03 giugno 2008

Alberto Contador e il Giro d'Italia

E’ finito il Giro d’Italia e dopo quindici anni torna sul gradino più alto uno spagnolo. Dopo Indurain ecco la volta di Alberto Contandor, 26 anni della periferia di Madrid. Lo spagnolo non doveva neanche prendere il via con la sua squadra, poi la settimana prima della partenza di Palermo, ecco la chiamata da parte dell’organizzazione. Contandor on pensava minimamente al giro ed era in ferie con la suia compagna al mare. Pur esendo allenato non era certo pronto per una corsa di tre settimane. Eppure eccolo vincitore del Giro, l’anno dopo la vittoria del Tour. L’anno scorso in pochi lo conoscevano questo ragazzo che qualche anno fa ha rischiato la vita a causa di un aneurisma. Ma lui grazie alla sua costanza e alla sua resistenza e dopo varie esclusioni per doping arrivò a Parigi in maglia gialla. Quest’anno sulle strade d’Italia nessun esclusione per doping, ma per Contador il risultato non è cambiato. Sempre davanti, la prima settimana l’ha sofferta tantissimo tanto che a Tivoli, pensava al ritiro. Ma non ha mollato e pian piano che i chilometri passavano la condizione aumentava, consentendogli di difendersi dai sterili attacchi dei rivali. Non ha vinto neanche una tappa ma si è ritrovato in maglia rosa sul Fedaia grazie alla sua costanza e grazie all’ottima cronometro di Urbino. Poi si è difeso egregiamente, grazie anche ai rivali che gli hanno reso vita troppo facile. Non sono d’accordo, infatti, con chi afferma che è stato un giro avvincente e combattuto. Sicuramente incerto, con i primi tre divisi da pochi secondi fino alla penultima tappa. Ma non combattuto. Nessuno o quasi ha combattuto. Riccò il giovane modenese ha secondo me deluso. Intendiamoci, tanto di capello per il secondo posto al giro e per le prime tappe conquistate. Ma quando sono cominciate le grandi montagne non ha dato quello che aveva promesso Troppo poco lo scatto sul Fedaia e troppo vicino all’arrivo l’attacchino sulla Presolana, se fosse partito anche solo un chilometro prima avrebbe preso la maglia rosa. Sul Mortirolo poi è stato a guardare Simoni e Sella scattare senza mai provare ad andar via. Apprezzo più Di Luca che sul Vivione nella tappa della Presolana ha fatto un vero numero. Poco importa se poi sul Mortirolo ha subito e sull’Aprica è crollato. Lui ci ha provato veramente, insieme con un super gregario come Savoldelli. Ma in un giro in cui tutti sono andati avanti del proprio passo, senza mai forzare e con troppa poca fantasia, un paio di piacevoli sorprese ci sono state. Una su tutte, Marzio Bruseghin. Il gregario a forma d’uomo ha fatto il capitano e ha conquistato il podio in terza posizione, grazie alla sua tenacia. Un esempio per tutti. L’altra non può che essere Emanuele Sella. Ha compensato tutte le mancanze degli uomini di classifica conquistando, con una grinta incredibile, le tappe più belle Pampeago, Fedaia, Tirano e arrivando ad un passo dal poker, secondo nella cronoscalata di Plan di Corones, dietro solo ad un grande Pellizzotti, il quale ha disputato un ottimo giro. Le gesta del Salbaneo ci volevano, hanno arricchito non di poco il Giro. In un tempo dove tutti vengono paragonati a Pantani,( per piacere basta, nessuno può reggere il paragone, di Pirata ce n’era uno solo), lui lo ha ricordato veramente scattando e volando in salita. Un’ultima considerazione su Gilberto Simoni. L’errore commesso in discesa dal Vivione, vale a dire il non vestirsi, non può essere perdonabile per un uomo della sua esperienza. Ma questo molto probabilmente è stato il suo ultimo Giro. Mancherà un uomo come Simoni nel gruppo, un professionista vero, che molto spesso risulta antipatico, ma che dice le cose in faccia, le cose come stanno. Ci sono giovani che hanno molto da imparare da lui. Spero lo facciano, intanto noi siamo gia con la mente al Tour aspettando Cunego e al prossimo Giro, aspettando il ritorno d’Ivan basso. Se sarà ancora il Basso degli anni passati bisognerà cominciare a lavorare di fantasia per potergli strappare la maglia rosa.

4 commenti:

Paolo ha detto...

Secondo me gira meno "doping" e quindi ci sono meno differenze tra i ciclisti. Riccò è tanto polemico che comincia a starmi simpatico, all'arrivo spara sciocchezze, se fosse stato zitto, nessuno si aspettava nulla di più da lui, al secondo giro d'Italia, due successi e secondo classificato, è un bel numero. Daccordo con i complimenti a Sella, davvero bravo, e mi ha entusiasmato con le sue vittorie, chiaro che se era uomo di classifica non lo lasiavano andare via.
Bel numero di Simoni e Pellizzotti, e commovente Brusegnin, ma sono bravi tutti, ma sopratutto Contador che senza COMBATTERE ha vinto un bel giro, io su di lui non avrei mai puntato, mi sono accorto di lui l'ultima settimana, e forse anche i suoi avversari.

loris marge ha detto...

Pensavo che con tante salite il giro sarebbe stato più avvincente, invece mi ha un po' deluso. L'unica cosa buona sono stati gli ultimi 300 metri prima del Fedaia con pane, salumi, cetrioli e tanto vino.

La cosa che però mi ha entusiasmato tantissimo in questo week-end è stato il ritorno in A del grande, grandissimo cuore rossoblù.
SOCMEL EC BULAGNA

Sandrino ha detto...

D'accordissimo sul commento del Potter, in effetti anche a me il Giro ha un pò deluso, non vorrei sembrare nazionalista ma qualcosa in più prechè alla fine un italiano portasse a casa la maglia rosa si poteva e doveva fare. Di Luca è stato l'unico insieme a Sella ad entusiasmarmi, Riccò un pò meno, poteva provarci di più, e le parolacce dette alla fine della tappa quando è arrivato a soli 4 secondi dalla Rosa non avevano alcun senso!! Scatta prima e quella rabbia mettila nei pedali!!
D'accordo anche sul finire di paragonare chiunque al Pirata, di Pantani mamma Tonina ne ha fatto uno solo, gli altri sono solo ombre che svaniscono ai primi raggi di sole....
Commento a parte per Loris il Traslocatore...domenica ho fatto il Carpegna senza mai fermarmi e lunedì per riposarmi ho trasportato armadi dalla taverna alla mansarda e viceversa, una fatica del 32!!
Sul Bologna in serie A son d'accordo con te ma lo dico sottovoce, ho già mio padre che in questi giorni non si sopporta, ha riempito la sua casa di bandiere e sciarpe che nemmeno la BITABACCHERIA dei tempi migliori ne aveva di più!!!
Salutoni
Sandrino

Anonimo ha detto...

Giro duro, tante salite, ma alla fine in salita si guadagna un minuto al massimo, mentre nelle crono se ne perdono tre o quattro in scioltezza.
A parte la tappa del Fedaia dove Di Luca ha provato a fare qualcosa e le fughe di Sella (ormai fuori classifica) in realtà non si è visto un granchè purtroppo.
Contador ha vinto il Giro senza fare niente di particolare ma basandosi sulla regolarità mentre chi provava a spingere un giorno il giorno dopo andava in crisi.
Le singole tappe (Pampeago a parte, che è stata una tristezza) sono state belle, ma il Giro nel complesso non mi pare sia stato entusiasmante.
Come il Bologna domenica. 1-0 e seria A, ma che partitaccia! Ero allo stadio e mi ricordo solo il caldo e la sete.
Speriamo che Cazz(ar)ola ci metta dei baiocchi e combini qualcosa il prossimo anno.