29 giugno 2008

la salita di Prunarolo

oggi 29 giugno giro nervoso con Prunarolo, Cereglio, poi gruppo diviso con io, Lorenzo e Luca che siamo andati verso Zocca, scendendo dal monastero, poi Tolè, Montepastore, traversata verso Medelana, e io che son tornato a Casalecchio da Monte Capra. Un 90 km tranquilli, con temperatura finalmente non troppo calda.

La salita di Prunarolo
Prunarolo è un piccolo borgo di case sopra Vergato, dove la stretta valle che sale dalla località Tabina si apre in un pianoro che sale verso Cereglio da una parte e Tolè dall'altra.
Si raggiunge dalla SS 64 Porrettana direzione Vergato, girando a destra seguendo i cartelli, proprio di fronte alla trattoria in località Tabina, circa 3 km prima di Vergato.
La valle che sale è stretta e molto suggestiva, e la stradine è altrettanto angusta ma piacevolissima, tra boschi di castagni e il torrente che scende verso il Reno.
La salita va dai 170 metri della statale Porrettana ai 650 del punto più alto, prima di Cereglio, dislivello che viene coperto in circa 7.4 km. La pendenza media è quindi del 6.5% ma non rende merito della durezza del percorso, che essendo molto nervoso e irregolare, fa seguire tratti di falsopiano e discesa a rampe al 16%.
Svoltati a destra, la salita inizia dolce con tornanti e tratti di piano fino a quando si entra nel bosco; qui si deve fare attenzione al fondo che, come tutte le strade secondarie, è un po sconnesso e tende ad essere scivoloso in curva. La salita parte decisa in mezzo agli alberi, ma alterna anche brevi discese e curve strette che tengono desta l'attenzione.
A un terzo della salita si supera a destra l'incrocio che porta a Rodiano, altro borgo nella spianata che va verso Tolè.
Prunarolo si raggiunge circa a metà salita, quando un borgo di case e una chiesa sono precedute da una bella rampa che mette a dura prova le gambe. Superato il caseggiato, la strada spiana e si arriva all'incrocio che porta, a destra, direttamente verso Tolè.
Seguendo invece a sinistra verso Cereglio la strada diventa più docile e, passata una casa a destra sotto il bosco, si infila nuovamente in mezzo agli alberi dove la frescura diventa piacevolissima.
La salita è pedalabile, 6-7% al massimo, tranne dopo un tornante a destra dove si impenna per 200 metri al 16-17%. Ma ormai è fatta, tenendo duro si raggiunge un pianoro dove il bosco si apre e, svoltati a destra, la strada scende e si giunge subito a Cereglio, dove una fontana permette il meritato ristoro.
Da qui il ritorno verso Bologna può avvenire scendendo verso Vergato o proseguendo da Tolè.

28 giugno 2008

Sab 28 con i grandi ...

Arrivo in negozio e ne trovo solo tre, Mimmo, Luca e GianLuca.
Ci chiediamo dove siano finiti gli altri ma la prima pagina del giornale pubblicata davanti al bar risolve il nostre dubbio: "In 30.000 a Bologna per la manifestazione ...."
Inizia a piovere, quindi è il momento di partire, direzione Castelvetro. Smette subito per fortuna ma la scaricata d'acqua ci ha preceduto di qualche minuto perchè troviamo sempre asfalto bagnato di pioggia fresca che alzata dalle nostre ruote sa di terra.
Piccola scaramuccia tra Luca e un signore in camioncino e poi via.
Ho trovato un metodo per non far urtare Luca quando da dietro le auto ci suonano: basta dire che ha suonato me, che lo conosco. Funziona.
A Castelvetro mi sa che ha piovuto proprio tanto, umidità 90%, da qui saliamo per Ospitaletto.
Strada isolata, immersa nel boschetto che sale. Molto bella, Mimmo avanti io a seguire e Luca da gran signore supporta GianLuca.
Il freddo in discesa ci fa scendere cauti fino a Marano, da li in direzione Savignano dove ad un certo punto Luca gira a destra e ci porta in un salitone, il suo sorrisetto è ricambiato da nostre espressioni meno gioviali. Si arriva a Monte Budello e poi giù fino a Muffa, un pò di Bazzanese e di nuovo in su per San Lorenzo. Visto che siamo rimasti solo io e Luca mi fa scegliere il lato da cui prenderlo, scelgo il più duro. Non lo conoscevo, così come non conoscevo un Luca così gentile, era in giornata.
Ci lasciamo alla rotonda della Viro dopo averlo ripetutamente ringraziato.

Domani non ci sono, buon giro a tutti.

26 giugno 2008

Sondaggio

Ciao a tutti,
vi pongo due quesiti:

1-Vista la maledizione di Zeus potremmo spostare la 'serale' dal giovedì al mercoledì, in particolare la data potrebbe essere mercoledì 9 luglio (o in alternativa mercoledì 2 luglio).

2-Il giro Trento-Monte Bondone, che inizialmente era previsto per il mese di maggio, ma che per il maltempo è stato posticipato, si potrebbe fare domenica 13 luglio o in alternativa domenica 7 settembre.

Aspetto numerosi commenti...

Alberto

23 giugno 2008

Sab 21 con i grandi ....

Mi pare di aver capito che il sabato escono sempre i più forti (Luca, Lorenzo, Carlo ....).
Mancavano giusto quelli che forse erano impegnati con le famiglie.
Io purtroppo la domenica faccio un pò fatica ad uscire e prendo la bici proprio il giorno che si soffre di più. Insieme a me hanno però sofferto anche Enrico Collina, Mirkone, Luca (credo Mantovani). Si parte a ruota di Luca e Lorenzo che prendono la val di zena ma solo fino a Botteghino dove suggeriscono di girare a destra per scollinare poi verso Pianoro. Io mi stacco subito, Enrico aveva litigato di brutto con Auruano (dice sempre che quando litiga con la moglie va su incazzato e non ce n'è per nessuno!), Mirkone non in gran forma come me lo ricordo, Luca più indietro ma è pienamente giustificato.
Giù a sinistra verso la val di savena con Enrico che scherza per allontanare lo spauracchio di Brento e invece eccolo accontentato. Non si può certo parlare della salita quando a meritare amara mensione è il torrido caldo che ricorda quello di cui si parla tanto al Tour. Stoici i 5 vanno avanti, quei due hanno continuato per la val di savena verso mete forse più dolci.
Enrico non si spreca e neanche i tre davanti che mi permettono di rimanere sempre a qualche metro. Brento e poi giù verso Badolo e ancora più giù verso la val di setta. Enrico va a casa che deve accompagnare Auruano a lavorare, noi quattro saliamo per Mongardino. Saluto subito Lorenzo, visto che mi staccherà. In cima a quest'altra torrida salita trovo solo Carlo, gli altri due si sono fermati a casa di Lorenzo. Approfitto della gentilezza di Carlo che mi accompagna a fare San Lorenzo che non conosco.
Dopo un km vado subito in fuori giri, non sembra Carlo ma tira (guardandolo in faccia sembra il padre di Sella).
Finito il giro ero cotto, non tanto stanco quanto provato dalla perdita di troppi liquidi e sali.
Per la prossima volta mi (ancora una volta di sabato) mi attrezzerò.

Da Marina al Trebbio e ritorno






Sabato 21 Giugno,
sono le nove e a Marina di Ravenna la temperatura è di quelle che ti fanno dire: “finalmente è arrivata l’estate!”
Mi sono alzato con un’idea in testa, andare a cercare un colle da scalare, ma senza utilizzare l’auto per arrivare in zona, e considerando che sono ad un centinaio di metri dal mare, e non sono il Liguria, la cosa mi sembra un po’ strana.
Faccio colazione con fette biscottate e miele all’arancio, davvero gustoso, poi vesto i panni del club, prendo l’amata Wilier ed esco dal campeggio pensando a dove dirigermi, se a Cesenatico per iscrivermi alla Pantanissima di Settembre o dare ascolto a quella vocina che mi dice di andare verso i colli Faentini. Arrivato al primo svincolo, decido di provarci, non conosco la strada, ci sono poche indicazioni per Faenza, ma lo spirito avventuriero del ciclista “fai da te, no Alpitour”, mi indirizzano le ruote verso la città dei mosaici di Teodorico, la Ravenna che fu testimone del progetto del polo chimico di Raul Gardini, il patron del Moro di Venezia.
Arrivato a Ravenna, comincio a girare a destra e a sinistra cercando di trovare la via per Faenza, e quando ormai mi sono convinto che era meglio dirigermi a Cesenatico, ecco una freccia azzurra che mi viene in aiuto e mi indica la direttrice per Faenza. Imbocco una strada diritta e ben asfaltata che mi porta verso la città di Davide Cassani. Ad un certo punto, noto il contakm che segna zero, mentre io sto pedalando con discreta andatura (30-31km/h). Mi fermo e sistemo il sensore che evidentemente si è spostato un pochino. Nel frattempo mi raggiunge un ciclista che rallenta e mi chiede se ho bisogno d’aiuto. Rispondo al gentilissimo signore che ora è tutto ok e raggiungendolo iniziamo a chiacchierare mentre facciamo un po’ di strada insieme. E’ un ravennate che sta andando a Lugo per far sistemare una scarpetta, parliamo di varie cose fra cui del Panta, di cui anch’egli è un gran tifoso. Pedalando sui 33km/h arriviamo in breve tempo ad una rotonda e le nostre strade si dividono, mi fa gli auguri per la scalata che seguirà ed io ricambio con gli auguri di una buona giornata.
Passo da Russi, e transitando sulle vie che ci hanno visti qualche mese fa protagonisti della GF dei Vini e dei Sapori, mi ritorna in mente la volatona di oltre 30km che Luca Laffi ci fece fare al ritorno!!
Arrivo a Faenza e a quel punto so che la strada non la posso sbagliare, le indicazioni per Modigliana sono presenti e precise, ma soprattutto conosco a menadito il percorso avendolo fatto altre volte per visitare clienti che hanno sede proprio in quel grazioso paesino.
Percorro i 21km cercando di non abbassare la media prefissata, ma i continui saliscendi, non mi permettono di mantenere una velocità costante nonostante il mio impegno.
Arrivo a Modigliana dove noto una decina di ciclisti fermi in prossimità di un giardinetto.
Arrivando noto che si stanno approvvigionando d’acqua ad una fontanella ed allora mi fermo, saluto, e mentre riempio la borraccia, chiedo indicazioni per il Trebbio. Sono le 12, 30 circa e uno di loro mi guarda sorridendo e mi risponde: “complimenti, è proprio l’ora giusta per farlo!!”
Mi danno l’indicazione per trovare l’ascesa, poi se ne vanno, ed io risalgo sulla bici e faccio lo stesso.
Dopo un paio di svolte, ed aver sbagliato strada come da programma, mi ritrovo finalmente il cartello verde che mi indica l’inizio del Trebbio, guardo il contakm e scopro che sono già una settantina i km nelle gambe. Il colle non è certo di quelli che uccidono, il primo chilometro e mezzo sale al 16%, la voglia di scalarlo è talmente tanta, che mi alzo sui pedali e vado su a quel modo per per almeno 200 – 250 metri. Poi arriva inevitabile il fiato corto, e decido di sedermi e proseguire con un passo adeguato al mio attuale stato di forma e di età!!
Dopo il primo km e mezzo arriva un altro cartello che indica 12%, ed infatti la salita si fa meno dura, anche se sale sempre con continuità. Il caldo si sente, anche se a me piace tantissimo, si suda parecchio e l’acqua nella borraccia cala precipitosamente ad ogni sorsata. Dopo un altro chilometro e mezzo un altro cartello indicante pendenza 10%! A quel punto penso, dai Sandrino che è quasi fatta. Infatti la strada sale ancora ma rispetto ai primi momenti va decisamente meglio, mi rialzo sui pedali, scalo un rapporto, e ci do dentro con i pedali pensando ancora a quanto sono stato pirla giovedì nella cronoscalata. Evidentemente la stizza è buona compagna delle salite perché mi ritrovo a salire con una certa velocità, e dopo poco, eccomi ad un incrocio dove leggo il cartello della foto che allego, il Monte Trebbio! Sono in cima, e poco più avanti, c’è una targa con un monumento al ciclista. Scatto un’altra foto, poi salgo i gradini per fotografare il monumento e a quel punto mi si inceppa il telefono. Penso di aver fatto l’istantanea ma una volta arrivato a casa scoprirò che ciò non è successo, maledetti trabiccoli elettronici!!
Nel frattempo, è arrivata a scollinare anche una ciclista, a cui chiedo qualche indicazione sul ritorno, volendo evitare la stessa strada dell’andata. Lucia, così si chiama la gentilissima ragazza, mi spiega la strada scendendo dal versante di Forlì e mi dice anche che può farmi da Cicerone in quanto essendo lei forlivese, mi indicherà la strada giusta una volta arrivati al capoluogo romagnolo.
A quel punto la ringrazio e cominciamo la discesa insieme arrivando ai piedi del Trebbio, dove incrociamo la strada che svoltando verso la Toscana prosegue per Rocca San Casciano.
Noi invece giriamo a sinistra, direzione Forli ed il primo paese incontrato è Dovadola.
Facciamo sosta per un’altra fontanella, la borraccia ringrazia.
Proseguiamo per Castrocaro Terme, bellissima località termale, con un centro cittadino molto curato e pieno di verde. Pedaliamo con buon ritmo, Lucia tiene il passo dei 30/32kmh con grande naturalezza, poi mi dirà che è reduce da una vacanza in bici in Sardegna.
Arrivati a Forlì, la mia compagna di pedalata si rivela una guida impeccabile, portandomi sino all’imbocco della strada che mi porterà di nuovo a Ravenna. Ci salutiamo e con l’occasione la informo del nostro blog e dell’articolo che scriverò, invitandola a leggerlo e magari ad inserire un commento con saluto.
A quel punto mangio una barretta, bevo ancora qualche sorso d’acqua e proseguo per Ravenna. A pochi km dalla cittadina, trovo un’altra fontana e “faccio il pieno”. Arrivo a Ravenna e questa volta seguendo le indicazioni per il Pala DeAndrè mi ritrovo in un istante sullo stradone che porta ai lidi a me noti. Sono contento, come Pollicino ho trovato la strada di “casa” ed arrivo al camping dopo 142km, oltre 5 ore di sella, con una media dei 27,2kmh. E’ la prima volta che supero i 140km e seppur fatti per la maggior parte in pianura, mi hanno dato soddisfazione.
Salutoni
Sandrino

21 giugno 2008

Il punto sulla Cronoscalata

In questo poco tempo che ho a disposizione provo a fare il punto sull'andamento della cronoscalata di giovedì alle Ganzole.
Non ci sono state grosse sorprese,sono partito per primo per poter scattare qualche foto, devo dire che lo sforzo profuso non mi ha fatto tenere la mano molto ferma. Sono soddisfatto della mia prova, dopo la Campagnolo pensavo di andare molto più piano, invece sono salito molto bene, senza accusare attimi di cedimento. Nel veder salire ognuno di voi, quelli che, sul momento, mi sembravano salire meglio sono stati Bosso, Sandrino e Gianluca. Bosso si è confermato come al solito fortissimo in salita e ha contenuto il suo distacco da me a soli 35 secondi. Nella classifica generale del Promal, quindi, è il solito gatto attaccato ai maroni. Gianluca era al ritorno ufficiale all'attività agonistica dopo i problemi morroidiali, (ora aspettiamo quello di Massimo). Si è classificato al sesto posto, più veloce di due secondi rispetto a Luca trial,(in Mountain bike!), e poco distante dal deludente Pietrafesa, (mi scuso per l'assenza di foto, non sono riuscito a fermarmi in tempo), battuto anche dal compagno di vita Aureliano, autore di un'ottima prova considerando che la salita era troppo dura per lui. Sandrino, il classifico fuoco di paglia. L'ho fotografato nel tratto facile, dopo il tornantone al 16%, mi ha visto ed è scattato. Al traguardo sarà nono, un solo secondo dietro Rocco, andato bene e autore del sorpasso ad Alberto, il quale comunque prima si era già sobbarcato diversi chilometri. Sandrino, dopo poco il mio incontro, sarà sorpassato da Mauro Cioni che salendo regolare e allenandosi in settimana su salite molto più dure, (via Volta a Monteveglio!!!), ha conquistato un ottimo terzo posto, a pochi secondi da Bosso. Bravissimo Cella che per poco non è rimasto sotto i dodici minuti. Peccato per Daniele che per due secondi non è riuscito a battere il suo amico Alberto. Veniamo al re di giornata, Walter, che grazie al jolly ha potuto scegliere il percorso. La sua scelta, eroica, è andata per quello in discesa. Il tempo di tre minuti e diciotto tiene conto: della discesa a Pian di Macina per l'aperitivo al Carosello, della successiva salita alla partenza, alla discesa delle Ganzole e al cambiamento d'abito per la cena. Insomma un vero fenomeno!!!

L'altra Campagnolo

A differenza di Enrico, la mia Campagnolo si è svolta su un percorso prevalentemente soleggiato e privo di pioggia.

Dopo essere partito alle 4:05 da Casalecchio, (record assoluto, davanti all'Eroica e alla val Gardena di questo inverno) sono giunto a Feltre ed ho avvertito un freddo polare, ma il mio animo è stato immediatamente rinfrancato dalla risposta del sole tanto invocato nel mese precedente. Mi sono trovato con Enrico (del quale qui a destra ho una foto) che molto gentilmente ha ritirato il mio pacco gara il sabato e insieme abbiamo preso il via della Campagnolo. Purtroppo i miei sogni di gloria di rimanere vicino ad Enrico e soprattutto ai primi, sono svaniti a causa di un mega-imbottigliamento al primo punto di controllo. Gli organizztori hanno pensato bene di mettere le pedane del rilevamento cronometrico in una pronunciata strettoia situata in un piccolo borgo nei pressi di Feltre. Dall'immagine sottostante si può vedere che la situazione appariva simile alla tangenziale di Bologna alle ore 18 nella settimana del SAIE.



Alla fine non tutti i mali vengono per nuocere; visto che eravamo in leggera salita ne ho approfittato per tirare il fiato e fare uno spuntino.

Nella prima discesa vera ho assistito ad una scena agghiacciante: un ciclista era sdraiato a terra, privo di sensi, mentre un altro, in piedi, stava freneticamente richiedendo al cellulare l'intervento del pronto soccorso sanitario. Ovviamente non mi sono fermato per aiutare, visto le diverse persone già ferme a bordo strada e il paesaggio che mi si è presentato di fronte nei chilometri successivi è stato il seguente:

La salita di Forcella Franche l'ho presa con tranquillità e in cima non ho avuto dubbi a scegliere il percorso da 110 km. Successivamente ho affronatato la salita di Passo Cereda, molto carina dal punto di vista paesaggistico, seppure di non alta montagna. Nella discesa successiva altro incidente, ma stavolta l'ambulanza era già presente e il ferito era sulla barella. Felicissimo per avere guadagnato un'altra posizione ho iniziato la discesa con tornanti molto larghi nel primo tratto (quindi molto belli, poichè non erano i soliti tornanti dove per curvare ti devi quasi fermare) e con lunghi rettilinei da alta velocità nel secondo. Mi sono ristorato a Fiera di Primiero e mi sono messo a ruota di un gruppetto per affrontare il fondovalle nel quale c'era un fastidiosissimo vento contrario.

Ma il bello è arrivato nella salita del passo Croce d'Aune, abbastanza facile all'inizio e piuttosto dura nel finale. Io ho sofferto. Non essendo molto in forma ho finito la salita in calando, mentre come mi accade usualmente dò il meglio alla distanza. Alla fine molto bello l'ingresso nel paese di Feltre co i 500 metri conclusivi in leggera salita.

Il mio pensiero è andato poi ad Enrico, perchè appena ho caricato la bici ed acceso il motore della mia auto dal cielo sono cadute le prime gocce di pioggia.

Per concludere vi dico che se qualcuno non l'ha mai fatta, consiglio assolutamente di iscriversi il prossimo anno alla Campagnolo, sia per il percorso, sia per l'ottima organizzazione.

Alberto

20 giugno 2008

Classifica cronoscalata delle Ganzole - 20 giugno 2008

questa la classifica della crono, pronostici rispettati a grandi linee:

0
Walter Ferri 3.18
1
Enrico Pasini 9.23
2
Massimo Bosso 9.58
3
Mauro Cioni 10.11
4
Aureliano Collina 11.00
5
Enrico Pietrafesa 11.07
6
Gianluca Lamberti 11.23
7
Luca Mantovani 11.25
8
Rocco D'Elia 11.30
9
Alessandro Stagni 11.31
10
Lorenzo Celeste 12.00
11
Alberto Longhi 12.23
12
Daniele Scandellari 12.24

e la classifica aggiornata del ProMal 2008:


PUNTI TOTALI Rulli Bruscoli 5/10 Colli Crono Vergato-
Cà dell'Oste
Giro delle Tombe
Pasini Enrico 115 15 30 40 30

Bosso Massimo 100 15 20 40 25

Cioni Mauro 80 15 15 30 20

Pietrafesa Enrico 70 15 13 27 15

Stagni Alessandro 60 15 10 24 11

D'Elia Rocco 56
14 30 12

Scandellari Daniele 55 15 10 20 10

Longhi Alberto 55 15 10 20 10

Cherella Angelo 50 15
35


Collina Aureliano 44 15 12
17

Gherardi Claudio 35

35


Celeste Lorenzo 35 15 10
10

Tommasi Massimo 34
10 24


Ferri Loris 32 15 17



Lamberti Gianluca 29 15

14

Mantovani Luca 28 15

13

Conti Luca 27

27


Ferri Walter 25 15 10



Margelli Loris 25 15 10



Zanarini Lorenzo 25
25



Selleri Stefano 25

25


Scrivano Lorenzo 25

25


Messeri Gianluca 23

23


Trebbi Claudio 23

23


Fornacciari Fabio 22

22


Merlini Luciano 21

21


Dussi Gianluca 20

20


Maldini Aldo 20

20


Vandelli Daniele 20

20


Melloni Ugo 20

20


Crescentini Filippo 15 15




Vecchi Andrea 15 15




Mascagni Massimo 15 15




Fabio Giacomelli 15 15




Magnani Maurizio 15 15




Stefano Calzolari 11
11



Salvatore 10
10



Negroni 10
10



Lipparini Franco 10
10



Morandi Mauro 10
10



Baccolini 10
10



Bosso Maurizio 10
10



Profeti Ario 10
10



Balboni 10
10



Battistini Denis 0





Sertori Sergio 0





Malagoli Alfonso 0





16 giugno 2008

Gran Fondo Campagnolo.L'impresa

Non si è mai pronti per una gran fondo così. Può prepararti quanto vuoi, facendo i giri più lunghi, le salite più impegnative, ma quando arriva la Campagnolo non sarai comunque pronto. L’aspetti per mesi, studi e ristudi il percorso, 216 km, 5200 metri di dislivello, sei salite, una più dura dell’altra. La sogni anche la notte e speri che il tempo sia clemente. Così arriva il giorno fatidico, ti svegli nell’agriturismo dove ormai sei di casa. Apri le finestre, le sorgenti che sgorgano ti danno il buon giorno. Ce ne sono tre e l’agriturismo prende il nome da loro, ”Le Sorgive”. In cielo non c’è una nuvola ma per il pomeriggio è previsto un peggioramento e la temperatura non supera i dieci gradi. Cerchi di vestirti a cipolla, con intimo estivo e anche quello antivento, maglietta e pantaloncini estivi. L’antivento con le maniche lunghe, manicotti e soprattutto guanti invernali in tasca, lo zero termico è previsto a 2200 metri e devi arrivare a 2000. Da mangiare prendi poco, due barrette e una maltodestrina liquida, una borraccia di sali e una d’acqua riempita alla sorgente. Prima però una bella colazione con caffè-latte, riso, pane burro e marmellata. Marmellata e latte sono produzione dell’agriturismo e ti danno una bella carica. Arrivi in griglia, Feltre è sempre un piccolo borgo bellissimo, piano-piano Campo San Giorgio si riempie di ciclisti, più o meno tesi, l’avventura sta per cominciare la nuova Campagnolo sta per partire. Parti, raggiri il centro di Feltre, molta gente ai bordi applaude te e gli altri 4000 ciclisti. Si parte subito in salita, direzione Cesiomaggiore. Una decina di chilometri in falsopiano, intervallato da qualche discesa. Poi salita vera, verso San Gregorio nelle Alpi. Da qui si va verso la valle del Mis, bellissima tra le montagne, si apre in mezzo al lago. Passi dentro a dodici gallerie, ben illuminate e ogni volta che esci un nuovo panorama stupendo è davanti a te. Comincia la prima salita, quasi 5,3 chilometri al 7% di media, in mezzo al bosco con il fresco del mattino che non ti fa sentire la fatica. Quando il bosco si apre le maestose dolomiti come cornice. Arrivi in cima al Forcella Franche e c’è il bivio, nessun dubbio, giri a destra verso Agordo, percorso lungo. La discesa è semplice, in 15 chilometri arrivi ad Agordo e da qui cominci a salire il Passo Duran. Non scherza questa salita, 12.5 chilometri all’otto per cento di media ma con tratti terribili che arrivano al 16%. Fortunatamente arriva all’inizio, dopo poco più di 50 chilometri e l’affronti senza troppi drammi. In cima al ristoro è ora di mangiare qualcosa, una barretta l’hai già fatta fuori ma anche una banana ci sta bene, insieme magari ad un panino con il prosciutto cotto e ad un bel bicchiere di Coca Cola. Cominci a scendere, chiari cartelli con il teschio avvertono che è molto difficile, infatti, dopo due curve vedi una bicicletta sulla destra per terra e lungo il pendio un poveretto che si arrampica. Chiedi che vada tutto bene e a risposta affermativa prosegui. Preferisci farti superare piuttosto che romperti il collo. Finita la discesa inizia subita il Forcella Staulanza, 12,6 chilometri al 6.6 per cento di media. Pedalabile, ma con tratti anche all’undici percento. E’ in ogni modo, dall’inizio alla fine, un lungo sorpasso, il tuo passo è agile ma spedito e arrivato in cima ti lanci subito verso Caprile. Questa discesa è bella, larga e molto veloce, superi un paio di gruppetti ma quando arrivi ad Alleghe il vento è impietoso e tu sei solo. Ti giri vedi un gruppetto e lo aspetti, andare avanti da solo sarebbe un suicidio. Insieme arrivare a Cencenighe non è difficile, da qui ognuno con il suo passo inizia il Valles. Quasi 20 chilometri, i primi regolari anche se poco prima di Falcade un chilometro ti fa spingere parecchio, poi ai meno sette all’altezza del bivio del Passo San Pellegrino inizia l’inferno. Fino ai meno cinque sale tra il 6 e il 10%, alcuni tornanti ti permettono di rifiatare. Ma dai meno cinque ai meno ai meno due un lungo rettilineo al 10-11% non ti lascia scampo. All’inizio non hai problemi, sali forte tra gli 11 e i 13 km/h, ma all’improvviso, proprio dopo aver superato il tuo vicino di stanza all’agriturismo che è vicino al ritiro, crolli. La velocità oscilla tra gli 8 e 9 km/h . Implacabile il cielo, ormai da metà salita scuro, comincia a far scendere alcune gocce sempre più fitte. Arrivi al ristoro in cima ai 2035 metri del Passo Valles che sei cotto. Ti avventi su una crostatina, su un panino, sulla frutta secca, sul the caldo e sull’immancabile coca cola. La mantellina l’avevi già messa ed è già bella bagnata, infili i guanti invernali mentre ascolti parecchi insicuri sul continuare. Cominci a scendere. Solo cinque chilometri di discesa, ma sono infiniti, tutti tornanti stretti, le braccia dopo poco sono un fascio di nervi instabile. Per fortuna arriva la fine e l’inizio del passo Rolle. L’unico modo per scaldarti è andare a tutta per i prossimi sette chilometri che portano in vetta. In mezzo al bosco la pioggia non si sente, superi ai 17 km/h molta gente pallida e tremante. Ai meno due esci dal bosco, qui il tratto si fa più duro, ma ti alzi sui pedali e scatti, chi era con te si stacca. Alzi lo sguardo e non ci puoi credere. L’acqua che scendeva ora è neve. Meno un chilometro, è bufera, tra l’incredulità e la preoccupazione nasce in te un’emozione che non si può descrivere e mentre in molti si fermano al rifugio tu scatti ancora, svalichi e scendi. Dopo il primo chilometro, che è un lungo rettilineo, fino a San Martino di Castrozza la discesa è un tornante dopo l’altro. Sono larghi e nonostante la neve li affronti bene, anzi ne approfitti per scaldarti e scattare, per fare un po’ di movimento soprattutto per le caviglie gelate dalla neve. A San Martino non nevica più, continua a piovere e la temperatura è di tre gradi. Molta gente non ce la fa e si ferma nei bar o al coperto. Ora di curve non ce ne sono molte, la velocità è elevata e il freddo ti entra nelle ossa. Resisti, sai che tra poco la discesa diventerà falsopiano e potrai tirarci un po’ e scaldarti. Al ristoro di metà discesa, (è lunga 50km), si forma un piccolo gruppetto, ti togli i guanti fradici, ed è un bene, le mani stanno meglio, piove piano e la temperatura è di 8 gradi. Ormai manca poco, all’ultima salita, sei sempre davanti a tirare e nonostante ti serva per scaldarti, stai sprecando molte energie. Ti fai da parte e ti metti a ruota. Dopo alcune gallerie lunghe e buie, arrivi a Ponte Oltra, inizia il Croced’Aune. Dodici chilometri, gli ultimi tre a quasi il dieci per cento di pendenza media. Chi nell’ultimo tratto di discesa si era riposato, prova ad approfittarne e allunga il passo. Tu sali regolare, con un poco di fatica gli tieni la ruota, ma senza andare mai fuori giri. A Sovrammonte due chilometri di falsopiano in discesa, poi ancora un paio di facile salita. Ed ecco gli ultimi tre, non sei ancora al gancio e ci provi, metti giù il 23 e ti alzi sui pedali, fai il vuoto, la pendenza è anche del 13% e dopo duecento chilometri è come se fosse del 25%. Ma non molli un attimo, arrivi in cima a tutta, staccando quelli del tuo gruppo e superandone un altro. Ti accompagnerà fino a Feltre, nell’ultima discesa, lunga 10 chilometri e molto veloce. L’arrivo è in centro storico su un muro in pavè al dieci per cento. Le forze sono al lumicino, ma l’emozione di aver fatto l’impresa ti fa scattare staccando gli altri.Finisci una Gran Fondo eroica, in nove ore e dodici minuti, alla media dei 23,44 km/h. Scendi in cerca di tua moglie e tuo figlio. Sono in macchina, ti aspettano, tuo figlio ti guarda. Di solito ti sorride, stavolta ti guarda serio, lo saluti gli dici che sei tu, il papà e allora li sorride. Ha quattro mesi, non parla ancora, e dopo averti visto in quelle condizioni non so se lo farà mai più.

15 giugno 2008

Cronoscalata delle Ganzole


Giovedì 19 Maggio 2008
Cronoscalata
“Le Ganzole”

Prova non competitiva aperta a tutti con tutti i tipi di bicicletta.
Percorso completamente in salita di mt. 2.600 con un dislivello di 215 mt.
Regolamento:
Ritrovo presso il Ristorante “ Le Ganzole” alle ore 20.00
Partenza presso una piccola piazzola prima del Ristorante, arrivo situato all’incrocio Badolo Pianoro
Ore 20.20 partenza primo concorrente, a seguire gli altri concorrenti ogni minuto.
Dopo la prova Cena presso il Ristorante
Premiazione Speciale per l’ultimo Classificato
Conferma di partecipazione obbligatoria entro Mercoledì 18 maggio al 051578154
Le premiazioni si effettueranno durante il pranzo Sociale di Fine Anno

oggi 15 giugno, preparazione alla cronoscalata

Oggi abbiamo fatto una bella sgambata con tante salite dure per prepararci alla cronoscalata delle Ganzole di giovedi.
In negozio il gruppo è abbastanza folto, la giornata promette bene dopo 2 settimane di acqua e allora via verso Sasso, per salire proprio per le Ganzole.
In testa vanno Luca, Lorenzo, con Bosso che segue e Sandrino che, non conoscendo la salita, al solito parte sparato. In cima l'ordine è lo stesso, tranne che Sandrino è più indietro perchè nella parte più dura va in crisi e arranca fino alla cima.
Poi giù per Pian di Macina, Pianoro vecchio e Zula, per salire da Barbarolo.
In cima ricompattato il gruppo, prendiamo per Loiano per poi scendere e risalire a Monzuno. Personalmente questo è il pezzo più duro per me, che non ricordavo come la salita...salisse subito prima del paese.
Poco male, arriviamo in cima con Luca, Bosso, io e il resto del gruppo, per poi scendere verso la Val di Setta e tornare a casa.
Luca tiene alta l'andatura subito prima della rotonda dell'autostrada vecchia e allora il Pietrafesa per una volta non riesce a scollinare per primo...
Tutti tirano dritto verso casa, mentre io e Luca accompagniamo Lorenzo a Mongardino. Qui ci offre gentilmente da bere e faccio la conoscenza del suo cagnone da guardia, che proprio da guardia mi sembra poco...però bellissimo e buonissimo.
Ciao a Lorenzo, poi giù per Calderino e chiudiamo il giro da San Lorenzo.
Alla fine 100 km quasi tondi alla media non fortissima dei 26, ma i quasi 1800 metri di dislivello fanno capire quanto possa essere nervoso un giro anche nei paraggi della città.
Se volete vedere il giro cliccate qui.

Rimaniamo in attesa della cronaca della Campagnolo di Alberto e Potter.

14 giugno 2008

BUON COMPLEANNO BLOG!

Un anno fa nasceva il blog del Club Cicli Malini. Articolo dopo Articolo, foto dopo foto, uscita dopo uscita siamo cresciuti fino ad arrivare ad una decina di autori e qualche migliaio di accesso al mese.
Per festeggiare, abbiamo regalato al blog un indirizzo tutto suo!
Da adesso, l'indirizzo è www.clubmalinibici.it, al quale si viene rediretti anche andando sull'indirizzo vecchio.
Per tutte le operazioni (post, commenti, amministrazione) non è cambiato niente.
Invitiamo quindi tutti gli amici ad aggiornare i loro indirizzi e ad usare sempre questo nuovo, che da un'identità più forte al club e ci aiuterà a crescere ancora di più.
Ciao a tutti!

13 giugno 2008

il meteo di domani

Questa primavera è quantomeno instabile, e anche per domani (sabato 14) si viaggerà sulla lama del rasoio: queste sono le previsioni delle precipitazioni alle 9 e alle 12.
Siccome però noi siamo ottimisti, e poichè dobbiamo prepararci alla crono di giovedi (a proposito, tutti pronti alla scalata delle Ganzole con successivo recupero di energie a base di crescentine e rosso dei colli bolognesi?), domattina alle 8.30 ci si vede in negozio sprezzanti del pericolo e armati di impermeabilino (anche la temperatura non dovrebbe essere altissima).
Se non c'è il diluvio, sicuramente ci saremo io, Sandrino e il Pietrafesa.
Sugli altri abbiamo speranza...Aureliano ormai è in condizione mondiale visto che si allena in lungo e in largo su tutte le salite della zona.
A domattina, pronti per un giro medio-impegnativo se il tempo ci assiste.
ciao