26 maggio 2008

Giro d'Italia - Report dal Giau

Partenza all'alba per il Fedaia, primo tratto in macchina (fino a Cencenighe) secondo in bici.
L'arrivo nell'agordino è tranquillo, ai lati della strada molti ciclisti che si impomatano e guancia tonde che gonfiano palloncini rosa da attaccare ai balconi per il passaggio della carovana.

Preparata la bici mi viene un'idea, andare all'incontro dei ciclisti sul San Pellegrino, ci penso un pò e dopo aver dato un'occhiata alla cronotabella mi convinco che forse è più appetibile il Giau, detto fatto.

Ore 11,00 si parte in direzione del Giau.
Ci sono già stato in macchina e gli unici ricordi sono olfattivi: la puzza di freni bruciati.
Mi prometto di salire tranquillo per conservare delle energie per l'obbiettivo di giornata, quindi il programma è chiaro. Cerco di salire sul Giau, probabilmente mi raggiungeranno i corridori e voltatomi mi avvicinerò all'arrivo.

Alleghe, Caprire e poi a destra verso Selva di Cadore. La salita è già dura, le gallerie sono buie e bagnate ma con l'ascesa il panorama lascia indietro ogni pensiero.
Selva di Cadore, compro un panino (non si sa mai) che metto nello zaino.

Inizio l'ascesa verso il Giau che chiaramente non la considero da completare, dove arrivo arrivo anche perchè non ho mai fatto un passo dolomitico.

Bello pimpante ecco un uomo in maglia verde che sale con un auto al seguito.
E' Francesco Moser, gli rivolgo un rispettoso saluto e mi fermo per fargli una foto.
Dopo la posa mi aspetta. Gli rimando a ruota per .... molto poco. Mitico (lui).


Riprendo la mia marcia secondo il ritmo che mi sono imposto, dovrebbe essere lento per scelta, mi sa che però non ci sono alternative, 7 min al km. I tratto iniziale è durissimo, pezzi diritti che non finiscono poi iniziano i tornanti numerati, a metà la visuale si apre e il panorama ricorda le gesta epiche dei grandi campioni. I miei colleghi Malini mi aspettano sul Fedaia e io sono da tutt'altra parte, ma come faccio ormai sono qui, la strada tira, la gamba mi scappa. E vado avanti cercando di vincere non la fatica del gesto atleto ma quella psicologica stuzzicata da quello che l'olfatto raccoglie per strada. E' ora di pranzo sul ciglio della strada in molti hanno organizzato succulente grigliate di carne, peperoni .... Stavo malissimo ma bisognava andare avanti. Respingere la tentazione di tutti quelli che nell'incoraggiarti ti passavano bicchieri di vino e altro. NO!

Ai meno 4 inizia a farsi sempre più concreta la possibilità di raggiungere il passo. E dopo un'altra mezz'ora di fatica sono in vetta, incredulo, raffreddato ed estasiato dal panorama.

10 Km in 1h 23 m.

Dopo poco arrivano e corridori con Sella in testa.
I più forti passano indenni, gli ultimi invece una volta in vetta sono stati sorpresi da una bufera di acqua che non li faceva andar dritti.
Ne ho visto uno che sembrava schiaffeggiato dal vento e dall'acqua.
Il loro problema presto è diventato anche il mio perchè mi son dovuto vestire per scendere e raggiungere l'obbiettivo di giornata.

D'un tratto sembrava sceso il buio, le luci delle macchine nella nebbia, a pochi metri dalla mia testa l'elicottero che cercava di ritrovare il piano di atterraggio, mi metto allora in coda a qualsiasi cosa che scivolava verso valle.
Giunto a Caprile mi spoglio, avviso Harry che mostra (a ragione) qualche perplessità sull'esito del mio gesto.
Lungo il percorso verso Malga Ciapela il pubblico aspettava l'attaccante Sella e quando sbucavo io dalla curva iniziavano ad applaudire, una volta vicino si rendevano conto dell'abbaglio.
Ai meno 8 mi raggiunge un poliziotto che con fare deciso mi invita a fermarmi, cerco di .... niente, mi devo ferma qui. Ho visto passare tutti i corridori, quello che mi ha colpito di più è stato Di Luca che aveva messo Spezialetti a tirare e non lo mollava con gli occhi, concentratissimo!

Il resto lo conoscete, io l'ho visto alla TV in un Bar di Sotto Guda.

Bellissima esperienza che ti fa entrare nel vivo delle emozioni che provano i ciclisti, peccato non averlo fatto prima.

4 commenti:

Mauro ha detto...

Bellissimo, peccato che non sei arrivato al Fedaia, ma ti sei fatto qualche metro addirittura con Moser!
Anche la nostra giornata è stata bellissima, pioggia a parte.
A presto

fotorode ha detto...

Si siamo stati insieme per 10 metri poi dovevo lasciare la macchina nello zaino, lui voleva aspettarmi ma gli ho detto di andare avanti che lo avrei raggiunto. Era li a 50 metri ma non riuscivo a ricucire allora ho preferito andare del mio passo.

Enrico Pasini ha detto...

Gran bella esperienza comunque, anche se non sei arrivato sul Fedaia, non so se ti avremmo riconosciuto non tanto perchè eri stanco tu, ma da quanto eravamo ubriachi noi......

Sandrino ha detto...

Confermo!
Il Potter poi era uno spettacolo nello spettacolo!
Salutoni
Sandrino