04 maggio 2008

La mia prima 5 colli…

….comincia alle ore 5,00 del mattino, quando i miei occhi si aprono e la tensione è già alle stelle, nemmeno fossi un ragazzino che si appresta a vivere il primo giorno di scuola.
Alle 5,20 sono in cucina, gli spaghetti cotti la sera prima mi aspettano pronti per essere ingurgitati (si perché a quell’ora è difficile gustarne il sapore). Dopo qualche minuto dentro al micronde, eccoli nel piatto, e lo sguardo che devo avere nell’attimo in cui metto in bocca la prima forchettata non deve certo rassomigliare all’Albertone nazionale quando in un famoso film diceva “maccaroni mi avete sfidato? E io vè magno!”
Superato questo primo ostacolo dei due etti di carboidrati da ingerire tre ore prima, mi lavo e mi vesto ed eccomi pronto per prendere l’auto e dirigermi al posto di ritrovo, Rotonda Biagi.
Arrivo in largo anticipo, ore 6,15 (il ritrovo è alle 7,00!!), ma questo mi permette di sistemare la bicicletta, ingrassando la catena e sistemando tutto quello che serve con la calma dovuta. Nel frattempo arrivano due auto cariche di ragazzini e genitori con biciclette da corsa sui portabici, mi guardano come ad un matto (come dargli torto), si organizzano sulla strada da fare e si dirigono verso Sasso Marconi, chissà per quale meta di gara.
A pochi minuti dalle 7,00 cominciano ad arrivare i compagni di avventura, da Christian, Rocco, il Potter, Mauro con la bici nuova, a dire il vero un po’ sporca, e poi il Tommy, accompagnato dalla signora che deve amarlo davvero tantissimo perché alzarsi così presto per un servizio del genere….
Dopo qualche minuto di chiacchiere e soprattutto di capire come mai il contakm del Potter non funziona, mi viene l’illuminazione della giornata: “andiamo a bere un caffè al Round?” Il solo Christian mi da retta e diamo due pedalate per raggiungere il bar a pochi metri dal ritrovo, ma mentre sono attento a capire come mai le vetrine siano chiuse e le luci spente, la mia ruota anteriore si incastra nel cordolino scola acqua del parcheggio bloccandosi di colpo ed il sottoscritto finisce a terra come un sacco di patate per non dire di peggio!! Una botta niente male con conseguenze fortunatamente di pochissimo conto, tranne un paio di dita acciaccate, mentre l’amata Wilier è fortunosamente illesa!!
A quel punto niente caffè e si parte in direzione Giardini, con una temperatura che dire “frizzantina” non sfigura.








Arriviamo ai Giardini e lo spettacolo è davvero bellissimo, tutto transennato il percorso che sarà poi l’arrivo è davvero un gran colpo d’occhio per chi come me, è nuovo di queste cose!
Io e Rocco salutiamo coloro che si cimenteranno nel percorso lungo e ci andiamo a posizionare nei posti a noi riservati in griglia. Manca oltre un’ora alla partenza e ne approfittiamo per fare alcuni scatti come Giapponesi davanti a qualche monumento famoso. Nell’attesa facciamo conoscenza di un ragazzo di Firenze che avendo la fidanzata a Bologna, ha finito per innamorarsi anche delle nostre colline e dichiara di fare più chilometri sulle nostre salite che su quelle che videro nascere talenti come Bartali e tanti altri.
Poco più indietro vedo il Pietrafesa, già carico e pronto per la gara; lo rivedrò all’arrivo e ancora ci chiediamo entrambi come mi abbia superato visto che ne io ne lui ce ne siamo accorti!!Ma ad un certo punto come per incanto si aprono le transenne, e come Mosè davanti alle acque del Nilo, passiamo lungo la folla che si è accalcata ai lati, ed il suono dei chip che segnalano il via per ognuno dei partecipanti, scatena in tutti noi la voglia crescente di pedalare liberi senza confini, come le grandi aquile americane!
Si percorrono così i viali e via Mazzini ad una velocità pazzesca, sembra di essere ad una gara professionistica, visto che si corre ad oltre 40kmh.
Sin dalla partenza sto attaccato alla ruota di Rocco che mi costringe a pedalare ad un ritmo che temo non sia il mio, ma poi dopo qualche km lo assimilo e lo ringrazio ora per il favore che mi ha fatto nel tirarmi a quel modo. Raggiungiamo e superiamo diversi gruppetti, Rocco sembra indiavolato, quando penso che il gruppo raggiunto sia quello buono per starci dentro, ecco il mio compagno che parte all’impazzata e si stacca per raggiungere quello successivo, ed io non posso esimermi dal seguirlo, come un fido scudiero.
Finalmente ad un certo punto decide di fermare la foga, ma il motivo è che siamo arrivati alla prima salita, non particolarmente difficile ma nemmeno agevole come si potrebbe pensare. Cominciamo a salire ed il mio compagno di avventura mi affianca e mi chiede la macchina fotografica, mi scatta qualche istantanea, e poi ripone l’oggetto nel taschino con una naturalezza che mi lascia esterrefatto, visto che io sto impegnandomi nella salita con tutto me stesso! Beata gioventù!!
Arriviamo così al primo ristoro dove Rocco decide di fermarsi per qualche istante e dove anch’io sono d’accordo nel ripartire quasi immediatamente.
Dopo qualche chilometro la strada ricomincia a salire e ad un certo punto vedo il ragazzo scalpitare, mi affianca e mi dice che vuole alzare il ritmo ed allora gli sorrido, lo saluto e gli do appuntamento all’arrivo, dove fra l’altro sarà sul traguardo ad accogliermi con uno scatto sullo striscione.
Proseguo da solo, ed ometto tutte le varie cosette che mi sono capitate, tranne ad un certo punto l’aver visto alla fine di una discesa, in una curva secca a sinistra una bicicletta oltre il guardrail ed una ambulanza ferma con i medici che soccorrevano il malcapitato ancora sdraiato nell’erba al di là della barriera, brutta faccenda.
Durante il percorso cerco di sfruttare la ruota di qualcuno che abbia un passo leggermente più veloce del mio, per cercare di migliorare le mie performance e soprattutto per avere un buon riferimento.
Arrivo all’ultimo strappo di Monte Donato e leggo il cartello:”pendenza 16%”!!
Sul momento non realizzo, noto in cima un bel po’ di gente a piedi che guarda il passaggio dei ciclisti, poi scorgo davanti a me un certo assembramento di biciclette e qualcuno che scende per farla a piedi….farla a piedi? Ma piuttosto sputo sangue!!
Stringo i denti e stavolta lo faccio davvero, scalo al rapporto più corto che ho e pedalo seduto sulla sella con quel ghigno satanico in faccia che mi fa tanto matto…
Stando sul lato sinistro della strada supero diversi compagni di sventura e ad un certo punto sento una voce conosciuta che mi dice: “vai Sandrino, vai”!!
Riconosco la voce di Paolo Malini “il Boss”, ma giuro, non l’ho nemmeno visto tanto era il mio impegno in quel momento! Grazie mille Paolino, sei stato davvero un grande a venire ad incitarci in quel punto!!
Proseguo ancora qualche metro e lo sforzo si fa maggiore, sembra impossibile riuscire a collinare quella pendenza ed allora, pur di non mettere i piedi a terra, proseguo a zig-zag sfruttando per intero la larghezza seppur ridotta della strada e proprio in quel punto sento un’altra voce conosciuta che mi dice: “fai più strada a farla così!”
Secondo voi chi poteva essere ad esprimere un parere così lapidario se non l’Orient Express di casa Malini, Luca Laffi?
Anche per lui vale quanto detto per Paolo, noto solo la divisa bianca della Malini, “smoccolo” un “grazie Luca” e proseguo con maggiore cattiveria verso la fine dello strappo che ormai sta sopraggiungendo.
Eccomi in cima, dove diversi signori mi fanno i complimenti per la grinta, li ringrazio e mi lancio verso la discesa che mi porterà all’agognato traguardo.
Durante la corsa finale verso i cancelli dei Giardini, sento le energie ritornare in modo prepotente e percorro l’ultimo tratto a velocità inusuale per il sottoscritto, sino a raggiungere e superare di slancio un concorrente proprio all’entrata del Parco cittadino più famoso di Bologna.
Eccomi come in un sogno all’interno dei Giardini, le balaustre rivestite con i colori degli sponsor, lo striscione dell’arrivo gigantesco, e soprattutto la calca delle persone che aspettano i loro cari all’arrivo rende tutto un po’ magico, come in un’atmosfera di festa, di gioia collettiva. Perché in effetti in queste gare non esistono vinti o vincitori, tutti coloro che sono arrivati sono vincitori perché sono riusciti nell’impresa che si erano prefissati alla partenza, quella di arrivare al traguardo.
E’ stato ancora una volta fantastico, ed il percorso di ritorno all’auto l’ho fatto con un sorrisone stampato sul volto che esprimeva tutta la mia gioia per quest’altra Gran Fondo portata a casa con soddisfazione.
Salutoni
Sandrino



8 commenti:

Mauro ha detto...

Non ci saranno vincitori nè vinti, ma ho visto il tuo tempo e per uno che ha iniziato 7-8 mesi fa non è mica male per niente.
Se va avanti cosi è Laffi che si deve iniziare a preoccupare.
Mitico articolo!

Sandrino ha detto...

Grazie Mauro,
ho scritto proprio sul post dei tempi che sono rimasto allibito io stesso per quanto fatto in questa gran fondo, stento ancora a crederci!
Non puoi immaginare quanto sia contento!!
Tutto questo mi spinge ad impegnarmi ancora di più nel macinare chilometri e a dare retta a Voi che avete più esperienza di me, quindi come dice il Potter, meno rulli e più Cereglio!! ;-))
Comunque Laffi e Potter possono dormire sonni tranquilli, alla mia età gli obiettivi sono altri....
Salutoni
Sandrino

loris marge ha detto...

Appena riesco inserirò le foto che ho fatto a Monte Donato.
Quella di Sandrino è uno spettacolo, devo chiedergli dove va dal dentista perchè a stringere i denti a quel modo è impossibile non romperli.

Sandrino ha detto...

Grazie Loris,
attendo con impazienza i tuoi scatti anche perchè non mi sono accorto di nulla. In quel momento vedevo solo il muro davanti a me e pensavo a come superarlo senza morire!!
Sui denti hai ragione, ma lo sforzo in quel momento era davvero al top delle mie possibilità!
Salutoni
Sandrino

fotorode ha detto...

Mitico Sandrino, bel racconto.
Perdonami se ad un certo punto ti ho abbandonato, la salita verso Monghidoro era invitante ....
Quello che hai visto tu nella curva dopo Loiano l'ho visto anch'io, io lo sapevo che quella curva avrebbe fatto qualche vittima.

Comunque sei stato bravo.
Ciao

Sandrino ha detto...

Grazie Rocco,
hai fatto bene a seguire il tuo passo, non avrebbe avuto senso rimanere in mia compagnia quando le tue gambe potevano spingere ritmi più elevati.
Sul ciclista soccorso dall'ambulanza spero solo non si sia trattato di nulla di grave anche se vederlo a terra con i medici che stavano prestando il soccorso del caso e l'ambulanza li vicino, non è stato sicuramente piacevole. La curva indubbiamente era pericolosa ed in effetti quando non si conosce il percorso bisognerebbe non esagerare...lo dico proprio io che sono un bel somaro!!
Ti ho inviato le foto che ti riguardano via mail, se vuoi quelle più definite fammi sapere che le compatto e le invio stasera!
Salutoni
Sandrino

Enrico Pasini ha detto...

Bell'articolo Sandrino come al solito riassuntivo e conciso.... :)
Belle anche le foto veramente belle, comunque se continui cosi certa gente deve cominciare a preoccuparsi, sei un cliente temibile, l'imperatore delle boazze è avvisato......

Sandrino ha detto...

soprattutto conciso!! ;-))
eh lo so, quando comincio a scrivere non riesco a fermarmi, sono sempre stato così!
Quando facevo l'opinionista su Bolognabasket.it, mi "cazziavano" sempre perchè andavo regolarmente oltre lo spazio concessomi, ma era più forte di me!!
Per quanto concerne il Re della Boazza, giovedì mi ha sfilato senza farsi notare altrimenti mi sarei accodato e avrei per lo meno provato a stargli a ruota, come ho fatto a Russi con Aureliano il Grimpeur!!
Salutoni
Sandrino