23 giugno 2008

Da Marina al Trebbio e ritorno






Sabato 21 Giugno,
sono le nove e a Marina di Ravenna la temperatura è di quelle che ti fanno dire: “finalmente è arrivata l’estate!”
Mi sono alzato con un’idea in testa, andare a cercare un colle da scalare, ma senza utilizzare l’auto per arrivare in zona, e considerando che sono ad un centinaio di metri dal mare, e non sono il Liguria, la cosa mi sembra un po’ strana.
Faccio colazione con fette biscottate e miele all’arancio, davvero gustoso, poi vesto i panni del club, prendo l’amata Wilier ed esco dal campeggio pensando a dove dirigermi, se a Cesenatico per iscrivermi alla Pantanissima di Settembre o dare ascolto a quella vocina che mi dice di andare verso i colli Faentini. Arrivato al primo svincolo, decido di provarci, non conosco la strada, ci sono poche indicazioni per Faenza, ma lo spirito avventuriero del ciclista “fai da te, no Alpitour”, mi indirizzano le ruote verso la città dei mosaici di Teodorico, la Ravenna che fu testimone del progetto del polo chimico di Raul Gardini, il patron del Moro di Venezia.
Arrivato a Ravenna, comincio a girare a destra e a sinistra cercando di trovare la via per Faenza, e quando ormai mi sono convinto che era meglio dirigermi a Cesenatico, ecco una freccia azzurra che mi viene in aiuto e mi indica la direttrice per Faenza. Imbocco una strada diritta e ben asfaltata che mi porta verso la città di Davide Cassani. Ad un certo punto, noto il contakm che segna zero, mentre io sto pedalando con discreta andatura (30-31km/h). Mi fermo e sistemo il sensore che evidentemente si è spostato un pochino. Nel frattempo mi raggiunge un ciclista che rallenta e mi chiede se ho bisogno d’aiuto. Rispondo al gentilissimo signore che ora è tutto ok e raggiungendolo iniziamo a chiacchierare mentre facciamo un po’ di strada insieme. E’ un ravennate che sta andando a Lugo per far sistemare una scarpetta, parliamo di varie cose fra cui del Panta, di cui anch’egli è un gran tifoso. Pedalando sui 33km/h arriviamo in breve tempo ad una rotonda e le nostre strade si dividono, mi fa gli auguri per la scalata che seguirà ed io ricambio con gli auguri di una buona giornata.
Passo da Russi, e transitando sulle vie che ci hanno visti qualche mese fa protagonisti della GF dei Vini e dei Sapori, mi ritorna in mente la volatona di oltre 30km che Luca Laffi ci fece fare al ritorno!!
Arrivo a Faenza e a quel punto so che la strada non la posso sbagliare, le indicazioni per Modigliana sono presenti e precise, ma soprattutto conosco a menadito il percorso avendolo fatto altre volte per visitare clienti che hanno sede proprio in quel grazioso paesino.
Percorro i 21km cercando di non abbassare la media prefissata, ma i continui saliscendi, non mi permettono di mantenere una velocità costante nonostante il mio impegno.
Arrivo a Modigliana dove noto una decina di ciclisti fermi in prossimità di un giardinetto.
Arrivando noto che si stanno approvvigionando d’acqua ad una fontanella ed allora mi fermo, saluto, e mentre riempio la borraccia, chiedo indicazioni per il Trebbio. Sono le 12, 30 circa e uno di loro mi guarda sorridendo e mi risponde: “complimenti, è proprio l’ora giusta per farlo!!”
Mi danno l’indicazione per trovare l’ascesa, poi se ne vanno, ed io risalgo sulla bici e faccio lo stesso.
Dopo un paio di svolte, ed aver sbagliato strada come da programma, mi ritrovo finalmente il cartello verde che mi indica l’inizio del Trebbio, guardo il contakm e scopro che sono già una settantina i km nelle gambe. Il colle non è certo di quelli che uccidono, il primo chilometro e mezzo sale al 16%, la voglia di scalarlo è talmente tanta, che mi alzo sui pedali e vado su a quel modo per per almeno 200 – 250 metri. Poi arriva inevitabile il fiato corto, e decido di sedermi e proseguire con un passo adeguato al mio attuale stato di forma e di età!!
Dopo il primo km e mezzo arriva un altro cartello che indica 12%, ed infatti la salita si fa meno dura, anche se sale sempre con continuità. Il caldo si sente, anche se a me piace tantissimo, si suda parecchio e l’acqua nella borraccia cala precipitosamente ad ogni sorsata. Dopo un altro chilometro e mezzo un altro cartello indicante pendenza 10%! A quel punto penso, dai Sandrino che è quasi fatta. Infatti la strada sale ancora ma rispetto ai primi momenti va decisamente meglio, mi rialzo sui pedali, scalo un rapporto, e ci do dentro con i pedali pensando ancora a quanto sono stato pirla giovedì nella cronoscalata. Evidentemente la stizza è buona compagna delle salite perché mi ritrovo a salire con una certa velocità, e dopo poco, eccomi ad un incrocio dove leggo il cartello della foto che allego, il Monte Trebbio! Sono in cima, e poco più avanti, c’è una targa con un monumento al ciclista. Scatto un’altra foto, poi salgo i gradini per fotografare il monumento e a quel punto mi si inceppa il telefono. Penso di aver fatto l’istantanea ma una volta arrivato a casa scoprirò che ciò non è successo, maledetti trabiccoli elettronici!!
Nel frattempo, è arrivata a scollinare anche una ciclista, a cui chiedo qualche indicazione sul ritorno, volendo evitare la stessa strada dell’andata. Lucia, così si chiama la gentilissima ragazza, mi spiega la strada scendendo dal versante di Forlì e mi dice anche che può farmi da Cicerone in quanto essendo lei forlivese, mi indicherà la strada giusta una volta arrivati al capoluogo romagnolo.
A quel punto la ringrazio e cominciamo la discesa insieme arrivando ai piedi del Trebbio, dove incrociamo la strada che svoltando verso la Toscana prosegue per Rocca San Casciano.
Noi invece giriamo a sinistra, direzione Forli ed il primo paese incontrato è Dovadola.
Facciamo sosta per un’altra fontanella, la borraccia ringrazia.
Proseguiamo per Castrocaro Terme, bellissima località termale, con un centro cittadino molto curato e pieno di verde. Pedaliamo con buon ritmo, Lucia tiene il passo dei 30/32kmh con grande naturalezza, poi mi dirà che è reduce da una vacanza in bici in Sardegna.
Arrivati a Forlì, la mia compagna di pedalata si rivela una guida impeccabile, portandomi sino all’imbocco della strada che mi porterà di nuovo a Ravenna. Ci salutiamo e con l’occasione la informo del nostro blog e dell’articolo che scriverò, invitandola a leggerlo e magari ad inserire un commento con saluto.
A quel punto mangio una barretta, bevo ancora qualche sorso d’acqua e proseguo per Ravenna. A pochi km dalla cittadina, trovo un’altra fontana e “faccio il pieno”. Arrivo a Ravenna e questa volta seguendo le indicazioni per il Pala DeAndrè mi ritrovo in un istante sullo stradone che porta ai lidi a me noti. Sono contento, come Pollicino ho trovato la strada di “casa” ed arrivo al camping dopo 142km, oltre 5 ore di sella, con una media dei 27,2kmh. E’ la prima volta che supero i 140km e seppur fatti per la maggior parte in pianura, mi hanno dato soddisfazione.
Salutoni
Sandrino

4 commenti:

Mauro ha detto...

Cavolo, ma voi siete tutto cosi tranquilli e contenti con sto caldo...io ieri ho patito l'inferno, salendo per Lagaro ho sputato l'anima e dopo per Burzanello ancora peggio, e dire che non era una salita tremenda.
Poi anche al ritorno, dopo Vado, pur essendo discesa, facevo una fatica della malora a stare a ruota.
Io oltre i 27-28 gradi vado a male...mi sa che fino a settembre sarà un calvario.

enrico ha detto...

Mauro non farci caso al caldo, il segreto è fregarsene!!!
Ci sei domani sera 17,45 per il solito giretto?

Mauro ha detto...

Ah si è come il Fedaia, il caldo è una cagata, basta andare su!
Si domani ci sono 17.40 in negozio.
Margelli, se ci sei batti un colpo!
E anche tu Sandrino, che poi dici che ci alleniamo a tradimento :)

Sandrino ha detto...

Ciao Ragazzuoli,
io domani non ci sarò perchè reclutato per una partita di basket con la radio!!
Adesso non lo dico più che vi allenate in camuffa, lo faccio anch'io, gne gne gne!!!
Per il caldo io son contento, sabato durante il percorso ho bevuto oltre 3 litri d'acqua!!
Salutoni
Sandrino