 20 km più indietro, c'è qualcuno steso sull'asfalto senza vita, che lascia una moglie e la propria famiglia a disperarsi per qualcuno che da stasera non tornerà più a casa.
E' davvero tutto assurdo, comprese le facce di chi di solito cerca di stanare dove stia l'errore di una volata, di uno scatto fatto troppo presto o troppo tardi, e si ritrova senza parole a dover commentare qualcosa che nell'enciclopedia della storia dello sport moderno non dovrebbe nemmeno esistere, la morte di un ragazzo Belga di 26 anni.
Ci hanno raccontato che bisogna usare il casco, e noi, anche per qualche esperienza nel gruppo, abbiamo iniziato a farlo tutti, chi prima e chi dopo. Oggi purtroppo, vedendo le immagini ci siamo resi conto che il caschetto può aiutare, ma badate, non può renderci immuni.
Occorre sempre fare attenzione e la situazione imprevista può accadere in ogni momento.
A pensare a quel ragazzo steso sull'asfalto ligure, mi è venuta in mente l'ultima prova del ProMal in cui proprio io ho rischiato seriamente di cadere e di andare a sbattere contro una ringhiera di metallo sul ciglio della strada. Al solo pensiero son stato male, pensando che sarebbe bastato un qualcosa di diverso perchè "il numero" fatto per rimanere in piedi potesse trasformarsi in pericolosa situazione. Quelli di voi che erano dietro sanno di cosa sto parlando!
Ma a parte questo, oggi il ciclismo piange un ragazzo di appena 26 anni che è morto svolgendo il suo lavoro, perchè è di un professionista che stiamo parlando, ma a cui non si chiede per contratto di rischiare la vita, come a nessuno di noi, ed è per questo che dobbiamo piangere per lui.
Sono addolorato, perchè nella mia concezione di sport, dove metto sudore, sacrificio, ma anche gioia e felicità, la parola morte non compare. Dedico queste mie parole ad un ragazzo che da oggi non potrà più soffrire e sudare e nemmeno gioire ed essere felice per quello che aveva deciso di fare, per quel sogno che era la bicicletta, per quel lavoro che aveva scelto di praticare...addio Wouter Weylandt, riposa in pace.
Sandrino

5 commenti:

Anonimo ha detto...

terribile
ognuno di noi, credo, sa cosa vuol dire ringraziare che ci sia andata bene. oggi mi son rivisto in lui, le 2 volte che mi son risvegliato in ambulanza mi son sembrate successe ieri..
terribile, per lui e per la famiglia
Andrea

Enrico Pasini ha detto...

Avrei voluto scrivere di ieri del Giro della Romagna avrei voluto scrivere del pazzo sabato mio e di Sansdrino avrei voluto scrivere delle tirate in partenza di Cioni e Guido, del bellissimo Sambuca e della fatica fatta ieri in salita tra caldo e vento gelido. Ma poi mi sono messo davanti alla tv e ho guardato in Giro. Guardavo e ascoltavo mentre mettevo a posto la borsa del weekend e guando ho sentito le voci di Pancani e Cassani cambiare tono e dire di una brutta caduta ho capito che era qualcosa di serio. Le immagini che giungevano dall'elicottero del corpo immobile erano già strazianti quelle che ora fanno vedere in Tv da terra sono qualcosa di tremendo. Quella discesa, quel corpo esamine sull'asfalto hanno cancellato anche la bella giornata di ieri e l'unica cosa che mi viene da pensare è che giù dal Sanbuca in mezzo a quelle moto noi siamo passati molto vicini a Wouter! Non si può morire così in questa maniera asurda e violenta. Ho sempre pensato e continuo a pensare che se potessi scegliere come morire, vorrei morire in bicicleta mentre salgo a tuta su una salita scatto riscatto e poi mi addormento il mio corpo cade a terra ma io in realtà continuo a scattare e a salire felice perchè la bicicletta è la mia passione più grande. Immagino così Wouter oggi noi abbiamo visto il suo corpo esamine il suo sangue sgorgare ma lui sorridente scattava in cielo tra una nuvola e l'altra magari incontrando anche suo figlio che la sua fidanzata ora porta in grembo. Mi piace pensarla così, Bye Wouter

GUIDO ha detto...

MI ASSOCIO, ALLE BELLE PAROLE CHE AVETE SCRITTO, E VERAMENTE VI FACCIO I COMPLIMENTI, SONO COSE MOLTO PROFONDE E VERAMENTE DI TANTO RISPETTO. QUELLO CHE E' SUCESSO A DIRE CHE E' TERRIBILE E DIRE POCO, PENSARE A QUANTE DISCESE SI FANNO SPENSIERATI PER CERCARE UN RISULTATO UNA SODDISFAZIONE PROPIA O L'EMOZIONE CHE TI PORTA LA STRADA VEDERLA SCORRERE VIA SOTTO DI TE E L'ARIA CHE TI AVVOLGE IN UN QUALCOSA CHE TI RENDE LIBERO AL DI SOPRA DI TUTTO E DI TUTTI.
NON CI SONO ABBASTANZA PAROLE O AGGIETTIVI PER RACCONTARE IL DISPIACERE CHE PORTA QUELLO CHE E' SUCESSO, MA PURTROPPO QUESTA E' LA VITA.
CREDO MOLTO NEL DESTINO E' DA QUALCHE PARTE,CHISSA DOVE, C'E SCRITTO COSA CI POTRA' SUCCEDERE.
ENRICO SE TI VENISSE VOGLIA DI SCRIVERE DUE COSINE SULLA GIORNATA DI DOMENICA SAREBBERO GRADITE, NON TI FERMARE.
UN GROSSO SALUTO A UN PROFESSIONISTA,CICLISTA WOUTER PEDALERAI SEMPRE CON NOI.

Anonimo ha detto...

E giusto commuversi e dispiacersi per quanto accaduto ieri ma credo lo sia altrettanto trarne insegnamento.Ogni volta che saliamo in bicicletta dobbiamo far salire anche il nostro livello di attenzione e responsabilità. Arrivare due minuti dopo è piu importante che non arrivare,cicloturista,dilettante o professionista che tu sia.Wouter ha pagato un prezzo altissimo la sua passione o il suo lavoro comunque si consideri il ciclismo, possa riposare in pace.

Aureliano

Anonimo ha detto...

la dinamica della caduta mette a nudo tutta la casualità della vita. era in gruppo, tratto dritto, veloce ma dritto. ti giri un secondo e ti scomponi, sbatti da qualche parte perdi il controllo e c'è un muro che ti attende.. quante volte ci è successo? anche senza prendere rischi eccessivi, solo 1 secondo di di distrazione che puo' essere fatale.
andrea