23 maggio 2011

Nove Colli 2011, nove colli d'intelligenza

La Luna brilla ed è ancora alta, il sole sta per albeggiare e verso il mare il cielo è completamente rosso. Sono le 5:30 e mi dirigo in griglia, già piena. Va bene così, parto nella prima e sinceramente ho un po’ di timore a partire con i più forti. Mezz’ora alla partenza, arriva Yuri Chechi di fianco a me e dopo poco se ne va avanti, intervistato dallo speaker. Privilegi che ad un Campione Olimpionico possono essere concessi. La benedizione di Padre Sauro non può mancare. L’Inno di Mameli in onore dei 150 anni dell’Unità D’ Italia è un’emozione che carica in vista della partenza, come al solito fulminea. Recupero subito qualche posizione, siamo in mille in fila indiana, penso che se va così fino a Forlimpopoli è fantastico. Ma non va così. Con sorpresa mi accorgo che partire davanti non è poi così agevole. I primi sono dei fulmini e si sono già avvantaggiati sul resto del gruppo. Poco male, sarebbe stato troppo rischioso farsi prendere dalla foga di rimanere con loro. Riesco però a trovare un ritmo adeguato solo sulla Via Emilia, dopo vari rallentamenti, che non prevedevo e che non avevo trovato due anni fa quando partii nella griglia bianca, la seconda. Infatti, dopo aver affrontato il primo tratto di Bertinoro ai 30 km/h e il secondo con un passo più umano ai 22, sul Polenta arriva il primo gruppo della griglia bianca. Sono scatenati, affrontano lo strappo al 14% come fosse la volata finale. Cerco di rimanere calmo, la gamba non è ancora sveglia, lo stomaco non ha digerito gli spaghetti e andargli dietro sarebbe un suicidio. Continuo del mio passo anche Pieve di Rivoschio, sono parecchi quelli che mi sorpassano, noto però che sono a tutta. Probabilmente stanno facendo il corto, non devo farmi coinvolgere. Il Ciola comincia male, al primo tornante in mezzo al gruppo cerco di allargarlo leggermente, mentre quello davanti si alza sui pedali e lo chiude leggermente. Le due ruote si toccano e io per rimanere in piedi faccio un numero alla Brumotti, A Bumbazza! Metà Ciola, finalmente gli spaghetti scendono e la gamba trova lucidità, allungo un pochino e controllo il tempo. Se va così arrivo sul Barbotto, sulle tre ore e a metà sulle tre ore e mezza. Perfetto come da programma. Il Barbotto è sempre uno spettacolo, non per la durezza, che non è poi come lo dipingono, ma per la gente presente che ti incita e si apre al tuo passaggio come fossero al Giro d’Italia. Arrivo al bivio esattamente dopo tre ore e venti mi fermo mangio e riparto, la Nove Colli inizia ora e comincio a spingere. Prima di Monte Tiffi siamo in quattro ma basta cominciare a salire ed ecco un gruppo davanti a me. Lo riprendo in cima e scendo con loro, faccio il Perticara senza affanni ma con un passo buono, mentre gli ultimi due chilometri metto giù un dente, riprendo un altro gruppo e lo lascio al suo destino. Discesa bellissima verso il Pugliano, spingendo sul fastidiosissimo dente che lo precede. Altro gruppo ripreso a metà salita, qui mi faccio portare fino al ristoro, riempio le borracce e scendo verso San Leo. Da San Leo in poi è terribile. Strada completamente distrutta crepe e buche in ogni dove e le braccia mi fanno un male atroce. Quasi a fine discesa mi stacco dal gruppo, perdo cento metri, ma all’inizio del Passo delle Siepi li ho già ripresi, senza fatica e rilassando molto le braccia. Questa salita è un trampolino verso gli ultimi quaranta chilometri, ma non bisogna saltare troppo, perché si rischia di toccare il fondo. Due ragazzi davanti a me vanno decisamente troppo forte, 22 km/h, potrei stare con loro, ma non voglio sentire nemmeno mezza goccia di acido lattico fino al Gorolo. Mi stacco, faccio i 18 km/h costanti, a ruota altri due ragazzi. Un ragazzo, con una bella maglia gialla e nera e la scritta corsiva “Gaul” ci sorpassa. Lo lascio andare, mentre i due a mia ruota lo seguono. Durano trecento metri e si staccano, li sorpasso e non riescono più a tenere il mio passo. In bicicletta oltre che le gambe, bisogna far pedalare il cervello, in quel momento loro l’hanno tenuto fermo. Riprendo “Gaul” in discesa, rimango alla sua ruota insieme ad altri per tutta la discesa, che non è la classica. Una deviazione per una frana, con un piccolo strappo iniziale, ti fa scendere lungo una stradina perfettamente asfaltata, in mezzo ai campi e alle vecchie case di sasso. Bellissima, taglia anche molto fondovalle e praticamente ti porta subito al Gorolo.All’attacco della salita “Gaul” se ne va, parte alla Contador sotto un sole che si fa sempre più cocente. Lo soffro parecchio quel caldo e non mi fa sentire bene, il contachilometri soffre anche lui e si spegne. Un vantaggio, non capisco che velocità faccio, mi sembra di non andare avanti, ma solo in due sono davanti a me (oltre a “Gaul”). Arrivo all’ultimo chilometro un muro al 14%, e il contachilometri si riprende. Dice 13km/h penso non sia vero, ma i ragazzi che erano davanti sono ora dietro e in cima nonostante rallenti per prendere una bottiglia d’acqua freschissima non li vedo più. La salita è finita Cesenatico è laggiù a trentacinque chilometri. Mi aspettano le montagne russe fino a Borghi, la discesa verso Savignano e quei quindici, infiniti, chilometri verso il mare. Qui, come un toro, vedo Rosso. Metto il cinquantatre e non mi fermo più. Gli strappi a tutta, discese senza toccare i freni ai 60 km/h. Alla mia ruota solo quattro tengono il passo. A Savignano non mi fermo, dopo aver chiesto un cambio, invano, salto il cavalcavia ai 40 km/h. Purtroppo ai meno dieci km entro in riserva, rallento, i quattro ringraziano e appena ci passa il gruppo che avevo sul Gorolo, si accodano. Mi accodo anche io, mi sono divertito, mi faccio trasportare sotto l’arrivo senza patemi e soddisfatto controllo il tempo. Meno di sette ore e mezzo. Speravo meglio, partendo così davanti, con un po’ di fortuna. Ma pensavo peggio, nelle ultime settimane ero parecchio in calo la testa però ha retto e mi ha portato ad un buon tempo. Poi come ho risposto a Scomazzon, ERO in calo…

6 commenti:

MAURIZIO ha detto...

Un tuo fans esprime tutta la sua ammirazione per la bella prestazione
Ora ti aspetto al traguardo a FELTRE dove osano solo le aquile!

Sandrino ha detto...

Bravo Potter, bell'articolo!
Adesso provo a scriverne anch'io uno in rappresentanza di coloro che hanno fatto il medio
Salutoni
Sandrino

Lorenzo Tognetti ha detto...

Grande Enrico bel tempo e ottima descrizione della gara.Voglio fare i complimenti a tutti, sia chi a fatto il lungo e il medio,visto la dificolta' del percorso dovuta da un alto dislivello, dal caldo e in fine DALL'ORA DELLA SVEGLIA. Comunque mi sono divertito molto in vostra compagnia, anche se Sandrino non mi ha fatto dormire molto, ma lo perdono per questa volta.Piccola descrizione della mia gara...Ho fatto i primi 30 km abbastanza forte cercando di rimanere nel gruppetto, arrivati nelle prime salite iniziano i primi ingorghi, non ci siamo fermati ma l'abbiamo fatta molto piano.Il Secondo stop è avvenuto nel'imbuto del centro abitato,qui ci fermiamo completamente.Dopo affronto le salite al mio passo senza farmi prendere dalla foga, cercando di evitare un accumulo eccessivo di acido lattico, pedalando in agilita'.Il barbotto meraviglioso, con tutta la gente che ti incita.Le discese le affrontavo a busso,dove le strade lo permettevano. Gli ultimi 30km ho cercato di dare tutto, tirando anche un gruppo di 15 ciclisti nei 10km finali fino al traguardo.Comunque UNA GRAN FATICA!!!!

Enrico Pasini ha detto...

Grazie Maurizio la tua ammirazione è ricambiata da me soprattutto perchè so che farai il lungo anche a Feltre! Per piacere lasciami un pò di pasta quando arrivi e che non sia scotta... :)
Sandro avevi scritto che provavi a scrivere un articolo non quattro!
Lorenzo l'ora della sveglia è uno dei motivi per cui mi viene sempre voglia di dire, non verrò più alla Nove Colli! L'altro era quella che ha detto anche Maurizio ogni volta farsi il Polenta a piedi era una rabbia! Da due anni però patendo entro i primi 2000 è tutta un'altra storia.

MAURIZIO ha detto...

Inossidabile si ma pazzo no
Se arrivo sul ROLLE e' molto
Gia' provato ripetutamente ma sempre sconfitto
Solo nel 96 sono riuscito a finire il lungo ma senza provare gioia perche' ero stremato dopo 10 ore di fatica
Ma ste cazzo di pasta ti piace cosi' tanto?

Enrico Pasini ha detto...

Si può vivere senza pasta nel caffèlatte al mattino? Alle 5 capuccio e spaghi! Comunque ti prometto che se alla tua età andrò ancora in bici anche io farò le corte...forse... A domani ti riprenderemo